Dove eravamo rimasti?
Un abbraccioIl sorriso, illuminato dai fari del treno, è quello mite di chi è pronto ad incontrare la Morte. Ed ha il buon senso di farlo con riverenza.
Il fischio precede l’apertura delle porte del vagone.
Luca e Serena entrano nella stessa maniera nella quale erano usciti poco prima. Sincronizzati come nelle gare di nuoto in piscina. Un passo, poi l’altro. Si siedono.
Il tempo di guardarle la pancia, poi il viso. Serena è felice.
Il fischio, di nuovo. E Luca scatta in piedi. Ed esce, un attimo prima che le porte si chiudano ancora.
Serena si alza anche lei, e dietro le porte chiuse, lo saluta con la mano.
“Ciao…”. Come se lo avesse immaginato, in fondo.
Il treno riparte a tutta velocità, con dentro Serena, il futuro bambino, e un esercito di paure addestrato all’invasione.
Luca è da solo adesso.
“Running up the hill”.
La stazione della metro è avara di persone. Meglio così.
Luca mette una mano in tasca. Stringe il cellulare e vorrebbe prenderlo, e leggere i probabili duemila messaggi non letti, e rispondere alle seimila chiamate perse.
Poi sceglie l’inconsapevolezza.
Si siede poco distante dai binari.
Gli serve tempo per riorganizzare il suo cervello: le emozioni tutte insieme a destra. Le paure in fila indiana a sinistra.
Una folata di vento gli scompiglia il ciuffo.
Decide per un’armistizio. Concede ai suoi pensieri, indipendentemente dall’etnia, una colonia in una zona remota della sua testa. Un’unica legge: tassa sull’incremento demografico. Non vi riproducete!
“Questo pezzo di vita, fin quando durerà, me lo voglio vivere come se fossi decapitato. Senza testa e senza pensieri”.
E basta.
Si alza.
Nella stazione della metro i negozi sono ancora aperti. Luca compra una felpa pesante e uno zaino. Ci infila la giacca appallottolata e si mette la felpa. Casual chic.
Al bar ordina un caffè e un panino con la bresaola.
Poi paga e va nei bagni pubblici.
Si sciaqua il viso, la bocca ed esce. Un perfetto abitante del nulla.
Se si fosse guardato allo specchio avrebbe visto che le righe sulla fronte si sono fatte più sottili. Se ne sarebbe rallegrato.
Ora gira Luca.
Senza scadenze, senza cose da raggiungere in fretta.
Guarda le persone e gioca a capirle. Un uomo di colore elegante e dal fisico robusto. Ha un modo di camminare che ricorda un ballerino.
Una ragazza magrissima si pulisce gli occhiali con la manica della camicetta. Lo fa in maniera deliziosa.
Luca si deve coprire la bocca con la mano, per non farsi vedere mentre sorride alla gente.
L’orologio grande segna le sette meno dieci, di sera.
Luca non lo guarda e scende di nuovo le scale verso i binari.
Quando la metro arriva entra quasi senza accorgersene.
Nel vagone non c’è posto a sedere. Con la mano afferra il sostegno di ferro e guarda dai vetri opachi del finestrino.
Si concede un’altra stretta al cellulare con la mano e poi si perde a guardare le luci delle gallerie che con la velocità diventano filamenti luminosi.
Prima fermata, poi seconda e terza e quarta.
le persone premono contro la sua schiena senza infastidirlo. Poi sente un braccio passargli intorno al collo, a destra. Poi un altro a sinistra.
Luca non è spaventato.
E’ un abbraccio piacevole e caldo.
Chi lo sta abbracciando?
- Il ragazzo con la chitarra al quale aveva dato 5 euro (40%)
- La ragazza magra che si puliva gli occhiali (40%)
- Il vecchio a torso nudo con il cartello appeso al collo (20%)

27/01/2015 at 18:20
Mittente sconosciuto. Intrigante la personalità di Jeroma.
09/01/2015 at 14:38
Sono arrivata solo ora al tuo racconto, e non sono riuscita ancora a leggere tutti gli episodi. Leggendoti, ho pensato al “Rap”: frasi corte, sincopate, alti e bassi nel ritmo… la storia sembra interessante.
🙂
23/12/2014 at 16:32
Mittente sconosciuto. Storia che non mi sto godendo come dovrei per la rapidità della pubblicazione. Intanto, sento una appartenenza alle zone di riferimento….da ex romana…. Sento il brivido dei ricordi.
17/12/2014 at 19:25
Ho scelto lo sconosciuto non tanto perché le altre due opzioni mi sembrano poco coerenti.(in un sistema di evoluzione tecnicocentrica sia la moglie che l’amante possi inviare simili sms, a livello psicologico le cose coincidono, la moglie sceglie una via diretta di collegamento mentre l’amante sceglue il mesaaggio perché più impersonale rispetto al passo che sta per compiere) uno sconosciuto rende il racconto più intrigante e apre nuove possibilità alla storia, andando a mettere le basi per un nuovo binario di situazioni e sentimenti.
in ogni caso complimenti simone, storia sempre bella e che prende molto 🙂
17/12/2014 at 17:16
Una moglie e un’amante non comunicano simili notizie importanti via sms, secondo me… ho votato perché un anonimo dica che sa cos’ha fatto. Cosa che potrebbe aprire molti nuovi percorsi, strati narrativi intriganti… e poi rifuggo il Sant’Eugenio 🙂
23/12/2014 at 16:36
Ah ah ah…. Tesoro mio, ho visto amanti e mogli al capezzale di uomini…Ho visto donne militare su uno stesso corpo…Ho visto amante e moglie, essere tradite e unirsi complici in una vacanza a Sharm…. La vita è una cosa meravigliosa e noi donne siamo eccezionali in tutto. Amanti e mogli comunicano anche con gli sms…Potenza dell’amore ai tempi di internet è whatsapp …..
23/12/2014 at 18:12
Infatti io non sono su facebook e non ho whatsapp! 🙂 🙂
23/12/2014 at 20:24
Guardatevi questo…. Ho sbancato pure wattpad…..
http://www.wattpad.com/myworks/20566054-l%27amore-ai-tempi-di-internet-whatsapp-e-social
16/12/2014 at 22:48
Si fa dare il numero dalla moglie. Simone, prometto di leggerti con tanta calma e di farti un commento decente. Per adesso ti lascio segui storia, questo commento e il voto.
Sono una donna di parola, ci sarò. Grazie per l’apprezzamento nei miei confronti. Un bacio.
17/12/2014 at 15:22
Grazie a te Lucia.
15/12/2014 at 14:03
Ottimo Simone.
Però la mia impressione è che bisognerebbe dare più sostanza ai personaggi.
Ciao
15/12/2014 at 14:05
Grazie del consiglio Alex.
14/12/2014 at 21:24
anch’io ho votato per l’opzione in fondo più plausibile in questo momento della storia.
Quello che mi manca, in un contesto di fuga del protagonista, è un approfondimento (magari con qualche accenno qua e là, non certo per appesantire il ritmo narrativo che peraltro nel tuo caso è piuttosto dinamico anche grazie al modo di raccontare minimalista) sui motivi che lo hanno spinto a gettarsi d’un tratto dalle spalle il carico della sua vita ordinaria per un’esperienza “on the road”.
A presto. 🙂
14/12/2014 at 15:18
Ho letto i capitoli dal primo all’ultimo e devi dire che mi piace molto il tuo stile, naif ma mai banale, la storia scorre lenta come un fiume su pietra, ha il malinconico di un film in bianco e nero d’altri tempi dove le.parole sono sostituite da musiche di archi. Mi piace un mondo e ti seguo fedele, te e il tuo racconto. Ho scelto che luca segue jeroma (nome molto bello, posso chiederti come l’hai scelto?) perché mi sembra uno spirito guida quasi, aspetto attento il seguito 🙂
14/12/2014 at 16:15
Ti ringrazio per l’interesse.
Ho voluto riprendere questa storia lasciata in sospeso perché una notte l’ho sognata.
Il ragazzo originariamente doveva chiamarsi Jerome. Ma poi per merito di un errore ortografico è diventato Jeroma. E ora non credo potesse avere nome migliore di questo. 🙂
12/12/2014 at 21:50
Leggo dai commenti e dalla data di pubblicazione del racconto che tu appartieni a un mondo ormai passato. Qui non c’è più quasi nessuna delle persone che ti seguiva, nemmeno conosco i loro volti… sei uno che pubblica un episodio l’anno? eheheheh
bene, allora seguo… a mio rischio e pericolo, sapendo che ogni volta dovrò tornare indietro a leggere, poiché dopo mesi avrò dimenticato sicuramente qualcosa. 🙂
Ma la storia sembra interessante… anzi lo è .
Segue Geroma.
12/12/2014 at 23:52
Ti ringrazio Alessandra, in realtà ho ripreso questa storia che avevo lasciato (colpa mia) incompleta.
Non sono uno che pubblica un episodio l’anno 🙂
13/12/2014 at 19:51
E Gray… è un omaggio a Dorian, oppure è un modo per dire di te che c’è narcisismo nell’aria? 🙂
Aspetto un tuo commento alla mia storia, magari uno l’anno. Che ne dici? 🙂 scherzo.
13/12/2014 at 20:06
Un omaggio a Dorian, ovviamente
13/12/2014 at 20:33
Ho appena finito di leggere il tuo avvincente thriller.
La numerosità di colpi di scena la dice lunga sulla tua “penna”. 🙂
Comunque l’anno prossimo arriva presto…
13/12/2014 at 20:37
sull’anno prossimo, hai ragione… eheheh manca poco in effetti. mi hai fregato, stavolta. 🙂
davvero lo hai letto tutto? sai, qui dentro, non si capisce mai se si è letti davvero o a pezzi…
ma resti o aspetto l’anno prossimo,poi?
11/01/2013 at 10:36
il vecchio col cartello!
mi ero perso l’ultimo episodio ma ho visto che ero ancora in tempo! 😉
ora però è tempo di leggere il prossimo!!
05/12/2012 at 15:23
Che fuga! Triste, povera Serena! Sarebbe bello se potessimo cosa ha provato di fronte a quella fuga improvvisa. E la libertà di Luca… ma a che costo?
Il caldo abbraccio mi ha ispirato la ragazza magra.
05/12/2012 at 20:20
Forse la ritroveremo, Serena.
06/12/2012 at 11:45
E si alleasse con la moglie nella ricerca del fuggitivo? 🙂
04/12/2012 at 23:36
Decisamente il vecchio col cartello.
04/12/2012 at 20:03
ho votato la ragazza magra ma credo di aver causato parità 😀
cmplimenti comunque, bell’episodio!!
05/12/2012 at 20:25
Grazie. Mi fa piacere che ci si divida equamente tra i tre personaggi. Sono tutti e tre interessanti e possono aprire scenari completamente diversi.
19/01/2013 at 00:45
E’ vero, i voti sono molto vicini. Adesso sta vincendo il ragazzo con il cartello.
A quando il prossimo episodio??? 😛
04/12/2012 at 18:04
Siccome mi fa strano… ho votato per il vecchio XD
04/12/2012 at 16:39
Ero un po’ indecisa, alla fine ho votato per il ragazzo con la chitarra..
04/12/2012 at 20:03
esatto, era l’altro su cui ero indeciso anche io
27/11/2012 at 20:38
…nella terza riga del terzo episodio ci sono due errori ortografici, mi sembra,….ciao a tutti…
04/12/2012 at 16:18
Uno scoperto. 🙂
26/11/2012 at 21:36
Sotto le rotaie, no! Ci sono le telecamere…
Secondo me deve reagire da vero uomo: fuggi! Più lontano che puoi… Chiosco di fajitas in Brasile!
Scherzo, naturalmente… Però un Luca di questo tipo me lo vedo!
25/11/2012 at 22:20
Gettarla sotto le rotaie? Non mi immaginavo questa possibilità! 😀
Però voto per la finta, e la nuova fuga. Perché Luca scappa anche da lei, da tutto. Cerca un modo o un luogo per ricominciare da capo.
27/11/2012 at 23:29
Forse in effetti l’omicidio e’ una soluzione troppo estrema.
25/11/2012 at 12:27
Fuga, fuga, fuga 🙂
26/11/2012 at 10:43
In effetti mi sto chiedendo cosa farei io al suo posto. Fortunatamente non sono Luca…:)
24/11/2012 at 13:54
Non si possono ignorare le formiche rosse. Ho votato per la follia massima: la spinta!
26/11/2012 at 10:42
19/11/2012 at 12:19
Dura la scelta. Mi piacerebbe vederlo sgamato dalla moglie, ma la morbosità dell’amante dalla quale vuole comunque allontanarsi mi affascina…
20/11/2012 at 20:10
Entrambe le ipotesi sarebbero inquietanti in effetti. Specialmente in quello stato mentale.
18/11/2012 at 18:14
Nella continua altalenanza tra sogno e realtà…comunicando con se stesso come non distinguesse le voci alterne della sua mente…non sono persone….sono i mostri dell’anima…o carne?? La tua scrittura mi manda in delirio, ogni elemento può avere infinite risoluzioni…e tra le urla della sua coscienza Luca racconta un pò le nostre…
Ho voglia di scoprire se Paola è un riflesso del pensiero o il sassolino lanciato nello stagno di un indicibile infinito…
20/11/2012 at 20:09
Credo che Luca stia vivendo uno dei possibili inverni della sua mente. Un caos che forse ce lo rende piu’ vicino. Miseramente e meravigliosamente umano.
18/11/2012 at 07:31
La collega di lavoro potrebbe essere anche la sua amante.Mi sembra abbia troppa paura di costei. Non può essere la moglie. Vedremo.
18/11/2012 at 13:43
In effetti Antonella potrebbero essere i classici due piccioni con una fava.
Pero’ anche se fosse la moglie…
17/11/2012 at 19:35
la donna con l’ombrello non può essere la moglie, avrebbe reagito differentemente secondo me. ed è troppo ostinata per essere solo una collega. perfetta quindi la figura dell’amante 🙂
e anche molesta. magari lui stava cercando di non vederla più e lei non mandava giù la cosa.
comunque complimenti per lo stile, scrivi davvero bene.
“La paranoia non puoi gustartela. Ti scava dentro.”
bello!
18/11/2012 at 13:41
Grazie Emme. Sicuramente la donna lo inquieta.
E molto.
17/11/2012 at 11:25
non sono riuscito a capire il perchè di questo improvviso cambio nella sua vita. Spero che nei prossimi episodi vengano a galla le sue motivazioni 🙂
17/11/2012 at 16:05
Motivazioni ne ha di certo. Magari ne trovate qualcuna possibile voi che leggete 🙂
16/11/2012 at 17:20
Si infila in metropolitana. ormai ha deciso, il suo percorso è definito. ma dove diavolo va? e perché non torna a casa?
bravo, mi hai messo una gran curiosità di continuare a leggere
15/11/2012 at 12:20
Il parallelismo che si respira nel tuo racconto fa pensare che sia autobiografico, che in fondo quella condizione insofferente e introspettiva che lo spinge a voler modellare il mondo e se stesso mentre cerca di capire se è meglio prima il mondo o è meglio prima sè, la conosci bene anche TU!
La scrittura è in te e da te promana…riflesso di te è melodia profana…;)
15/11/2012 at 13:07
Wow.
Ci conosciamo?
Perche’ altrimenti dovremmo…;)
Scherzi a parte. Grazie..
12/11/2012 at 15:37
interessante, mi piace il tuo stile.
farei camminare Luca ancora lungo il marciapiede, perso nei suoi pensieri (che vorrei scoprire il prima possibile hehe).
magari il tutto viene interrotto da un passante che lo riconosce e grida il suo nome, chiedendogli dove è diretto?
12/11/2012 at 20:48
Grazie.
Anche io sono curioso di conoscere i suoi pensieri e le sue intenzioni. 🙂
12/11/2012 at 11:34
Bello il nome del protagonista 😉
Scelgo la metropolitana, perché secondo me ha un’idea di quale vorrebbe che fosse la sua metà. Ma magari, il metrò è chiuso per sciopero 😉
12/11/2012 at 20:46
In effetti a volte il Caos ti può guidare nella giusta direzione.
11/11/2012 at 16:54
Hai un modo di scrivere elegante e ben dosato.Sai usare bene le parole.Sono curiosa di vedere come svilupperai questa storia.Nel tuo primo brano è come se tutto fosse sussurrato, il preludio a qualche esplosione.
11/11/2012 at 18:18
ESplosione o IMplosione. Quale tra le due fa piu’ rumore?
11/11/2012 at 14:40
…sono proprio curiosa di leggere gli sviluppi…
io lo porterei ad entrare in una residenza per anziani…non so…
forse alla ricerca del nonno o di un anziano vicino di casa…
buon lavoro!
11/11/2012 at 15:56
Grazie.
Gli anziani sono depositari della saggezza.
Di certo a Luca non farebbe male vista la piega della storia. Vedremo.
11/11/2012 at 14:26
Scrivi benissimo! Una delle storie più promettenti del sito.
Lo porterei verso la metropolitana, e non vagare a caso.
Poi la stazione dei treni. E poi una città di pochi abitanti… magari quella dove é nato.
11/11/2012 at 15:55
Grazie davvero.
In effetti mi sono soltanto posto la domanda: “che succederebbe se…?”.
Il resto della storia lo scrivero’ insieme a voi.