Il mondo impossibile di Ambra

Dove eravamo rimasti?

Come prosegue il sogno di Ambra? Il mattino dopo Ambra ha un esame (67%)

L’esameMi hanno fatto arrabbiare oggi. Da quando hanno cambiato l’infermiere è sempre così, mai un sorriso o una parola gentile da questo burbero e rincitrullito essere dal camice bianco. L’ultima sua battuta prima di andarsene del tutto fuori luogo e indisponente: “Non hai un bel colorito oggi. Dovresti far qualcosa.“ Inutile dire che mi è scappato un colorito vaffa, perché si, sono impedita nei movimenti, ma la parola non me l’hanno ancora tolta. Meglio dormire, chiudere gli occhi e rifugiarmi nella mia impossibile vita.
La mia pigrizia era epica, non mi piaceva fare le scale, soprattutto quando ero in ritardo bestiale. Uscii di casa in un lampo e la porta dell’ascensore era li, di fronte ai miei occhi. Cosa c’era di meglio che essere trasportati in strada in un minuto, piuttosto che scendere otto rampe di scale con il rischio di cadere? Mi piaceva uscire al meglio delle mie condizioni, perfettamente truccata e abbigliata. Quella mattina mi persi nella scelta dell’abito da indossare e delle scarpe da abbinare; mia mamma diceva sempre che ero vanesia e non potevo darle torto.
Pigiai il tasto per chiamare l’ascensore, attesi qualche minuto, fremendo e scalpitando, poi uno sguardo all’orologio e mi decisi a scendere per le scale: era tardi, dovevo arrivare all’università in tempo per registrarmi e volevo assistere a qualche altro mio collega. Non ero così pronta come volevo; notte praticamente insonne per via della figuraccia con il dolce e per il sorriso di Flavio che non se ne voleva andare. Inutile tentare di pensare all’esame di Filologia Latina, l’unica cosa che avevo in mente era il ragazzo della porta accanto. Mi diedi per la centesima volta dell’idiota, più del numero delle scale che scendevo traballante sui tacchi. Adoravo i tacchi ma non sempre erano comodi; stupidamente mi venne in mente l’ennesimo proverbio di mia mamma: chi bella vuol comparire, qualche pena deve soffrire.
Fuori dal portone di casa, il solito grigiore di Milano, la solita puzza delle auto che si rincorrevano frenetiche, le solite cacche di cane da schivare. Tutto come sempre, poche cose cambiavano. Quel mattino non trovai la mia auto al solito posto; ecco, questo si che era un bel cambiamento! Imprecai contro l’ignoto ladro e chiamai mio padre al cellulare. Imprecò anche lui e dopo alcuni minuti di impossibili soluzioni lo implorai di venirmi a prendere per portarmi all’uni. Girandomi per tornare verso il portone di casa e attendere, vidi Flavio. Mi resi conto che aveva ascoltato la mia telefonata quando: “Posso darti un passaggio, ma devi saltare sulla moto con me. Non posso offrirti altro.”
Era una mano tesa, improvvisa quanto gradita; unico neo la mia gonna aderente, ma non potevo assolutamente mancare l’esame. Seppur arrabbiata per il fatto increscioso e improvviso, accettai; infilai il casco e tirando la gonna verso l’alto saltai in sella dietro di lui. Indossavo le mie solite autoreggenti con il pizzo, i collant erano accessori banditi dai miei cassetti, consideravo la femminilità una prerogativa della donna e la sfruttavo per sentirmi meglio. Flavio si girò verso di me e lanciò uno sguardo compiaciuto alle mie gambe semiscoperte, arrossii sotto il casco ma con una lieve pacca sulla sua spalla e poi un gesto con la mano, senza parlare, gli feci capire che ero pronta per partire. Lui infilò il casco, accese la moto e partì. Sfrecciò nel traffico tra un auto e l’altra. Quando si fermò davanti alla facoltà ero ancora stretta al suo busto. Tornai in me quando mi sfiorò una gamba e: “Siamo arrivati, puoi lasciarmi. Devo accompagnarti o ce la fai da sola?” Una grassa risata accompagnò la sua frase.
Scesi inviperita dalla moto, mi aggiustai la gonna e quasi gli tirai addosso il casco. “Sono capace e libera di guidare le mie gambe fino all’aula giusta! Grazie per il passaggio.”
L’esame fu uno dei miei più grandi exploit, un trenta con lode e un applauso dei colleghi.
E’ già domani. L’alba è arrivata troppo presto. Solo mia mamma seduta accanto.

Qualcuno era ad attenderla fuori dall'università- Chi?

  • La amiche (14%)
    14
  • Il padre (14%)
    14
  • Flavio con la moto (71%)
    71
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88 Commenti

  • ricordi si mischiano nella mente di Ambra, colorano rapporti intriganti in cui msi mischiano le confidenze, il piacere ei giochi degli amanti…qui riornano mentre la macchina ha dei problemi. I genitori imepgnati in un normale litigio il desiderio di sfuggire alle strettoie…con lampi di delicata sottomissione poi la fase finale commovente e pessimista a un tempo.

  • La porta si apre e … il gioco si spezza.
    Ambra non ha ancora trovato il coraggio di vivere, quindi non si permetterà nemmeno un fantasia così intrigante.
    Dovrà decidere, anche per questo, se abbandonare la lotta o ritornare alla vita, con tutte le sue incertezze.
    Molto pathos, bravissima.
    A kiss.

  • l’incipit poetico e filosofico, poi il colpo di scena flavio che invita Ambra in un locale già visto ma da cui si diparte un percorso nuovo e un’esperienza nuova. La benda. l’inquietudine di non vedere controllare l’ambiente esterno si fa largo in Lei: l’ansia cresce e che accadrà? Una scena di passaggio apparentemente, ma forse siamo a uno snodo importante della storia, in che direzione andranno i protagonisti?Mentre la mente di Ambra si affolla e si colora per i pensieri sul senso della vita…

  • ti leggo con piacere e ti leggo ormai quasi con cadenza quotidiano. Stai diventando un appuntamento fisso. Se non ti trovo qui, sei sul blog. La bravura e talento unite alla costanza per me sono grandi doti per un’autrice.
    Questa frase mi ha intrigato moltissimo: “lussureggianti pagliuzze dorate che si inframezzavano nell’azzurro delle iridi. ”
    Mi piacerebbe molto una continuazione molto fuori dagli schemi. Qualcosa di inusuale persino per la letteratura scandalosa…

  • le sensazioni , gli stati d’animo, la psicologia dei personaggi prendono corpo e emergono come la trama del disegno sulla tela.Abilmente l’autrice intesse un racconto che ti penetra e ti incuriosisce. come la goccia scava nella roccia così Allie arriva alla mente a e al cuore e ti domandi…a quanto il prossimo capitolo? Brava

  • Allie m commuove e non da ora con le sue storie, è un piacere leggerla e lasciare che le parole si depositino nella menet e nel cuore per filtrare e gustare il succo… quando ho letto questo periodo: ” Invece devo chiedere, mendicare attenzioni che vorrei evitare, impegnare mia madre che soffre così tanto. La vedo, vedo le sue lacrime represse quando è al mio fianco, i suoi occhi gonfi, le sue rughe; non merita di vivere in questa maniera, vorrei che la macchina smettesse di funzionare e mi lasciasse andare. Il buio è la mia droga, un rifugio che bramo” mi domando come si possa raggiungere una tale intensità di sentimento.

  • Tacchi, gonna aderente, autoreggenti…gambe ignude in moto. Dove?? Dove possiamo vedere costei? Dacci un’indicazione, una location.. uno spunto 😉
    Secondo me “Flavio con la moto” è un po’ … scontato. Dalle amiche invece mi aspetto qualcosa di molto particolare e… piccante! 😉
    (Complimenti per il blog!… molto bello!)

  • naturale e realistico dai paesaggi in cui si svolge l’azione all’esame, allo stato dei personaggi la schermaglia fra Ambra e Flavio. Il tutto pennellato con leggerezza ma efficaci: fluisce il racconto, lo sorseggi in un secondo salvo poi riotrnare a meditare…Brava Allie

  • Episodio o descrizione dell’autrice? Cosa mi è piaciuto di più. In merito al prima, sono tentato dall’ascensore, nel quale potranno mescolarsi paure, ansie, ricordi e influenze oniriche. In merito al profilo autrice, è molto intrigante. M’immagino l’impiegata che per anni vive con la testa nelle sue avventure che un giorno finalmente decide di vivere. Qual è l’indirizzo del tuo blog? Ho cercato il tuo ebook su Amazon, ma non l’ho trovato…

        • E’ molto più semplice di quanto pensi.
          Allie è un dminutivo di Allison, Luisa in italiano. Hai presente la nota pubblicità di qualche tempo fa? Io sono come la signora Luisa, comincia presto, finisce presto e non pulisce il wc se non ha il detersivo giusto.. ah ah ah (sono terribile, lo so).
          Walker significa camminare (o cammino): io cammino con i miei pensieri, con la mia testa che non sta mai ferma, cammino così veloce con la mente che tutto il resto non riesce a stargli dietro.

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