Dove eravamo rimasti?
Accendi la luce
Paola si svegliò presto, per abitudine. Non aveva dormito molto, ma non si sentiva troppo intontita. Rimase nel letto per qualche altro minuto, e ne uscì quando non riuscì più a trattenersi dall’andare al bagno. Un po’ le dispiacque.
Dopo essersi sciacquata il viso, aprì tutte le finestre per dare aria: le piaceva quella sensazione di rinnovo, aria pulita che entrava dando spazio a un nuovo giorno. Era in quei momenti che si sentiva serena, di solito tutto veniva rovinato dal primo boccone della giornata. Mettere energia nel suo corpo voleva dire attivare tutti i pensieri, ma quella mattina le sembrava irreale.
Davvero aveva avuto un appuntamento tanto disastroso?
Tagliò la brioche a metà, e vi spalmò uno strato sottile di burro, con un cucchiaino prese la marmellata e riempì la brioche. Non lo faceva per tutti gli alimenti, e non si trattava di una fissa, ma usare una posata per ogni cosa la faceva sentire leggera: era il suo modo di prendere le cose con calma, come se fosse in vacanza, magari in una spa rilassante. Masticò a occhi chiusi e poi bevve un sorso di caffè freddo. Solitamente lo preparava il giorno prima e poi lo metteva in frigo, così da averlo a portata di mano nei momenti di necessità, e comunque non lo riscaldava mai.
Il telefono emise una vibrazione, svegliando anche la sua ultima parte addormentata. Sara le chiedeva se andava tutto bene. Sì, andava meglio. Tornò a sedersi al tavolo e arrivò un altro messaggio. Le andava una serata tra donne per fare due chiacchiere? Sì, le andava, così avrebbero potuto farsi anche delle grasse risate. Solito locale a orario aperitivo, così non si faceva troppo tardi.
Le venne da sorridere al solo pensiero. Poi il telefono suonò nuovamente, ma questa volta era una chiamata.
– Ciao.
– Ciao, a te. Ti ho svegliata?
– Più o meno. Il piede come sta?
– Un po’ dolorante, ma niente di ché. Tu, invece?
– O mi sono sognata tutto, oppure oggi è già lunedì, perché non può essere successo tutto in una serata.
– Ti ho chiamata per informarti che Matteo è nuovamente single, e che gli è uscito un “non è male” nei tuoi confronti. Il tuo numero ce l’ha quindi aspettati il peggio.
– Oh, santo cielo, ma davvero? Non hai idea di quanto suoni… – Paola guardò la zuccheriera in cerca di aiuto.
– Squallido?
– Cercavo un termine più soft.
– Triste.
– Eh, diciamo così.
– È per questo che l’unica donna che potrà avere sarà sempre e solo con Marta.
– Una rivale non indifferente, allora.
– Senti, hai impegni per questa sera? Perché io ti avrei organizzato un appuntamento.
– Cosa? Ma sei matto? Devo ancora riprendermi da ieri sera! E poi, sì ho un impegno con le amiche.
– Ma le amiche le puoi vedere anche domani!
– Guarda che si lavora domani, e ognuna ha i propri impegni. E ti prego di non… – Davide la interruppe con un – Peggio di ieri sera non potrà mai essere.
A Paola uscì una risata di scherno. – Hai appena appeso un bersaglio al mio collo.
– Senti, a che ora dovresti uscire?
– Per le sette. – Paola iniziò a roteare il cucchiaino nel caffè.
– Per le nove pensi di essere libera?
A Paola si incastrarono le parole in gola. Non le piaceva molto l’idea di un altro appuntamento al buio, e nemmeno salutare le ragazze perché aveva un altro impegno. Ma alla fine la serata tra donne non sarebbe andata più in là delle undici, orario a cui sarebbero arrivate solo lei e Valeria, come al solito.
– Sì.
– Accidenti, come siamo in tiro. – Valeria la squadrò da capo a piedi, muovendo la mano avanti e indietro a indicare quanto gradisse quella mise. – Non te l’ho mai vista questa roba addosso. – stupita, le toccò una manica a volant della camicia rosso papavero.
– Era tutto rintanato nell’armadio. – Paola si sedette e aprì il menù, anche se sapeva già cosa avrebbe ordinato, un JAM* alla mela verde, e questa volta alcolico perché il suo appuntamento la sarebbe passata a prendere. Dai messaggi le era sembrata una persona piacevole, ma anche i messaggi che si era scambiata con Davide le avevano fatto la stessa impressione, quindi non si azzardò in ulteriori ipotesi.
– Per caso hai un appuntamento? – Sara le passò il JAM che il cameriere le aveva appoggiato davanti.
– Sì, ma non chiedetemi chi sia, perché ancora una volta è un’incognita.
– Incrociamo le dita, allora!
Le nove arrivarono prima del previsto, e Paola si alzò per uscire: un messaggio le diceva: «sono proprio qui davanti». Ma il punto era che avrebbe potuto vestirsi di giallo limone, indossare un sombrero e ballare la lambada che Paola sarebbe riuscita a non notarlo. Passò in mezzo alla gente, cercando di andare a un passo normale, e sperando di non inciampare sui gradini.
– Sera.
Paola sussultò. – No, non ci credo. Mi ha dato buca pure lui?
Davide scosse il capo, coprendosi il volto con le mani. – È il primo appuntamento, quindi mi concentrerò sull’estetica.
Paola mosse le spalle, avvicinandosi alla portiera che le era stata aperta. – Ho sempre sognato di essere bella e stupida.
[*JAM: bevanda alcolica o analcolica servita in un barattolo di marmellata!]
13/05/2014 at 10:48
davvero un bel finale! complimenti
08/07/2014 at 16:22
Grazie mille, ggrch! Sono contenta ti sia piaciuto 😀