Anima Vendicatrice

L’ex fabbricaSi avvicina, supera il divano. Il corpo di suo zio è riverso in posizione innaturale, il collo è spezzato. Gli occhi azzurri sono chiusi e gli occhiali, dalla montatura leggera e le lenti spesse, storti sul naso aquilino.
Kara si lascia cadere sulle ginocchia, il cuore le rimbomba nelle orecchie, mentre quello di Luke si è fermato per sempre.
“Anche lui…”

La prima volta che aveva visto Luke era stato al funerale della sua famiglia. Le si era avvicinato, riparandola con il suo ombrello nero e, quando le aveva detto il suo nome, aveva capito che era il fratello minore di suo padre: studioso di storia e arte medievale, aveva girato mezza Europa.
Era andata a vivere con lui, in quello sgangherato e piccolo appartamento. Sempre silenzioso e mai invadente, aveva imparato ad apprezzarlo e non c’era voluto molto perché gli si affezionasse. E grazie ai suoi libri, aveva scoperto ciò che era e tutto sui Vampiri.
Grazie a lui, aveva ripreso una parvenza di normalità, aveva avuto di nuovo una famiglia.

“Ora sono di nuovo sola.”
Kara si alza e va in bagno. Si guarda allo specchio, non si riconosce più. Afferra il bordo del lavandino convulsamente, fino a farsi diventare le nocche bianche, fino a crepare la ceramica. Spalanca gli occhi, a volte fa ancora fatica a credere a quanto sia forte, a quali incredibili capacità possiede.
“E’ per ciò che io sono, che sono morti.”
Quel pensiero si radica nel suo cuore, in profondità.
“Ora non ho davvero più niente da perdere. A parte la mia vita. E la mia vendetta.”
Esce dal bagno e di slancio si reca nella stanzetta di Luke, va alla scrivania e apre il cassetto. Estrae una scatola lunga e stretta, di legno, con bassorilievi intagliati finemente che riproducono una rosa irta di spine. La apre e ne estrae una balestra e una freccia con la punta d’argento. E’ antica, costruita per uccidere i Vampiri, come il suo paletto con l’impugnatura a forma di croce, regalo dalla Romania da parte di Luke.
Esce dalla stanza, ritorna in salotto, e guarda un’ultima volta suo zio.
“Vendicherò anche te. Te lo prometto”.

In pochi minuti è di nuovo nella periferia della città, nei pressi dei vecchi magazzini abbandonati. Si dirige d’istinto verso un’ex-fabbrica di tessuti, usata come luogo di festini da vampiri di basso rango e come esca per mietere vittime tra i ragazzi raver ubriachi e fatti di cocaina.
Sale le scale del retro e con un calcio abbatte la porta. Una figura le blocca la strada ma in un attimo il suo paletto lo trafigge. Irrompe nella sala, la musica a palla fa aumentare il battito del suo cuore, l’adrenalina e la sete di vendetta. Non pensa ad altro. Come una furia, si abbatte sul gruppo di vampiri rimasto, uccidendoli tutti. Tranne uno.
Lo riconosce, è un vampiro nobile, lo sente dal suo odore, lo avverte nelle sue stesse vene, può sentire il suo potere. Improvvisamente è paralizzata, sente gelarsi il sangue nelle vene, e gli occhi di ghiaccio del Vampiro la incatenano sul posto.
– Ti stavo aspettando, Kara – .

 Loading ...