L’Oracolo

Dove eravamo rimasti?

Come faranno le fate a condurre Eco, Azzurra ed Angie dall'Oracolo? Ognuna di loro dovrà donare alle fate l'oggetto a cui è maggiormente affezionata, in particolare un certa catenina appartenente ad Eco... (83%)

Il sacrificio“Non sarà facile” disse l’anziana regina “In un altro momento sarebbe bastato fare un incantesimo per portarvi ovunque ma, come ho già detto, la nostra magia si è notevolmente indebolita. Ci sarebbe tuttavia un modo…”
“Quale?” chiese, un po’ agitata, Eco; si era resa improvvisamente conto di quanta responsabilità avesse: il destino del regno, era nelle sue mani, non sapeva se sarebbe stata all’altezza delle aspettative e della fiducia che tutti riponevano in lei.
“L’affetto è un potente sentimento” riprese la fata “capace di produrre magia, una forza tale da potervi mandare dall’Oracolo e per questo ho bisogno di qualcosa di speciale, dei vostri oggetti più cari”
“Non credo che i sentimenti siano così potenti” disse Eco, scettica.
“Invece è proprio così! E se non ci credete provate ad immaginare la vostra vita senza il vostro oggetto più caro, vi accorgerete che non sarebbe stata la stessa”.
Angie ed Azzurra rifletterono attentamente. Effettivamente alla piccola si inumidirono gli occhi pensando all’orsacchiotto che l’aveva aiutata a superare la sua paura del buio e che ancora stringeva forte quando aveva timore per qualcosa. Glielo aveva regalato suo padre e, pensando all’uomo che non vedeva ormai da molto tempo, la bambina cominciò a versare lacrime silenziose.
Angie invece pensò all’oggetto più importante della sua vita da adulta: la fede. Anche cercando nella memoria e nei ricordi più remoti, non riusciva a provare lo stesso brivido che sentiva lungo la schiena ripensando all’emozione che aveva provato quando si erano scambiati gli anelli e alla promessa di amore eterno che si erano fatti quel giorno.
“Sì, è vero. Gli oggetti sono importanti per noi e io non ho mai immaginato di poter vivere senza la mia fede, ma se ciò serve ad aiutare Eco e, forse, a ritrovare l’uomo che me l’ha donata, sono pronta a darla a voi, fate”. Dicendo questo, Angie mise il suo anello su un tronco d’albero, tranciato da un fulmine, adibito come altare.
Incoraggiata dal nobile gesto della madre, anche Azzurra decise di separarsi da Girolino, l’orsacchiotto: “Addio, amico mio, sei stato un compagno speciale. Mi raccomando, non avere paura se senti un rumore stano nella notte” e qui abbassò il tono della voce, quasi a voler confidare un segreto al peluche “è solo il vento!”, poi posò il piccolo orso sull’altarino e si precipitò con gli occhi umidi dalla madre, che l’abbracciò forte.
Solo Eco rimaneva immobile: “Ho paura di non avere nessun tipo di oggetto a cui sono così affezionata, mi dispiace, ma credo che dovrete continuare senza di me, vi auguro di riuscire nell’impresa”
“Non così in fretta signorina” disse la fata alla ragazza che si stava allontanando triste “Ne sei proprio sicura?” e, con le sue ali, volò tremolante fino ad Eco e punto il dito verso la sua collana
“Questa? Oh no, non credo proprio che sia quello che cercate, è solo un pezzo di pelle intrecciata!”
“A volte ciò che cerchi è più vicino di quanto credi!” disse, enigmatica, la regina
“Questa frase l’ha presa da un biscotto della fortuna o da un cioccolatino?” chiese, un po’ seccata, Eco “Effettivamente però… mia madre mi ha sempre detto che me l’ha regalata mio padre, un padre che non ho conosciuto, è vero, ma che in questo modo è stato sempre presente, al mio fianco, la tocco quando sono triste o spaventata e mi dà coraggio…”.
Così dicendo Eco, anche se combattuta e scettica, si disse che quella era la cosa giusta da fare, toccò la collana, se la tolse e la diede alla fata: “E adesso vediamo che succede” pensò.
“Bene ragazze! È giunto il momento! Mettetevi in cerchio davanti all’altare, chiudete gli occhi, svuotate la mente e pensate agli oggetti appena donati”
Eco vide un bagliore e si sentì sollevare da terra in un vortice d’aria e, non riuscendo a trovare una spiegazione razionale per questo, serrò ancora di più gli occhi per non vedere ciò che stava succedendo, ma si costrinse a d aprirli quando una voce sconosciuta disse loro: “Bene e voi chi sareste?”

Chi vede Eco aprendo gli occhi?

  • Uno sconosciuto, qualcuno di poco raccomandabile... (31%)
    31
  • Il guardiano della capitale (6%)
    6
  • L'Oracolo, o almeno così lui si presenta.... (63%)
    63
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119 Commenti

  • Vada per il sacrificio, è un banco di prova sempre estremamente interessante.
    Ed è interessante come Eco gestirà la sua fede-non-fede nel mondo magico.

    Mi ricordi sempre più Terlouw, scrittore che ho amato moltissimo, anche se ho ancora qualche dubbio su quale sia il messaggio. Penso che una narrativa di questo tipo debba portare un messaggio 🙂

  • Mi piace l’atmosfera che si sta creando, con il tipico cattivone che incombe sugli abitanti del bosco… Poi leggendoti mi sento “in famiglia”, la tua Eco e la mia Blanca, entrambe protagoniste loro malgrado (tutta colpa di ‘ste profezie…).
    Opto per il dono degli oggetti più cari, il metodo meno comune, almeno credo.

    Brava Veronica! 😀

    • in realtà, avendomi fatto venire il dubbio, sono andata a guardarmi le differenze fra fiabe e fantasy che, ho scoperto poi, non sono così marcate essendo considerato un fantasy moderno ad esempio Peter Pan, quindi credo che la definizione fantasy per questa storia possa essere giusta 😉

  • Dirà di sì, ma ad una condizione, che Eco si sforzi di credere all’oracolo, altrimenti questi potrebbe non svelarsi 🙂

    E’ un bel racconto, il cui pregio maggiore è la naturalezza espressiva, secondo me, se non fosse che qualche volta “scivola” in un linguaggio incontrollato più che naturale.
    Mi ricorda un po’ “come si diventa re” di Terlouw, romanzo geniale, destinato ai preadolescenti, con un registro comunicativo simile.

    Ti seguo con piacere e aspetto di sapere come va il viaggio…

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