Black Hole Hunter

Dove eravamo rimasti?

Nel prossimo capitolo volete... La spiegazione di cosa diamine è successo nel locale. (Però dovete proprio dire "diamine", se no non vale. E la spiega può essere parziale.) (45%)

Rosso di sera, bel tempo si spera

Ci sono alcune persone destinate a incontrarsi. Non è una stronzata, è la verità. È il loro destino. Per quanto possa sembrare che le loro vite scorrano parallele l’una dell’altra, a un certo punto, le loro strade si incroceranno. E questo tenderà a ripetersi più e più volte, come due magneti che a volte si attraggono e altre volte si respingono.

Così era stato per Sorriso e Tadeu.

Non si erano parlati per anni, poi la scatola dei fiammiferi aveva riacceso tutti i ricordi di quegli anni insieme al Movida, prima che Tadeu partisse, prima che Sorriso sposasse quella stronza di Eliana.

Era stato il sudamericano a dare inizio a tutto, uccidendo l’allora capo di Sorriso: Mattia Torretta. Sorriso non gliel’aveva chiesto, ma non gli era certo dispiaciuto. Anzi.

Aveva provato una strana emozione, l’ebrezza di ottenere quello che voleva e farla franca. Quello che non sapeva allora era che certi tipi di potere, come togliere la vita a un altro essere umano, danno dipendenza. Così come certe passioni distruttive.

Aveva voglia di rifarlo, di stronzi in giro ce n’erano quanti ne volevano e questa volta sarebbe stato lui l’esecutore. Con Tadeu al suo fianco sentiva che sarebbe andato tutto bene. Insieme erano invincibili. Avrebbero girato il mondo insieme, senza meta. Fanculo la Polizia. Fanculo Eliana.  

Alla luce del sole e sobrio, però, aveva cambiato repentinamente idea. Aveva allontanato Tadeu, lasciando che partisse, aveva chiesto a Eliana di sposarlo e lei, tra le lacrime di gioia, aveva accettato. Non perché lo amasse, ma si stavano avvicinando i fatidici trenta e non voleva essere certo l’ultima tra le sue amiche ad avere l’anello al dito.

Così erano passati gli anni. Sorriso aveva cercato di ignorare le pulsioni che Tadeu aveva svegliato, consolandosi come poteva. Finché non era arrivato il momento di nutrire la sua bestia interiore.

Aveva tenuto un basso profilo, i suoi colleghi pensavano fosse uno scemo con la passione per le donne e le droghe leggere, ma Sorriso aveva calcolato tutto nei minimi dettagli. Le prime vittime erano state casuali, poi era stata la volta di Eliana. Aveva assaporato la gioia della vendetta per mesi, mentre fingeva di cedere ai ricatti della donna. Quel poveretto di Amsterdam invece non c’entrava niente, ma Sorriso aveva esagerato con i funghetti allucinogeni e aveva rimediato come poteva.

Nessuno sospettava niente. Finché Tadeu non aveva ucciso il capo di Sorriso. Di nuovo.

L’aveva fatto per lui, gli aveva detto, per fornire un alibi al suo ex amante. Tadeu veva letto su Internet di quel caso diventato ormai internazionale, che coinvolgeva il suo vecchio amico.

Sorriso ormai era diventato uno che lavorava in solitaria, apprezzava l’aiuto di Tadeu, ma non avrebbe diviso i suoi piaceri con lui.

D’altro canto, l’entrata in scena del sudamericano poteva avere dei risvolti a dir poco interessanti. Sorriso si era rotto le palle del Black Hole Hunter, dell’acido e dei buchi neri. Era stato divertente all’inizio, non poteva negarlo, ai talk show esperti più o meno attendibilidavano la loro opinione in proposito, mentre il commissario scuoteva la testa con un ghigno quasi impercettibile. Però era giunto dil momento di cambiare, di provare qualcosa di nuovo.

Così aveva portato Tadeu a Bologna, per rivivere i bei tempi andati e fare progetti sul futuro. Quel cagacazzo di Barbatti li aveva seguiti, così presuntuoso da dimenticarsi di essere un semplice medico legale, così stupido da farsi scoprire al primo autogrill.

Li aveva uccisi entrambi, senza rimorsi, senza un attimo di esitazione. Avrebbe fatto ricadere la colpa su Tadeu e sarebbe stato finalmente libero. Di uccidere di nuovo. O di smettere. Poteva fare quello che voleva, senza più Eliana ricattarlo e Tadeu a ossessionarlo.

Poi Liscalzi era entrato nel locale e il sorriso beato del commissario si era tramutato in una smorfia.

Eccoci alla scelta finale:

  • Liscalzi e Sorriso diventano complici e ci saranno molti altri omicidi (56%)
    56
  • Liscalzi uccide sorriso diventando il nuovo eroe nazionale (22%)
    22
  • Sorriso fa fuori anche Liscalzi (22%)
    22
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107 Commenti

  • L’apprendimento delle tecniche con l’allievo che si libera del maestro; il segno distintivo come punto necessario per un seriale, con questo consapevole di ciò; insomma… quando esce il seguito di questa storia? 😀 😀 😀

    Bella, davvero bella. L’ ho seguita volentierissimo.
    Sciapò Mario 🙂

  • Piacevole lettura pomeridiana… Voto per la vedova del fratello.
    Ti seguirò. 🙂

    Per quanto riguarda l’influenza camilleriana (ho letto qualche commento qui sotto…), credo che ormai sia difficile avvicinarsi a un genere come il giallo senza incappare in qualche somiglianza con i grandi maestri di questo filone: non c’è da farne una colpa, nè si deve sempre urlare alla “copia”. Il tuo racconto scorre bene e, come ho detto, è piacevole: questo basta.

  • Un inizio coinvolgente e molto interessante, l’unica cosa che stona un po’, come già precisato da Federica Spagone sono le parolacce che lasci dire al narratore..
    Per il resto non posso che seguirti!
    Ho optato per la donna che lo ricattava, quale miglior modo per rovinare ulteriormente le vacanze dell’ispettore se non facendo uscire qualche rivelazione scottante sul suo conto?
    non so magari qualche sotterfugio fatto all’inizio della sua carriera.. fai tu ! 😉

  • Ciao Mario, sono arrivata su questa storia con solo la curiosità di leggere chi era questo Mario Bianchi che scrive da 15 anni 😉
    Bene, posso affermare che sei uno che sa cosa sta facendo indubbiamente e io non conto gli errori o le sviste perché per quello c’è l’editor ( che poverino ha un mestiere anche lui, non togliamoglielo).
    Il mio gusto personale non apprezza le parolacce scritte dal narratore, sono ridondanti e inutili, mentre quelle dette dal protagonista nel dialogo, sono funzionali al personaggio, danno colore e fan subito film d’azione americano 😉 Non ti paragono a Camilleri in nessun modo ( anche perché Camilleri mi fa schifo), ma ti dico che sono incuriosita…
    Mi piacerebbe che leggessi il mio e mi dicessi cosa ne pensi ( si accettano critiche), anche perché il progetto è più ampio e qui c’è solo diciamo il riassuntino del vero racconto e son desiderosa di capire i gusti del pubblico 😉

    • Federica, grazie davvero per il tuo commento. Mi fa piacere che tu abbia parlato chiaro. Per gli errori ci sono gli editor, è vero, ma dovrò fare maggior attenzione.
      Sulle parolacce scritte dal narratore, concordo con te. In questo caso sono state utilizzate perché consideravo la narrazione intesa dal punto di vista di Sorriso stesso, era un tentativo di “entrare” più nel personaggio; avendo solo quattromila caratteri a disposizione, ho pensato potesse essere un buon espediente, ma probabilmente non è stata una buona idea.
      Verrò a leggere senz’altro il tuo, non appena il lavoro e il tempo tiranno me lo permetteranno.

  • Copione 😀 Hai copiato l’ambiente del mio primo giallo eh eh eh (di solito non ne scrivo, è stato un tentativo il mio).
    Sono venuta a leggerti per curiosità e perchè ti ho fra gli amici su fb e non ci siamo ancora presentati.
    Qualche refuso in qua e là, ma ci sta.
    Un classico giallo condito di qualche parolaccia, ci sta anche questo.
    Voglio vedere dove arrivi e ti seguo.

  • Direi che Camilleri ti fa un gioco di mano, giusto per non essere volgari! Certo che x essere uno che scrive da 15 anni mi aspettavo di meglio! Guardati allo specchio prima di criticare gli altri. Mi spiace solo che con questo commento ti darò un punto.
    P.S. Nessuno ti obbliga a leggere se una cosa non ti piace e se proprio vuoi farti pubblicità fallo in un altro modo signor Ma Quanto Sono Bravo.

      • Sai, credo che sia normale farsi influenzare, io sono la prima ad esserlo per quanto riguarda il mio genere, ma questo non vuol dire che non si possano raccontare o scrivere belle storie 🙂 Certo di Camilleri ce n’è uno solo, è un maestro nel suo genere (nonostante qualcuno utilizzi la raffinatissima espressione “mi fa schifo”), ma ognuno di noi cerca di trovare il proprio spazio in un mondo letterario dove ormai chiunque sembra possa scrivere e pubblicare libri pur non essendo a conoscenza neanche dell’ l’ABC della sintassi della lingua italiana. 🙂

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