Dove eravamo rimasti?
“Devo leggere”
C’era tutto in quei minuti, le sue domande, le sue scuse, il senso di una campana in lontananza, che gli ricordava il suo rapporto difficile con la religione, e poi quella timidezza, quella frase di De Andrè “continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai?”, il limbo esatto del suo essere, delle sue false scelte. Che intenzione aveva Bob? Che cosa voleva ancora dei suoi giorni? Certa gente non fa nulla in cambio di qualcosa, pensava, davvero lo avrebbe fatto uscire da quelle mura? Quale sarebbe stato il suo ruolo in quella falsa libertà? Avrebbe avuto ancora la voglia di un tramonto, di cogliere un fiore, respirare l’odore dei ciliegi in fiore? O sarebbe stata solo rassegnazione e noia? Ricordava la marea di Pereira, quel giornalista lontano dal suo tempo, che viveva in un passato per paura del presente, di quel mondo in evoluzione, ma che si tormentava interiormente, sentendo crescere il peso del suo non essere. Quell’uomo era la sintesi delle sue lacune, dei suoi non giorni, del suo lento declino. Quell’uomo parlava con la moglie defunta per estraniarsi dalle sue responsabilità. E allora, che fare? Seguire Bob, cedere al suo piano, e poi, e poi?
Franz pensava a quel quadro, quel dipinto esatto che raffigurava un veliero, e ricordava quelle luci spente, quell’attimo. Era un tormento interiore. Ogni tanto si ritrovava a scandire il nome di Vlaminck, così, come una ninnananna, ed effettivamente poi si addormentava, indifeso, rattrappito nei suoi pensieri.
La porta s’aprì, l’agente della penitenziaria entrò, si accomodò sulla sedia. Lo guardava, poi prese a parlare. Franz non aveva mai visto quello sguardo, era convinto che fosse nuovo da quelle parti. I due si fissarono. Poi il tizio prese a parlare: “Sono un amico di Bob, so tutto. Ho solo bisogno che tu mi dica un sì o un no”.
Ecco la frase che ti condanna, che cosa sa? Che cosa vuole? Sarà un altro piano di Bob, almeno questa volta ne conosceva le intenzioni, ma è proprio così? Franz faceva ghirigori con il lenzuolo sporco del suo letto, poi prese a strofinare il pollice con l’indice. L’agente continuò: “Sono un reale agente della penitenziaria, ma Bob vuole farti uscire da qui, dice che non c’entri nulla con tutta la storia. Lui è così, se riconosce un debole, cerca di aiutarlo. E tu sei anche infelice, così mi ha detto“.
Franz ora guardava negli occhi l’agente, continuando sempre nel suo ghirigori. Nel corridoio si sentiva un carrello in arrivo, chissà, forse gli avrebbero cambiato le lenzuola, a questo pensava.
“Quando mi cambiano queste fottute lenzuola?“
L’agente rimase per un attimo sorpreso, era come se quel tipo non avesse compreso nessuna sua parola, poi sorrise.
“Credevo fossi strano, ma non fino a questo punto. Io ti ho detto che puoi uscire da questo bugigattolo e tu a cosa pensi, alle lenzuola?“
Franz si era alzato in piedi, avrebbe voluto tuffarsi in un libro, lo faceva spesso quando le cose lo turbavano, o semplicemente non lo convincevano.
“Di’ a Bob di farsi fottere, io non sono il burattino di nessuno, chiaro? Chiaro? Preferisco la libertà di un domani, che vivere con dei fili sulle spalle, magari ritrovarmi a fare la spesa in un posto sperduto di questo fottuto globo“
Il tono crescente di Franz aveva sorpreso l’agente, che non si sarebbe mai aspettato quel tipo di reazione da quell’uomo esile, e con la testa chissà dove. In effetti Franz si era superato, come se avesse provato per tutta la vita quella battuta, l’avesse preparata in qualche notte insonne. Poi aveva ripreso.
“Un’altra cosa, io non voglio più sentire parlare di quel coglione, sia chiaro, e ora vai, che devo leggere!“
Era un ordine quello di Franz, un ordine ad un agente della penitenziaria in servizio. Questa volta si era superato. L’agente non aveva gradito per niente.
“Signore, regoli i toni, le ricordo che sono un pubblico ufficiale“
A quelle parole Franz non ci vide più, e riprese l’invettiva.
“Chi sarebbe il pubblico ufficiale?” urlò per farsi sentire. “Tu che vieni qui e tenti di farmi eludere una legge?”
Il ragionamento non faceva una piega, ma non era mica una novità. A Franz venne alla mente ancora una frase di De Andrè, che sorprese la sua mente
“Si sa che la gente dà buoni consigli quando non può più dare il cattivo esempio”.
Sì, la disse a volte alta.
L’agente se ne andò, colto in flagranza.
Poco dopo la porta si riaprì, era un altro agente.
“Se anche tu mi vuoi far evadere, ora mi metto a gridare ancora più forte!“
L’agente incredulo, si guardò attorno e disse: “Perché chi le ha proposto di evadere, un mio collega?”
“Sì, quel tizio che è venuto poco fa, un suo collega“
L’agente rimase basito, come era possibile? Era stato tutto il giorno nel corridoio!
“Signore, ma si sente bene?“
“Certo, e ora mi lasci leggere, che poi devo scrivere“
L’agente se ne andò, poi ritornò.
“E’ un problema per lei se viene in camera una signora, non abbiamo più posti“
Franz rise, sembrava un folle.
“Fate quello che volete, io devo leggere, non so se ha capito!”.
La porta si richiuse, poi si riaprì.
11/04/2016 at 16:04
Lo stile diretto, incalzante al punto giusto, senza inutili fronzoli lessicali e il contenuto avvincente, mix ben risolto di mistero, luci ed ombre, ironica normalità e inattese stranezze, unite a riflessioni di spessore, conquistano il lettore! Sapientemente delineati i tratti psicologici del personaggio Franz… Complimenti!
12/04/2016 at 12:24
Carla, che dire? Commento bellissimo, anche un po’ eccessivo, ma che mi lascia davvero senza parole, semplicemente grazie! Sono davvero felicissimo, specie perché arriva da te, attentissima ai dettagli, conoscitrice di letteratura. E’ un commento con il sapore di una medaglia 🙂
25/07/2014 at 09:55
Blocchiamo Bob per qualche giorno.
E complimenti. Un racconto bellissimo.
07/05/2014 at 16:54
Blocchiamo bob per qualche giorno. Sarò ripetitivo Giuseppe, ma continui nel processo di miglioramento. Tra l’altro hai costruito degli ottimi dialoghi, bravo.
21/12/2013 at 20:27
Mi piace molto il personaggio di Robert e mi sembra sia arrivato il momento di dare un senso alla sua vita 🙂 bella storia! 😉
05/03/2014 at 19:42
Grazie mille, con notevole ritardo vediamo di dare questo senso 🙂
04/12/2013 at 10:20
Due carcerati appassionati di letteratura nella stessa cella… Ci dev’essere per forza un piano dietro!
05/03/2014 at 19:41
Vediamo di vedere che c’è dietro 🙂
03/12/2013 at 18:43
Cerchiamo di sfruttare il tizio… Per quel che può valere il mio parere, sei cresciuto tantissimo nello stile, bravo.
05/03/2014 at 19:41
Grazie mille, mi fa piacere 🙂
02/12/2013 at 12:19
In carcere non si può che incontrare un losco Signore, basso, grassoccio, con una calvizie mascherata… 🙂
02/12/2013 at 12:54
Ti ringrazio tantissimo per il consiglio..a breve l’altro capitolo 🙂
22/11/2013 at 10:42
sono ovviamente per il losco signore ..molto losco …U_U
24/11/2013 at 10:30
ahahahha sapevo che avresti scelto il losco signore 😀
21/11/2013 at 23:11
Che bella la scena della solitudine lenita dalla pioggia… Non avevo mai pensato a questa visione delle cose e mi ha molto piacevolmente colpita 🙂
24/11/2013 at 10:29
Grazie mille, è un parallelo che a me piace molto 🙂
23/10/2013 at 11:20
Il padre di Franz lo ha rapito, spero sia anche uno psicopatico.
Bel capitolo, il tuo stile migliora sempre, molto più secco e deciso, bravo.
23/10/2013 at 12:59
Eh interessante la prospettiva dello psicopatico. Grazie mille Giacomo 🙂 🙂
A breve mi rimetterò al passo anche con il tuo racconto, piano piano sto rientrando 🙂
22/10/2013 at 16:00
ehi ciao bella storia! mi piace perciò ti seguo.
io ho votato per la seconda opzione. 🙂
ps se vuoi vieni a dare un’occhiata alla mia storia! 😉
Complimenti!
23/10/2013 at 11:00
Grazie mille per il voto e la fiducia 🙂 verrò a fare un salto senz’altro 🙂
10/07/2013 at 12:28
Bell’episodio! Complimenti… Mi auguro riesca a scappare!
10/07/2013 at 13:39
Grazie mille 🙂
09/07/2013 at 18:00
riappare il veliero in sala, ça va sans dire 🙂
09/07/2013 at 18:06
grazie mille del commento 🙂
05/07/2013 at 09:19
Volevo leggerti già ieri sera, ma ero stanco e mi sono detto “lo leggo domani mattina prima di cominciare a lavorare, la sua scrittura mi rilassa”.
Invece, ma non è un male, anzi, questo capitolo è pieno di energia ed è, in poche righe, un condensato di tutti i mali del nostro Paese. Estremamente apprezzato.
Ho votato anche io per il veliero che riappare in sala, mi sembra l’opzione che garantisce la maggior confusione. Se avessi inserito anche una scelta sulla “persecuzione” da parte della giustizia ai danni del povero Franz avrei senza dubbio scelto quella!
Scusa le chiacchiere, aspetto il prossimo con il consueto interesse!
06/07/2013 at 00:35
Ciao Giacomo. Mi fa molto piacere quanto scritto, mi rende felice questo commento. Se la mia scrittura fa rilassare ho raggiunto uno scopo. Contento anche per l’apprezzamento del capitolo in sé. A presto!
05/07/2013 at 08:25
E se riappare il veliero come si mette? Direi che sono curiosa!!!
05/07/2013 at 09:14
La curiosità vien leggendo 😀 vediamo un pò. Grazie del commento Alessandra
04/07/2013 at 19:54
veliero riapparso U_U ..mi piaceeeeeeee
04/07/2013 at 19:58
Grazie Sandra. Vediamo un pò 😀
25/06/2013 at 15:14
Rieccoti… sempre più bravo….
vediamo un po’ con l’allarme che riprende a funzionare!
25/06/2013 at 17:29
Grazie Luca. Sempre un piacere ricevere un tuo commento 🙂
25/06/2013 at 09:38
Cala il buio in sala. Nonostante il cambio di genere rispetto al precedente racconto il tuo stile rimane ben definito e riconoscibile. Ovviamente ti seguo.
25/06/2013 at 10:05
Giacomo il tuo commento è sempre ben mirato. Questa volta giuro che vado più lento :D.
25/06/2013 at 10:08
Meno male! Qualche giorno tra un capitolo e l’altro aiutano te a scrivere e permetteranno ad altri di riuscire a seguirti. Da parte mia, per quel poco che conta, provo a promuoverti!
25/06/2013 at 10:18
Grazie mille, sempre consigli sinceri. Grazie ancora perchè fai girare miei racconti 😉
24/06/2013 at 22:18
Diamo alla scena colori oscuri…cala il buio ovviamente…
25/06/2013 at 01:57
grazie mille del suggerimento…
24/06/2013 at 21:08
Quando e soprattutto dove c’è Modigliani, ci sono anch’io…
Bella l’idea di far partire il racconto alla mostra di Modì a Milano
( fino a settembre) …..dà l’idea di vera contemporaneità.
Per me cala il buio in sala…è più intrigante.
Ciao e buon proseguimento emma
25/06/2013 at 01:56
Grazie mille Emma. Modigliani è un gran maestro. Ho avuto la fortuna di passarci pochi giorni fa. Proprio da lì nasce questo incipit. Speriamo bene 🙂
25/06/2013 at 01:56
Grazie del suggerimento..
24/06/2013 at 20:31
Senza dubbio lo credono responsabile….chissà quante ne dovrà passare…!!!
Ti seguo.
24/06/2013 at 20:32
Grazie Alessandra. Senza ombra di dubbio la sua vita sta per cambiare. Vedremo insieme 🙂