AAA: ti piace scrivere?

Dove eravamo rimasti?

John va al distretto di polizia perché... Capisce che è Amanda la ragazza della sua vita. (100%)

E vissero felici e contenti

Quando John giunse alla centrale di polizia, trovò Amanda e Pamela sedute sulle poltroncine, all’ingresso. Lorenzo era lì vicino, in piedi contro il muro. Nel notare l’arrivo dell’amico, Lorenzo gli si avvicinò quasi come stesse vedendo un fantasma.
«Ma dove ti eri cacciato?» il tono era di rimprovero, ma l’espressione imbronciata si illuminò  presto di un sorriso.
«Mi spiace Lorenzo, sono venuto appena ho potuto. Dovevo fare un bel po’ di ordine tra i pensieri…nella mia vita.»
I due si abbracciarono, proprio come fanno due veri amici che si rincontrano dopo molto tempo. Pamela si alzò dalla sedia, andando incontro a John; la ragazza era tutti sorrisi verso di lui. Dal canto suo, Amanda rimase seduta; teneva la testa girata dalla parte opposta alla quale era John.
«Ehi…» Pamela era a due passi da lui, con un sorriso a trentadue denti.
«Ero in pensiero per te, amore mio, ma dov’eri finito?» disse Pamela, avvicinandosi più a lui. «Non sai cosa quella strega mi ha combinato! Una pazza nel vero senso della parola!!» Amanda continuava a starsene per i fatti propri, guardando la parete difronte a lei; John alzò appena il sopracciglio dopo aver ascoltato Pamela e le rivolse uno sguardo perplesso. Lorenzo indietreggiò di alcuni passi, sentendosi di troppo.
John non disse nulla; si limitò ad avvicinarsi ad Amanda, sedendosi accanto a lei.
«Ciao…» disse infine, dopo aver aspettato di trovare il coraggio per rivolgerle quella semplice parola.
Amanda rimase zitta, limitandosi a guardare John con la coda dell’occhio.
«Mi spiace, Amanda…» John aveva la voce quasi rotta dal pianto. «Io sono imperfetto, non potrei mai essere all’altezza per starti affianco, ma la verità è che io è te che amo…» John non terminò, che sentì la guancia bruciare forte.
Pamela era lì difronte ai due ed aveva appena dato un sonoro ceffone al ragazzo.
«Che pena che mi fai!! » Pamela sputò in direzione di John, quindi uscì dalla centrale.
«Forse me lo sono meritato…?» disse John, la frase con un filo di voce.
«Forse???» Amanda spalancò quei suoi begli occhi e lo guardò beffardo.
«…avevo tante idee in testa, di fare tante cose, diverse da quelle che mio padre o altri avevano pianificato per me. Ma ho capito che…» John prese il viso di Amanda tra le mani, avvicinandolo al proprio; la ragazza fece finta di essere contrariata. In verità, rimase molto colpita dall’atteggiamento di John; non lo aveva mai visto così prima d’ora.
«Ho capito che potrei anche essere un barbone nella vita, ma non sarei davvero nessuno senza di te. Mi piace scrivere, e tu sarai il mio romanzo più bello». Amanda piangeva, commossa. John avvicinò le labbra a quelle della ragazza e rimasero così per alcuni secondi, che ad entrambi sembrarono secoli. Lorenzo per tutto il tempo rimase ad osservare i due amici; era compiaciuto, felice per John; prese il cellulare e nel blocco notes scrisse: AAA: ti piace scrivere? Lorenzo doveva ammettere che da questa domanda, era nata una grande storia.

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58 Commenti

  • Direi due poliziotti.
    Ciao, storia interessante, tra l’altro con una supercattiva che in confronto Crudelia Demon lavora volontaria alla Protezione animali. Amanda non ha poi tutti i torti a sperare per John un lavoro diverso da quello di scrittore, campare della propria creatività è veramente arduo!
    Ciao ciao

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    • Elena, grazie anche per il tuo commento 🙂
      A questo punto penso proprio che John parteciperà al concorso; la maggioranza sembra volere questo. D’altronde credo di volerlo anche io altrimenti non avrei creato questa storia; però anche a me piace l’idea che la sera prima gli capiti qualcosa, una sbronza – e forse qualcosa di più anche grazie ai tuoi suggerimenti. Ad una ex non avevo proprio pensato 🙂

  • Ho votato per l’ubriacatura…ma una di quelle che ti fanno sembrare tutto più facile e addomesticabile. Persino la risata isterica di Amanda!
    E dunque il nostro eroe, l’indomani, dovrà per forza partecipare al concorso!
    (come vedi ho preso due piccioni con una fava 😉 )

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  • sai che non ci mangi con le parole, lo sai bene, ma quando le aprole ti frullano per la testa, non puoi fare ameno che appoggiarle su un foglio, quando le lettere divenatno mattoncini, decidi tu che mondo costruirti e quindi continui ancora e ancora e ancora a pensarle, a voiverle, a riempirle di sfumature ed emozioni, ad amarle quelle parole.

    • Quando le parole “ti frullano per la testa”, più cerchi di evitarle, più ti riempiono la mente. A me capita così.
      Il “piacere di scrivere” e “scrivere per vivere” sono due attività che spesso non combaciano. Melissa, mi piace veramente ciò che hai scritto; le tue parole descrivono perfettamente lo stato d’animo che provo io spesso e volentieri.

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