Logop Oyeo

PartenzaIl mondo oltre il muro ha solo cinque regole, ma quelle cinque regole non bisognava disattenderle a nessun costo. Uno: non guardare mai verso il cielo. Due: non toccare i muri o gli specchi, per nessun motivo al mondo. Tre: non mangiare mai dopo il tramonto. Quattro: non aprire gli occhi durante la notte, qualsiasi cosa accada. Cinque: ne andasse della tua vita, non salire in soffitta, mai e poi mai.
Erano regole facili, intuitive, che chiunque poteva imparare. Coralina le aveva memorizzate subito, con quella velocità tipica dei bambini. Aveva capito quanto fosse essenziale non sbagliarsi in nessun caso su una di esse. Anche se aveva solo sei anni riusciva a comprendere in pieno la gravità delle conseguenze legate alla loro trasgressione. Anche in quel momento giaceva nel letto, le palpebre strette fino a che lumicini colorati le danzavano davanti agli occhi. Non muoveva neppure un muscolo, trattenendo il fiato per sentire le voci dei genitori che provenivano dalla cucina. La luce dorata della lampada filtrava da sotto la porta, aggrappandosi all’oscurità del corridoio fino ad insinuarsi nella sua camera. Era solo un pallido riflesso, eppure parlava di loro, svegli, nella stanza ancora odorosa degli aromi della cena. Le piaceva pensare che quella luce fosse lì, ogni volta che si addormentava, ad impedire al buio di isolarla dal resto del mondo.
Ma quella sera non si udiva il consueto chiacchiericcio, il suono sinuoso del violino o quello più sommesso delle risate. Sentiva invece delle urla. Era la mamma, avrebbe potuto riconoscere quella voce tra mille anche se era troppo distante per capire le parole. Alzava la voce fermandosi solo di tanto in tanto per riprendere fiato. In quei pochi momento papà si insinuava, il tono più calmo, più pacato, come gli era solito. Papà era un uomo taciturno, che parlava solo nelle occasioni importanti, con i capelli corvini pettinati all’indietro sulla fronte con la brillantina.
Se lo immaginava ora, con quelle sue labbra sottili che scomparivano nel momento in cui la sua espressione diveniva seria e si incupiva.
Tremò sotto le lenzuola, domandandosi di cosa stessero discutendo. Non le era capitato quasi mai di vederli in disaccordo. Naturalmente sarebbe bastato alzarsi e appoggiare l’orecchio contro la porta. Ma avrebbe voluto dire aprire gli occhi e mai, mai e poi mai Coralina avrebbe disobbedito alla regola. Lo chiamava il Mondo oltre il Muro, ma in realtà aveva un altro nome, solo che lei non sapeva pronunciarlo. Non ricordava neppure quando si fosse accorta della sua presenza, talmente tanto tempo prima da averne perso la memoria. Papà e Mamma parevano non vederlo, e lui pareva non interessarsi di loro, ma lei sapeva di non potersi concedere neppure una distrazione o ci sarebbe piombata dentro. non stava solo dietro i muri bianchi, ma anche dentro gli specchi, e soprattutto in soffitta. Per questo era tanto contenta di vivere al piano terra della grande casa, senza neppure un ripostiglio o un pertugio che potesse fungere da soffitta. Sospirò di sollievo, come ogni volta che ci pensava. Era nella soffitta che i bambini incauti spesso sparivano, ne era certa sebbene non ricordasse chi glielo aveva raccontato.
Cercò di prendere sonno, ma era troppo emozionata. Il giorno dopo sarebbero partiti. Papà doveva andare a fare il soldato, con la sua bella uniforme dal colletto inamidato, e aveva detto che per lei e Mamma non era sicuro restare in città. Era meglio che si nascondessero in campagna, a casa di una Vecchia Amica di Papà. Coralina era incuriosita, se la immaginava tutta rughe e capelli bianchi, un po’ come la vecchina che vendeva i dolci all’angolo della strada la domenica. La mamma non pareva affatto felice, mentre lei era emozionata dalla casa in campagna, dal viaggio, dalle valigie aperte alla rinfusa sul pavimento. Doveva solo scegliere cosa portare con sè per fronteggiare il Mondo: anche nella nuova casa ci sarebbero stati muri bianchi e chissà, forse perfino una soffitta.

Cosa deciderà Coraline di portare con sè nel viaggio?

  • Quaderno e matita per disegnare (57%)
    57
  • Bambola di pezza (29%)
    29
  • Boccetta di profumo che la mamma ha lasciato indietro (14%)
    14
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71 Commenti

  • che dire… mi dispiace di non essere arrivata in tempo per votare, ma mi rifarò con le tue prossime storie, devo dire che il finale mi ha soprpreso, ma sono d’accordo con te che questo è molto peggio di un qualsiasi horror, comunque la storia mi ha coinvolto e me la sono letta tutta d’un fiato 😉

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