Dove eravamo rimasti?
In viaggio verso Porta del CieloIsabella si volse a guardare la casa un’ultima volta. Sua madre non si affacciò a salutarla.
«Isabella!» la richiamò suo padre.
Il cielo andava rannuvolandosi e in lontananza si sentiva brontolare il tuono.
Avevano appena lasciato il paese, quando iniziò a cadere una pioggia scrosciante.
Non c’era un servizio di carrozze che collegasse Fontanabella con Castelvecchio al Poggio, il paese vicino, nel quale si trovava una stazione del treno, per cui camminarono ore sotto la pioggia ed erano fradici quando giunsero in paese.
Guglielmo prese una stanza alla locanda e la figlia dell’oste fece preparare per loro un bagno caldo.
Cenarono con uno stufato di verdure, formaggio e pane nero fatto in casa e si coricarono presto.
Isabella non riuscì ad addormentarsi se non all’alba e dormì solo un paio d’ore.
L’ostessa offrì loro una ciambella appena sfornata e cioccolata calda per colazione.
Guglielmo saldò il conto e si recarono alla stazione, dove presero il treno per la città lagunare di Porta del Cielo.
Il viaggio durò quattro ore, durante le quali Isabella provò più volte a parlare con suo padre, ma tutte le volte, veniva a mancarle il coraggio e allora si mordeva il labbro inferiore e chinava il capo, tormentandosi le dita.
Guglielmo trasse dalla borsa un libro e lesse per tutta la durata del viaggio. Nemmeno si accorse dei passeggeri che si avvicendarono nello scomparto, del via vai di persone che scendevano e salivano.
Isabella osservò il paesaggio campestre che scorreva a lato del treno per un po’, quindi anche lei prese un libro dal bagaglio, un innocuo libro di narrativa e lesse; quando fu stanca di leggere, si accoccolò sulla panca imbottita e sonnecchiò. Si risvegliò che erano giunti alla meta, suo padre che la scrollava dolcemente.
Isabella si stropicciò gli occhi, recuperò il bagaglio e segui suo padre in stazione. Non era mai stata in città e la stazione le sembrò enorme.
I binari si trovavano all’interno di una grande galleria di ferro e vetro. Le banchine erano rivestite di lastroni di pietra resi lisci dal passaggio di uomini e carrelli per il rifornimento dei treni. La temperatura era tiepida e si sentiva odore di carbone e ferro surriscaldato. Una serie di passaggi sotterranei mettevano in comunicazione i binari con la sala d’ingresso della stazione, dove si trovavano le biglietterie e un enorme tabellone sul quale numeri e lettere ruotavano continuamente per annunciare arrivi e partenze.
L’ingresso era gremito di gente. Isabella non aveva mai visto tante persone tutte assieme. Su panche di legno dall’aria scomoda dormivano alcuni senzatetto. Una zingara che mandava un odore selvaggio chiedeva l’elemosina con un piattino, passando accanto alla gente con il suo passo claudicante e la voce cantilenante, tendendo il piattino, ma la gente si scostava, scoccando occasionalmente qualche occhiata in tralice alla vecchia.
Guglielmo afferrò una mano di Isabella e la tirò a sé.
«Fa’ attenzione!»
Uscirono sul marciapiede, lungo il quale si fermavano le carrozze.
Guglielmo si allontanò per noleggiare una carrozza; Isabella avvertì uno strattone e un momento dopo s’accorse di non avere più la borsa. Si guardò intorno e vide uno straccione che correva verso un vicolo. Isabella gridò e gli corse dietro, ignorando suo padre che la richiamava.
Lo straccione correva come una scheggia e Isabella era impacciata dal voluminoso sottogonna di sangallo e dalla pesante gonna di velluto. Gli stivaletti con appena un poco di tacco le toglievano stabilità nella corsa. La rigidità del corpetto le tagliava il fiato e i polmoni bruciavano dallo sforzo.
Il piede destro s’incrinò su un sasso; Isabella incespicò ma recuperò l’equilibrio.
Lo straccione si guardo alle spalle e fu sorpreso di averla ancora alle costole.
Dietro di lei, veniva suo padre, un uomo piuttosto robusto, con le spalle larghe.
Doveva raggiungere la banda, che si riuniva in un cortile non lontano dalla stazione. Gli altri lo avrebbero protetto… Chissà, magari ci avrebbero anche ricavato un bel bottino. Rallentò di proposito perché i due potessero stargli dietro.
Isabella si accorse improvvisamente di trovarsi in un fazzoletto di terra racchiuso da quattro palazzi, dove altri straccioni come quello che le aveva rubato la borsa stavano acquattati su un muretto basso o sui rami di un albero morto.
Parlavano uno strano dialetto dal quale Isabella riuscì a cavare solo qualche parola. Afferrò però il senso del discorso e capì di essersi ficcata in un guaio. Quando suo padre comparve alle sue spalle ebbe un moto di sollievo, ma i monelli si misero a ridere e schernirli.
«Andiamo via, Isabella. Lascia perdere la borsa.»
Uno dei ragazzi, quello più grande, saltò giù da un ramo dell’albero e fece balenare la lama di un coltello.
«Eh no, sior mio. Prima la bisaccia! Che, mi fai stupido? Sgancia gli sghei!”
Guglielmo si tolse la tracolla dalla spalla e gli allungò la borsa.
«Ecco, prendi! Ora lasciaci andare!»
L’altro ragazzo, quello che aveva derubato Isabella, strappò la borsa a Guglielmo.
“Ze mia cho!”
“Mona! Dame la borsa!” abbaìo il capobanda.
“Ze mia cho! Adesso me fai entrar ne la banda!”
“Guarda sto mona cho! Ma va te butar in tel canal!”
Il monello ringhiò e saltò al collo del capobanda, che fece scattare il coltello.
Anche gli altri monellacci si unirono alla baruffa. Isabella e Guglielmo furono sopraffatti dalla calca. Guglielmo udì la figlia gridare. Riuscì a soccorrerla e a trascinarla via.
Solo quando furono lontani, alla piena luce del giorno, su di un ponte che attraversava un canale d’acqua torbida, si accorse di avere una ferita a un fianco. Trattenne un grugnito di dolore, afferrò Isabella per un braccio e la trascinò alla Basilica del Messaggero Celeste, dove un adepto vestito d’una tunica color porpora orlata d’argento gli si fece incontro con due guardie armate di lancia.
«Seguitemi.»
Fece loro strada all’interno della basilica, un edificio imponente, austero, riccamente decorato con mosaici d’oro, d’argento e lapislazzuli. Vennero portati in un sotterraneo basso, con il soffitto a botte, dove l’adepto si ritirò per lasciarli con un Gran Maestro dell’Ordine degli Alchimisti Celesti.
Isabella non poteva sapere che quell’uomo, anziano e dal fisico imponente, con una barbetta candida e curata e una sontuosa veste cremisi orlata d’oro, rivestisse quella carica. Notò però che il medaglione che portava al collo rappresentava un elaborato cerchio alchemico.
Il Gran Maestro licenziò le guardie e, alla luce di una lanterna ad olio, li condusse a una porta scolpita nella pietra, d’aspetto vetusto, con la volta e le colonne decorate da simboli e formule alchemiche.
Toccò il cerchio alchemico scolpito al centro della porta e i due battenti si aprirono. Al loro interno, c’era una… barriera? di luce liquida, che restituiva una luminescenza ambrata.
Guglielmo strinse la spalla della figlia e la sospinse all’interno.
La sensazione fu di non essersi spostati affatto, eppure, quando la luminosità si dissolse, si ritrovarono davanti a una distesa erbosa. Isabella si volse; la porta era sparita e, al suo posto, c’era un cumulo di rovine.
«Papà ma che…?!»
Cercò con lo sguardo il padre e vide che si era accasciato sull’erba.
Cosa farà Isabella?
- Sono assaliti dai Ghoul. Isabella tenta di difendere se stessa e il padre con l'Alchimia. (63%)
- Cercherà di curare suo padre. Sono assaliti dai Ghoul. (13%)
- Cercherà aiuto ma il luogo è deserto. Sono assaliti dai Ghoul. (25%)

23/12/2012 at 16:40
Bel finale! E ovviamente, ora via con il seguito 🙂
20/12/2012 at 18:24
Complimenti! Molto bello questo racconto e molto bello il finale.
non vedo l’ora di leggere il seguito e di sapere cosa succederà, e soprattutto sono curiosa di capire come mai i 2 mondi sono divisi e chi era il padre di Isabella…
20/12/2012 at 20:36
Grazie. 🙂
Non vedo l’ora di scrivere la seconda parte! 😀
20/12/2012 at 13:17
oddio, che finale! non pensavo che il padre fosse ferito così gravemente 🙁
questa proprio non me l’aspettavo.
adesso ESIGO un seguito :D, una seconda stagione, un “La figlia dell’alchimista 2” (un po’ come ha fatto Luca con Emozioni nella Nuvola)
20/12/2012 at 13:23
Il seguito ci sarà e s’intitolerà Cronache della Terra.
Quando avrò ricevuto un po’ di commenti e mi sarò assicurata che quanti hanno seguito la storia di Isabella hanno letto tutti l’episodio conclusivo, posterò il primo capitolo della nuova stagione. Penso che potrò già postarlo nel weekend.
20/12/2012 at 15:34
ottimo!! 😀
19/12/2012 at 21:53
°O° voglio il seguito! L’idea di Isabella che visita il mondo inferiore mi intriga un sacco *-*
19/12/2012 at 21:57
🙂 sarai accontentata {segreto segretissimo! Sto già lavorando al primo capitolo}
Il titolo sarà Cronache della Terra. Conto di scrivere anche Cronache del Cielo e Cronache del Mondo Eterno. Ci riuscirò dieci episodi alla volta? Chissà! Ma voglio provarci ugualmente. 😉
15/12/2012 at 19:33
@lucarossi369: tra le varie idee folli che mi sono venute nel corso della mia vita, mi è venuta anche quella di scrivere la trama di base di un videogioco. 😉
14/12/2012 at 22:42
Quindi… tutti d’accordo con l’apparizione dell’alchimista?
Domani posso procedere alla stesura dell’ultimo episodio?
Dell’idea di continuare facendone una serie che ne dite?
15/12/2012 at 12:11
direi che l’alchimista sta stravincendo, quindi vai! 😀
io sono assolutamente d’accordo per la serie! questa storia mi piace un sacco
15/12/2012 at 19:30
Grazie.
14/12/2012 at 22:37
Oh, wow! Quanti commenti tutti in una volta!
@lucarossi: con quel tuo “Un episodio bellissimo” mi fai arrossire; solletichi la mia vanità di scrittrice. 😉
@DarkWinter: eeh, mi sa che l’alchimista prevarrà; porta pazienza; magari nel seguito…
14/12/2012 at 11:43
Isabella finalmente una vera alchimista. Non sai quanto avrei voluto che avesse la meglio nel combattimento. Sentivo che ormai il suo veloce apprendistato era giunto al punto di poterle fare evocare “grandi” cose. Un episodio bellissimo. Ma forse le mancava ancora qualcosa: che sia l’amore del giovane alchimista insieme al quale si salverà?
14/12/2012 at 02:14
Scontato l’alchimista belloccio e/o più bravo di turno…per cambiare un mercenario..esperto in un’altra “arte”!
(Sob, mi sa perderò :/)
14/12/2012 at 11:43
Forse hai ragione DarkWinter. Ma molti lettori, tra cui il sottoscritto, sono inguaribilmente dei romantici 🙂
13/12/2012 at 11:11
Vada per l’Alchimista *-* ormai siamo tra Alchimisti e confido in un alchimista coi fiocchi che riscatti un po’ quest’arte così malvista!
13/12/2012 at 17:30
Se il giudizio dei lettori sarà unanime, verrai accontentata! 🙂
14/12/2012 at 00:42
in effetti anche io ho votato per l’aiuto dell’alchimista 🙂
che bell’episodio, ho un debole per l’achimia, mi piacciono tutti questi dettagli sui cerchi e gli elementi.
14/12/2012 at 11:45
Ho risentito l’emozione delle migliaia di evocazioni su World of Warcraft. Sono sempre e solo stato un mago… 🙂
14/12/2012 at 22:41
Ah, beccata! Anche se io gioco più che altro a Final Fantasy e Tales of, due famose saghe giapponesi e ad altri giochi minori distribuiti da una software house che si chiama NIS America.
15/12/2012 at 12:12
anche io ho giocato a WoW, e questa storia un po’ l’ha ricordato anche a me 😉
15/12/2012 at 18:36
Non sarebbe male scrivere la base di un videogioco fantasy o di fantascienza, eh? 🙂
14/12/2012 at 22:39
Grazie. L’idea dei cerchi in realtà l’ho presa in prestito da Full Metal Alchemist, il mio anime/manga preferito di tutti i tempi (gli anime li ho visti tutti e due; ma preferisco per certi aspetti quello del 2003, anche se devo ammettere che Brotherhood, superata la defalliance iniziale, quando poi segue il fumetto diventa davvero bello).
Quella degli elementi mi è stata ispirata dalla lettura di un saggio intitolato Storia dell’Alchimia… anche se è un po’ barboso.
15/12/2012 at 12:13
conosco Full Metal Alchemist, ho visto qualche puntata, bello!
infatti ci trovavo tanti elementi affini… ecco spiegato tutto 🙂
brava, continua così
10/12/2012 at 15:16
che piega inaspettata che ha preso questa storia, davvero… imprevista :D!
è ora che isabella usi di nuovo l’alchimia, stavolta per proteggere suo padre dai Ghoul
10/12/2012 at 18:01
Ma saranno abbastanza le conoscenze di Isabella per scacciare i Ghoul? 😉
10/12/2012 at 18:04
è ora di tirare fuori il talento naturale che è in lei 🙂
10/12/2012 at 14:26
Belle le sensazioni di Isabella di fronte alla novità della stazione. E molto bello il passaggio dal portale. Sono curiosissimo di vedere Isabella finalmente alle prese con l’alchimia. A dire il vero, mi aspettavo quasi che la usasse in mezzo ai monelli.
Brava Serafina, ti seguo con piacere anche sul blog!
10/12/2012 at 17:59
Grazie mille! 🙂
Questo capitolo non è stato facile da scrivere. Soprattutto il passaggio dei monelli, mi ha dato qualche noia. Sono contenta che tutto abbia funzionato e il capitolo abbia ricevuto valutazioni positive.
07/12/2012 at 02:05
Son contento perché alla fine lei e il padre son partiti insieme! Ora la scelta è dura…….banditi e guglielmo ferito sia!
07/12/2012 at 02:13
Ah, curiosità visto anche il tema! Il nome Hohenheim da dove deriva? 😉
07/12/2012 at 09:26
Hohenheim in realtà è il nome di Paracelso, un famoso alchimista realmente esistito (il nome completo è un impronunciabile Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim) vissuto in epoca rinascimentale. L’ho scoperto dopo aver visto la serie del 2003 di FMA, obbedendo alla curiosità e facendo una ricerca su Wikipedia. Parti del nome di Paracelso sono state usate anche in un gdr alchemico giapponese intitolato Mana-Khemia, in cui il personaggio principale si chiama Vaine Aurelius e suo padre Theophratus.
07/12/2012 at 13:13
Conoscendo sia FMA che Paracelso, ero appunto curioso 🙂
07/12/2012 at 20:51
Soddisfatto della risposta? 😀
Un piccolo omaggio al mio anime/manga preferito e anche alla figura storica che ha ispirato il personaggio. 😉
08/12/2012 at 23:50
Si soddisfatto 🙂