Edizione limitata

Dove eravamo rimasti?

Mi trovo a disagio. Devo provare a fare altro. Devo svagarmi. Cosa mi consigliate di fare? Sta facendo troppo caldo. Esco dalla libreria. (45%)

L’inseguimentoDevo trovare il modo di attirare la sua attenzione. Credevo fosse facile con questo cappotto rosso ma forse non ho ottenuto il risultato sperato. Sembra un cambio in corso in una partita di calcio: entra il jolly e te ne penti immediatamente dopo il primo fallo che commette. Devo ricordarmene la prossima volta, non posso credere che vada sempre tutto bene al primo colpo. In libreria, poi, non mi sento a mio agio se penso che tutto sia iniziato qui. Quell’edizione in ristampa e quell’incontro di mani su quella stessa copia. Tutto così fatalistico, tutto così scritto in un ineffabile destino. Ma adesso devo archiviare velocemente questi pensieri. Meglio tornarci più tardi. Potrebbe essere utile qualora le forze dovessero mancare.
Mi sono deconcentrata un attimo ed ecco, infatti, la conseguenza. Lui non c’è più. O meglio. Si sta allontanando dalla sezione gialli e noir e si sta avvicinando all’uscita. A passo incerto, vedo che si gira e rigira nel corridoio delle novità e dei DVD. Il suo sguardo si ferma e riparte l’istante successivo in una vorticosa scia di capelli castani che si muove all’unisono come nelle pubblicità in tv degli shampoo al femminile. Si ferma in corrispondenza del metal detector. Guarda a destra e sinistra come dovesse attraversare la strada. La Galleria di Piazza Colonna intitolata ad Alberto Sordi attutisce il vociume sordo dei suoi inquilini.
Mi trovo a seguirlo per Via del Corso, stando attenta agli attraversamenti pedonali. Più che alle strisce sono in fibrillazione per i taxi e il loro anarchico codice della strada.
L’ho scelto perché so che gli piacerà cosa ho in serbo per lui. Il suo modo sofisticato di cingere un libro, quei capelli scompigliati e l’andatura preziosa di chi nasconde qualcosa. Lo studio da tempo e mi attira sempre il suo vestiario edulcolorato e soft kitsch.
Osservo la busta bianca che sbatte sulla mia coscia sinistra, in corrispondenza dell’orlo del cappotto. Sbircio all’interno e mi rassicuro intravedendo le due macchie rosse che in movimento si fondono tra loro in un unica cosa. L’inseguimento a piedi continua a circa cento metri di distanza. Da Via del Corso si sta spostando a sinistra, abbiamo praticamente cirumnavigato Palazzo Chigi e mi ritrovo nella parte opposta di Piazza Colonna. Sulla mia sinistra un’ampia scalinata è il punto di accesso ad un’entrata secondaria del Parlamento italiano, a destra capisco perché Roma non è Copenaghen o Amsterdam: il servizio bike sharing sembra non essere mai stato utilizzato. Le bici rosse farebbero un perfetto pendant con la mia mise.
Ho sempre immaginato un inseguimento e il momento in cui l’inseguitore viene scoperto dall’inseguito. Adesso mi sembra di vivere in un film americano tra le strade di Roma. Perdo di frequento il suo piumino nero e la sciarpa color arcobaleno legata al collo e svolazzante dietro la nuca. Aumento la velocità dei miei passi e mi ritrovo in Via dei Prefetti. Eccolo slanciato e pensieroso che vira di nuovo a sinistra. L’insegna fuori parla chiaro: un’altra libreria. Era quello che mi aspettavo e quello che pretendevo.

Adesso mi trovo davanti ad un bivio. Cosa è meglio fare?

  • Devo assolutamente attirare il suo sguardo. Entro in libreria e lo avvicino. (82%)
    82
  • Sto sbagliando tutto. Non è lui il mio uomo. Meglio girare i tacchi e andarsene via. (0%)
    0
  • Lo attendo impaziente fuori dalla libreria. (18%)
    18
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31 Commenti

  • Mi è piaciuto il cambio di protagonista, mi fa piacere credere che si alterneranno.
    Sarà difficile mi sa, dovrai smezzare 10 racconti in 5, o farli incontrare prima 😉

    difficile pensare ad una donna che si serve di retorica calcistica, ma ormai non c’è certo bisogno di nuove dimostrazioni per provare che sono loro il sesso forte…

    io voto per la mossa diretta, che entri in libreria, siamo nel 2013, non c’è posto per i timidi.

    bella!

    ps portameli a Monti più in là 😉

  • Ho votato per l’attesa. Mi piace l’idea di raccontare sempre in prima persona, un espediente che uso spesso anche io per raccontare storie da diversi punti di vista. L’ambientazione così precisa e puntuale è invece quanto di più lontano ci sia dal mio modo di scrivere, ma ammiro molto chi si applica per identificare bene i luoghi del racconto. Ho lasciato Roma da qualche mese e fare una passeggiata virtuale per il centro è piacevole! Al prossimo capitolo, complimenti!

  • Roma non ti manca, finché non ci pensi, mannaccia a te!
    Tra l’altro è in arrivo la primavera, non c’è cosa più bella di viale delle milizie in motociclette alle 4 del pomeriggio di una domenica di metà aprile, se a cingerti c’è una Lei, basta girare verso sinistra e tornare indietro al pantheon, una coppetta al costo di una collana di diamanti da Giolitti e puoi dirti soddisfatto della vita.
    é ufficiale, mi manca un po’ l’Italia.

    ti seguo!

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