Macchie rosse su un pavimento di sanguE

Dove eravamo rimasti?

Qual è il prossimo frammento della vita di Mina? Ora Mina ha ventiquattro anni ed è la sera della mostra. (78%)

DueOra Mina ha ventiquattro anni.
La sua stanzetta non è più arancione perché non è più quella dove ha vissuto per tanto tempo.
Il soffitto è alto e la stanza fredda. Il termosifone troppo piccolo. Il corridoio troppo lungo. In fondo, la porta di legno dell’ingresso scricchiola sempre. Anche il pavimento in alcuni punti sembra fatto di gomma: affonda leggermente. Ernesto le ha detto che in molte case di San Salvario i solai sono ancora fatti di legno perché le case sono vecchie e rimaneggiate e questo le farà scricchiolare per sempre. Così la notte quando tutto dorme, ogni più piccolo rumore nelle altre stanze della casa è giustificato così da non far paura.

Il vecchio scricchiola sempre.

Alla mostra di Giorgio, Mina arriva con Giulia. Giulia ha i tacchi alti e si regge a Mina quando scendono delle scalette metalliche illuminate dal basso con dei neon. Un unico suono accompagna ogni gradino fino ad arrivare ad un pavimento rosso. Un linoleum soffice dove i tacchi di Giulia affondano come unghie nella carne. Il soffitto è basso, troppo basso. Mina è costretta a camminare con la schiena piegata come se sopra di lei ronzasse una sciame di mosche. Lo spazio è largo, ma basso. Il suono è continuo, insistente e scava dentro. Giulia dice qualcosa, ma è impossibile sentirsi. Allora indica qualcos’altro e Mina vede in fondo alla stanza persone tagliate a metà. Ne percepisce l’interezza: i piedi, le gambe, i fianchi, ma poi all’altezza della pancia, succede che le vede spezzate.
Lo sciame di mosche e il suo ronzio, le persone spezzate e Mina.
L’unica cosa da fare è camminare. Camminare.

Poi Mina capisce tutto. Un trucco.

Il soffitto smette di essere basso e diventa alto d’un colpo, come un gradone alla rovescia. Il suono diventa meno intenso e la gente spezzata smette di essere spezzata. Le persone tengono in mano i loro bicchieri e chiacchierano davanti a quadri e sculture, il pavimento non è cambiato. Mina lo guarda: è di un rosso intenso.

Due ragazzi si avvicinano e Giulia smette di reggersi a Mina. I loro odori si mischiano a quelli delle ragazze, i loro fiati si attorcigliano a mezz’aria. Mina si allontana.

Il quadro.
All’estremità destra una figura dalle proporzioni impossibili: una marionetta che allarga le braccia lunghe e scheletriche come a voler dire: ogni cosa, morirà sotto di me. Dall’altra parte, esseri goffi e grotteschi, parodie acquatiche squamose, metà uomini e metà bambini, volgono i loro lamenti ciechi verso nubi liquide nere e rosa. A separarli geometrie precise: alternanze di neri e bianchi come su una scacchiera e schemi numerici ingrassati di fango e imbrattati di sangue.

Mina è davanti a Macchie rosse su un pavimento di sangue, olio su tela 3 metri per 1.

Dietro di lei un uomo esiste, immobile.
Il suo vestito nero, elegante, impeccabile. La posizione dei piedi precisa, corretta, stabile. La perfezione dei suoi denti allineati, senza spazi tra l’uno e l’altro.

Le sue braccia lentamente si staccano dal corpo, ruotano intorno alle spalle come tirate verso l’alto da fili invisibili e si dispongono in orizzontale rispetto al pavimento e i polsi tesi si alleggeriscono di colpo, come spezzati.
Mina si gira di scatto e lo vede in faccia. La sua bocca aperta è un buco nero nel suo volto.
Lo sciame di mosche è come se fosse pronto a ritornarle addosso dal fondo di quella tana che è il buio profondo della sua gola, i suoi occhi sono bianchi e senza pupille. Mina mette le mani davanti, piega la schiena, fa un passo indietro e chiude gli occhi.
Forse urla.

Qual è il prossimo frammento della vita di Mina?

  • Ora Mina ha ventidue anni ed è il giorno della sua laurea. (18%)
    18
  • Ora Mina apre gli occhi. (47%)
    47
  • Ora Mina ha diciotto anni ed è il suo compleanno. (35%)
    35
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147 Commenti

  • Lo stile con cuil scrivi da al racconto il ritmo di una tetra litania … strisce di sicuro l’effetto di incutere nel lettore disagio e paura. Non facile scrivere storie del genere horror sì cade spesso nel comico se non sì rispettano alcuni canoni e registri di scrittura. Ritengo ché tu sia riuscito a trasmettere la giusta dose di angoscia e paura… Bravo! Voto per la terza opzione.

  • Dopo l’amabile conversazione sui Masters non ho potuto non leggerti 🙂 non so, dalla foto e dai commenti mi aspettavo fosse un racconto horror/ironico, invece mi fai davvero cagare sotto!!! Con queste atmosfere cupe, queste visioni tremende, complimenti!! Inizialmente ho pensato a lei in casa da sola, poi ci ho ripensato e volevo darle un po’ di vita sociale e chiacchiere, allora ho votato con l’amica…
    Complimenti!

  • Devo confessare che non amo i racconnti horror, ma questo che ho aperto per curiosità e ho letto tutto di seguito mi ha presa mio malgrado. Anzitutto è scritto bene e non è poco. Insomma quando ci sarà il prossimo episodio? Anche se ho vtato in netta minoranza, ciò non vuol dire che non abbia diritto a sapere come procede ‘sta storia…

  • Innanzitutto TANTI AUGURI 🙂 🙂 🙂
    Una bellissima uccellina ha detto a tutti che era il tuo compleanno 😉

    Che dire del capitolo.
    Mi ha messo un’ansia.
    Poi, non so perchè, ma mi ero convinta che Mina in macchina dovesse essere grande e, invece, me la sono ritrovata bambina.
    La cosa mi ha messo ancora più ansia.

    Ma va bene l’ansia, no? E’ pur sempre un Horror! ;-p

    Ps. Ho votato per a casa con Giorgio.

  • Grande Grande Grande!! Mi sono davvero commossa. La descrizione di Mina, delle sue
    impressioni e dei suoi pensieri, è coinvolgente e, credo, molto meditata.
    Non vedo l’ora di seguirla a casa con Giulia o con Giorgio nel prossimo episodio.
    M.

  • Confesso che quando la madre “le dice che così non corre alcun rischio” ho smesso di leggere e ho chiuso gli occhi ripetendomi “No dai, ora crepano tutti, ora crepano tutti… ”
    Però poi sono andato avanti e ho finito il capitolo, eh.

    Sempre meglio. Ormai puoi considerarmi un vero e proprio fan.

    Aspetto il seguito (con Giorgio, spero)

  • Ora io voglio sapere l’origine delle visioni.
    Ergo…
    Ora Mina a cinque anni.
    (Anche se ho già capito che dovrò seguirti fino alla fine per saperne di più. Poco male. Il Racconto è davvero ben scritto e seguirti sarà un piacere!)

    Alla prossima.

  • Io ho votato per il salto ai cinque anni.
    mi piace questo saltellare, questo ballare insieme a tutti questi fantasmi. voglio sapere che nasconde la vita di mina.

    I miei sospetti, mio caro

  • Bella stronza comunque sta Mina…
    Ho votato per il posteggio in macchina sotto casa.. il periodo è da viaggi in macchina 🙂
    Belle immagini, confuse ma non troppo da non capire più.
    E’ lì che se ne sta l’arte, no? 😉

  • anche se alla fine non ha vinto l’opzione che avevo votato, questo terzo capitolo mi piace, anche per questi dialoghi.
    e poi di nuovo bella l’opzione finale: vada per la “macchina non sua”, di base così intrigante 🙂

  • Ho scavalcato la mia avversione per l’horror solo perchè sei tu.
    Alla mia veneranda età, se vedo un film in tv col bollino rosso in sovraimpressione non solo cambio canale, ma mi incupisco forte.
    Per questo naturalmente voto per il risveglio. Fai il bravo, non farmi spaventare 🙂

    e complimenti!

    marti

  • ora Mina apre gli occhi…Brrr. Sono in ansiosissima attesa di leggere che cosa succede dopo. Bello, mi ha messo davvero paura, sopratutto nella prima parte,mi sono ricordata di quando da bambina a letto avevo paura del buio. Dai, continua così

  • “Mina è davanti a Macchie rosse su un pavimento di sangue, olio su tela 3 metri per 1.”
    oh sì, oh sì, mi piace. io sono un po’ feticista dei titoli, e il fatto che ci spieghi da dove arriva il nome del racconto è una perla ai miei occhi 😀
    voto per tornare indietro, ai 18 anni e al compleanno. ormai viaggiamo nel tempo della vita di Mina.

  • Ho votato per la laurea.. non so, mi pare che a 18 anni una sia ancora troppo legata a trucco e parrucco per una tensione del genere che è spettacolare.
    Il secondo capitolo è più bello del primo, andando di questo passo chissà dove arriveremo! 🙂

    “Il vecchio scricchiola sempre.”, è una certezza che si dovrebbe avere. Secondo me.
    🙂

  • O mio diletto.
    Mistero. Cagliostri neri che turbano il sonno di fanciulle in fior. Macchie rosse su pavimenti di sangue che turbano il mio, di sonno. Per Zeus, il titolo crea una immane voglia di dipanare il mistero.
    Ti imploro, turba il nostro sonno ancora.

    Ti adoro o mio diletto

  • Gli elementi che hai usato per descrivere la città me l’hanno proprio fatta vedere davanti ai miei occhi.
    Mi piace la contrapposizione tra le parole portatrici di significati “caldi” e parole portatrici di significati ” freddi”, Ardente è nero, il pavimento a scacchi bianco e nero e l’ingenuità di Mina (luce), e il mistero (buio) …e poi? e poi?? e poi?? 🙂

  • Mi piace come gli elementi della città non servano solo a descrivere Torino, ma le sensazioni mie, della bambina e di Mina stessa. Il ritmo è ottimo, sembra danzare anche lui sui piedini di una piccola ballerina.

    Ti seguo con ansia e ti odio perchè mi hai fatto scoprire sto cavolo di sito, che sarà la mia fine.

  • hai uno stile decisamente particolare, e mi piace.
    quei mattoni sono quasi più protagonisti della stessa Mina. la pioggia, la luce, il bianco e il nero…
    ti seguo di sicuro!
    ho votato per i 24 anni, ovviamente prima della mostra 🙂
    questo flashback ê così perfetto che lo farei vivere entro un capitolo solo.

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