Spaghetti Western

Preti, sciacalli e pallottoleL’avvoltoio volava lento, sfruttando il vento caldo del deserto.
Li seguiva ormai da tre giorni, ma quei maledetti non volevano proprio decidersi a crepare:
più in basso, molto più in basso, cavalcavano fianco a fianco due uomini.
Uno robusto, tutto vestito di nero, i tratti decisi del volto riparati dal sole da un cappellaccio nero anche quello. I capelli argentati, raccolti in una coda, ondeggiavano a ritmo del cavallo che avanzava senza fretta. L’inseparabile fucile era assicurato alla sella, insieme a una borraccia ormai vuota ed a un grosso crocifisso d’argento.
L’altro magro e slanciato, vestito con abiti ben più larghi del dovuto.
Il volto, appena coperto di barba, era scavato dalla fame ma illuminato dagli occhi grandi, del colore delle praterie. Sembrava non riuscisse a star fermo in alcun modo: ora giocherellava con il coltello, ora sbatteva la polvere dal cappello, ora tormentava la povera cavalcatura che tentava quindi di levarselo di torno.
Il primo lo chiamavano Reverendo.
Era stato un brigante della peggior specie, ma si diceva che un giorno avesse incontrato il Signore. Non solo, ma che questo glie ne avesse date così tante da convertirlo, perciò ora se ne andava in giro ad evangelizzare le genti.
Col piombo.
Si diceva anche che, col suo fucile, fosse in grado di colpire un mandriano in mezzo agli occhi a cinquanta metri.
Lui diceva a cento.
Fatto sta che, quando passava, i mandriani facevano gli scongiuri.
Il secondo era conosciuto come Sciacallo.
Era un pessimo bevitore, pistolero anche peggiore, ma aveva le mani più veloci del West.
Avrebbe potuto sfilare le mutande a un uomo senza che questi neanche se ne accorgesse, ma preferiva sfilarle alle signore.
Insomma, due pessimi individui, a spasso nel deserto da almeno tre giorni con poca acqua, cibo ancora meno.
Sopra le loro teste il rapace compiva grandi cerchi, abbassandosi ogni volta che il più emaciato dei due sembrava dover cadere di sella, per poi tornare in quota deluso quando questo, quasi lo prendesse in giro, si riprendeva di colpo.
– Ma perché diavolo lo chiamano selvaggio West? – chiese petulante lo Sciacallo al compare, che sfogliava una Bibbia slabbrata – dovrebbero piuttosto chiamarlo il polveroso West, o il caldo West, o il noioso West, o…
– In verità, in verità ti dico: se non chiudi la bocca, prima che il gallo canti tre volte, io ti sparo.
Questo bastò a calmarlo per qualche minuto.
Il Reverendo lo guardò, sembrava un bambino di trent’anni.
– Dove andiamo? – riprese all’improvviso lo Sciacallo, quando il ricordo della minaccia s’era fatto sufficientemente distante.
– Verso la Terra Promessa.
Sempre la stessa domanda, sempre la stessa risposta.
– Perché?
– Perché il Signore mi ha detto così.
– C’è whisky almeno, in questa Terra Promessa?
Erano quasi tre anni che cavalcava in lungo e in largo, proseguendo la sua cerca.
Da quando aveva incontrato questo misterioso Signore, il Reverendo lasciava che fosse Lui a dirgli cosa fare. O almeno, così credeva e faceva credere.
Lo Sciacallo, degno del suo nome, lo seguiva per raccogliere ciò che mieteva sul suo cammino illuminato dalla fede.
Si fermavano per riposare soltanto al calare del sole, per poi ripartire prima dell’alba.
Sempre così, ogni giorno.

Quando il grigio del deserto cominciò a sfumare nel verde delle praterie, l’avvoltoio compì un’ampia virata e tornò indietro, maledicendo il momento in cui aveva deciso di seguirli. Il sole sanguigno, colpito a morte dalla pistola di Dio, andava a spegnersi a ovest.
La notte, che lo inseguiva da oriente, gli avrebbe presto dato il colpo di grazia.

Cosa attende il Reverendo e lo Sciacallo nella notte fredda del deserto?

  • Una cittadina di confine, alcool, brutti ceffi e cortigiane annesse. (67%)
    67
  • Una carovana. Sai, di quelle coi cavalli e i carri! (17%)
    17
  • Burberi banditi bendati. Ovvio! (17%)
    17
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129 Commenti

  • Nella la puntata 3, non ho capito se il fatto che i bisonti fossero di appena 300Kg fosse voluto.
    Da wikipedia, sul bisonte americano (dato da prendere con le molle ma piuttosto verosimile): i maschi, più grossi delle femmine, possono raggiungere anche i 190 cm di altezza al garrese e pesano in media 750–900 kg

    P.S.
    per il resto il racconto continua a piacermi (peccato non poter votare per deciderne l’andamento, in quanto tutto è già stato scritto e terminato da qualche mese).

  • Anche il mio giudizio è molto positivo. Sono d’accordo sulla faccenda degli incipoints, ma era una storia troppo particolare (a cominciare dal genere) per coinvolgere un pubblico più vasto. Io stesso non l’avrei letto, se non fosse stato per Django al cinema. Ma sto cavillando.

    Alla fine è stata una bella storia, una bella lettura. Una delle più belle, qui, è vero. E non importa se non ha raggiunto alti livelli. Conta, appunto, la storia. Complimenti sinceri!

    ciao
    Marco

  • Concordo con tutti quelli che dicono essere stata una grande storia. Anzi è una grande storia, di quelle da rileggere.
    Complimenti per il finale, è stato tanto bello quanto tutta la storia.
    Se vorrai scrivere altro io sarò qui a leggerti!

  • BUAAAAA. lo sapevo che questo momento sarebbe arrivato. lo sapevo. e sapevo anche che sarebbe stata durissima. ora che è arrivato confermo tutto: sono disperato! perchè il finale fa onore a una grandissima storia, sei stato fantastico, mi hai avuto in pugno fin dal fino episodio ferdinando 🙂
    e poi, diciamocelo, è una storia positiva a lieto fine (non c’avrei mai scommesso). fa pure ben sperare per il futuro, tiè.

    ps: lo sai, io ti aspetto al varco. sì, è tipo una minaccia. fanne un altra, quello che vuoi, ma non smettere di scrivere qui su the incipit.

  • Beh, che dire, spero di avervi fatto trascorrere qualche minuto piacevole.
    Chissà che non possa avere il piacere di farvi leggere qualcos’altro, prima o poi.
    Intanto grazie a tutti per aver tenuto duro fino alla fine!

    PS: Per amor di cronaca, esiste, in realtà, un fiume nei pressi di Edmond City, Oklahoma, che si chiama Deep Fork.

  • Ci sono cose che non dovrebbero finire tanto facilmente. Tipo questa storia!
    E se proprio deve finire allora che finisca con un triello. Spara, spara muori, muori spara, spara spara, muori muori.

  • seguo a ruota gli altri, perché resistere a un triello è impossibile (della serie: ma quando mi ricapita?).
    però, PERO’, io pretendo da te una promessa, o caro ferdinando: che continui con una seconda stagione, perché non riuscirei a farmi una ragione che il prossimo sia l’ultimo capitolo 🙁 😀

    ps: con la battuta del catechismo mi hai steso! 😀

    • Ebbene, stavo già lavorando a qualcosa di grosso, per questo Reverendo.
      Più grosso del catechismo.
      Ma richiede respiro più ampio di quello che posso ottenere qui: diciamo che The Incipit è stato un eccellente campo di prova, un gioco divertente, una sfida impegnativa.
      Insomma un seguito è previsto e auspicato (o un “preguito”, e chi ha orecchie per intendere intenda). Ma devo ancora come organizzarmi…

      Intanto spero di non deludervi col finale: mi prenderò un po’ più di tempo per scriverlo, vediamo chi ci resta secco.

      Grazie per avermi seguito fin qui, il Reverendo dice che visto che siete stati così fedeli, vi spara per ultimi.

  • no davvero, una delle storie migliori in assoluto. quel tuo “Ali di ruggine” corro a comprarlo, perché scrivi divinamente 🙂 !
    beh, potrei elencare tutte le chicche lessicali con cui mi hai conquistato ma, lodi a parte, torniamo nella storia: vorrei vedere questa coppia in un film, perché sarebbero perfetti. il vice canta, eccome se canta.

    • Quella della foto, nonostante fosse una frase sola, è una delle cose che mi ha preso più tempo: non sapevo come tratteggiare la scena e ho riscritto il periodo almeno sei volte. E anche l’ultima, non ero convinto che rendesse bene l’idea.

      Come sempre, grazie per aver seguito quei due balordi fin qui!

      (Le maniere fin ora erano buone, nessuno s’è fatto male… eccessivamente)

  • Ero rimasto indietro giusto giusto di sette capitoli.
    Me li sono letti tutti, ridendo non poco e sperando che nel frattempo diventassero dieci.
    Grande storia, grande stile.
    Mi hai fatto venir voglia di scrivere un western…
    Intanto, comunque, mi tolgo lo sfizio di votare per la rissa (anche se pure il tornado, compagno di mille bevute, mi aveva tentato molto…)
    😉

  • sei divino, mi fai impazzire ahahaha! 😀 😀 😀 che risate.
    per fortuna che sei tornato, ero in astinenza 🙂

    tentatissimo dai bis-bisonti, alla fine ho optato per la rissa che secondo me calza a pennello.

    fantastica la scenetta con il Padre e il perdono dei peccatti. questo Reverendo ha la risposta sempre pronta: io già ci vedo un film ^_^

    adorabile passaggio di stile: “un ciccione in abito chiaro la cui bocca senza labbra sembrava aperta con una coltellata per ovviare a una dimenticanza della natura”

  • Stavo per perdermi un bel racconto solo perché il titolo non mi diceva nulla; troppo… spudorato, non accattivante. Ma ho fatto click.
    Proprio ieri ho visto Django, quindi cavalcando l’onda dell’entusiasmo ho letto il racconto. Bello, davvero bello. Ben scritto, ben orchestrato. Se non fosse stato per Quentin credo che me lo sarei perso.

    Voto per la galera e ti seguo!

  • Pingback:

  • Io che odiavo mio padre che riusciva a restare tre ore a vedere un western in cui, apparentemente, non accadeva nulla, sono rimasta incastrata tra le tue parole, ho schivato la pallottola del reverendo e sono sopravvissuta ai bisonti. La tua storia è davvero bella e te lo dice una che di avventuroso ha letto solo due libri nella sua non lunghissima, ma considerevole vita di lettrice/divoratrice di libri.. 🙂 Bravo!!!

  • altro fantastico episodio 🙂
    bella l’espressione della voce così roca che le parole sembravano raschiate dalla gola, rende perfettamente!
    ho votato per lo sceriffo Alvarez, giusto per complicare un po’ la vita ai nostri amati protagonisti 🙂

    • Hola! Un paio di giorni fa, non è comparso tra i nuovi?
      (Tra i suggerimenti che darei ai gestori, ci sarebbe quello di ottimizzare le notifiche per i nuovi episodi delle storie seguite, in effetti).
      Tutta la storia risulta già molto differente da come l’avevo pensata al principio, è una bella sfida! Cosa può aprire la chiave di un mercenario, secondo la tua mente diabolica?

      • E comunque sono d’accordo con te. Anche io avevo proposto la possibilità di aggiornamenti diretti via mail sulla pubblicazione di nuovi episodi. Ma mi hanno assicurato che arriverà.

        Nel frattempo, il nuovo di Eco Mostro è on line…

        Ciao bro,

        Bob

  • ma tu sei fantastico! altro bellissimo capitolo 😀
    il duello poi, e Tre Vite di nome e di fatto. ah, e le lunghe mani dello Sciacallo. hai costruito perfettamente questi personaggi 🙂
    comunque ho votato per il pezzo di carta con ora e luogo. sarà lì che il Reverendo e lo Sciacallo si faranno trovare, nascondendosi, per capire le prossime mosse del cacciatore di teste: meglio anticiparlo, che prendersi un proiettile quando meno te lo aspetti.

  • Semplicemente fantastico. Adoro il genere, la storia, i personaggi, i dialoghi. Insomma questa storia mi fa impazzire! complimenti vivissimi
    Ora voglio proprio vedere cosa aprirà quella chiave! Sì, ho votato la chiave

  • Pingback:

  • ma questa storia è sempre più bella!! 😀
    sei geniale, sono davvero contento di poterti leggere qui su the incipit 🙂 !

    domanda enigmatica, tutti e tre i personaggi sono un’incognita.

    ma soprattutto… dov’è lo Sciacallo??

  • Pingback:

  • Non avrei mai immaginato un’entrata del genere dei bisonti! bellissimo episodio e bellissimo modo per far entrare in scena il nuovo personaggio!
    Quel “tre vite” affianco al Reverendo ce lo vedrei bene

  • Per quanto i bisonti siano sicuramente un’inattesa comparsa non posso credere di non vedere una sparatoria! Voglio il cacciatore di taglie!!
    Complimenti, è un racconto spassosissimo e ottimamente scritto. Son felice ti lo abbia tenuto per THe iNCIPIT!

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