Black Hole Hunter

Dove eravamo rimasti?

Vacanza rovinata. Ora? Anche il Black Hole Hunter è ad Amsterdam, effettivamente. Anche se per motivi diversi da quelli di Sorriso. (58%)

Divertirsi in vacanza è stressante quanto lavorareStesso modus operandi. Non c’erano dubbi. Volto distrutto dall’acido, firma sulla parete. Che cazzo ci faceva il Black Hole Hunter ad Amsterdam? Era venuto per uccidere, poco ma sicuro, e proprio nella stessa meta scelta da Sorriso per la sua agognata vacanza. Di certo, l’Ispettore sapeva soltanto che non poteva trattarsi di una coincidenza e che l’effetto dei funghi allucinogeni non era del tutto svanito.
Dopo aver vomitato l’anima a pochi metri dalla scena del delitto e aver scoperto che la vittima lavorava alla reception dell’albergo dove alloggiava e che ci aveva pure flirtato un paio di volte, l’Ispettore aveva avuto un’illuminazione. Il Black Hole Hunter ce l’aveva con lui. Prima aveva ucciso quella rompipalle della sua ex moglie, poi l’aveva raggiunto in Olanda per uccidere un suo potenziale amante. Voleva che fosse Sorriso a dargli la caccia, non un Bagnasco qualunque. Ma perché proprio lui? E chi poteva essere il serial killer? Si trattava quasi sicuramente di un uomo, forse un suo ex, di sicuro qualcuno che conosceva, ma chi?

– Dotto’, allora, si è rilassato in vacanza?
Sorriso guardò torvo Liscalzi, senza proferire parola, tanto non sarebbe servito a nulla.
– Forse ha beccato brutto tempo. – mormorò l’altro tra sé e sé mentre raggiungevano gli altri.
-Abbiamo un problema.- esordì l’Ispettore Capo, – Questo cazzo di serial killer ha colpito ad Amsterdam e ora il caso è diventato internazionale.
Liscalzi, Bagnasco e compagnia bella si voltarono verso Sorriso, come se fosse colpa sua se quel pazzo l’aveva seguito in Olanda. Ora uno non poteva neanche più farsi qualche giorno di ferie in santa pace. Lui era una vittima esattamente quanto Eliana in tutta quella vicenda.
Mentre l’Ispettore Capo continuava a ciarlare di Interpol e di interviste con Barbara D’Urso, Sorriso si perse nelle sue elucubrazioni mentali e iniziò a scarabocchiare nel suo blocco per gli appunti nuvole, punti interrogativi, buchi neri, mulini a vento e caricature della sua ex moglie.
– Basta.- disse ad un certo punto, un po’ troppo ad alta voce, – Non posso lavorare in queste condizioni.
– Ma, Paolo, cosa stai dicendo…
– Fa un caldo assurdo, Liscalzi non sa nemmeno cosa sia un deodorante. Non riesco a respirare qui dentro, figuratevi a pensare. Da tutto questo casino, ne esco cornuto e mazziato. Io… ho bisogno di qualche giorno.
– Ma dotto’, è appena tornato dalle ferie. – gli fece notare Liscalzi.
– Paolo, non so se ti rendi conto, abbiamo la stampa che ci sta col fiato sul collo.- l’Ispettore Capo usò il suo solito tono flemmatico , – Stasera Quarto Grado farà una puntata speciale. E cos’abbiamo noi in mano? Un cazzo di niente. Ecco cos’abbiamo. E tu – tu – che sei l’elemento chiave in tutto questo, a cosa pensi? Alle tue cazzo di vacanze del cazzo!
– L’ha già detto cazzo.- disse Liscalzi tra sé e sé.

Ma quale elemento chiave? Qualcuno si sta divertendo alle mie spalle.
Non gliela avrebbe data vinta facilmente. Doveva solo aspettare che il killer facesse la sua mossa.
Chi avrebbe ucciso questa volta? Quella megera della portinaia? Quella rompicoglioni della sua ex suocera che da quando era morta Eliana non faceva che tartassarlo affinché trovasse un colpevole? Oppure il gestore del ristorante pakistano che appestava tutto il quartiere?
Non che gli sarebbe dispiaciuto, anzi.
Non doveva far altro che aspettare. E così fece.
Già che c’era, decise di sfruttare la situazione a suo vantaggio. Durante l’orario lavorativo, giocava a Candy Crash Saga, beveva e fumava. La qualità non era quella di Amsterdam, ma non era nella posizione di lamentarsi. Gli occhi rossi erano associati allo stress dovuto alle indagini e, anche se avessero sospettato qualcosa, di certo non l’avrebbero licenziato. Era l’elemento chiave e non c’era niente di male ad ingannare l’attesa con qualche distrazione.

L’attesa di Sorriso verrà interrotta bruscamente da un altro omicidio. Chi sarà la vittima?

  • Una sua vecchia conoscenza (12%)
    12
  • l’Ispettore Capo (59%)
    59
  • Liscalzi (29%)
    29
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107 Commenti

  • L’apprendimento delle tecniche con l’allievo che si libera del maestro; il segno distintivo come punto necessario per un seriale, con questo consapevole di ciò; insomma… quando esce il seguito di questa storia? 😀 😀 😀

    Bella, davvero bella. L’ ho seguita volentierissimo.
    Sciapò Mario 🙂

  • Piacevole lettura pomeridiana… Voto per la vedova del fratello.
    Ti seguirò. 🙂

    Per quanto riguarda l’influenza camilleriana (ho letto qualche commento qui sotto…), credo che ormai sia difficile avvicinarsi a un genere come il giallo senza incappare in qualche somiglianza con i grandi maestri di questo filone: non c’è da farne una colpa, nè si deve sempre urlare alla “copia”. Il tuo racconto scorre bene e, come ho detto, è piacevole: questo basta.

  • Un inizio coinvolgente e molto interessante, l’unica cosa che stona un po’, come già precisato da Federica Spagone sono le parolacce che lasci dire al narratore..
    Per il resto non posso che seguirti!
    Ho optato per la donna che lo ricattava, quale miglior modo per rovinare ulteriormente le vacanze dell’ispettore se non facendo uscire qualche rivelazione scottante sul suo conto?
    non so magari qualche sotterfugio fatto all’inizio della sua carriera.. fai tu ! 😉

  • Ciao Mario, sono arrivata su questa storia con solo la curiosità di leggere chi era questo Mario Bianchi che scrive da 15 anni 😉
    Bene, posso affermare che sei uno che sa cosa sta facendo indubbiamente e io non conto gli errori o le sviste perché per quello c’è l’editor ( che poverino ha un mestiere anche lui, non togliamoglielo).
    Il mio gusto personale non apprezza le parolacce scritte dal narratore, sono ridondanti e inutili, mentre quelle dette dal protagonista nel dialogo, sono funzionali al personaggio, danno colore e fan subito film d’azione americano 😉 Non ti paragono a Camilleri in nessun modo ( anche perché Camilleri mi fa schifo), ma ti dico che sono incuriosita…
    Mi piacerebbe che leggessi il mio e mi dicessi cosa ne pensi ( si accettano critiche), anche perché il progetto è più ampio e qui c’è solo diciamo il riassuntino del vero racconto e son desiderosa di capire i gusti del pubblico 😉

    • Federica, grazie davvero per il tuo commento. Mi fa piacere che tu abbia parlato chiaro. Per gli errori ci sono gli editor, è vero, ma dovrò fare maggior attenzione.
      Sulle parolacce scritte dal narratore, concordo con te. In questo caso sono state utilizzate perché consideravo la narrazione intesa dal punto di vista di Sorriso stesso, era un tentativo di “entrare” più nel personaggio; avendo solo quattromila caratteri a disposizione, ho pensato potesse essere un buon espediente, ma probabilmente non è stata una buona idea.
      Verrò a leggere senz’altro il tuo, non appena il lavoro e il tempo tiranno me lo permetteranno.

  • Copione 😀 Hai copiato l’ambiente del mio primo giallo eh eh eh (di solito non ne scrivo, è stato un tentativo il mio).
    Sono venuta a leggerti per curiosità e perchè ti ho fra gli amici su fb e non ci siamo ancora presentati.
    Qualche refuso in qua e là, ma ci sta.
    Un classico giallo condito di qualche parolaccia, ci sta anche questo.
    Voglio vedere dove arrivi e ti seguo.

  • Direi che Camilleri ti fa un gioco di mano, giusto per non essere volgari! Certo che x essere uno che scrive da 15 anni mi aspettavo di meglio! Guardati allo specchio prima di criticare gli altri. Mi spiace solo che con questo commento ti darò un punto.
    P.S. Nessuno ti obbliga a leggere se una cosa non ti piace e se proprio vuoi farti pubblicità fallo in un altro modo signor Ma Quanto Sono Bravo.

      • Sai, credo che sia normale farsi influenzare, io sono la prima ad esserlo per quanto riguarda il mio genere, ma questo non vuol dire che non si possano raccontare o scrivere belle storie 🙂 Certo di Camilleri ce n’è uno solo, è un maestro nel suo genere (nonostante qualcuno utilizzi la raffinatissima espressione “mi fa schifo”), ma ognuno di noi cerca di trovare il proprio spazio in un mondo letterario dove ormai chiunque sembra possa scrivere e pubblicare libri pur non essendo a conoscenza neanche dell’ l’ABC della sintassi della lingua italiana. 🙂

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