Choice

RevelationsContinuo a ripetermi di stare calma, che sicuramente non sono io la persona che cerca visto come mi ha appena chiamata. Intanto lui non accenna a voler allentare la presa.
«Credo proprio tu abbia sbagliato persona.» la mia voce trema tremendamente. Ho paura.
«Io non sbaglio mai.» risponde lui sempre con le labbra attaccate al mio collo. Sto cercando un modo per scappare, ma con tutto questo buio è praticamente impossibile.
«Io mi chiamo Lisa!» dico, cercando di mantenere un po’ di calma.
«No! Il tuo nome è Hope.» trattiene a stento la rabbia; che si insinua nella mia pelle. Chi diavolo è lui per dire come mi chiamo?
«Lasciami subito andare! Tu sei pazzo. Se non mi liberi ora, comincio a urlare.» mi do della cretina all’istante: con tutta la musica che c’è la fuori nessuno mi sentirebbe. Fantastico.
«La stanza è insonorizzata, per me potresti urlare anche per una settimana.»
«Conto di uscire di qui molto prima. Tra due giorni mi sposo.» mi gioco la carta del matrimonio. Me ne pento all’istante: la sua stretta comincia a fare male.
«Cosa?» comincia a urlare «Tu non ti sposerai con quello!»
Questa situazione è all’apice dell’assurdità.
«Oh, scusami! Mi sono proprio dimenticata di venire a chiedere a te il permesso.» sentendo la sua presa che vacilla, con uno scatto improvviso riesco a liberarmi per…un attimo. Lo sconosciuto mi spinge contro il muro schiacciandomi con il suo corpo.
«Non fare del sarcasmo Hope. Non è divertente!»
«Non mi…» non riesco a finire la frase. Le sue morbide labbra afferrano le mie disperatamente. Ma non è questo che mi preoccupa, ciò che è assurdo è che io ricambio…e mi piace, ne vorrei ancora. Mi risveglio da questo stato di meravigliosa trance e lo allontano da me.
«Che diavolo fai?»
Lui ride «Come se avessi fatto tutto da solo.» mi accarezza la guancia e, involontariamente, chiudo gli occhi. «Dio quanto mi sei mancata. Non posso credere che quel verme ti abbia fatto questo. E ora vuole sposarti. Si è spinto fino al limite. Potrei perfino…» ma non finisce la frase, perché sente che tremo. Mi prende il volto fra le mani e lo avvicina pericolosamente al suo, lo so perché i nostri nasi si toccano.
«Hope…lui non è chi dice di essere. Vuole usarti. È difficile spiegarti tutto ora che non ricordi nulla.»
«Non ricordo nulla? Ma di cosa stai parlando?» sono confusa, tremendamente confusa.
«Ti ha cancellato la memoria, pochi giorni dopo che ti ha portata via da me. Voleva sfruttare le tue capacità. Non so ancora per che cosa. Sono anni che ti cerco! Ora nulla potrà più separaci.»
Con rabbia mi allontano da lui.
«Hai una fervida immaginazione sai? Il problema è che non ti credo! Simone è sempre stato onesto con me, non abbiamo mai discusso per qualcosa. Dubito abbia fatto tutto ciò che mi stai dicendo. E poi di che capacità stai parlando? Il massimo che so fare è dipingere.»
«Simone? Veramente si fa chiamare così?! Ovvio che è sempre stato buono! Non poteva permettersi di perderti. Tu sei in grado, di assumere l’aspetto di qualsiasi essere umano. Non ne sappiamo molto ancora, stavamo cercando di capirlo, prima che lui facesse ciò che ha fatto.»
«Ho sentito fin troppo. Posso andarmene ora?» una lieve luce si intromette in quell’oscurità. Riesco a scorgere qualche tratto di lui, e mi sorprendo a pensare che non mi è del tutto estraneo. Non vedo il colore dei suoi occhi, ma sono sicura siano verdi, così come so che ha i capelli ramati, e le fossette sulle guance quando ride. Una fitta mi parte nello stomaco.
«Io…devo proprio andarmene da qui.» scorgo l’uscita, non è molto lontana da dove sono. Mi dirigo velocemente in quella direzione. Tocco il pomello, sento fra le dita la libertà. Lui mi afferra il polso.
«Non farlo Hope. Resta con me.» mi sta supplicando, ma io abbasso gli occhi.
«Mi dispiace.» rispondo.
Mi stringe in un ultimo abbraccio «Prova solo a chiamarlo Rick, vedrai che non ho mentito.» mi bacia, e poi svanisce!

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