Angeli custodi

La notteQuella notte… quel momento… quei ragazzi non li ho mai dimenticati… Ci sono giorni che resistono alle increspature del tempo… Era il 22 settembre e una nebbia fitta invadeva la città… una pioggerellina sottile cadeva ogni tanto da nuvoloni grigi. In cielo non c’era altro che la luna. Noi eravamo tutti davanti al cancello grigio della scuola. Tremavo, nonostante il calore del mio cappottino nero. Scavalcare non è mai stata una mia prerogativa, non sono conosciuta per la mia agilità… Per gli altri è stato facile scavalcare quell’imponente cancello, ma a me non è bastato un salto… Non volevo fare la figura della fifona, così chiesi ad Alessio di aiutarmi.. Lui mi afferrò in vita e mi sollevò… Mi aggrappai al cancello e scavalcai, poi mi ritrovai dall’altra parte con un graffio sulla gamba che sanguinava.. Non me ne resi conto al momento, tanta era l’agitazione e la paura di essere scoperta.
– Qui è perfetto.- proclamò Lavinia, indicando un pezzo di cemento vicino al campo di pallavolo, nel cortile. Ci sedemmo tutti lì intorno, come tante pedine nere, aspettando di essere divorati dalla dama.
In quella scacchiera infernale mi sentivo la più debole. Non sapevo perché ero lì, mi ero fatta coinvolgere dal gruppo… Quello stesso gruppo che non conoscevo e a cui non importava cosa pensassi o cosa facessi…
Alessio accende un fuoco attorno a noi.. Le sue mani ruvide accarezzano l’accendino con vivo entusiasmo, quasi volessero ringraziarlo per quell’opera..

“Le fiamme scottavano… erano rimorsi incandescenti, lamine taglienti, spilli pungenti.. Perché tutto questo? A cosa è servito? Ero così impotente davanti a tutte quelle persone così superficiali, eppure così sicure… così stupidamente grandi… Le sue gambe incrociate tremavano.. le sue piccole mani si torturavano a vicenda.. i suoi capelli neri si muovevano al soffio del vento.. e quegli occhietti.. così innocenti, espressivi, grandi.. contrastavano al rosso di quel fuoco malvagio.. Quella notte lei era lì… in tutta la sua bellezza, in quella maglietta larga, in quel pantalone che le scopriva le gambe perfette… le braccia tese lungo il busto, come a non voler far uscire un suo pensiero.. come una difesa.. Ignara del fatto che da tutto ciò sarebbe stato impossibile difendersi…
Era come una mosca in una ragnatela… sapeva che prima o poi il ragno avrebbe pranzato!”

La paura mi bruciava dentro come la carta arsa da Michele per accendere quel fuoco. Sentivo gli occhi scottare per il calore delle fiamme. Ritirai il più possibile le gambe e vi nascosi il volto, forse per una vergogna che non sapevo di provare.
Ero da sempre invasa da quell’inadeguatezza… Tremavo per il calore lacerante di quel senso di insicurezza.. Non mi sentivo apprezzata da quelle persone e ingenuamente credevo che questo sarebbe stato un modo per essere una di loro..
Giorgia appoggiò la bottiglia di vodka sull’asfalto, mezza vuota. Barcollò verso Alessio in cerca di qualcosa, ma lui la respinse schifato. Iniziò a piangere, sopraffatta dall’alcool, e venne da me.
– Non gli piaccio! È solo colpa tua!- mi attaccò. La fissai incapace di rispondere, poi mi difesi: – Cosa? Ma sei fuori? Io che c’entro?
– Ma che cazzo vuoi fare, eh?- Alessio se la prese con lei.
– Tanto io lo so! Lo so che ti piace!- continuò.
Rimasi ferma a guardarli, inerme. Consapevole che se ciò che diceva era vero, la mia vita in quel singolo istante era cambiata.

Come cambia la sua vita?

  • andrà a parlare con Alessio, per chiarire la situazione (30%)
    30
  • si allontanerà dalla confraternita (20%)
    20
  • si unisce alla confraternita, grazie a Michele (50%)
    50
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