FERMO

I. FermoEro solito scendere a buttare la spazzatura, di sera, dopo mangiato. Il mio compito principale in casa era quello. Smistare nei vari bidoni le bottiglie di plastica, le latte di sugo, i barattolini di yogurt e i giornali vecchi. Da quando sono solo però – ora che mia madre se n’è andata e di spazzatura ne faccio sempre meno – mi sono inventato questa cosa del tram, che mi distrae parecchio.
Ha fatto veloce lei, un mese per decidersi, e via. Io compivo quarantotto anni quel giorno. Mi ha lasciato poche cose, poche ne avevamo già prima e quelle che si è portata dietro non è che mi servissero granché. Ha preso la valigia sopra il suo armadio, di quelle di cuoio ancora con la cinghia e l’ha messa di sbieco davanti alla porta. Io dovevo vedermi con il mio ex collega della tintoria quel giorno e l’ho dovuta spostare per uscire. Quando son tornato era sempre lì, lunga come il corridoio, larga come un materasso e bloccava tutto. Ho trovato i letti fatti, finestre aperte, piatti lavati. Nel frigo le provviste per un po’ di tempo, in contenitori di plastica con sopra scritto in pennarello cosa ci fosse; ma figuriamoci se mi sogno di cucinare, ho pensato, tornerà prima di cena, senza valigia se proprio vuole andare dove va. Ho trovato la porta di camera sua chiusa a chiave, i cassetti svuotati, ma non è più tornata.
Nessuna discussione, nessuno screzio tra di noi, per carità. Sempre stata placida convivenza. È vero, me l’ha sempre ripetuto: un giorno o l’altro guarda, vado e poi voglio vedere. Oppure: se non ti dai una svegliata te ne accorgi quando non ci sono più. E l’ha fatto, l’ha detto l’ultima volta guardando la fermata dal terrazzo, e poi l’ha fatto. Mi ero abituato all’idea che succedesse un giorno o l’altro ma quando succede davvero è un’altra cosa. Non mi sono sognato di correrle dietro, sapevo che a settantacinque anni suonati poteva anche concederselo. Io per natura non mi sono mai lagnato, tantomeno con lei. Non mi sono mai aspettato nulla, né da me né dalle persone. Io sto bene a casa mia, prima facevo quello che dovevo fare e che lei mi chiedeva. Lo stretto necessario, poi basta. Bisogna dirti tutto altrimenti non le vedi le cose, non vedi niente diceva, ma in fondo era felice che io ci fossi. Amici non ne ho, vizi nemmeno, donne per carità, lavoro ce l’avevo ma con la crisi la lavanderia ha deciso di fare a meno di quelli che stanno a prendere i cappotti e darti il biglietto, il padrone bastava. Così ci ha lasciato a casa in due, io e Lentisco, Gianni, si chiamava. Solo che lui ne aveva un po’ risentito e capitava di vederlo per strada raccogliere cicche di sigarette, quando arrivava a cento urlava e ricominciava. È morto l’altra settimana, tra l’altro. Così mi sono ritrovato solo completo senza più ragione di andarmene in giro, nemmeno per un caffè con lui.
Io mi chiamo Fermo. Fermino in realtà. Ma da quando son nato tutti mi conoscono così. Dopo il poco che mangio per cena, che sia mezzo pollo arrosto o un panino, mi metto il cappotto, il cappello, prendo la valigia ed esco. Appena fuori dal mio portone c’è un parcheggio dove ci sono i bidoni della differenziata, se ho spazzatura la butto tutta in quello verde, senza preoccuparmi più. Oltre c’è una fermata del tram. Vado e aspetto l’ultima corsa del 15. Poi salgo, cerco qualche quotidiano abbandonato e mi siedo a leggere, così nessuno mi parla, anche se non c’è mai nessuno sull’ultima corsa. Lascio che il tram faccia capolinea e torni indietro, poi scendo e torno a casa. Con la mia valigia. Quella di prima, quella che mi ha lasciato mia madre. È vero, i miei unici viaggi sono stati al massimo intorno alla caffettiera in cerca del manico, come mi ripeteva sempre. Ma mi conforta averla dietro, mi dà l’illusione che un giorno o l’altro sarò in grado di sparire anch’io. Già. Tutto questo se non fosse che poco fa, e non riesco a darmi pace, mentre aspettavo, è sparita lei, la valigia. Non rubata, non dimenticata. Come posso spiegare…mi è scomparsa tra le mani.

Cosa decide di fare Fermo, adesso?

  • Aspetta lo stesso il tram, senza importarsene di una valigia vuota. (15%)
    15
  • Cerca di capire se sia impazzito o cosa, e come sia scomparsa e dove sia finita la sua valigia. (77%)
    77
  • Torna a casa e si mette l'anima in pace. (8%)
    8
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1.154 Commenti

  • Beh, ora potrei fare un post dove dico i soliti, meritatissimi complimenti, ma sarebbe sempre la solita cosa, quindi dirò una parola a caso:
    BANANA.

    Spero davvero che tu possa avere il successo letterario che meriti, caro Gianmarco, il tuo modo di scrivere è davvero eccezionale e si potrebbe stare per ore e ore a leggerti senza stancarsi.
    Spero davvero di poterti leggere ancora, in futuro, magari prendendo da un qualche scaffale di una qualche libreria un libro con su scritto Gianmarco Parodi come autore.

    In bocca al lupo per tutto, e tante grazie per aver scritto una così bella ed emozionante storia.

  • io penso che quella sua versione futura lo voglia avvisare di cambiare vita, che sta perdendo tempo dietro a nulla, che deve vivere o qualcosa del genere…

    Bravo, aspetto il finale, ma questo è nella categoria sbagliata, perché non lo definirei giallo, ma forse più… filosofico 🙂 manca questo genere!

    Scherzi a parte, bravo e aspetto il finale (unica pecca, dal primo capitolo è passato un bel po’ di tempo, più veloce darebbe un ritmo più forte alla storia secondo me). E poi ti ributterai con una nuova storia? Penso che fermo non avrà una seconda stagione, giusto?

  • molto arzigogolata la trama, un giallo dal finale inatteso… dopo aver votato, ho visto che è il telefono al momento a cui mirano tutti (anchio sin dai precedenti episodi), ma ho scelto di stare dentro la valigia… chissà che non ci sia dentro anche quello… le opzioni sono molteplici… “E penso a una valigia, che è sempre stata vuota, della quale non saprò mai più nulla”….vedremo…
    PS: complimentissimi per il Diploma alla Holden!!!!

  • Oooh bellissima la rivelazione di Nessuno, quasi mi aspettavo fosse il padre! Nella seconda metà c’è qualche dinamica che non mi è molto chiara, domani ti dico!!
    Comunque bel capito, ti sei spianato la strada per il finale… che mica ce lo uccidi fermo???
    Voto per il telefono, ormai abbiamo capito che la valigia è inutile!!

  • Ho letto adesso tutti gli 8 capitoli. Mi è piaciuto molto. Il primo capitolo lo trovo perfetto per invogliare il lettore ad andare avanti, e mi sono piaciuti moltissimo anche gli ultimi tre capitoli. Io immagino Fermo in una casa vuota con le luci spente mentre seduto per terra annega nella sua follia. Ma magari non ho capito niente. Aspetto la fine con trepidazione.

  • Poichè ciò che produce la mente umana va ben oltre l’immaginazione penso che la profonda solitudine di Fermo abbia creato una frattura con una realtà così drammatica da accettare da rifugiarsi in un mondo onirico, perlomeno così la vedo io. Sono curiosa di vedere come va a finire

  • Qualcosa mi ha portato a pensare a novecento di Bertolucci negli ultimi episodi, prima mi ero perso invece tra reminiscenze Omeriche e Matrix.
    Quando si evocano così facilmente delle immagini, dei fotogrammi, il merito è tutto dell’autore.

    All’inizio ho seguito il flusso, ora ti seguo con cognizione di causa molto volentieri fino alla fine.

    Franz

    ps voglio anche io gli Hyperlink al mio prossimo racconto 😛

  • bravo la storia è scorrevole e “prende”.Il tram mi faceva pensare al trenino di uno dei romanzi della saga della torre nera di Stephen King.Per me non è mai uscito da casa sua e ci sta dentro da molto tempo..Potrebbe essere una sorta di catarsi per accettare la morte della madre…..

  • Hai intenzione di pubblicarlo il acconto dopo? No, perchè è davvero davvero qualcosa di bellissimo.
    Ho votato per il buio completo, ma fosse per me darei un voto ad ogni opzione, tanto so che con qualunque di quelle farai un lavoro spettacolare.
    Complimenti ancora!

  • Bello! Trovo la tua scrittura molto potente e sentita, sembra davvero di ascoltare la voce inquieta e disperata di Fermo. Peccato solo che non l’abbia scoperto prima. Anche la trama, surreale che rasenta la confusione, rende imprevedibile ogni svolta. La mia personale opinione a questo punto è che lui sia stato tutto il tempo nella sua casa vuota, in preda a un lungo delirio sui suoi traumi e le questioni in sospeso.
    Grande!

  • Bello bellissimo 🙂 mi è piaciuta molto la descrizione di questi due personaggi, dettagliata e precisa. Gli abbiamo scoperti a poco a poco quasi fossimo li con Fermo. Ma la donna misteriosa chi sarà? Forse la madre?? Come avevo già detto, vorrei che il nostro eroe tornasse ancora sul Tram, infatti ho scelto quell’opzione, speriamo bene!!!!

  • Io lo faccio tornare sul tram..così, sul più bello.. 🙂

    E bravo Gianmarco che elude i 4000 caratteri con il suo bel biglietto multimediale! Un colpo da maestro.. 🙂 mi devo rimboccare le maniche e iniziare a fare amicizia con la tecnologia 😐

    Me te l’ho già detto che la tua copertina è una delle più belle??? 😉

  • ….ahahahah…anke tu hai ragione!!! Col telefono anke io ci metto una vita x cercarti!!!ahahah
    Comunque….cos’hai contro Licia Troisi???!!! A ne piace cm scrive…e quando leggo amo i fantasy per entrare nel loro mondo e uscire da questo…

  • Ahimè anche se mi manca il famoso tram penso che Fermo a questo punto debba raggiungerli e scoprire qualcosa in più su questa misteriosa cascina… tanti complimenti come sempre per tutto 😀 sono proprio contenta che il racconto stia prendendo così tanti punti te li meriti tutti!!!!!!!!

  • Ciao Gianmarco, ho letto questo capitolo con un po’ di sofferenza, quella giusta data dalla tensione e dall’aspettativa. Si vede che stai rallentando, per poi, probabilmente accelerare nel finale. Comincio ad avere un po’ di nostalgia del tram.
    Bravo,
    Salvo

  • uhmm…non so…un pò arzigogolato…non che gli arzigogoli non mi piacciano, ma faccio un pò fatica a farmi prendere anima e corpo…parere personale eh?! resta il fatto che la tua dialettica è indiscutibilmente buona!!

  • Vorrei essere piu vicina per festeggiare con te…ma sappi che sono fiera di te ! non avevo dubbi che tu fossi bravo…lo eri gia da piccolo
    la copertina e fantastica come il racconto e senza dubbi come te…
    tvb tanto cuginetto mio

  • Complimenti a gianmarcoparodi, che con il suo racconto interattivo FERMO è da tempo nella classifica delle storie più giocate su THe iNCIPIT! In premio, la copertina della storia: il tram n°15 è ovviamente protagonista 🙂

  • Sempre più bello Giammi, Soprattutto questa parentesi che porta fermo lontano dal suo amato/odiato tram 🙂
    Da buona persona curiosa che sono ho scelto la risposta di scoprire meglio cosa racchiude questa misteriosa cascina!!!!!

  • Bello bello bello, sempre più bello avevo talmento voglia di leggere il seguito che mi sono collegata al lavoro…se mi prende il mio direttore…sono fuoriiii..hahahahaah
    continua cosi…diventa sempre più intrigante e complesso..mi piace tantoooooo
    ciao cuginetto…tvb

  • Umh… vedo che al momento ho scelto la risposta con la % più alta… questo particolare apre ulteriori spiragli, forse Fermo non è più solo nel suo viaggio… interessante il passaggio dal tram al campo di grano… da una prigionia di se stesso e di ricordi ad una nuova (o rievocata) apertura, verso qualcosa, o verso qualcuno…
    la lettura scorre che è un piacere, com’è nel tuo stile, affascinante, intricante… la storia, nel suo evolversi, richiede costantemente aspettative e ci si domanda sempre dove andrà a parare?…
    fotograficamente si rivivono scene come in un film… (che sia di buon auspicio?) e “ironicamente” mi fa ricordare due cose: un testo di Mogol ed un film di Pieraccioni…

  • Non mi fa più commentare giù…
    Comunque la valigetta che aveva un contenuto misterioso che gli spettatori non sapevano cosa fosse (in realtà nessuno..)
    quindi la valigia di fermo può essere o una valigia vera oppure una valigia che contiene qualcosa di misterioso… o con qualche potere strano..