Dove eravamo rimasti?
Tutti i nodi vengono al pettine[Colonna Sonora: If I had a heart – Fever Ray]
Il primo a reagire fu Burke: imprecando, impugnò il fucile e uscì dalla cabina. Io nel frattempo ero riuscita a rialzarmi e per prima cosa controllai di avere ancora la pistola con me. Mentre mi apprestavo ad uscire anche io, mi raggiunse Aidan. Sentivamo la voce di Burke, il quale continuava a imprecare
– Chiunque sia il coglione che era al timone, esca immediatamente fuori!
Feci capolino fuori dalla cabina; scorsi il natante che aveva speronato la MaryJo: si trattava di un grosso motoscafo cabinato che galleggiava a fianco della barca sulla quale ci trovavamo. Il colpo per fortuna non sembrava esser stato forte abbastanza da danneggiare lo scafo in modo irreparabile: non eravamo ancora colati a picco.
– Fuori di lì, ho detto!
Dall’altro natante non giunse nessuna risposta. Sembrava abbandonato. Sia io che Aidan affiancammo il capitano. Nel silenzio della notte, finalmente, udimmo un rumore provenire dal motoscafo; non riuscimmo a distinguerlo subito, ma dopo qualche istante ci fu chiaro che c’era una donna che chiedeva aiuto, lì dentro.
Burke si mise il fucile in spalla e ci fece cenno di aspettare; con un balzo atterrò sulla prua dell’altra imbarcazione, lanciò una cima ad Aidan affinché potessero legare le due barche fra loro e poi seguì il suono di quella voce, sparendo sottocoperta. Ne uscì alcuni minuti dopo.
– C’è una ragazza ferita, Soledad. Ho bisogno di te.
Presi la cassetta del pronto soccorso; Aidan rimase sulla MaryJo e io, seppur non con la stessa abilità di Burke, raggiunsi il Capitano sul motoscafo.
– Spero che tu abbia lo stomaco forte, non troverai un bello spettacolo.
– Disseziono cadaveri tutto il giorno, Capitano. – mi permisi di fare la spavalda. Non sarebbe certo stato un problema vedere una ferita, per quanto grave fosse.
Quel che trovai fu inquietante: c’erano quattro cadaveri le cui carni erano state letteralmente sbrindellate. L’odore di sangue era così forte da dare il capogiro, nonostante fossi abituata. In un angolo c’era una ragazza bionda, ricoperta di sangue, i capelli appiccicati al volto; la sua gamba destra era spezzata sotto al ginocchio: potevo vedere il bordo frastagliato dell’osso che aveva lacerato il muscolo e la pelle. Mi affrettai a raggiungerla. Solo quando mi inginocchiai accanto a lei, cercando nella cassetta quel che mi serviva per fermare l’emorragia, la riconobbi: era Tasha.
oOo
C’è una cosa, che adoro, della Cloud Nine: se mai qualcuno scoprirà quello che ho fatto veramente, potrò sempre dare la colpa alla droga e a James che me l’aveva fornita, tanto ormai è morto. Sono riuscita a convincere tutti che io sono stata soltanto una vittima: mi trovavo sulla barca con James e i tre operatori video, quando questi sono impazziti e hanno cominciato ad azzannarsi a vicenda, allora io ho cercato di fuggire, ma mi sono rotta una gamba e così mi sono nascosta fino alla fine del massacro, secondo la versione ufficiale avvalorata dagli avvenimenti che avevano sconvolto la regione quella notte. Il professor Evans aveva confessato il suo coinvolgimento e alcuni studi, successivamente, avevano stabilito che un’alta concentrazione di onde elettromagnetiche stimolava nei soggetti che l’avevano assunta quella sorta di zombificazione. Quando finisce l’effetto della droga, tutti tornano alla normalità. Il punto è, che io ho provato un piacere indescrivibile nell’assaggiare la carne umana e me ne sono tenuta un po’ per quando non posso proprio resistere. È stato Paul a farmi scoprire tutto ciò; quando lo hanno trovato in Hotel non era ancora morto e il suo rinvenire sul tavolo dell’obitorio aveva contribuito ad alimentare la psicosi.
Ah. Le riprese della candid camera sono diventate un film che ha sbancato i botteghini. Ovviamente ho fatto in modo di far sparire quelle in cui si vede che sono stata io ad uccidere i quattro sulla barca.
17/11/2013 at 12:34
Un colpo di scena dopo l’altro! Complimenti, adesso mi dedico alla lettura del nuovo racconto 😀 .
14/11/2013 at 20:10
Bel finale, brava Laura!
11/11/2013 at 13:48
Mi sembra giusto…meglio farsi la scorta di carne umana per l’inverno 😛 Non la trovi mica dal macellaio sotto casa 😉
10/11/2013 at 09:18
Brava Lauretta!!
Avrei voluto più parte di Burke, e penso anche tu, ma i voti non te ne hanno data la possibilità… peccato.
Che dire, aspettiamo il tuo prossimo giallo 🙂
10/11/2013 at 02:21
Nuuu non sapremo di Soledad e quel tonto di Aidan, ne potremo sapere qualcosa più di Burke.. però il finale è bello e abbastanza inaspettato, il racconto fila, forse manca un filino di tensione verso la conclusione ma non era facile.. in ogni caso, brava!
10/11/2013 at 02:06
Tasha che si tiene da parte un po’ di ciccia da sgranocchiare :DDD
Aspetto il prossimo!
09/11/2013 at 21:05
… finale da brivido… sicuramente inaspettato!
09/11/2013 at 20:04
ahahah!!grande tasha!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
09/11/2013 at 17:46
Ecco cosa combina una ragazza dopo una cena dal giappo, mentre un’altra crolla sul letto.
Conoscendoti, non dovrò attendere molto per la prossima storia.
Baci,
S.
09/11/2013 at 17:50
No, infatti 🙂 Stanotte arriva il nuovo racconto 🙂
Gh, le uscite con te mi ispirano 😀
09/11/2013 at 14:29
finale a sorpresa… brava!
09/11/2013 at 17:49
Grazie Nadia 🙂
09/11/2013 at 13:47
Bel finale, Laura!
Un doppio colpo di scena davvero ben architettato 🙂
Ora aspetto il giallo.. Facciamo oggi pomeriggio? O preferisci ddomani? 😀
09/11/2013 at 17:47
😀 Grazie Giulia 🙂 Però bisogna dirlo, che se non fosse stato per i consigli tuoi e e di Michel, non sarebbe riuscito bene allo stesso modo. Quindi doppiamente grazie 🙂
Arriva stanotte, il giallo. Oggi pomeriggio ho pensato al titolo, è stata una specie di parto ma ce l’ho fatta 😀
09/11/2013 at 10:56
L’ho letto tutto d’un fiato, ora ho bisogno della bombola d’ossigeno.
Complimenti!
Non mi aspettavo un finale simile e devo confessare che quasi mi ha sconvolto :O
Brava, il lavoro in ogni parte è molto bello. 🙂
09/11/2013 at 11:29
Grazie Federico, sono contenta di averti sconvolto 😀
ps posso farti la respirazione bocca a bocca, se vuoi 😀
09/11/2013 at 14:32
volentieri, aspetta che finisco la bagna cauda e sono tutto tuo 😀
09/11/2013 at 08:07
Ora come si procurerà carne umana?… potrebbe proseguire…
09/11/2013 at 11:30
Potrebbe sicuramente 😀
09/11/2013 at 07:35
Ciao ciao, Laura. È stato interessante seguire lo sviluppo di questa storia.
09/11/2013 at 11:30
Ciao Roberto, grazie 🙂
09/11/2013 at 03:11
Un gran bel finale.
Poco altro da aggiungere.
Non ci resta che aspettare il giallo 🙂
09/11/2013 at 03:26
Grazie Angela 🙂 A presto!
09/11/2013 at 02:38
Sconcertante, decisamente malato. Da brividi insomma.
Un finale molto molto bello.
Brava.
09/11/2013 at 03:24
Grazie Jay 🙂 come al solito ho dovuto fare uno dei miei refusi, nonostante abbia riletto due volte… Sto proprio invecchiando. 😀
09/11/2013 at 02:10
Rilke diceva che il bello non è che il tremendo al suo inizio.
Credo che sia per questo che gli horror mi fanno paura: il bello sta sul limitare, e sai che prima o poi svelerà la sua vera, tremenda natura. Ma non sai come, né quando, e l’unica cosa che puoi fare è imparare a convivere con la spada di Damocle.
Eccoci al dieci, faccia a faccia davanti al tremendo. Ora ogni cosa esce allo scoperto e si manifesta.
E la cosa più angosciante di tutte è rendersi conto di come anche il più terribile degli eventi scatenanti risieda sempre e solo nello stesso posto: quel meandro spaventoso dell’animo umano in cui la vertigine della perversione osa conclamarsi e avviarsi al concreto.
Non più “e se…”, ma “è”. Uno scarto minuscolo, ma le conseguenze sono catastrofiche.
Eri una persona e diventi un’altra. Era un gioco e diventa la realtà dei fatti, incontrovertibile.
Gli horror mi fanno paura, ma sono (o forse dovrei dire “perché sono”) uno dei modi più schietti e audaci di indagare l’animo umano. Nessun meandro escluso, nemmeno quello in cui il bello e il tremendo giocano a fondersi e confonderci.
Brava Laura, ma sai che ti aspettiamo presto con il prossimo racconto!
09/11/2013 at 02:27
Grazie Margherita, per le tue parole bellissime!
A presto, mi prendo qualche giorno di pausa e poi torno con un giallo.