L’altro nome di Stella…

La non fine…. POSITIVO.
Quelle cose che nella vita non ti aspetti e che ti cascano addosso senza che ti chiedano il permesso.
Devastazione: è positivo.
Il bisogno di vomitare mi travolge un’altra volta.
Mi siedo accanto al water, fissando quel test.
POSITIVO.
Luca è stato qui, otto settimane fa. Doveva essere solo una chiacchierata, invece…
Il vomito mi scuote la trachea, rigettando il suo contenuto nel bagno.
” Se mai restassi incinta, sparirei” dissi una volta a Luca.
“Ma io vorrei essere libro di avere un figlio” mi rispose, quasi ferito da quella frase.
Il cellulare squilla, è Emilia: ho la presentazione questa sera e vuole sapere se sono carica.
“Ti prego, Emy… non ora” dico, in lacrime.
“Apri, tesoro… sono sotto casa tua” risponde, senza darmi diritto di replica.
A fatica apro la porta di casa, lascio il foglio dell’ospedale in vista e torno a vomitare.
Quando entra sento la porta sbattere e, con le poche forze che mi rimangono lancio un urlo per avvisarla di essere in bagno.
Al mio risveglio sono sdraiata sul divano, con le gambe ben in alto e sotto una coperta.
“Sai che è un disastro, vero?” dice, appena apro gli occhi
“Sì. Ma lui non lo saprà mai.” rispondo in un filo di voce
“Siria, è giusto che tu glielo dica” prova a controbattere, sapendo di scontrarsi con un muro
“Vuoi abortire?” chiede, lanciando quelle parole ben dritte contro il mio stomaco.
“No. Ma Luca non lo saprà.”
“Perchè?” chiede
“Perchè prima di scegliere un figlio, un uomo sceglie la madre. Se mai verrà da me, voglio che venga perchè io e solo io sono la sua felicità. Se mai resterà, è perchè senza me il suo mondo non ha senso. Un figlio è il prodotto dell’amore di due genitori. Luca prima di essere genitore, deve imparare a starmi accanto”
Tento di alzarmi, ma Emilia si siede accanto a me, abbracciandomi.
Nel suo dolcissimo profumo mi perdo… cercando la forza di non soccombere.
Luca non saprà. Niente mi distoglie da questo, dal punto che lui mi ha dato affinché mi trovasse ogni volta che torna.
“Siry… a che ora?” mi scrive in un messaggio
“MAI. Luca, è finita” gli scrivo, spegnendo il cellulare.
Odio quello che ho fatto, odio averlo fatto così, di getto. Ma tanto che senso ha aspettare? Nessuno: io lo so, Emilia lo sa… e, ne sono sicura, anche il “fagiolo” che piano piano, nella mia pancia cresce.
Emilia si è attivata, sistemando casa che, come sempre rispecchia Stella. L’altra me.
“Oh, Bischera!” grida, aprendo l’acqua della doccia “entra in bagno! Che se no facciamo tardi!”
L’acqua scivola addosso, esattamente dove vorrei lui. Il calore della sua pelle… la sua risata dolce e forte. Ogni cosa manca di lui. L’ho lasciato al telefono e questo non me lo perdonerò mai.
“Saremo forti, vedrai” dico accarezzandomi la pancia.
In un batter di ciglia sono vestita, pronta e sistemata… anche se un nodo in gola mi fa venire il dubbio di non essere pronta emotivamente per affrontare il mio lavoro.
“Ora tira fuori la Siria che ha speso notti insonni, tutta la sua passione e tutto il suo amore per questo libro. Tirala fuori… da questo ora dipende il tuo futuro e quello di chi ti porti dentro”
L’abbraccio forte. Lei sarà la mia forza.
“Guardami in faccia, Siria” la voce di Luca mi piove addosso come una fucilata “guardami in faccia e dimmelo”
“Luca, per favore… lasciala stare” dice Emilia, mettendosi in mezzo
“Siria: guardami in faccia e dimmelo” torna a ripetermi
“Vattene, Luca. Torna solo quando scegli. Se mai sceglierai”
Entro in libreria, sfoggiando il mio miglior falso-sorriso.
“Un prosecco per l’autrice?” chiede un addetto del catering, sorridendo
“No, grazie. Non posso” rispondo, fissando da dietro la vetrina gli occhi di Luca, disorientato.