Dove eravamo rimasti?
Io son colei che oltrepassa porte e muraEd ecco dunque ciò che accadde.
Mentre i trapassati tenevan d’assedio la casa in cui mi ero rifugiato, dopo aver pensato meco medesimo molte cose su come riuscire a salvar la vita in quel terribile frangente, ecco che mi armai di ogni risoluzione e decisi una strategia che avrebbe potuto giovarmi nel fuggire. E in quanto a quei morti redivivi che stavo per votare a distruzione, stimai che molto meno grave dovesse essere per loro la morte ultima che quella parvenza di vita in cui essi si trascinavano.
Senza altre remore dunque, spinsi il tavolo e le sedie di quella misera camerella contro il camino e vi montai sopra, issandomi tanto in alto da sfiorare il soffitto con le mani. Con i ferri del focolare e gli strumenti da campagna del povero marito di Donata iniziai a percuotere l’incannucciato tra le travi, fino a strapparlo per un lungo tratto e tirarlo giù.
All’udire il tramestio che stavo provocando, i Morti inquieti che accerchiavano la casupola presero a battere l’uscio e gli scuri con ancor più vigore che in precedenza, gemendo tutti insieme del loro orrido lamento. Dopo circa un’ora di quel faticare avevo aperto intanto un grande varco nel soffitto, proprio attorno alla murata del camino, e attraverso di esso potevo scorgere le quiete stelle che punteggiavano la notte.
Assicurandomi allora che vi fosse il modo di fuggir per il tetto da quel passaggio, raccolsi ogni cosa potesse essermi utile e la riposi nella sacca che portavo con me sin dalla fuga da Certaldo. Di poi, sparsi per la stanza tutte le cannucce che avevo strappato al soffitto, nonché i ciocchi che la mano del fattore aveva predisposto per il camino e che non avevamo mai utilizzato i mesi addietro, per timore che il fumo ci facesse scoprire. Feci poi lo stesso con ogni altra mobilia e suppellettile che potesse prestamente prender fuoco, comprese le vesti, i teli e le lane del corredo appartenuto a Donata ed al marito. Svuotai dunque l’olio da lampada conservato nel canterano su quanto avevo accumulato ai miei piedi e diedi infine fuoco ad ogni cosa.
Aprii allora l’uscio e chiamai a gran voce i dannati che vi sostavano davanti, avendo cura che essi iniziassero a venirmi incontro ed entrassero in casa. Mi volsi quindi al camino e alla catasta di mobili che avevo allestito contro di esso e mi issai più lesto che potei lungo la cappa di pietra e attraverso il buco nel soffitto.
Dall’alto del tetto, vidi dunque i Morti accorrere alla porta e trascinarsi dentro, bramando le mie carni ed attirandosi l’un l’altro coi terrifici versi.
Senza curarsi delle fiamme che li lambivano, quei defunti atroci si spingevano contro il camino tentando invano di ghermirmi o arrampicarsi a loro volta. Ma solo ottennero di farsi cascare addosso tavolo e sedie, finendo ben presto circondati e consumati dal fuoco. Da poco lungi li scrutai per qualche istante, per esser certo che il mio piano avesse buon esito, poi lasciai il mio posto d’osservazione prima di venir soffocato dal fetido fumo che proveniva da basso.
Nel tempo che impiegai a discendere dal tetto, le fiamme più alte avevan già raggiunto le travi del soffitto e ne stavano consumando il rivestimento di stoppie e canne, mutando l’intera costruzione in un rogo che solo le pareti di conci a stento trattenevano.
Nessuno dei Morti che avevan cercato di ghermirmi correndo dentro casa ne venne mai più fuori e quella che era stato il mio rifugio per i mesi precedenti si consumò in una pira che rischiarò la notte.
A passo svelto mi allontanai da quel luogo e raggiunsi ben presto il pozzo del podere. Fu allora che seppi finalmente cosa era accaduto a Donata.
Cosa è accaduto a Donata?
- Questa è una storia di coraggio e speranza: Donata è ancora viva e Corvaccio la potrà rincontrare. (29%)
- Questa è una storia di paura e orrore: Donata è ormai uno dei Morti Redivivi e Corvaccio la dovrà affrontare. (64%)
- Questa è una storia di dolore e disperazione: Donata è ormai morta e Corvaccio verserà per lei amare lacrime. (7%)

Pingback:
01/12/2013 at 01:09
Bene, adesso cosa scriverai?
27/11/2013 at 10:49
E così finisce la storia. Grazie a tutti quelli che hanno partecipato! Questo spazio rimane aperto per commenti, suggerimenti e dritte varie!
E ricordate che il Flagello che ha investito Firenze e l’Italia è l’oggetto anche del romanzo Decameron dei Morti:
http://maurolongo.wordpress.com/decamerone-dei-morti/
12/11/2013 at 15:39
diamo una speranza per il futuro (e la seconda stagione…)
23/10/2013 at 20:55
Stavolta fuggiranno. E a gambe levate. Penso che ne abbiano fin sopra i capelli, come ha accennato Artisia…
09/10/2013 at 20:35
Ciao, BELLA STORIA COMPLIMENTI!!!!! mi piace la tua storia perciò ti seguo voto per la seconda opzione:)
PS Se vuoi vieni a dare un’occhiata alla mia…
COMPLIMENTI!!!!! XD