Diritto di voto

Allucinazioni e sete. Un bel po’. Pedro. Un rivolo oleoso di sudore gli percorre la schiena scivolando giù per la conca della spina dorsale, serpente di fastidio in una giornata soffocante.
Dwight si è già tolto la giacca del completo, e con la camicia sbottonata imitata dalla cravatta allentata fissa il tavolo con spaesato stupore.
Se questo tavolo dovesse alzarsi sulle gambe scrollandosi di dosso tazzine e tovaglioli a mo’ di musical disneiano non batterebbe ciglio, osserva Pedro silente senza dare niente di meglio a cui pensare alla testa fino a poche ore fa così impegnata come è solo quando dà il meglio di sè. Un meglio con cui ogni giorno migliaia di poliziotti si guadagnano il pane quotidiano.
Per non parlare del pane che fa guadagnare alle riviste scandalistiche e il lavoro che dà ai panettieri di tutto il mondo.
– Si-signore? -. Il richiamo del cameriere sembra giungere da chilometri di distanza perfino a lui che riesce ancora a tenersi sveglio con i pizzicotti che continua a infliggere alla sua coscia livida, quasi quanto il viso di Dwight pesto dal sonno.
Non che il cameriere se la passi meglio.
Con due pomelli scarlatti a incendiargli le guance fin sotto al colletto della camicia inamidata, le mani intrecciate attorno al palmare per le ordinazioni neanche tema glielo rubino, il cameriere passa per l’agorafobico che, nel bel mezzo dell’agorà, si sforza di tenere a freno la fobia.
Il battito ritmico del piede a tempo con quello dell’occhio sinistro tradisce un impegno notevole.
– Dwight -, bisbiglia Pedro, la bocca che gli ha fatto guadagnare il soprannome di “La fogna” ai tempi delle elementari incuneata in un sorriso che in faccia a lui ha sempre un che di osceno, il genere di espressione che un bambino teme di vedere nei suoi incubi peggiori.
Dwight si risveglia dal torpore agognato tutta la notte.
– Cosa vuoi da me? -, ha gli occhi sgranati, rossi per aver visto troppo rosso in una volta. Isterico, una larga vena ad abbracciargli il setto nasale, quasi un tappanaso naturale. In vera pelle.
– Cosa vuoi tu -, ribatte Pedro salvando appena in tempo il cameriere pusillanime dal commettere quel sacrilegio che è parlare agli estranei . – Tè, caffè ?- .
-Ma cosa…?-. Dwight si guarda intorno spaesato e si accorge del cameriere che è pronto a esplodere. Già lo vede: cervello fumante su un tavolo e le budella in volo come tornite stelle filanti.
-Io ? – , si batte il petto scarno e incavato con la mano dalle dita lunghe ed eleganti, dita da pianista. Ma Dwight non suona più da tempo, ormai. Strangola, adesso. E trova pace solo nell’udire la graffiante musica dell’asfissia.
– Sì, signore -, annuisce il piccolo agorafobico che si sforza perfino di sorridere. Niente male. -Lei, signore -. Divertito.
In effetti qualcosa di comico c’è in Dwight, tanto quanto è comico vedere il proprio cucciolo morire. Esilarante, perfino.
– Acqua -, e con questo dice tutto.
-Minerale o frizzante? La vuole anche aromatizzata al limone? Come desidera.-, e ci vuole davvero un applauso fuoricampo dopo questa sortita spettacolare.
Solo che c’è gente che non ce la fa a capire che è davvero troppo generico dire “Acqua” in un bistrot in centro città al giorno d’oggi.
E non riesce proprio a rendersi conto del fatto che rischierebbe di farsi servire un bicchierino di risciacquo di piatti .
Dwight, che ora spaventa a morte il cameriere fissandolo coi suoi occhi da alcolizzato, è uno di loro.
– Come vuoi che sia fatto un dannato bicchier d’acqua? A pois? Sai almeno cos’è un bicchiere d’acqua? Lo sai? -, strepita, il tappanaso naturale che ora sembra l’intera montatura di un paio d’occhiali, verde mela, marchio registrato.
Qualcuno si è girato per godersi lo spettacolo e il cameriere ha cominciato a cambiare colore, camaleontico.
Si dilegua abbacchiato come un randagio, il grembiule tra le gambe. Pedro spera che abbia almeno capito cosa portare. Con tutto il cuore.

Cosa volgiamo fargli fare?

  • Flashback di Dio solo sa quale natura. (24%)
    24
  • Dwight ha una crisi e a poco a poco riaffiorano frammenti del loro passato prossimo attraverso un dialogo. (41%)
    41
  • Pedro cerca di calmare il suo compagno di amare merende. (35%)
    35
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249 Commenti

  • Questo racconto ha il difetto di essere stato pubblicato con una meta-lentezza (tanto per restare in tema) da record, ma avrebbe meritato ben altra attenzione perché si tratta di una storia intelligente dal finale niente affatto scontato.
    Brava Perla, adesso però, almeno per noi aficionados, dichiara i buoni propositi per l’anno nuovo.

    • Grazie, Massimiliano per la tua lettura paziente. Beh, tra i miei propositi c’è il non procrastinare. Credevo che scrivere e farsi ispirare fosse qualcosa da far maturare con il tempo, e sarà anche vero, ma in termini di idee , nel mio caso personale mi arrivano in itinere, scrivendo. Una lezione insegnatami da Diritto di voto è non procrastinare e sii costante, tutti i giorni. Il mio proposito è essere costante in ogni cosa.
      Tra gli altri propositi, per dicembre vorrei diventare fluente in ebraico e in arabo classico, ieri ho cominciato con il persiano. E ho capito il mio primo cartone animato israeliano! Volevo festeggiare con te questa piccola soddisfazione, perché ne avevamo già parlato.
      E i tuoi?

      • La lotta alla procrastinazione è un bel proposito (conosco anche qualche sito che ne tratta). A questo punto un po’ mi vergogno per averti rotto le scatole con la richiesta di finire il racconto; mi avevi parlato del tuo impegno nello studio dell’ebraico, ma non credevo fosse tale da condurti a parlarlo correntemente entro fine anno (da cosa nasce questa passione nello studio di lingue mediorientali?).
        Ti ringrazio per il pensiero: con una certa invidia, mi complimento per ciò che sei riuscita a fare, io sono ancora impegnato a imparare l’italiano 🙂
        I miei progetti riguardano principalmente la revisione finale di un romanzo di fantascienza per ragazzi che ho finito di scrivere (oltre a iniziarne il seguito), quindi vorrei leggere un po’ alla ricerca di nuovi stimoli e nuove idee. Poi mi piacerebbe fare un sacco di altre cose, ma credo sia meglio porsi obiettivi raggiungibili.

        • Per me una lingua tira l’altra. Essendo madrelingua araba (arabo marocchino), nonnilingua Tamazight (lingua berbera), e musulmana (leggo e ascolto il Corano in arabo standard) pensavo che tale infarinatura di una delle principali lingue semitiche mi avrebbe aiutata ad assimilare lingue come l’ebraico e il persiano che non è una lingua semitica, ma indoeuropea, tuttavia ha subito un’influenza significativa dall’arabo dopo la conquista dei territori in cui veniva parlato da parte degli arabi in occasione dell’espansione territoriale atta a diffondere l’Islam nel mondo. Anche la Tamazight è una lingua slegata dall’arabo in termini di origine, tuttavia molto lessico glielo deve. Come l’italiano. L’arabo è ovunque. Soprattutto nelle lingue africane e mediorientali. E poi il persiano vanta una ricchissima tradizione poetica da non perdere se tradotta, figuriamoci in lingua originale. E l’ebraico è semplicemente musica per le mie orecchie e meraviglia per i miei occhi. È questo che mi motiva a volerle saper parlare, scrivere, conoscere.
          Ti auguro buon lavoro per il tuo romanzo, e ti consiglio di trovare gli stimoli che cerchi facendo nuove attività, assolutamente estranee al tuo quotidiano. Magari cominciando a studiare una nuova lingua.

    • Ti ringrazio per la comprensione, HOPE. Rendi onore al tuo nome.
      Nemmeno io sono contraria ai capitoli brevi. C’è sicuramente un massimo di caratteri, ma quel cinquemila non funge da rimprovero per gli ermetici.
      E poi, detto tra noi, sarò probabilmente costretta a sfruttarli fino in fondo perché mancano solo due capitoli alla fine e non so ancora dove questi compagni di viaggio (mi stanno alle calcagna da più di un anno) vogliano andare a parare. Quindi avendo già ricevuto critiche al mio ermetismo e sapendo di non avere via di scampo ho in un certo senso dato l’impressione di fare un regalo. Ma, non so se capisci, non dipende da me, bensì da quei due. Sono loro gli scrittori.
      Ci si rilegge
      Perla

  • Mi mancano quei due disgraziati. E sfruttali ‘sti cinquemila caratteri, aggiungerei.
    “a passo felpato, quasi infeltrito” me la segno. Bricoleur, vediamo se riesci a fare di meglio.

  • Pulsante come un tasto? Questa è degna del miglior bricoleur!
    Sei tornata, e in ottima forma, per giunta (per stavolta ti perdono anche la brevità dell’episodio).
    L’opzione del “fa’ quello che vuoi basta che pubblichi la prossima settimana” è irresistibile. Mi dispiace, devo capitolare.

  • Uno di questi giorni dovrò rimettermi a leggerlo tutto, perché mi sono un po’ perso (tra l’altro sono in partenza)!

    E tu, Perla, sei in vacanza? 🙂

    Facciamo almeno un po’ di luce su Nadia.

    Con te mi sa che farò come con le varie serie TV che seguo: aspetto che finiscano prima di gustarmele tutte in una volta sola…

      • No dai non dire così! Cmq, l’ho capito anche a mie spese, qui su TI: se non posti tutte le settimane, la gente inizia a mettere commenti inutili ripetendo solo una delle tue opzioni… Perche si scorda tutto. Piuttosto di fare cosi preferirei non commentare, mi sembra più rispettoso!
        Dai, almeno ti stai formando, spero sia un corso interessante! 😉

  • Perla, temevo ti fossi dimenticata di Dwight e Pedro. Faccio un po’ fatica a rientrare nelle logiche della trama, però mi piacerebbe saperne di più su Nadia.
    Bentornata.

  • Tanta attesa per un episodio striminzito? E ora? Con l’estate che incombe… Comunque vorrei capire che c’entrano adesso ‘sti scrittori. Ma poi, scrittori di cosa?
    (Sto ancora ridendo per il tuo commento al mio gialletto già letto)

    • Eh, ma mica stavo lavorando tutto quel tempo. E comunque la brevità è indirettamente proporzionale alla lunghezza delle spine su cui vi voglio tenere. Più è breve il capitolo, più suspence c’è. O almeno questo è l’effetto che mi fa.
      E l’estate che incombe non è che un fertilizzante per le ispirazioni come le mie.

  • Ciao Perla, questa domenica mi sono messo a cercare su THe iNCIPIT e sono, dico la verità, rimasto incuriosito dal tuo nome di battesimo. E’ davvero quello? Bello.
    Ho letto i quattro capitoli, devo dire che scrivi molto bene, motivo per cui proverò a starti dietro! 🙂
    Ah già: e vorrei sapere di Pedro.

  • Anch’io, cara Perla, mi sono dovuta rileggere gli episodi precedenti… Ma in fondo è stato molto più piacevole così.
    Scopriamo le intenzioni del Pedrazzi. Anzi, di Pedro.

    😀 Ci risentiamo tra un mesetto per il prossimo, eh?

  • Un lettore desidera saperne di più sull’ultima frase del sindaco.

    Perla, che dire, leggere i tuoi capitoli (tutti e quattro in fila, dato che ogni volta aspetti che io mi dimentichi tutto il già letto) è sempre un’esperienza immersiva, per me. Anche un po’ totalizzante.

    Brava, molto.
    D.

  • Bentornata! Questi tuoi giorni di assenza hanno fruttato un episodio denso, ricco, avvolgente. Nessuna parola è sprecata. Ho scelto il verde, è un colore che mi rilassa… Ma forse non è il momento giusto per rilassarsi, in effetti!

  • Divertirsi è forse il modo migliore per scrivere e il rosso, specie se vermiglio, è un colore che ha del familiare, il mio voto non può che andare alla curiosità della sete insomma.
    Ben ritrovata, Perla.
    Il cubetto di ghiaccio che fa il morto a filo d’acqua è un’immagine (un modo, in verità, per descrivere un’immagine) che mi rimarrà per un po’… non che questo possa essere fattore determinante sulle tue prossime pubblicazioni, però uno ci prova, no?

    Brava, molto.
    D.

    • Sono felice di essere tornata. Ma forse, approfitterò di questo solstizio d’inverno che si insinua nei miei giorni frenetici per andare in letargo. Chissà se in primavera sarò pronta.
      Il rosso mi ispira ed è il colore del genere Giallo, alla fin fine, che lo si voglia o no. E se sarò fortunata ( con te come unico lettore o con tutti i lettori convinti all’unanimità) il lavoro sarà presto fatto.
      Intanto, dopo minuti di riflessione in cui la mia mente è partita per una tangente storica e inerpicata mi è sovvenuta la tonalità di rosso di cui parli. Con nostalgia.
      Forse sono già in letargo…
      Mi lascerò trasportare dal fiume del sonno, come Ofelia, ma con questo freddo mi sa che mi non mi convenga avvicinarmi all’acqua.

  • Ciao ! Mi auguro riparta tutto al più presto…!!! …Sei veramente brava, non ci lasciare così e, soprattutto, glielo spieghi tu all’angelico Dwight, dov’è finito il suo bicchiere d’acqua, che aspetta da tre mesi…? Spero che Pedro riesca ancora a contenerlo, ma…capisco benissimo se ha una crisi !!! Comunque ti ho battuta alla grande sul refuso…! L’ho scaraventato direttamente sul titolo del primo episodio, altroché nella domanda di chiusura ! Non sapevo e ho appena appreso, leggendo tra i tuoi commenti, che potrei inviare nuovamente qualcosa di corretto. Forse lo farò, ma per ora ho poco tempo e lo lascio così…Inizia ad essermi persino simpatico !!! Torna, torna ;)))

      • Ti capisco perfettamente ! So bene cosa stai vivendo e credo che molti qui lo sappiano…!!! Ti lascio immaginare cosa succede, quando ti blocchi, ma scrivere è anche il solo lavoro che hai. Le scadenze stanno arrivando, ma tu…sei paralizzata! Personalmente ora penso d’aver imparato a prevenire, fino a prova contraria…e credo che ognuno di noi abbia una strada, ogni volta diversa per uscirne, ma sono assolutamente certa di una cosa: passa, un giorno magicamente, passa e ti sblocchi! Non so se può esserti d’aiuto, ma una volta ne sono uscita leggendo e l’ultima dipingendo. Non importa se non sei “dotata” di senso artistico, ma prova a prendere un pennello (o anche con le mani, va bene lo stesso..), dei colori di qualunque tipo, carta comune e lasciati trasportare dalla musica che preferisci. Chiudi gli occhi, ascolta la musica per un po’, poi scegli un colore e… vai ! Non cercare di riprodurre qualcosa, (al massimo forme sinuose, come l’8, in tutte le direzioni) e usa colori uniti tra loro come ti pare ! Se non sei un po’ esperta, evita di sovrapporre i colori, ma affiancali solamente, anche se non in modo perfetto …Se quello che hai fatto non ti piace, prendi un altro foglio, cambia musica e muovi le mani al ritmo, liberamente e sorridi, sorridi, sorridi, anche se non ne hai voglia ! Pare che il nostro cervello non distingua se sorridi con un motivo o no…quindi ossitocina a gogo e la Creazione riparte !!! ;)))

  • Una scrittura coinvolgente, ti cattura subito: amo questo stile molto descrittivo che si sofferma sui dettagli, mi aiuta sempre ad immaginare certe scene proprio come se stessi vedendo un film. Brava! 🙂
    Voto per i frammenti del passato di questi due interessanti personaggi!

  • Ma…ma…ma sei fantastica!!
    Sono rimasta letteralmente conquistata fin dalle prime parole, hai uno stile che mi ricorda un po’ quello del quisottopresente Bricoleur, le cui storie sono diamanti incastonati in questo bel sito.
    Scherzi a parte, sono davvero colpita, ti seguo con molto, moltissimo interesse! Complimenti! 😀

  • Perla!
    Procederei con calma, facendo tentare a Pedro di tranquillizzare il compare… anche per non far sfumare subito questa bella atmosfera che hai disegnato.

    Brava,
    D.

    (PS: mi prendo la libertà di rispondere ad una domanda posta ad un altro tuo lettore. Per far eliminare le versioni indesiderate ti conviene scrivere direttamente ai ragazzi del sito, dalla sezione Contatti)

    • Ah, visto che sei stato il primo a farsi vivo, ne approfitto per chiedere un aiutino… Dal momento che sono alle prime armi ho commesso errori di battitura che hanno fatto uscire la storia tutta barrata con parti mancanti e questo difetto l’ho pubblicato per ben due volte. Ora ci sono tre versioni di questo racconto di cui le prime due inguardabili e questa che ha letto, la versione definitiva. Potrebbe per cortesia dirmi come fare a convincere l’amministrazione a cancerllarle in modo tale da non confondere gli altri lettori?
      Grazie infinite.

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