AAA: ti piace scrivere?

Dove eravamo rimasti?

John si reca al concorso e partecipa, ma... Gi squilla il cellulare. Lorenzo lo avvisa di ciò che è accaduto e lui decide comunque di restare lì. (100%)

AAA: ti piace scrivere?

John camminò una mezzora a piedi per arrivare presso il luogo che gli era stato indicato per telefono; si fermò davanti alla struttura, perplesso. Sembrava di stare davanti ad un edificio che una volta era stato un manicomio o qualcosa del genere; oppure, l’architetto non doveva avere molta fantasia vista la forma troppo squadrata, non piacevole alla vista.

John fece un lungo respiro, prima di avviarsi all’ingresso.

Nel mentre Lorenzo compose il numero dell’amico, avviandosi verso la centrale di polizia. Aveva molti pensieri per la mente, primo fra tutti dove potesse essere John. Aveva citofonato al suo appartamento, lo aveva chiamato svariate volte quando vide Amanda e Pamela e i poliziotti, proprio dalla parte opposta della strada. Amanda e Pamela. Lorenzo non riusciva a non pensare ad Amanda così in collera; nei due anni in cui la conosceva, lei era sempre stata miss tutta calma e sangue freddo; chissà cosa le era preso? Lorenzo sentì gli squilli andare a vuoto e stava per mettere giù proprio quando sentì una voce rispondere.

«Si può sapere che c’è?» A Lorenzo John sembrava sbrigativo; certo, non poteva vedere l’amico mentre prendeva posto nella terza fila in quella serie di sedie e scrivanie.

«John, tutto bene?» rispose Lorenzo, un po’ titubante.

«Non ti hanno mai insegnato che non si risponde mai ad una domanda con un’altra domanda?» disse John, mentre una signora di mezza età passò davanti a lui, lasciandogli un foglio bianco e una penna. …Ovviamente i cellulari potete tenerli accesi, oppure no. Siete liberi di fare come vi pare.

Lorenzo sentì una voce a lui sconosciuta impartire quelle che a lui sembravano delle istruzioni.

Avrebbe voluto chiedere a John dove si trovasse, ma decise di andare al sodo.

«Amanda e Pamela sono nei guai»

«Cioè?» John rimase di sasso nell’apprendere quella notizia, ma finì comunque di scrivere il proprio nome e cognome sul foglio che gli era stato appena consegnato.

«Hanno litigato di brutto…» Lorenzo non aggiunse altri dettagli, non sapeva se fosse il caso di farlo per telefono.

«Stanno bene?» si accertò John.

«Non so, credo…»

«Senti, ora proprio non posso liberarmi. Appena posso ti raggiungo, ok? Proprio proprio non posso…» John ebbe un momento di incertezza su cosa fare esattamente, ma infine decise di chiudere la telefonata e con essa, anche il cellulare.

Lorenzo scosse la testa e sospirò, mentre mise il cellulare dentro la tasca del giubbotto. Era giunto davanti all’entrata della centrale, entrandovi.

John iniziò a scrivere, prima due parole ogni minuto, per poi procedere a passo spedito.Perché ti piace scrivere?recitava il foglio.

Cosa risponde John?

  • ...e perchè non dovrebbe? (100%)
    100
  • Si può scrivere ciò che si vuole, facendo passare per vero anche cose incredibili. (0%)
    0
  • Gli piace, perché lo aiuta a stare meglio. (0%)
    0
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58 Commenti

  • Direi due poliziotti.
    Ciao, storia interessante, tra l’altro con una supercattiva che in confronto Crudelia Demon lavora volontaria alla Protezione animali. Amanda non ha poi tutti i torti a sperare per John un lavoro diverso da quello di scrittore, campare della propria creatività è veramente arduo!
    Ciao ciao

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    • Elena, grazie anche per il tuo commento 🙂
      A questo punto penso proprio che John parteciperà al concorso; la maggioranza sembra volere questo. D’altronde credo di volerlo anche io altrimenti non avrei creato questa storia; però anche a me piace l’idea che la sera prima gli capiti qualcosa, una sbronza – e forse qualcosa di più anche grazie ai tuoi suggerimenti. Ad una ex non avevo proprio pensato 🙂

  • Ho votato per l’ubriacatura…ma una di quelle che ti fanno sembrare tutto più facile e addomesticabile. Persino la risata isterica di Amanda!
    E dunque il nostro eroe, l’indomani, dovrà per forza partecipare al concorso!
    (come vedi ho preso due piccioni con una fava 😉 )

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  • sai che non ci mangi con le parole, lo sai bene, ma quando le aprole ti frullano per la testa, non puoi fare ameno che appoggiarle su un foglio, quando le lettere divenatno mattoncini, decidi tu che mondo costruirti e quindi continui ancora e ancora e ancora a pensarle, a voiverle, a riempirle di sfumature ed emozioni, ad amarle quelle parole.

    • Quando le parole “ti frullano per la testa”, più cerchi di evitarle, più ti riempiono la mente. A me capita così.
      Il “piacere di scrivere” e “scrivere per vivere” sono due attività che spesso non combaciano. Melissa, mi piace veramente ciò che hai scritto; le tue parole descrivono perfettamente lo stato d’animo che provo io spesso e volentieri.

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