Dove eravamo rimasti?
DueHo sempre sofferto di problemi agli occhi. Colpa dei miei genitori e dei loro geni. Che sono diventati per forza di cose i miei. Non ho avuto scelta.
Glacoma acuto. Chiude l’angolo irido-corneale e produce un aumento della pressione intraoculare. Non so cosa diavolo significhi, l’ho imparato a memoria.
In pratica inizi a vedere luci sfavillanti, ti si oscura la visione a partire da quella periferica ed infine diventa tutto nero.
Ovviamente è curabile. Sono riuscito a combatterlo un paio di volte, la terza è stata quella buona. Non mi è più tornata la vista.
Sapete come ve lo comunicano i dottori: “Mi dispiace molto, signore. Deve imparare a conviverci. Non escludo che un giorno potrebbe tornarle la vista. Con queste malattie non si può mai dire. Bla bla bla bla. Bla bla bla.”
Dicono che alla perdita di uno dei cinque sensi fondamentali, il corpo si adatta andando a potenziare gli altri quattro. Una stronzata.
Scusate, ho esagerato. Volevo solo dire che a me non è successo. Al limite si può affermare che ora porto molta più attenzione ai suoni ed agli odori di quanto facessi prima. Beh, sarà uguale che dire “potenziare”, no? No, cazzo, non è uguale per niente. Potreste sentire anche voi le vibrazioni sul pavimento quando qualcuno cammina tre stanze più in là. Siete solo troppo pigri per farlo.
Il mio piede continua a fare male. Adesso è come avere degli spilli infilati nella zona circostante il colpo. Un fastidio tremendo.
Dovrei dormire. Non ho sonno. Allungo il braccio di lato, per occupare tutte e due le piazze del mio materasso. Il dorso della mano sbatte per terra con violenza. Mi hanno portato via il matrimoniale per mettere un letto singolo. Fottuti sudamericani, ladri, farabutti….ah no, Maria me lo aveva detto. “Abbiamo venduto il letto, senor, tanto a lei non serve. Così abbiamo qualche soldo in più.” Come se non gli bastasse campare alle mie spalle. Mi sono sbucciato la nocca del medio. Succhiandolo sento in bocca il sapore metallico del sangue. Perlomeno il dolore alla mano mi distrae da quello del piede e viceversa. Sommandoli è come se non mi fossi fatto niente.
Sento Gaudencio urlare. Sta litigando con la moglie. Litigano spesso, ma alcune volte Gaudì usa degli aggettivi maschili. Questo dimostra la sua totale incapacità di imparare una nuova lingua. E dunque il suo poco cervello.
Mi mancano i tempi in cui succedeva anche a me.
Di litigare con mia moglie intendo. Non di sbagliare aggettivi.
Sono stato sposato. Mi perdonerete se dimentico di darvi tutti i piccoli dettagli della mia vita, ma quando è il proprio turno di raccontare, la mente si svuota e tutti gli straordinare anneddoti che credevi di avere in mente spariscono per lasciare spazio ad un vuoto siderale.
Mia moglie si chiamava Suzanne. Madre di origine francese, padre americano. Non odiavo la mia suocera, era una donna adorabile. In realtà non odio neppure i francesi, ma scadere nei luoghi comuni è un ottimo modo per sfogarsi. Dovreste provarci anche voi ogni tanto.
Aveva i capelli castano scuri. Gli occhi di un marrone chiaro con delle piccole venature verdastre. La prendevo in giro dicendole che le stava crescendo era sulle iridi. Sorrideva sempre pudica e arrossiva quando glielo dicevo, come se con quelle parole varcassi una soglia molto intima. Ha continuato a farlo anche dopo che ci siamo sposati.
C’è un episodio che mi sovviene. Potrei raccontarvelo. L’ho già detto, non ho voglia di dormire.
Cosa ci racconta della moglie?
- Il primo incontro (29%)
- Il loro (suo di lui) ricordo più bello (29%)
- La loro litigata più feroce (43%)

05/12/2012 at 08:41
Sei uno scrittore capace. Sai il fatto tuo. Ti seguo, con piacere.
Ciao,
Roberto
24/11/2012 at 10:39
anche a me piace molto lo stile, bravo anche a insinuare all’improvviso degli “attacchi” rivolti direttamente al lettore, di sicuro aiutano a far crescere la curiosità…voto per il ricordo più bello, forse il protagonista si deciderà a dirci qualcosa in più 😉
22/11/2012 at 22:09
mi piace il tono diretto con il lettore, e lo stile che si mescola tra pensiero, racconto e confessione.
voto per la litigata più feroce, ma lo racconterà con un sapore d’amore incredibile
19/11/2012 at 11:33
Ho subito iniziato con il detestare il protagonista, per i suoi modi arroganti e razzisti, ma poi la spiegazione della cecità, che si intuisce man mano, apre una bella prospettiva sul perché sia arrabbiato con il mondo. Molto intelligente!
A questo punto anche io vorrei saperne di più… anche se i maniaci…
20/11/2012 at 19:07
Oh beh, se tutti i personaggi fossero simpatici avremmo solo eroi 🙂
Ne saprai di più, domani se riesco scrivo un nuovo episodio!
19/11/2012 at 10:38
anche io voto per la malattia 🙂
i maniaci è una cosa troppo estrema da inserire subito, sarebbe una storia nella storia. invece mi piacerebbe leggere ancora un po’ della vita del protagonista
bel soggetto!
20/11/2012 at 18:48
Oh, io metto le opzioni che mi vengono in mente, poi ovvio che alcune possano piacere di più, altre meno…è per questo che c’è il voto.
Storia nella storia? Potrei anche fare una storia nella storia nella storia alla decima 😛
Considera che è la prima volta che mi cimento in un racconto completo, e dover anche lasciare in mano pezzi di storia a terzi è davvero complicato, quindi spero di fare del buono (so già che usciranno fuori zozzerie immonde 😀 )
19/11/2012 at 09:30
É un bell’inizio per una storia intrigante, mi piace.
Mentre leggevo ho cominciato a pensare che fosse cieco… ed ecco la conferma alla fine dell’episodio! 😀
Voto per la malattia. Naturale.
19/11/2012 at 09:30
Bello stile, mi piace!
20/11/2012 at 18:45
Grazie ^^