Dove eravamo rimasti?
Fratelli e sorelleL’esplosione è dirompente, come quelle nei film in cui lo schermo diventa tutto bianco e la sala trema scossa dalle vibrazioni del Dolby Sourround 5.1. Solo che non siamo in un cinema, la proiezione è in 4D, non ho gli occhialini e quello che viene scosso e sbalzato via non è un personaggio qualsiasi di un film d’azione, ma io.
Io, Magnus, trent’anni suonati, aspirante archeologo, ex-babysitter di un mostro e magazziniere del Finimondo per delle fate criminali e capitaliste.
Mentre il mondo attorno a me vortica impazzito e brucia, le mie sensazioni perdono qualsiasi riferimento, davanti a me scorrono le immagini della mia vita, quello che ero, quello che sono e il casino dove sono finito.
E pensare che io non la volevo neanche una sorellina.
«θύρα ἀνοίγω!» pronuncia una voce sottile.
La vista di fronte a me inizia a riformarsi, un volto familiare, un corpo minuto con le mani tese verso di me.
«Marvin!» grido.
Allungo le braccia, cerco di afferrarlo ma non ci arrivo, una forza travolgente mi spinge lontano da lui, un’altra, opposta, lo trattiene.
Mi sembra di annegare nella luce. Non ho né caldo né freddo, il vento che mi vortica attorno è solo una forza graffiante, come se fossi finito in una tempesta di coriandoli.
Di colpo, Marvin viene risucchiato, lontano verso l’alto o verso il basso, la luce lo fagocita come un animale famelico, lui mi lancia qualcosa, l’urna, che plana dolcemente nella mia mano. L’ultima cosa che colgo di lui sono gli occhi sgranati velati di paura. Non mi toglierò mai dalla mente il suo sguardo terrorizzato.
Ora me lo ricordo, mio fratello.
Non ho mai desiderato una sorellina perché dentro di me sapevo di non essere solo, c’era sempre stato qualcuno per me. Era una notte senza luna e miliardi di stelle brillavano come scintille, uno scoppio rosa shocking e qualcosa aveva trascinato Marvin sotto le lenzuola, gli avevo preso la mano, convinto di riuscire a trattenerlo ma era svanito. Quando ho messo il letto sottosopra non c’era rimasto niente di mio fratello.
Poi un sonno innaturale mi aveva colto e la mattina dopo ero un figlio unico.
Tanti, troppi anni dopo, sarebbe arrivata Abigail. Che era come il cucciolo che ti regalano quando quello con cui sei cresciuto è morto nel tentativo di rimpiazzarlo e farti smettere di piangere.
Dentro di me non avevo mai smesso di piangere per Marvin.
Ora lo so.
Una figura irrompe in questo non posto di luce al centro della mia visuale, mentre precipito senza una meta.
Abigail, come l’avevo lasciata, con le alucce di fata e il pigiama.
Dorme, sembra l’angioletto che non è mai stata.
Un’altra figura schizza verso di lei, un’ombra violacea con due abissi al posto degli occhi.
Allunga le sue spire verso di lei.
Sono tentato di lasciargliela prendere, ma poi scatto in avanti, annaspo nel vuoto e la raggiungo, nell’istante in cui l’ombra spalanca le sue fauci appuntite, afferro saldamente Abigail per le ali e la tiro indietro, alle mie spalle. In mano ho ancora l’urna rosa, vorrei tenerla, forse Marvin me l’ha lanciata perché tornassi indietro per salvarlo, per riportarlo indietro.
Ma qualcosa mi dice che ormai è perduto per sempre. È una sensazione che mi chiude lo stomaco, mi da la nausea, ma è reale, toccante.
Lancio l’urna nelle fauci del mostro viola, l’oggetto diventa un gomitolo di fili neri, serpenti di fumo filiformi che avvolgono e trattengono la sagoma, come una rete, la imprigionano e la trascinano indietro.
La luce si dissolve con un risucchio fastidioso, le orecchie mi fischiano.
Attorno a me è ricomparsa la stanza di Abigail, in ordine, troppo in ordine. Sembra una tomba. Mi alzo in piedi, Abigail è accanto a me.
Esco dalla stanza e vado nella mia camera. Anche lì l’ordine è maniacale, funereo, luttuoso.
Ci credevano morti?
E adesso chi glielo dice a mamma e papà che eravamo prigionieri nel Finimondo, rapiti dalle fate della Fairy’s?
Ah no eh!? Non guardate me. Io ne ho abbastanza.
09/11/2013 at 21:38
… peccato, storia finita, allora vengo su wordpress per il seguito…
15/10/2013 at 21:27
Molto bello Tost!!!!!!!!!!
12/10/2013 at 22:54
ciao fabio sono giacomo guagnelli della 5b ho fatto un libro intitolato elena nello stravagante mondo di strambolandia
11/10/2013 at 18:25
cIAO fABIOO, SEI TROPPO BRAVOO…. BELLISSIMO FINALE!!
04/10/2013 at 17:49
Letto tempo fa il finale, ma solo ora riesco a commentare. Beh che dire se non che è stata veramente una gran bella storia con un degno finale. Complimenti!
25/08/2013 at 16:17
Bel finale! E’ stato un bel racconto e invidio la velocità e la linearità con cui l’hai portato a compimento.. si vede che sei un professionista *_*
12/08/2013 at 00:51
Mi spiace essere arrivata troppo tardi (per votare alcuni dei capitoli precedenti), ma ti faccio anch’io i miei complimenti e se indicherai il tuo sito, verrò a leggere anche l’undicesimo capitolo…
12/08/2013 at 20:15
come promesso. L’Epub e il Pdf con annesso undicesimo capitolo sono qui
http://fabiocicolani.wordpress.com/2013/08/12/the-incipit-le-book/
12/08/2013 at 21:31
Grazie 🙂
08/08/2013 at 21:38
Bel finale!
Mi dispiace per Marvin, ma è più giusto così..
Finisce come è iniziato.. Con la dolce peste Abigail..
09/08/2013 at 15:41
giusto o no l’avete scelto voi 🙂
io ho eseguito