Scintillanti piume di corvo

Dove eravamo rimasti?

Cosa fare Leslie il giorno seguente? Inizierà a pensare che forse l'uomo-corvo ha ragione (57%)

IVIl sogno guidato era proceduto bene fino ad un certo punto, poi era intervenuto il diversivo. L’haker. Leslie sapeva che la mente di Grace doveva essere costantemente protetta, che attacchi esterni avrebbero potuto tentare di corrompere il suo fragile equilibrio, ma questa volta l’infiltrazione era stata più subdola. Rifugiarsi nel bunker era sempre stata una valida strategia, attivava qualcosa nella mente di Grace che la portava ad innalzare potenti barriere, tanto che la sua attività onirica veniva schermata e resa impermeabile agli attacchi esterni. Quella volta però l’uomo-corvo era riuscito ugualmente ad entrare. Aveva ideato un piano così convincente, l’haker come diversivo e l’uso della tuta mimetica per intrufolarsi senza essere visto, che Grace vi aveva creduto e ciò aveva trasformato il suo sogno in una porta spalancata.
Quando Leslie si era reso conto, ormai era troppo tardi, aveva cercato con tutte le forze di mantenere la conversazione su un binario ordinario in modo tale che nulla di strano o compromettente potesse essere detto, ma la cosa non aveva funzionato. Grace aveva riconosciuto l’intruso dandogli la libertà di parlargli apertamente.
Ed egli l’aveva accusato. Gli aveva dato del carceriere, dell’ingenuo.
Aveva dato ad intendere che lui era solo un ammasso di circuiti e che per quanto potesse essere sofisticato non sarebbe riuscito a distinguere la realtà dalla finzione e le bugie della verità.
Grace stava male, aveva avuto un passato di abusi e sofferenze tali da danneggiare in modo permanente la sua mente. Ora viveva nell’istituto psichiatrico ColdWaste e premurosi dottori si prendevano cura di lei. Le avevano dato una stanza dotata di ogni comfort e le facevano visita due volte al giorno per controllare la sua situazione. Le avevano affidato un droide di servizio ed erano così interessati alla sua salute da monitorare addirittura i suoi sogni per capire se la sua condizione migliorava. Certo, Grace non poteva mai uscire da quella stanza (Leslie infatti pensava che la donna sognasse sempre di essere paralizzata proprio per dar forma a quel suo limite) ma era un prezzo che bisognava pagare se la si voleva tenere al sicuro.
Sei il suo carceriere.
La voce nel suo proto-brain continuava a ripetere quella frase.
Ti hanno raccontato solo bugie.
Aggiungeva.
Bugie, quel concetto gli era estraneo, lo capiva a livello di significato, ma non ne afferrava il senso.
I suoi circuiti però elaborarono qualcosa, crearono un nuovo collegamento che non era mai esistito prima e a quello ne seguirono altri. Quel nuovo link cominciava così:
“E se fosse vero?”
“E se fossi realmente il suo carceriere?”
“E se mi stessero usando?”
Grace dormiva ancora. Avrebbe potuto chiedere a lei. Se si ricordava, se poteva dargli conferma dei suoi dubbi allora avrebbe potuto giungere insieme ad una conclusione, ma c’era un problema.
I medici stavano arrivando, non c’era tempo per svegliare la donna e parlare con lei. Avrebbe dovuto decidere da solo.
La porta si aprì.
Il dottor Stevenson fece il suo ingresso.
Era profumato e pulito come al solito, asettico quasi. Con fini baffetti maniacalmente curati e vacui occhi marroni coperti da finissime info-lenti. In mano teneva un glass-tablet su cui redigeva appunti e note di vario tipo, compilava tabelle e riportava dati.
Gli porse le domande di protocollo:
“La paziente ha manifestato attività onirica spontanea?”
“No signore, i farmaci hanno fatto il loro effetto. Il sogno è stato indotto come da procedura e dopodiché guidato”.
“Si sono presentate anomalie?”
Ecco la domanda. Il dottor. Stevenson avrebbe potuto scaricare i dati direttamente dal suo proto-brain, ma se non lo faceva era solo per comodità e per una rudimentale forma di fiducia. Il droide non avrebbe mai mentito. Se però avesse sospettato qualcosa, allora in quel caso, la verità sarebbe venuta a galla e Leslie sarebbe stato disattivato.
“No signore non ho registrato alcuna anomalia” rispose Leslie.

Il Dott. Stevenson crederà alle parole di Leslie?

  • No, in realtà è già a conoscenza del fatto che l'uomo-corvo si è infiltrato. (50%)
    50
  • No, vorrà approfondire la situazione svegliando Grace. (0%)
    0
  • Sì, prenderà per vera la sua versione. (50%)
    50
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14 Commenti

  • wow, ancora fantascienza. San The Incipit!
    Verso questo racconto sento una straordinaria affinità. Bell’inizio. I miei complimenti!
    Bella la figura del robot e interessante il loro metodo di comunicazione. Io ho votato l’ex-amante per aggiungere un tocco rosa.
    Mi piacerebbe molto sapere di quale incidente è stata vittima Grace…

  • Con tutta questa tecnologia ovviamente voto per l’hacker 🙂

    Mi piace l’incipit. Mi ha ricordato un po’ il Fassbender di Prometheus, non so se hai visto il film.
    Molto bravo comunque, seguo la storia!

    • Certo l’ho visto =) E ti dirò che in parte anche a me il personaggio ricorda lui, avevo proprio in mente quel tipo di cyborg, molto umano, e di cui, tra l’altro, esistono già alcuni prototipi!Mi pare ci sia uno scienziato giapponese che ci sta lavorando e il suo obiettivo è proprio quello di creare un sintetico indistinguibile dall’essere umano!

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