Quando gli occhi non bastano

Dove eravamo rimasti?

Che cos'è successo? Perché Luce ha reagito in quel modo? Resasi conto di provare qualcosa di profondo per Iris, Luce ha paura di commettere lo stesso errore commesso con Sophia. (100%)

RicominciareLuce attraversò le porte a vetri del centro commerciale con l’ansia che le occludeva la gola. Con un senso di soffocamento misto a farfalle alla base dell’esofago, cercò in mezzo ai numerosi negozi quello in cui lavorava Iris. Lo trovò dopo qualche minuto e, attraverso le vetrine, la vide. Si prese qualche tempo per osservarla: stava piegando delle magliette, con gesti automatici, la testa bassa; aveva tagliato i capelli, e sembrava più minuta, più magra e, forse, anche triste.
Prese un respiro, ne prese un altro, e si fece avanti. Si fermò sulla soglia del negozio, in attesa che lei alzasse lo sguardo. Non aveva il coraggio di parlare. Dopo qualche secondo, come se avesse avvertito la sua presenza, Iris sollevò lo sguardo e rimase impietrita, con una magliettina sospesa davanti a sé.
– Ciao – esordì Luce, in tono basso.
Ci volle qualche secondo, perché Iris rispondesse: –Ciao… – sussurrò.
Luce si mosse sul posto, nervosa, guardandosi le scarpe.
– Allora… è qui che lavori… – disse, nervosa. – Come… come stai? – le chiese, ma le sembrò una domanda stupida da fare un secondo dopo averla pronunciata. Iris non rispose, sollevò le spalle e, nel farlo, le mani le tremarono. Luce notò che era veramente magra.
– Senti… avrei bisogno di parlarti – disse allora Luce. In fondo, era quello il motivo per cui si era presentata lì, di persona, dopo che l’altra aveva cercato di contattarla tutti i giorni, fin dal ritorno dalle vacanze.
Iris annuì lievemente.
– Ok, allora ti aspetto quando finisci, va bene? – domandò Luce, esitante.
– Ok, io finisco alle nove – rispose Iris.
– Ok, allora dove…? –
– No, aspetta…! – la interruppe l’altra – Viene a prendermi mia madre, quindi… puoi raggiungermi a casa mia? –
– Ah… sì, ok – replicò Luce, in contropiede. – Allora… a dopo – disse, evitando lo sguardo di Iris.
– Sì… –
In imbarazzo, Luce non aggiunse altro e uscì dal negozio, lasciandoselo alle spalle.
Una volta che fu arrivata sotto le palazzine gialle in cui viveva Iris, Luce parcheggiò il motorino nel retro, aspettando. Dopo qualche minuto di attesa, incapace di rimanere lì ferma, prese a camminare avanti e indietro; poi, troppo nervosa per camminare, si sedette sul marciapiede, in attesa, le mani strette in grembo.
Dopo altri dieci minuti, vide l’auto blu della madre di Iris entrare nel parcheggio, e il suo cuore prese a battere sempre più forte e nervoso. Aspettò che l’altra si avvicinasse.
– Ehi. –
– Ehi. –
Fece per parlare, ma le parole le rimasero lì, incastrate a metà tra il cuore e la gola. Fu Iris, inaspettatamente, a parlare. – Allora? – sbottò, freddamente.
Luce non poté fare a meno di sentirsi ferita dal tono ma, contemporaneamente, non poté non darle ragione. Fu la spinta che le serviva. – Io non so cosa mi sia preso, quel giorno. So che ero stufa di alcune persone, di alcuni sguardi, ero stufa di sentirmi dire come dovevo essere e cosa dovevo fare. Ero confusa e amareggiata, e ho buttato tutto sull’unica persona a me vicina. – disse tutto d’un fiato.
Aspettò qualche secondo, ma l’altra non disse niente, le mani lungo i fianchi e lo sguardo fisso sulle scarpe. Aveva fatto solo un cenno, un piccolo movimento verso l’alto con la testa, segno che la stava ascoltando. Luce continuò. – Io ho riversato tutto su di te, allontanandoti senza motivo. –
– Lo sai che non ti ho mai giudicata – replicò Iris.
– Lo so. –
– Mi hai ferita, quel giorno, mi sono sentita accusata di cose non vere, senza sapere perché. –
– Lo so – ripeté Luce, alzando lo sguardo e fissandolo in quello di lei. – Mi dispiace. Puoi perdonarmi? – Iris sopirò profondamente, come se si stesse liberando di un peso. – Sì – disse.
Luce sorrise, il peso che le occludeva la gola sparì, e il cuore cominciò a scaldarsi. Dentro di sé sentì la voglia di avvicinarsi e abbracciarla, per la prima volta, ma si trattenne. Sapeva che dovevano ricominciare, ma sapeva anche che Iris ci sarebbe stata, sempre.
Ora lo sapeva.

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47 Commenti

  • Alla fine, voi lettori avete portato la storia dove doveva andare, rispondendo a questa domanda: Iris e Luce. Due anime legate dal Destino. Ma se il destino, quel giorno, avesse deciso di giocare un po’ con loro, la loro storia sarebbe andata nello stesso modo?
    Ebbene sì, il loro Destino era quello!

    Per chi volesse saperne di più, qui —> http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/narrativa/amore-colore-bertipaglia.html, c’è la vera storia di Luce e Iris!

    La pagina FB — >http://www.facebook.com/pages/Lamore-ha-il-colore-dei-tuoi-occhi/269098059865322?ref=tn_tnmn

    E il mio blog.spot — > http://valentinabertipaglia.blogspot.it/

    Ringrazio ancora chi ha letto e apprezzato il mio racconto, con tutto il cuore!

  • “– Non lo difendo, è che capisco cosa prova per te. Perché lo provo anche io – dichiarò.”
    Quanto aspettavo questo momento 😉 E poi, la doccia fredda: dov’è la risposta in cui Sophia ricambia il sentimento?? 🙂
    Brava Valentina.. questa storia ci fa tornare adolescenti, con quei meravigliosi sogni, le speranze, le azioni istintivi, la voglia di scoprire l’amore tipici di quel periodo!
    Non sapevo chi votare. Alla fine la due è una parziale consolazione!

      • Io penso che sarà inizialmente Sophia, perché è quel tipo di ragazza che risplende, attrae, seduce e verso la quale è facile lasciar muovere il cuore. Ma una volta troppo vicino alla sua luce, Luce si renderà conto che Sophia non è chi avrebbe creduto. Sophia sarà per Luce un abbaglio. Iris invece sarà l’amore, meno appariscente, ma più profondo!

  • Grazioso l’arrivo di Sophia e attraente la sua descrizione.
    L’epopea della scelta dei posti mi ha riportato agli anni di scuola. Effettivamente si soffriva e si gioiva in base al riuscire o meno a stare a fianco dell’amico/a del cuore

    Tra molto tempo vorrei che Luce tornasse da Iris. Ma ora la possibilità che si innamori di Sophia, vedendo in lei aspetti di cui prima non si era resa conto, mi attrae decisamente!

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