Macchie rosse su un pavimento di sanguE

UnoOra Mina ha dodici anni.
Non riesce a prendere sonno e continua a guardare fuori dalla finestra della sua stanzetta arancione. Piove. Piove perché è autunno e in autunno a Torino piove così.
Sente il ticchettare ritmico dell’orologio con le orecchie di Topolino al posto delle lancette e gira il cuscino dall’altra parte perché è più fresco per le sue guance.
Una striscia di luce gialla colpisce il letto ogni notte dalla parte dove lei mette i piedi. Stanotte quella striscia di luce sembra diversa: più sottile.
Mina si chiede il perché.
Le orecchie di Topolino sono una sopra l’altra che sembrano un unico orecchio nero. Un buco nero nell’orologio a muro. Un buco nero nella sua stanzetta arancione.
Il campanile dopo le nove di sera non suona più.
Mina si alza dal letto. Tocca il pavimento a scacchi freddo con i piedi caldi. Lo tocca con la punta delle dita e si tira su come una ballerina. La ballerina che vuole diventare da grande.
Cammina sulle punte verso la finestra per non svegliare nessuno e sceglie le mattonelle nere per i suoi passi soffici.
Dovrebbe dormire, domani c’è scuola, ma quella striscia di luce che le ha fatto sempre compagnia, stanotte è diversa e Mina vuole capire perché.
Dalla finestra si vedono le stesse cose di sempre: la punta della Mole con tre luci rosse, l’insegna luminosa del teatro, la strada con le luci gialle e le rotaie del tram deserte e lucide, gli alberi quasi scheletrici, neri su sfondo grigio e il campanile della chiesa con i mattoni che odorano di terra.

E poi Mina vede Lui.

Vicino ai mattoni, battuta dalla pioggia, l’ombra esiste immobile.
Il ticchettare ritmico smette di essere ritmico. Smette e basta.
La striscia di luce divide a metà la figura di Mina, le passa sul pigiama rosa della Pantera Rosa sale vicino al suo piccolo seno e segue la linea del collo, la pelle bianca con la luce gialla, sembra anch’essa rosa. Prosegue lungo il suo viso, vicino il suo occhio sinistro, scompare sopra i suoi capelli neri lisci e lucidi come il pavimento a scacchi e poi, si perde.
Mina appoggia la pianta dei piedi sul pavimento freddo, ma non lo sente più freddo.
Lui si muove. Attraversa la strada. Si allontana dal campanile. Entra nella pioggia.
Quel movimento fa indietreggiare Mina. Si sposta dalla finestra. La striscia di luce smette di tagliarla. Mina. Al buio.
Lui non cammina. Lui procede. Non è un camminare quello. È un avanzare di qualcuno che ha i femori spezzati e il suo volto, la sua figura, tutto è sempre in ombra anche al centro della strada piena di quella luce gialla.
Mina trattiene il respiro. Lo riconosce. Sa che viene a trovarla ogni volta che vuole per ricordarle che c’è.
Ardente miagola vicino i piedi nudi di Mina. Mina si gira a guardarlo. I suoi piedi sono su due mattonelle bianche ora. Ardente è nero e resta su una mattonella nera e continua a miagolare.
Mina si gira verso la finestra e guarda ancora.
Un orecchio di Topolino inizia a spostarsi, il ticchettare dell’orologio riprende, la stanzetta arancione è ancora arancione, il campanile continua ad odorare di terra.

Mina non lo vede più.

Quell’ombra è sparita e Mina smette di trattenere il respiro.
Respira e vuole tornare al letto. Così va per accarezzare Ardente per dargli la buonanotte e non lo vede più, non lo sente miagolare. Alza lo sguardo perché Ardente è sul letto. Lei lo sa. Fa sempre così, ma sul letto Mina non vede Ardente.
Arriva prima quel respiro irregolare che sa di persona malata.
Poi, sul letto nero, quell’ombra solida. Respira. Respira con branchie di pesce.
E la striscia di luce ne mostra la sua pelle squamosa.
Le squame blu con la luce gialla sono l’ultimo ricordo di Mina.
Poi è sveglia. Poi si chiede perché. Poi si addormenta. Poi si sveglia e la notte è già finita.

Qual è il prossimo frammento della vita di Mina?

  • Ora Mina ha ventiquattro anni ed è la sera dopo la mostra. (22%)
    22
  • Ora Mina ha ventiquattro anni ed è la sera della mostra. (78%)
    78
  • Ora Mina ha dodici anni ed è il giorno dopo. (0%)
    0
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147 Commenti

  • Lo stile con cuil scrivi da al racconto il ritmo di una tetra litania … strisce di sicuro l’effetto di incutere nel lettore disagio e paura. Non facile scrivere storie del genere horror sì cade spesso nel comico se non sì rispettano alcuni canoni e registri di scrittura. Ritengo ché tu sia riuscito a trasmettere la giusta dose di angoscia e paura… Bravo! Voto per la terza opzione.

  • Dopo l’amabile conversazione sui Masters non ho potuto non leggerti 🙂 non so, dalla foto e dai commenti mi aspettavo fosse un racconto horror/ironico, invece mi fai davvero cagare sotto!!! Con queste atmosfere cupe, queste visioni tremende, complimenti!! Inizialmente ho pensato a lei in casa da sola, poi ci ho ripensato e volevo darle un po’ di vita sociale e chiacchiere, allora ho votato con l’amica…
    Complimenti!

  • Devo confessare che non amo i racconnti horror, ma questo che ho aperto per curiosità e ho letto tutto di seguito mi ha presa mio malgrado. Anzitutto è scritto bene e non è poco. Insomma quando ci sarà il prossimo episodio? Anche se ho vtato in netta minoranza, ciò non vuol dire che non abbia diritto a sapere come procede ‘sta storia…

  • Innanzitutto TANTI AUGURI 🙂 🙂 🙂
    Una bellissima uccellina ha detto a tutti che era il tuo compleanno 😉

    Che dire del capitolo.
    Mi ha messo un’ansia.
    Poi, non so perchè, ma mi ero convinta che Mina in macchina dovesse essere grande e, invece, me la sono ritrovata bambina.
    La cosa mi ha messo ancora più ansia.

    Ma va bene l’ansia, no? E’ pur sempre un Horror! ;-p

    Ps. Ho votato per a casa con Giorgio.

  • Grande Grande Grande!! Mi sono davvero commossa. La descrizione di Mina, delle sue
    impressioni e dei suoi pensieri, è coinvolgente e, credo, molto meditata.
    Non vedo l’ora di seguirla a casa con Giulia o con Giorgio nel prossimo episodio.
    M.

  • Confesso che quando la madre “le dice che così non corre alcun rischio” ho smesso di leggere e ho chiuso gli occhi ripetendomi “No dai, ora crepano tutti, ora crepano tutti… ”
    Però poi sono andato avanti e ho finito il capitolo, eh.

    Sempre meglio. Ormai puoi considerarmi un vero e proprio fan.

    Aspetto il seguito (con Giorgio, spero)

  • Ora io voglio sapere l’origine delle visioni.
    Ergo…
    Ora Mina a cinque anni.
    (Anche se ho già capito che dovrò seguirti fino alla fine per saperne di più. Poco male. Il Racconto è davvero ben scritto e seguirti sarà un piacere!)

    Alla prossima.

  • Io ho votato per il salto ai cinque anni.
    mi piace questo saltellare, questo ballare insieme a tutti questi fantasmi. voglio sapere che nasconde la vita di mina.

    I miei sospetti, mio caro

  • Bella stronza comunque sta Mina…
    Ho votato per il posteggio in macchina sotto casa.. il periodo è da viaggi in macchina 🙂
    Belle immagini, confuse ma non troppo da non capire più.
    E’ lì che se ne sta l’arte, no? 😉

  • anche se alla fine non ha vinto l’opzione che avevo votato, questo terzo capitolo mi piace, anche per questi dialoghi.
    e poi di nuovo bella l’opzione finale: vada per la “macchina non sua”, di base così intrigante 🙂

  • Ho scavalcato la mia avversione per l’horror solo perchè sei tu.
    Alla mia veneranda età, se vedo un film in tv col bollino rosso in sovraimpressione non solo cambio canale, ma mi incupisco forte.
    Per questo naturalmente voto per il risveglio. Fai il bravo, non farmi spaventare 🙂

    e complimenti!

    marti

  • ora Mina apre gli occhi…Brrr. Sono in ansiosissima attesa di leggere che cosa succede dopo. Bello, mi ha messo davvero paura, sopratutto nella prima parte,mi sono ricordata di quando da bambina a letto avevo paura del buio. Dai, continua così

  • “Mina è davanti a Macchie rosse su un pavimento di sangue, olio su tela 3 metri per 1.”
    oh sì, oh sì, mi piace. io sono un po’ feticista dei titoli, e il fatto che ci spieghi da dove arriva il nome del racconto è una perla ai miei occhi 😀
    voto per tornare indietro, ai 18 anni e al compleanno. ormai viaggiamo nel tempo della vita di Mina.

  • Ho votato per la laurea.. non so, mi pare che a 18 anni una sia ancora troppo legata a trucco e parrucco per una tensione del genere che è spettacolare.
    Il secondo capitolo è più bello del primo, andando di questo passo chissà dove arriveremo! 🙂

    “Il vecchio scricchiola sempre.”, è una certezza che si dovrebbe avere. Secondo me.
    🙂

  • O mio diletto.
    Mistero. Cagliostri neri che turbano il sonno di fanciulle in fior. Macchie rosse su pavimenti di sangue che turbano il mio, di sonno. Per Zeus, il titolo crea una immane voglia di dipanare il mistero.
    Ti imploro, turba il nostro sonno ancora.

    Ti adoro o mio diletto

  • Gli elementi che hai usato per descrivere la città me l’hanno proprio fatta vedere davanti ai miei occhi.
    Mi piace la contrapposizione tra le parole portatrici di significati “caldi” e parole portatrici di significati ” freddi”, Ardente è nero, il pavimento a scacchi bianco e nero e l’ingenuità di Mina (luce), e il mistero (buio) …e poi? e poi?? e poi?? 🙂

  • Mi piace come gli elementi della città non servano solo a descrivere Torino, ma le sensazioni mie, della bambina e di Mina stessa. Il ritmo è ottimo, sembra danzare anche lui sui piedini di una piccola ballerina.

    Ti seguo con ansia e ti odio perchè mi hai fatto scoprire sto cavolo di sito, che sarà la mia fine.

  • hai uno stile decisamente particolare, e mi piace.
    quei mattoni sono quasi più protagonisti della stessa Mina. la pioggia, la luce, il bianco e il nero…
    ti seguo di sicuro!
    ho votato per i 24 anni, ovviamente prima della mostra 🙂
    questo flashback ê così perfetto che lo farei vivere entro un capitolo solo.

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