VELIA, LA FURIA DELL’ETRURIA – LA BATTAGLIA DEL TRASIMENO

Ove sentiamo il meglio di Velia…Se ciò che avessimo davanti non fosse realtà, ma storia d’invenzione, di certo la prima immagine sarebbe quella d’un guerriero sonnacchioso gettato sulla sedia d’un desco sparecchiato; e se non fossi un nomenclatore della cronistoria, ma un regista, l’immagine sarebbe piuttosto ravvicinata: gli stivali accavallati del guerriero, le sue gambe sode e la sua mezza tunica con corpetto di cuoio.
Il suo volto serafico, il suo profilo austero e i suoi capelli color malto a imbellettare il cuoio consunto che nasconde e schiaccia un seno affatto prosperoso.
Tale immagine sarebbe poi disturbata dal pronto arrivo di due mani che stringono uno strofinaccio sul quale intendiamo che qualcuno v’ha sputato onde passarlo sulla punta degli stivali.
Velia lo guarda come non esistesse.
“Quanto cazzo ci metti, Tito”.
“Il tempo che ci vuole, mia Signora; la battaglia è stata piuttosto incalzante”.
“Vedi di sbrigarti: la notte serve ad altro”.
“Vado concludendo”.
“Non t’ho detto d’omettere: d’andare più rapido.
Senti quanto frigna, quello”.
“Ha paura di morire, mia Signora”.
“E tu? Tu sei davanti alla morte fatta persona: non scordartene mai”.
“Intesi, mia Signora”.
“Di’ come diavolo l’avete acciuffato”.
“Era tramonto inoltrato; voi cavalcavate in testa, e noi in lunga fila tenevamo dietro a piedi.
Alcuni si sono insospettiti per via d’un timido tramestio oltre i cespugli… ed è da lì che l’abbiamo colto”.
“Spia?”.
“Se spia?”.
“Stronzo: t’ho detto spia? E’ una spia?”.
“Io non saprei; attendiamo voi”.
“Sospettate perché era lungo la linea del nostro tragitto, vero? Ma sono altri i motivi che spingono i legionari a sapere meglio di Velia, che il suono della sua spada in battaglia o la sua destinazione…
Leccali”.
L’uomo esegue con una certa reticenza.
E il suo concludere rimette in piedi il guerriero, che torna della sua cinghia, della sua arma e del suo proverbiale autocompiacimento.
“Bene. Andiamo a dare un’occhiata alla mammoletta”.

E ora mettiamo che fossimo noi quel povero disgraziato: dovremmo concludere che siamo nello spaesamento più totale, che nulla sappiamo dell’ambiente che ci circonda e che una guancia formicola di vivo dolore per le forti percosse che ha ricevuto.
Due ante che sbattono ci mettono sul chi va là, e non potremmo trattenere un sussulto e un tumulto nel cuore…
“C’è troppa allegria, da queste parti”.
“Vuoi sostituirci, Velia? A me duole la mano”.
“E’ gonfio, poveretto… e scommetto che fra un po’ non lo sarà solo sulla guancia. Slegategli i polsi”.
Eseguono.
“Alza il sipario, Tito”; sempre se fossimo nei panni trasandati di questo povero disgraziato, sentiremmo i nostri polsi guidati verso un punto… che due morbide colline di carne ci disvela, tanto che al pari quelle dell’Umbria sembrerebbero solo le prove generali d’un dio distratto…
“Oh, per Uni! Tu sei stata fatta con lo scalpello d’oro!”.
“Dici Uni per non dire Giunone? Comunque costui mi conosce bene… e dal lato migliore.
Solo un ammiratore potrebbe gettarsi in un affronto simile di fronte alla morte”.
“Che ne facciamo?”.
“Temete che sia romano?! Cogliete un errore, se il motivo è questo!”.
“Allora daccene uno valido te”.
“Ma lo giuro! Dal mio nome non potete che trarne vantaggi, ve l’assicuro!”.
“Quali, se lecito?”.
“Io so come potrete sconfiggere l’esercito di Roma”.
“Interessante: dacci la soffiata”.
“Un esercito molto ben armato sta varcando i confini etruschi proprio in questi giorni… Io lo so, li ho visti! E per molto tempo ne ho avuto anche timore…
Sono venuto qui da voi per avvisarvi, ecco tutto! Non so se sono etrusco: ho avuto una madre troppo libertina, per saperlo, e lupanari d’ogni dove sono stati la mia culla per troppo tempo. Ma non sono romano, questo è certo! Mi ci vedete vestito perché… beh, come sperare di aver cara la vita lungo le loro legioni senza vestirsi così?!”.
“Un affezionato ammiratore che ha pronti consigli per la battaglia del secolo… E’ troppo bello per non crederci. Scioglietegli la benda… e legatela alla lingua: quello è il suo posto”.

Quale azione desideri che compia Velia?

  • Che prima di aderire ai suoi suggerimenti indaghi fino in fondo sull'autenticità delle sue parole. (67%)
    67
  • Che non vi si allei ed elimini questa spia. (0%)
    0
  • Che si allei ai Cartaginesi. (33%)
    33
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11 Commenti

    • Cara Alhena, i cieli etruschi sono notoriamente indaco… siamo noi che siamo distratti e li immaginiamo a pois; poi basta fare una breve statistica in giro (specie nei centri di qualsivoglia città italiana), e il mistero viene a galla…
      In merito alla bio… mica spererai che un tipo come me si sforzi a semplificare?! Prende la VERA bio scritta tempo addietro e la schiaffa lì… la foto già c’era… e insomma, sono un inter-sfaticato che non sa nemmeno se ciò che gli viene chiesto in questo o quel punto sarà pubblicato pubblicamente. Ora sai tutto di me a parte l’altezza; ma quella è un segreto anche per me…

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