Un amore scritto nelle stelle

MessiNon c’è niente di meglio che una rilassante giornata al parco cittadino di Nuova City.
Il sole riscalda le membra delle persone che prendono il sole, fa sudare i gruppetti di atleti intenti a correre e picchia sulla testa di qualche famiglia intenta a buttare del pane secco ai cigni nel laghetto.
In questa scena si inseriscono cinque figure. Fanno parte di un’azienda di sicurezza ecologica-spaziale la WAG. Il loro capo, il signor Frank, è il vecchietto baldanzoso, pieno di rughe in tutto il volto, che sta giocando a frisbee con due suoi sottoposti molto più giovani, Percy e John.
Il primo, Percy, è un tipo alto e molto magro, con una cresta accennata dei capelli corvini. Il secondo, John, è più muscoloso e dalla carnagione olivastra.
I tre sembrano divertirsi sotto gli occhi degli ultimi due appartenenti alla società che al momento si tengono in disparte.
Azura è l’unica ragazza del gruppo. E’ seduta su un telo steso a terra e si cosparge le spalle di una crema solare per proteggere la sua pelle un pò pallidina.
Ultimo, ma non per importanza, è Mark. Gironzola attorno ad Azura come farebbe un falco con la preda e appena trova l’occasione giusta si avvicina a lei, anche se un pò titubante.
“Posso aiutarti?” Domanda, un pò imbarazzato.
Azura lo squadra con i suoi occhi verdi chiari, ma si lascia andare ad un sorrisetto. “No, grazie. Faccio da sola” Ribatte raccogliendo fra le mani la lunga chioma di capelli mori.
“Ti andrebbe allora una gitarella sopra quelle barche a forma di cigno?” Chiede allora Mark indicando il laghetto. “E’ stato un pò difficile, ma le ho domate”
“Forse perchè sono cigni veri?” Ribatte Azura un pò perplessa, un pò divertita.
“Oh, questo spiega le barchette a forma di uova che ho trovato sulla riva” Commenta Mark divertito a sua volta.
La sua attenzione viene colta d’un tratto, assieme a quelle di tutti i presenti, da un oggetto in discesa libera verso il parco. Proviene dal cielo e non assomiglia a nessuna delle navicelle spaziali presenti sul suolo della Terra prodotte dalla FIAP.
E’ una navicella sferica, a forma di… pallone da calcio. Si crea il panico fra i presenti che sgomberano l’area dove la navicella sembra intenzionata a parcheggiare.
La sfera tocca il suolo e da un portellone fuoriesce una rampa. Alcune figure escono dalla sfera, una dietro l’altra. Indossano magliette e pantaloncini corti, parastinchi e scarpette con i tacchi.
In testa a tutti c’è un tipo basso che squadra i presenti con fare di superiorità.
“Miserabili giocatori della Terra!” Esclama l’uomo basso. “Sono Messi, giocatore storico del pianeta Barca”
I presenti trattengono il respiro.
“Oh, per tutti i Satelliti di Saturno!” Esclama Percy con gli occhi luccicanti di meraviglia. “Sono veramente i Barca!”
“Per anni il vostro pianeta ha vissuto in pace con il pianeta Barca” Continua Messi. “Ma adesso, senza alcun motivo, vi sfidiamo a difendere il vostro onore su un campo da calcio”
Alcuni gemiti e versi di sorpresa si levano dalla folla.
“Non volete raccogliere la sfida? Non c’è alcun patetico terrestre che accetta la nostra sfida?” Domanda Messi con voce tonante, per farsi ben sentire da tutti.
“Che succede se perdiamo?” Domanda John facendosi avanti fra la folla.
Messi lo squadra con un sorriso malefico. Scandisce bene le sue successive parole: “Assolutamente… niente! Niente da perdere, niente da vincere… solo la vergogna della sconfitta!”
Un “Ohhh” generale si leva dalla folla. Questo è troppo.
Il vecchio Frank si fa avanti, facendo da parte John e minacciando con un dito ossuto il capitano del Barca, Messi, che rimane invece impietrito. Almeno finchè, assieme a tutta la sua squadra, non scoppia a ridere fino a rotolarsi a terra.
“Ridi pure. Sarò anche un vecchietto, ma vi giuro che vi batterò con la mia squadra di superuomini mutanti!” Sbraita il vecchio Frank menando un braccio molliccio.
Messi torna serio e allunga un braccio verso il vecchio con tono di sfida.
“Allora che partita sia?”

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