Black Hole Hunter

Dove eravamo rimasti?

Cosa farà ora Sorriso? Se ne andrà in vacanza (71%)

Le vacanze non sono più quelle di una volta.Prevedibilmente, Bagnasco non prese bene il passaggio di consegne. Tanto da non mancare di farlo presente a Sorriso per i primi giorni di vacanza, con messaggi a ripetizione e chiamate nel cuore della notte. Non che dovesse dirgli qualcosa al di là dell’improperio, anche se fantasioso, ma perché privarsi del piacere di tormentare un collega in ferie?
Sorriso, dal canto suo, dopo essersi fatto i conti in tasca e aver capito, a spanne, quanto avrebbe risparmiato dalla prematura scomparsa di Eliana, aveva subito cambiato destinazione e la pigra villeggiatura in Riviera si era trasformata in una settimana ad Amesterdam, patria di una buona metà dei suoi vizi.
La dieta liquida che stava portando avanti da quando era arrivato cominciava, alla soglia della terza mattina – se di mattina si può ancora parlare quando la sveglia viene puntata, per scrupolo, a mezzogiorno – ad avere più effetti collaterali che benefici e Sorriso, accenno di barba e abiti comodi, decise di uscire dal b&b e andare a fare una tarda colazione.

Riempito lo stomaco con – in ordine sparso – pane, burro, marmellata, prosciutto, formaggio e un caffè talmente lungo da sembrare coca cola calda, Sorriso iniziò il primo giro diurno della città, vissuta fino a quel momento solo di sera.
Le strade e i canali avevano tutto un altro aspetto, alla luce del giorno, ma A’dam restava un dedalo, un labirinto nel quale perdersi un passo alla volta, cerchi concentrici, leggero sciabordio. I pensieri di Sorriso, così come i piedi, vagavano distratti tornando più volte sugli stessi punti, svoltando gli stessi angoli, fermandosi sugli stessi dettagli. La mente di un poliziotto, per quanto questo poliziotto possa essere affezionato al proprio lato nascosto, rimane sempre una mente investigativa, anche in ferie, anche se si fa di tutto per andare in un’altra direzione. Sorriso era fatto così, non riusciva a staccarsi dalla propria routine, nemmeno a provarci… e dio solo sa se in quei giorni ci stava provando. Tagliato fuori da tutto ciò che gli era familiare, privo anche solo di un punto di riferimento, perso in quella passeggiata che lo stava portando da nessuna parte, l’ispettore si ritrovò a vagare in se stesso, nei propri pensieri, perso in un luogo occupato tanto da lui quanto dal serial killer cui dava la caccia, quel Black Hole Hunter che gli aveva regalato la vacanza in Olanda.
Questa deformazione professionale, per Sorriso era una condanna. Nelle sere precedenti aveva ignorato la cosa girando per locali, incrociando persone con le quali scambiava si e no due parole e tutta una serie di effusioni, vicinanze intense quanto fugaci, maschie eppure tutta un’altra cosa. Quel pomeriggio decise di cercare riparo, da sé e dalla pioggerella che era cominciata a cadere, dentro un coffee shop e nell’abbraccio di alcuni truffles.

Vertigini, nausea, vampate.
Doveva uscire di lì, in fretta.
Le scale sarebbero state un problema. Mai visti gradini muoversi tanto.
Gli serviva aria.
Presa una breve rincorsa, Sorriso si buttò a testa bassa sperando di inforcare la direzione giusta nonostante le pareti continuassero a inclinarsi.
Occhi chiusi, o la va o la spacca.
Aria. Esterno.
Fermarsi prima di cadere nel canale.
Sorriso camminava in tondo di fronte al locale, passi pesanti, l’aria di fare una gran fatica.
Lo squillo del cellulare non arrivò subito alle sue orecchie e quando lo fece non fu di facile identificazione, ma l’ispettore alla fine rispose. Era Bagnasco, ancora una volta.
– Collega, come va la vacanza?
Sorriso scoppiò in una risata.
– Lieto di sentire che ti diverti. E lieto di dirti che la pacchia è finita. Hanno trovato il cadavere di una ragazza, lì dalle tue parti. Sembra il nostro uomo, devi andare a vedere.
L’ispettore, prima di rispondere, si guardò alle spalle, indicando verso il basso con la mano libera e l’aria sconsolata.
– Nessun problema, Bagnasco. Devo solo capire come arrivarci con questa maledetta coda da lucertolone che mi è cresciuta. Dammi l’indirizzo.

Vacanza rovinata. Ora?

  • Anche il Black Hole Hunter è ad Amsterdam, effettivamente. Anche se per motivi diversi da quelli di Sorriso. (58%)
    58
  • Sorriso e la sua coda da lucertola non arrivano sul luogo del ritrovamento. (25%)
    25
  • Non si tratta del Black Hole Hunter, è un emulatore. E potrebbero essercene molti altri. (17%)
    17
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107 Commenti

  • L’apprendimento delle tecniche con l’allievo che si libera del maestro; il segno distintivo come punto necessario per un seriale, con questo consapevole di ciò; insomma… quando esce il seguito di questa storia? 😀 😀 😀

    Bella, davvero bella. L’ ho seguita volentierissimo.
    Sciapò Mario 🙂

  • Piacevole lettura pomeridiana… Voto per la vedova del fratello.
    Ti seguirò. 🙂

    Per quanto riguarda l’influenza camilleriana (ho letto qualche commento qui sotto…), credo che ormai sia difficile avvicinarsi a un genere come il giallo senza incappare in qualche somiglianza con i grandi maestri di questo filone: non c’è da farne una colpa, nè si deve sempre urlare alla “copia”. Il tuo racconto scorre bene e, come ho detto, è piacevole: questo basta.

  • Un inizio coinvolgente e molto interessante, l’unica cosa che stona un po’, come già precisato da Federica Spagone sono le parolacce che lasci dire al narratore..
    Per il resto non posso che seguirti!
    Ho optato per la donna che lo ricattava, quale miglior modo per rovinare ulteriormente le vacanze dell’ispettore se non facendo uscire qualche rivelazione scottante sul suo conto?
    non so magari qualche sotterfugio fatto all’inizio della sua carriera.. fai tu ! 😉

  • Ciao Mario, sono arrivata su questa storia con solo la curiosità di leggere chi era questo Mario Bianchi che scrive da 15 anni 😉
    Bene, posso affermare che sei uno che sa cosa sta facendo indubbiamente e io non conto gli errori o le sviste perché per quello c’è l’editor ( che poverino ha un mestiere anche lui, non togliamoglielo).
    Il mio gusto personale non apprezza le parolacce scritte dal narratore, sono ridondanti e inutili, mentre quelle dette dal protagonista nel dialogo, sono funzionali al personaggio, danno colore e fan subito film d’azione americano 😉 Non ti paragono a Camilleri in nessun modo ( anche perché Camilleri mi fa schifo), ma ti dico che sono incuriosita…
    Mi piacerebbe che leggessi il mio e mi dicessi cosa ne pensi ( si accettano critiche), anche perché il progetto è più ampio e qui c’è solo diciamo il riassuntino del vero racconto e son desiderosa di capire i gusti del pubblico 😉

    • Federica, grazie davvero per il tuo commento. Mi fa piacere che tu abbia parlato chiaro. Per gli errori ci sono gli editor, è vero, ma dovrò fare maggior attenzione.
      Sulle parolacce scritte dal narratore, concordo con te. In questo caso sono state utilizzate perché consideravo la narrazione intesa dal punto di vista di Sorriso stesso, era un tentativo di “entrare” più nel personaggio; avendo solo quattromila caratteri a disposizione, ho pensato potesse essere un buon espediente, ma probabilmente non è stata una buona idea.
      Verrò a leggere senz’altro il tuo, non appena il lavoro e il tempo tiranno me lo permetteranno.

  • Copione 😀 Hai copiato l’ambiente del mio primo giallo eh eh eh (di solito non ne scrivo, è stato un tentativo il mio).
    Sono venuta a leggerti per curiosità e perchè ti ho fra gli amici su fb e non ci siamo ancora presentati.
    Qualche refuso in qua e là, ma ci sta.
    Un classico giallo condito di qualche parolaccia, ci sta anche questo.
    Voglio vedere dove arrivi e ti seguo.

  • Direi che Camilleri ti fa un gioco di mano, giusto per non essere volgari! Certo che x essere uno che scrive da 15 anni mi aspettavo di meglio! Guardati allo specchio prima di criticare gli altri. Mi spiace solo che con questo commento ti darò un punto.
    P.S. Nessuno ti obbliga a leggere se una cosa non ti piace e se proprio vuoi farti pubblicità fallo in un altro modo signor Ma Quanto Sono Bravo.

      • Sai, credo che sia normale farsi influenzare, io sono la prima ad esserlo per quanto riguarda il mio genere, ma questo non vuol dire che non si possano raccontare o scrivere belle storie 🙂 Certo di Camilleri ce n’è uno solo, è un maestro nel suo genere (nonostante qualcuno utilizzi la raffinatissima espressione “mi fa schifo”), ma ognuno di noi cerca di trovare il proprio spazio in un mondo letterario dove ormai chiunque sembra possa scrivere e pubblicare libri pur non essendo a conoscenza neanche dell’ l’ABC della sintassi della lingua italiana. 🙂

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