Una pizza nella notte

Pizza PastramiSono il Fangio. Sono un guru dell’ammòre, ce ne sono tanti come me ma questo sono io. Di giorno sono uno studente fuoricorso che non si laureerà mai e di notte consegno pizze a domicilio per conto del signor Mahipal (proprietario/pizzaiolo/centralinista/cassiere pakistano di Pizza Pastrami).
È uno sporco lavoro ma qualcuno deve farlo. Cioè, non è che sia così sporco, da quando il signor Mahipal usa gli scarafaggi come olive il locale è molto più pulito. La paga non è altissima e quando, ogni fine settimana, mi lamento per la miseria che mi dà, lui mi indirizza a sollazzare una capra. Penso parli di sua figlia, ma preferisco non approfondire. Se puzza solo la metà di suo padre ci sono gli estremi per dichiararne il decesso.
Mai stati un problema i soldi, comunque: di solito sono le ragazze ad offrirmi da bere.
Impossibile, direte. Non per me. Non faccio nulla di particolare per meritare questi favori: non sono facoltoso, non sono famoso, non ho la tartaruga, non sono un Dee-jay che mixa i pezzi con Media Player, non sono un ballerino di Amici, non sono bello.
Quello che ho io ha molti nomi: i francesi lo definiscono charme, i padri pellegrini lo chiamavano magia, negli anni ’90 era conosciuto come sex appeal.
Non posso farci niente se ho fascino. Non sono cattivo, è che mi disegnano così.
Il fascino non ha nulla di razionale, non ha niente che si possa insegnare. Le donne non capiscono che cosa le attrae di me. Imbarazzate si nascondono dietro risolini e rossori quando devono spiegare alle amiche perché le hanno abbandonate per appartarsi con il sottoscritto.
E cosa succede a quel punto? Succede che le amiche, innocentemente curiose di capire che fine abbia fatto l’intelligenza che tutte le riconoscevano, si avvicinano e la trappola scatta di nuovo.
È un cane che si morde la coda. Un ciclo cosmico sempiterno che perpetra felicità incondizionata.
I fidanzati? I fidanzati non sono un problema: arrivano con l’intenzione di farmi pisciare un po’ di sangue ma alla fine se ne vanno da amiconi.
Sono un professore, potete chiamarmi così o se siete un po’ più audaci “Fangio, mio mitico Fangio”. Insegno agli uomini ad essere vincenti nello spirito, alle anime sperdute e ai cuori infranti di volgere questa sofferenza al servizio del piacere, ai timidi di resistere ai no femminili con un barbarico YAWP e fare in modo che nessuna delusione amorosa bussi ancora alla porta.
«Tu finisci! Tu sèmpre con tèsta in pubi, eh!»
«Come? Con la testa dove?» domando scazzato.
«In PUBI!»
«Signor Mahipal, glielo ripeto, con sua figlia no. Poi quelli del WWF chi li sente?»
«Nununu, io no pago per tu sogna lavoro. Piega scatole!» mi ordina il piccola pakistano con un turbante di capelli crespi in cima alla testa. A Pizza Pastrami gli anni ’70 non sono mai finiti.
«Ha ragione, dovrebbe darmi un gallone di caffè all’ora perché se mi addormento e sogno sua figlia non mi sveglio più.» dico riprendendo a piegare i cartoni delle pizze. Ne ho già fatti una settantina stasera e, anche se sappiamo entrambi che abbiamo scorte per i prossimi 6 mesi, il signor Mahipal insiste perché non me ne stia con le mani in mano e la testa tra le nuvole. Nuvole. Nubi. Pubi. Ahhh.
«Piezza prònta!» urla il signor Mahipal sbattendo sul bancone una 4 formaggi che ribolle e schizza.
«Dove va?» chiedo sigillandola e mettendola nella borsa termica.
«Cuorso Matteuccie! In vienti minuti, eh!»
«In venti minuti, sempre in venti minuti! Va bene che l’Interceptor (un Sì Piaggio giallo con la bronchite) batte anche il diavolo ma prima o poi finisce che mi stendo per i suoi venti minuti, signor Mahipal!»
«Tu stèndi?»
«Sì, ma non sua figlia.»
Il telefono a muro dietro la cassa squilla. È un vecchio telefono sudicio del peso approssimativo di 75 chili. Guardo il signor Mahipal. Guardo il telefono. Guardo il signor Mahipal. Lui è appena sbucato dalla cucina con un sacco della spazzatura grande come il Mozambico, una sigaretta all’angolo della bocca.
«Riispondi o puorti fuori!» dice.

Cosa faccio?

  • Me ne frego e faccio la mia consegna (35%)
    35
  • Butto l'immondizia (0%)
    0
  • Rispondo al telefono e prendo l'ordinazione (65%)
    65
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133 Commenti

  • bene, siccome le vedo che le votazioni sono ferme da un po’, decreto come svolta vincitrice la numero 3!
    i lettori di Una pizza nella notte seguiranno due storie parlallele: da un lato la movida di Zanna e Tette’, dall’altro la vita solitaria del fattorino oscuro di nome Fangio, perchè forse lui non è il fattorino che ci meritiamo, ma quello di cui abbiamo bisogno.

    • Povero Zanna! la vita non è stata abbastanza dura con lui: adesso ci si mettono anche i lettori di TheIncipit!
      Bè ma Zanna, sotto sotto, ha il cuore di un drago!
      Il rene l’ha venduto e il fegato l’ha regalato a Tetteballerine che ne ha più bisogno di lui, per la qualità media delle donne con cui si trastulla e l’alcol che ingolla.

      🙂

    • Chissà se Zanna capisce qualcosa delle donne…lui è un romanticone, non è un lupo della steppa come Fangio. Gli manca il fiuto del predatore 😉
      Gli slogan sono stati scelti con cura e professionalità da un team di pubblicitari pagati profumatamente vendendo la cassa del fondo cassa (cit.)

      Ehi, la proposta che ti ha fatto il Fangio è rimasta ignorata! Non me lo offendere!

    • La pizza ravanata con le mani ti ha fatto schifo? La scaccolata nemmeno un po’?
      Da questa storia ne uscirai con una tempre invidiabile, parola del Fangio!
      Persone e fatti potrebbero non essere completamente inventati, ti lascio nel dubbio e ti consiglio: prendi sempre una pizza in cui tutto quello che ordini può essere identificato. Per l’impasto non garantisco, è il segreto del pizzaiolo!

      Tu mi segui, il Fangio ti stalkera!

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