Azimut

Dove eravamo rimasti?

È ora di mettere la parola fine. Cosa direte dopo aver letto l’ultimo capitolo? Ben ti sta! (39%)

GiustiziaBeatrice svoltò l’angolo che per tante mattine era stato l’ultimo ostacolo prima di entrare in Azimut.
Davanti al palazzo era un putiferio di sirene e divise: ambulanze, poliziotti, pompieri. E un nugolo di spettatori curiosi.
Si fece spazio tra pance e braccia sudate fino a guadagnarsi uno spiraglio di visuale. Oltre il muro di gente tre poliziotti stavano scortando fuori dalla Azimut il dottor Maifredi, ammanettato come il peggiore dei criminali.
«Bea, che ci fai qui?»
Riconobbe Simona Rossi dalla voce. Non rispose: «Ma cos’è successo?» chiese invece prima di vedere un corpo uscire dal portone dentro un sacco nero.
«Pare che Maifredi abbia fatto fuori tutto il consiglio direttivo» disse la sua ex collega.
Beatrice sentì come un punto interrogativo disegnarsi enorme sul proprio viso.
«Non so di più, sembra che abbia sparato a Zoppi, avvelenato Lenza e spaccato la testa a Melania.»
Un’ondata d’orrore l’investì per un istante. Poi, in un angolo recondito del cuore, sentì farsi spazio un sentimento opposto, disgustosamente cinico: il piacere.
Allontanandosi sconvolta si sforzò inutilmente di cacciare quel pensiero: dunque esisteva una giustizia divina.

L’aria attraversa un’ultima volta le narici, scivola dall’esofago in un soffio, poi il diaframma si contrae esasperato, una, due, dieci volte.
Sente le forze cadere, le membra tremare, la morte avvolgerlo nel suo abbraccio.
Il sorriso diventa una smorfia contorta, un grido strozzato.
La preghiera si sgretola nella mente priva d’ossigeno e lo spirito sussulta un’ultima volta.
Infine eccola, la libertà.

Quando Simona entrò in birreria erano già arrivati tutti. Gallizzi e Sermonti avevano davanti una media bevuta per metà, Anna stava gustando il solito chinotto, mentre Gloria e Nicoletta sorseggiavano un bianco.
«Scusate ragazzi, m’hanno trattenuto in Questura.»
«Problemi?» le chiese Gloria facendole spazio.
«Alcune domande sulle ultime assunzioni, dalla Gerini hanno trovato l’archivio dei trapassati. Sapevate che s’è impiccata da sola?»
«Lo credo bene» sorrise sarcastico Sermonti «Le ho telefonato per tutta notte!»
«E io le ho sciolto LSD nel caffè…» ghignò tra i baffi Gallizzi.
Simona non trattenne un sorriso: «Avrei voluto vederla quella puttana penzolare dal soffitto.»
«Hai nascosto il veleno di Lenza nell’ufficio di Maifredi?» le chiese Nicoletta.
«Aveva già i sigilli, gliel’ho messo in macchina.»
«Ottimo» si congratulò la collega «Io invece i pollini sono riuscita a infilarli nella scrivania.»
«Come hai scoperto che la Zanet era allergica?»
«È stata Anna…»
«Sì» intervenne la collega «andava dallo stesso specialista dove porto mio figlio.»
Seguì un silenzio, uno scambio di sguardi, una risata sottile.
«Cazzo, ero convinto che quello stronzo di Spinelli l’avrebbe scampata» commentò Gallizzi dopo aver finito la birra.
«Già… come avete fatto? L’hai schiacciato tu?» chiese Gloria a Sermonti.
«No no, io ero su, cercavo di manomettere l’ascensore per non farli scappare.»
«E allora com’è stato?» domandò Anna.
«Un colpo di culo direi!» sorrise lui.
«Al colpo di culo» brindò Simona alzando il bicchiere.
I vetri si scontrarono tintinnando, gli occhi s’incrociarono.
«E a Ferrari» aggiunsero volgendo lo sguardo verso una sedia rimasta vuota al fianco di Sermonti.
Simona Rossi prese il bicchiere di crodino che aspettava davanti al posto libero, lo sollevò: «A te Roberto» e bevve un sorso. Nicoletta dopo di lei fece lo stesso, così come Gloria e tutti gli altri.
Per ultimo Sermonti sollevò il calice e dedicò al vecchio amico un sorriso prima di rimettere il bicchiere davanti alla sedia vuota. L’ultimo goccio di liquido biondo era sul fondo, in attesa di labbra che non erano più.
«Ora riposa in pace» concluse Sermonti alzandosi.
I sei colleghi uscirono dal locale, incamminandosi verso le loro case. La cameriera portò via i bicchieri ormai tutti vuoti. Maifredi si sdraiò per la prima volta dietro le sbarre di una cella.
La vita riprese là dove si era interrotta. Così come la morte.

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248 Commenti

  • E dopo essermi finalmente deciso a proseguire col mio, rieccomi anche a leggere i racconti lasciati indietro! 😀

    Mi ero fermato dalle parti del settimo capitolo, ho fatto un recuperone! Bellissimo racconto come sempre Michel… ma ci tengo in particolar modo a sottolineare come spicchino i tuoi finali (che secondo me sono la cosa più difficile).

    Chapeau, e non vedo l’ora di leggere il nuovo genere con cui ti sei cimentato! 😉

    • E’ una cosa che ho imparato facendo teatro ma che vale anche per la narrazione: sono due i momenti cruciali per lo spettatore (lettore!), l’inizio, quando cioè catturi la sua attenzione, quando ti giochi tutto in pochi istanti di credibilità. Se sbagli quello puoi anche andare a casa…
      Poi viene la fine, ciò che lo spettatore ricorderà più di tutto del tuo lavoro, se sbagli quella tutto ciò che viene prima, anche se geniale, finisce nella pattumiera.
      Per questo ci sto molto attento… 😉

  • Come sempre rimango indietro di qualche capitolo, prima di riprendere tutto d’un fiato. Gli ultimi tre li ho letti senza poter staccare gli occhi dallo schermo.

    Una volta lessi un’intervista a Patricia Highsmith su come si scrive un giallo: lei rispose che la chiave e la base è la tensione. La domanda, l’incognita.
    Tu hai saputo tenere alta questa tensione, di più, hai saputo farla crescere dall’inizio alla fine. A dire il vero mi aspettavo, e forse avrei preferito per gusti personali, una risposta tipo woodoo o qualcosa di sovrannaturale… ma anche no. L’unico rimprovero forse è che nel finale liquidi tutto un po’ troppo di fretta, ma non è colpa tua: 4000 caratteri son 4000 caratteri.
    Ottimo, ottimo lavoro. E’ un piacere leggerti, spero di poter continuare a farlo.

    F.

    • L’opzione sovrannaturale è stata aperta fino alla fine poi però, proprio per la tensione creata verso quella direzione, ho deciso d’abbandonarla.
      Hai ragione i 4000 caratteri sul finale mi sono andati un po’ stretti ma non so se potendo ne avrei scritti molti di più.
      Il fatto è che, costruendo storie che possono avere diversi finali, è sempre difficile spiegare proprio tutto. Molto meglio dare una spiegazione leggera ma soddisfacente, e per questa poche righe bastano…

      e comunque, grazie! 🙂

  • Sono a bocca aperta.. i risvolti pragmatici che spiegano tutto dopo che il racconto faceva pensare all’esoterismo e chissà quali trame mi fanno impazzire.. poi comunque hai reso tutto davvero bene, la psicosi, il turbamento.. tutto ovviamente di chi era intrappolato, ma che arrivava diretto a noi.
    Richiama certamente un giallo di un certo tipo, ma l’esecuzione è stata magistrale e il contesto originale e perfettamente calzante al tipo di storia.

    • Ti dirò, non sono un gran lettore di gialli quindi non è che mi sia proprio ispirato…
      Ho seguito la corrente dei vostri voti, a volte anche con un po’ di affanno perché tirarla lunga 10 capitoli mi sembrava impossibile.
      E il finale, beh, anche quello è frutto dei vostri voti.
      Chissà se gli altri due ti avrebbero lasciato ugualmente a bocca aperta… 😉

  • “Ben ti sta”, adoro le vendette…. e più sono cruente e più le adoro.
    Se posso per mettermi, “Sì, sembrava un salame, di quelli etc.” l’ho sentita un po’ ridondante come frase. Per il resto un capitolo molto buono. Anche io ho apprezzato molto la frase sull’istinto di sopravvivenza.

  • Questa frase mi è piaciuta troppo “Ma l’istinto di sopravvivenza è forte in ogni essere vivente, ancor di più negli uomini d’affari.”.
    Bello bello, direi che sta tornando tutto, anche questo morte è molto realistica e la dinamica verosimile. Io ho votato per il “Me lo sentivo!” non tanto perché penso di aver indovinato l’ultimo mistero, ma perché è la frase tipica che molti dicono per farlo credere 😀

  • Penso di essere il primo, avevo il sentore del tuo capitolo, non so perché, gli stavo dando la caccia 🙂 e non mi hai deluso, grande capitolo, allora trattasi di un fantasma o di un parente di Ferrari? Vediamo, io penso che la vera frase finale che dirò quando lo avrò finito, sarà: Grande Michel!! Però ho votato “ben ti sta”! Anche se avrei detto Ben VI sta 🙂 Questa storia piena di morti mi sta piacendo davvero tanto, e aspetto l’ultimo capitolo e poi il tuo fantasy!

  • Molto interessante il risvolto della storia, con l’informazione del suicido di Ferrari, o presunto tale.. ho votato per il duello, in in un clima del genere il sospetto”tra “condannati” disperati non può mancare (e generalmente fa sempre il gioco dell’assassino..).

  • Bellissimo capitolo (che strizza l’occhio con la frase finale a Dieci piccoli indiani) 🙂 Bravissimo, è una storia che mi ha preso tanto questa, e ora quello che ci vuole è un bel duello, ora sta se solo verbale, o proprio fisico. Sono rimasti Zoppi e Maifredi, e il killer religioso, che comunque potrebbe essere anche uno di loro due, oppure qualche parente di Ferrari…

  • Chi va con lo Zoppi… Il capitolo migliore, lo spazio lasciato all’introspezione della Gerini è assolutamente efficace, per un momento riesci anche a farci dispiacere per la sua morte, e se un personaggio antipatico riesce a muoverti a pietà, allora lo scrittore ha fatto alla grande il suo lavoro.

  • Vado controcorrente, ho votato Maifredi. Per par conditio non voglio far fuori l’unica donna rimasta, poi Zoppi lo farei soffrire più di tutti, invece la gente vedo che vuole levarsi subito il dente…

    Ma questo finale?? Chi si impicca?? e Spinelli siamo sicuri che sia morto? A meno che l’assassino non sia Ferrari, ma uno del gruppo…

    Bravissimo!! Capitolo dal grande ritmo, peccato sia già il settimo e tu come me, non ami i sequel…

      • Hai sempre tre capitoli, uno a persona ahahaha

        Poi sai com’è facile far fuori le persone, io in un solo capitolo in farmtown ne feci fuori 4 😀

        Per i sequel degli horror, becero è il miglior aggettivo che si possa trovare… d’accordissimo!!! Hai già in mente il prossimo genere che toccherai? Sei già passato da fantascienza, avventura e horror. Humor o giallo li vedrei bene dalla tua penna 🙂

          • Io per i tuoi racconti, come per altri autori su the incipit, vi seguo a scatola chiusa, prima clicco su SEGUIRE LA STORIA e solo dopo inizio a leggerla, perché so che non mi deludete mai!! e anche se il fantasy è un genere che non amo particolarmente (sinceramente e qualunquemente) 🙂 però sono sicuro che farai una storia originale e per questo ti leggerò 🙂 ma intanto attendo con trepidazione il continuo di questa bellissima storia!

  • Uuhhh uffici completamente deserti! Vuoi mettere che bella una scena surreale tra uffici deserti, mentre dovrebbero essere brulicanti di vita e lavoro? Magari un bell’inseguimento così da inserire anche un punta di azione.. ci sono spunti per un sacco di atmosfere fighissime!
    Bel capitolo, continua così!

  • Secondo me, perfino in un racconto come questo il troppo storpia…ci vuole un altro po’ di suspence prima di vedere altro sangue. L’immagine degli impiegati immobili, in questo senso, mi sembra un ottimo punto di partenza per cominciare a scavare la fossa di qualcun altro 😉

  • Vogliamo panem et circenses!! Capitolo sette e si fa fuori Spinelli!! Come muore però ancora non si sa, per ora siamo in vantaggio, da crudele popolo di incipit!! Finora troppo buoni, ora basta, vogliamo veder colare altro sangue da questa storia!!!

    Bravissimo, grazie alla tua ragazza che ti ha “costretto” all’horror/thriller 🙂

  • Guarda caso, porto al pareggio…
    Mister, io c’ho provato ad essere più o meno buono, a far entrare gente in questa stanza, a dare un po’ di respiro a ‘sti “poveretti”… è stato tutto inutile. Ora voglio il sangue e Spinelli quella porta manco la apre.

    D.

    PS: superlativo, comme d’habitude.

  • Mi piace sempre di più questo incontro tra le viscide dinamiche aziendali e il thriller…voto per l’ingresso di qualcuno nella stanza…magari qualcuno che abbia qualcosa di urgente da far vedere o da raccontare…

  • Stavo per non resistere all’opzione dei 4000 caratteri…… poi poco prima del click ho scelto di far entrare qualcuno nella stanza.
    Veramente un bel racconto complimenti! Ho iniziato a leggerlo oggi e mi sono accorto che c’è un capitolo che parla di latte e sangue come nel mio che ho iniziato ieri….. questa cosa ha del paranormale 🙂

  • Avevo quasi pensato di scrivere il nono di Bad karma, ma mi sono accorto che tu e il Bricoleur avevate pubblicato… mi spiace ma non ci ho pensato nemmeno un secondo! Preferisco tutta la vita fare il lettore! 😉

    Bel capitolo, as usual. La Manet è ovviamente morta: fuori un’altra! E poi non ne rimase nessuno…

  • Ero tentatissimo di premere sul fatto dei 4000 caratteri (bellissima questa) 🙂 secondo me … è morta!! Sono già stati troppo (e stranamente aggiungerei) buoni i votanti dello scorso poll. Stavolta voglio il morto (anzi, la morta in questo caso eh eh)!!!

    Bravissimo, questa storia mi ha preso davvero tanto!!!!

  • Una bella parentesi sulla vita in Azimut mi piacerebbe assai… che ti devo dire, ormai dovrebbe essere chiaro che mi piace prendere le cose alla larga, concedermi il mio tempo, cazzeggiare un po’…

    Come sempre, sia la forma che il contenuto rasentano l’impeccabile, bravo Mister Franzoso.

    D.

  • Personaggio della foto. Breve disamina dei tre capitoli: molto valido il primo, con la citazione iniziale che ricorda Pulp fiction. Il secondo ha una buona tensione un po’ rovinata dalla lunga preghiera. Questo terzo è anche divertente.
    Nota a margine: leggo molti horror o storie contorte ambientate in uffici e aziende, la situazione è preoccupante!

  • Secondo me regnerà il panico 🙂

    Comunque grande stile e poliedricità, questo horror mi piace un sacco, e la frase finale è bellissima (la marionetta senza fili)!!

    Che dire ancora. Complimenti!

    ps. da un livornese come me noto che nella stessa riga compare il nome e cognome del nostro presidente, Aldo Spinelli 🙂

  • Ok, lentamente, ma sto ricominciando a sbarrare racconti nella mia “to read list”.
    La tua scrittura se ne scende che è un piacere. L’ambientazione iniziale poi, nella sua normalità e attualità, la trovo particolarmente intrigante per un horror. Voto per il classico ritorno tranquillo 😉

  • Mi sono seduto comodo, ho guardato l’orologio e ho pensato “Bene, ho tre quarti d’ora. Mi metto a scrivere”. Poi mi sono ricordato d’essere già indietro col tuo nuovo racconto. Un capitolo, uno solo, e sto già indietro.
    Allora ho chiuso Open Office e mi son messo a leggere. A leggerti.
    Ti dirò, ho fatto proprio bene!
    Ora, però, mi devi un altro personaggio, a scelta tua.

    Ciao Mister Franzoso, alla prossima.
    D.

  • Michel, te l’ho già detto che i tuoi racconti mi danno dipendenza? 🙂
    La cosa più bella è che salti da un genere all’altro con totale nonchalance… per non parlare delle chicche disseminate nei tuoi link!

    Ho votato per la seconda opzione, che mi sembra la più plausibile, ma sarei altrettanto felice di conoscere un nuovo personaggio! 😉

  • Amici eccomi già tornato all’opera. Mi avevate suggerito un po’ tutti i generi e quindi ho scelto l’unico che non avete citato (tra l’altro sempre molto in voga qui su The iNCIPIT!)
    Non sono pratico di horror quindi avrò bisogno di tutto il vostro aiuto. Perciò forza con i commenti (che tanto fra poco varranno come i titoli di Stato italiani!)

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