Buongiorno Italia

Dove eravamo rimasti?

Ebbene sì, Roma! Che ne vogliamo fare? La Città è visibilmente danneggiata, fiamme e fumo si levano dai sette colli, ma aguzzando bene la vista è possibile scorgere ancora il Cupolone. (50%)

Occhi spalancati.Ci vuole qualche secondo prima che il mio cervello realizzi che non è sufficiente sbattere le ciglia per scacciare quello spettacolo dal mio campo visivo, dalla mia comprensione, dalla mia mente. Attimi perpetui, che non bastano a fotografare quell’immagine desolante che si staglia dinnanzi a me.
Il fumo appesta e insidia la Città Eterna come un serpente velenoso pronto all’attacco, mentre fiamme verdastre si innalzano dai sette colli, in una danza ipnotica e sinuosa che sembra voler celebrare le macerie tutt’intorno. Un lugubre tributo alla morte e alla distruzione.
Solo il Grande Raccordo Anulare sembra essere sempre lo stesso: intasato, trafficato, congestionato. Ma a sentire bene non c’è alcuna traccia del classico rombo dei motori e del solito chiasso dei clacson. Quell’anello incrostato di lamiere luccicanti che solitamente adorna la adesso non è altro che un cimitero di macchine. Come se il tempo si fosse fermato nel bel mezzo di una mattina qualunque, di un giorno a casaccio. E forse, pensandoci bene è proprio così che è andata.

Possibile che tutto sia finito?

Mi chiedo mentre con lo sguardo cerco San Pietro, ricordandomi che proprio su questa stessa collina, quasi vent’anni fa, mi era stato mostrato per la prima volta er Cupolone.
Ed eccolo lì, tagliare le nubi di fumo con la sua solida maestosità, come se nulla fuori fosse accaduto. Come se nessuno – fuori o dentro? – fosse morto. Immobile nei secoli e negli accadimenti, muto testimone dell’incessante trascorrere del tempo.

Roma mia, quant’eri bella.

Mi ritrovo a pensare, mentre una lacrima silenziosa mi lava il viso e si getta nel vuoto, giù oltre il mento. Ed è proprio a questo punto che lo stomaco decide che è giunta l’ora di farmi fuori.
Ancora prima di realizzarlo mi ritrovo in ginocchio sull’erba verdissima, le dita che affondano scavando nel terreno e i conati che montano in gola.

Fuori o dentro?

Mi chiedo, mentre digrigno i denti e ridacchio per quell’assurda domanda che tutte le volte, questa compresa, affolla la mia mente un attimo prima di vomitare.

Butta fuori tutto, tanto non servirà più a niente – mi dice quella vocina nella testa.

Ok, fuori.

Via libera, allora! Fuori tutto! Via il sangue innanzitutto. E così mi lascio andare, lascio che esca e mi trasformi in una tragica fontana. Spruzzi vermigli che imbrattano l’erba e si dissolvono nell’aria.
Non so dirvi il momento preciso in cui sono morta – se così si può dire poi – ma sicuramente non prima di aver conosciuto di persona il mio stomaco, aver constatato che i miei polmoni sono molto più grigi di quanto mi sarei aspettata, e che le frattaglie sono quanto di più lungo, putrido e sgradevole ci teniamo arrotolato dentro.

Meglio, molto meglio.

Sollievo. Mi sento vuota e senza polmoni respiro meglio, mi dico, mentre l’ossigeno purissimo attacca il cervello e mi annebbia la vista. Per qualche istante mi godo l’aria purissima che mi frusta il viso e mi attraversa le membra, compiaciuta di quel senso di leggerezza ultraterreno che mi fa sentire come se galleggiassi nell’aria.
Poche frazioni di secondo e la nausea torna ancor più violenta di prima. Feroce, cruenta.
Ormai cieca, annaspo e crollo sul terreno mentre ora più pesante che mai sento il cuore salirmi letteralmente in gola e premere per uscire.

Ancora batte!

Penso, mentre quel tremolante groviglio muscoloso spinge freneticamente per venire al mondo. Non ci vuole molto, uno due conati e lo sputo via.

Ora sì che sto meglio.

Mi accascio esausta e resto in ascolto del battito.

Tum, tum…

Un mucchio di ossa coperte di pelle, capelli rossi e occhi ciechi.

…tum, tum…

Occhi spalancati sul cielo, finestre vuote in attesa di uno spettatore.
E nulla più.

Dove si trova la protagonista nel momento in cui riapre gli occhi?

  • In una fossa comune, sommersa da cadaveri e liquame marcescente. (21%)
    21
  • In una stanza bianca. Vuota, senza porte né finestre. Solo una telecamera a circuito chiuso puntata contro. (69%)
    69
  • Al buio. Tutto è nero e non c'è nemmeno uno spiraglio di luce a fendere le tenebre. (10%)
    10
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164 Commenti

  • Votato per la stanza bianca!
    Anche io ti ho scoperto solo ora, però il tuo racconto è davvero avvincente. E’ molto facile per come scrivi immedesimarsi con la protagonista. Ragione per cui ora sono con un po’ di ansia, magone, e un vago fastidio allo stomaco, però beh, è tutto un merito per te 😀

  • è un bellissimo racconto. A dire il vero, mi ci sono avvicinato con diffidenza, per le grandi pretese della sinossi (partire con “tutti i politici sono morti” poteva sembrare un modo per raccattare facili consensi). Invece ho scoperto una penna splendida, una fantasia originale, uno stile del tutto piacevole. Mi spiace d’essere arrivato solo all’ ottavo 8 capitolo… meglio tardi che mai.

    • Grazie mille Ferdinando, sono felice che ti piaccia! So bene che le spinose premesse con cui l’ho cominciato potevano sembrare pretenziose, quindi sono lieta di sentire che il “messaggio” sia arrivato nel modo giusto! 😀
      Che scelta hai fatto? Buio, camera bianca o fossa comune?

  • Bellissime come al solito le descrizioni! questa fuga alla disperata lascia veramente senza fiato e quell’ossigeno è veramente una boccata d’aria anche per chi legge!

    Roma è lì, rovinata e fiammeggiante, ma è ancora lì.

  • Portatore sano di pareggi, con il voto per continuare la fuga ho rimesso la situazione in equilibrio. Di nuovo. Anche qui. Fossi quelli di THe iNCIPIT mi negherei la possibilità di voto.

    Comunque.
    Ero un po’ ingastrito, con te, lo ammetto. E capirai facilmente il perché. Ho anche resistito un po’ prima di leggere questo nuovo capitolo, testone come sono. Poi però non ce l’ho più fatta e ho letto.
    Perdonandoti immediatamente tutto.

    Brava sfanasca. Brava davvero.
    D.

    • Mi mancava il tuo commento! Chiedo scusa per la prolungata assenza, prometto di non farvi aspettare più così tanto! 🙂
      Grazie come sempre dei complimenti, sono contenta di essere perdonata. Ora vediamo dove ci portano i voti, se verso la fuga o questo “lui”…

  • Andiamo al maneggio, i cavalli magari si funzionano ancora (visto che non hanno parti elettriche) 🙂
    Davvero un bellissimo episodio, forse il più bello e meglio scritto di tutta una storia che sta migliorando sempre più. Complimenti.

  • La liberazione dal tanfo della casta apre alla rivelazione sul “che ci stiamo a fare qui” e l’implicita tragedia della fine dell’umanitá, colpevole della sua insipienza. Scappare? E dove? Non ha importanza, andare é trovare. C’é un sapore zen in tutto ció e mi diverte parecchio. Grazie!

  • cadono corpi, cadono certezze, cadono speranze, cadono sogni. scenario apocalittico, che è un mio punto debole 🙂 bravissima!
    ho votato per lo sterrato, e vedo che sono in maggioranza, wow. anche se ammetto di non avere la minima idea dove porterà la storia nei prossimi capitolo… stupiamoci tutti! 😉

  • “nel gocciare insistente del mio stomaco putrescente”: bellissima… come stupenda è l’immagine della gente sui balconi in attesa dei salti nel vuoto. L’episodio è intriso di immagini fortemente simboliche ed evocative: riuscitissimo.
    D’istinto, andrei verso il maneggio… il più lontano possibile dalla città e dalla civiltà decaduta.

  • Ero in dubbio tra il viale principale e la ferrovia. Entrambi scenari ideali, che mi portano a figurarmi la scena, quasi graficamente. Scelgo la ferrovia perché per statuto è un mondo a sé stante, invisibile se sei giù da un treno ma… boh, concreto quanto il ferro dei binari, no?
    Questo capitolo è… non so, dire bello è riduttivo. Definitivo, è questo che è. Andava scritto così, punto. Confermo il “cazzo se sei brava” di poco sotto, con un filo d’invidia pure, perché certi passaggi vorrei scriverli io. Brava brava brava, devo dire altro?

    • Troppo onore, come sempre! Mi fa veramente piacere che lo stile di questo capitolo stia piacendo… L’ho immaginato a lungo e non avevo idea di come trasporre le mie “visioni” su carta se non così, di getto…
      La ferrovia per ora sembra essere la più gettonata! 😀

  • oddio che scelta difficile! alla fine ho scelto gli alieni, perché li immagino coltivare più esperimenti in diversi pianeti
    ammetto che il messaggio mi ha messo una certa inquietudine 🙂 mi immagino lì e, contrariamente a quanto consigliato, andrei nel panico 😀
    complimenti perché la storia sta andando sempre meglio! brava!

    • È una prospettiva che intriga anche me, pensando ai risvolti che potrebbe dare alla storia… Ci sto fantasticando un po’ su e devo dire che sarebbe molto divertente metterlo su carta… Alla fine esistono svariati tipi di sogni. Quelli premonitori, quelli in cui si rivivono ricordi spaventosi, o quelli in cui semplicemente la fantasia galoppa a briglia sciolta…

  • Ho votato per il msg tv, era troppa la curiosità! Questo vuol dire saperci fare.. 🙂
    Bel racconto, la trama non mi aveva colpita e invece leggendo è scritto bene, in un modo fresco e, poi, risponde alla domanda che si fanno un po’ tutti
    “Cosa accadrebbe se…….”…
    Stiamo a vedere!

  • wow! altro ottimo episodio!
    questa storia ê troppo bella per dare soazio a un cellulare impazzito, quindi ho votato per un semplice spegnimento (se vince lo squillo va bene uguale).
    fantastica l’espresssione “Un eunuco vanesio e letale venuto al mondo per impelarlo” hahahaha 😀

  • Bellissima idea, complimenti!
    Super attuale..
    Ero indecisa tra folla festante e violenta..
    Alla fine ho votato per la prima.. In un primo momento, per me, la maggior parte delle persone sarebbe contenta.. poi si scatenerebbe il panico..
    Poi dipende dal taglio che vuoi dare alla storia..
    Ti seguo!

  • Ciao.

    Meravigliosa l’idea. Sono sicuro che ti seguiranno in molti, soprattutto ora.

    PS: Era Orson Wells quello che ha annunciato l’arrivo dei marziani, non Orwell.

    Un caro saluto e in bocca al lupo,

    Bob

    • Grazie! Non conosco questo Saggio sulla lucidità ma vedrò di reperirlo e leggerlo avidamente! Io scrivo d’impulso e tendo sempre a privilegiare il flusso di coscienza perchè mi viene più naturale e sono ben lieta di scoprire di non essere l’unica matta a “parlare tra sè e sé!” 🙂

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