Anima Vendicatrice

Ricordi e cenere – Avanti, parla! – gli intima. – Se vuoi vivere – . Kara ritira il paletto, ma posa il pomolo d’argento sulla gola del vampiro.
Lui la guarda sofferente, l’argento inizia a bruciargli la pelle, ma biascica: – So che l’assassinio della tua famiglia è stato commissionato da un vampiro d’alto livello, molto potente. –
Kara ha un tuffo al cuore. Per un attimo, rivive nella sua mente quel giorno.

Era una domenica mattina come tante, si era svegliata presto per andare in bagno e subito un odore metallico e nauseante le aveva preso la gola, in bagno aveva vomitato e poi si era diretta nuovamente alla sua camera. Ma un tonfo sordo nella camera dei suoi genitori le diede i brividi. Piano, a piedi scalzi, si era diretta alla porta socchiusa. L’aveva dischiusa ed era rimasta impietrita: i corpi dei suoi genitori erano riversi sul letto con le gole tagliate, gli occhi fissi al soffitto, le lenzuola intrise di sangue.
Disperata e terrorizzata, era corsa nella camera della sua sorellina. Aveva trovato anche lei così, il corpicino steso su un fianco in posizione fetale, i bellissimi capelli rossi scuriti dal suo stesso sangue. Le si era avvicinata, l’aveva presa in braccio, l’aveva cullata sul suo petto come faceva di solito, quando la piccola correva da lei per un incubo. Era stato allora, che aveva visto il suo esile collo tranciato da due tagli netti che partivano da due fori profondi.

– Chi è?! – domanda a denti stretti, cercando di ricacciare indietro il dolore.
– Non lo so, non posso sapere il suo nome! – risponde il vampiro, cercando di allontanare il pomolo dalla sua gola ma bruciandosi la mano.
– Avevi detto di saperlo! – grida Kara.
– Sono solo un vampiro di basso livello, mi è proibito sapere i nomi dei vampiri nobili! –
Kara si calma, è vero, lo sa anche lei. Fa un respiro profondo e ritira la mano.
Il vampiro la guarda di sottecchi, massaggiandosi la pelle del collo bruciata ma già in via di guarigione. Sorride soddisfatto.
La rabbia torna a montare nel cuore della ragazza, che fa roteare nella mano l’arma per ripuntare il legno di frassino in direzione del cuore del vampiro. – Addio. –
– Ma avevi detto che mi avresti risparmiato! –
– Hai pur sempre ucciso quella ragazza, ti sei nutrito del suo sangue, sei un assassino – ribatte lei.
Il vampiro le rivolge un’occhiata beffarda. – E tu non lo sei? Non uccidi anche tu?! –
– Io faccio giustizia! – ribatte Kara.
Cala il paletto e l’assassino esplode in una nuvola di cenere.
Passa qualche secondo. Il vicolo è deserto e silenzioso, a parte per Kara e il suo respiro affannato. Ripone l’arma all’interno nella giacca e, dopo aver dato un’ultima occhiata al punto in cui è scomparso il vampiro, inizia a correre, facendo la strada a ritroso, diretta verso la città. Percorre qualche metro, poi una figura nera si staglia di fronte a lei, illuminata dalla debole luce di un lampione. – Poni fine alla tua caccia, Anima Vendicatrice –. La sua voce sembra il suono di unghie che graffiano una lavagna. – O anche l’ultima persona che ti è rimasta al mondo ne pagherà le conseguenze – . Luke!!!, pensa in un moto di apprensione, ma quando rialza lo sguardo, la figura non c’è più. Era stata reale?
Ricomincia a correre, un oscuro presentimento nel cuore.
Percorre le vie del centro affollato, scansando alcuni gruppi di ragazzi accalcati sui marciapiedi, la birra in mano; raggiunge il centro storico e la piccola palazzina sgangherata, apre con un calcio il portone e sale le scale di corsa. Davanti la porta di casa si ferma, i sensi sviluppati in allerta. Nessun suono, nessun odore di sangue, nessuna puzza di vampiro. Apre la porta e a passi felpati varca l’entrata del salotto.
Vede la testa di suo zio Luke ciondolare dal bracciolo del divano.

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