Labirinto Perverso

Dove eravamo rimasti?

Cosa farà Nicola? La violenta e la tortura per insegnarle la lezione. (54%)

Non ci provare più

Vederla nuda, legata alla sedia con il nastro avana sulla bocca e con l’espressione terrorizzata lo eccitò ancor più. Avvicinandosi a lei brandiva il grosso coltello da cucina che aveva trovato in uno dei cassetti.

Appena entrato in casa l’aveva schiaffeggiata immobilizzandola con la sua forza bruta, accecato dall’odio e dalla rabbia. Le aveva strappato i vestiti lasciando la sua pelle a disposizione delle mani e del frustino con il quale le lasciò parecchi segni cremisi sulle natiche e sulla schiena. Visto che la cagna aveva cominciato ad urlare le aveva subito tappato la bocca infilandole dentro gli slip di pizzo che bloccò poi con lo scotch dandole due giri piuttosto stretti. Insultandola pesantemente la prese per i capelli sbattendola sul letto. Schiumando bava dalla bocca, grazie anche alla coca che aveva sniffato prima la violentò con forza.

Renata non potendo urlare cercò almeno di liberarsi, divincolandosi sotto quel corpo governato da una forza demoniaca, ma con pochi risultati.

” Sei fortunata che oggi il negro aveva la giornata libera, altrimenti sarei venuto con lui…e sai che fa tutto quello che gli dico, anche le cose peggiori, vero? “. Quello era vero, con quel tipo c’era poco da scherzare.

Una volta venuto le strinse una mano sul collo facendole mancare il fiato,

” Ora stai ferma se non vuoi che ti strozzo, ok puttana? “. Con altro nastro la legò mani e piedi ad una sedia, dopodichè andò in cucina. Lo sentì armeggiare tra i cassetti contenenti le stoviglie pregando non stesse cercando quello che lei immaginava. Intanto un lieve formicolio le investì le caviglie a causa del nastro che le cingeva. Purtroppo ciò che pensava non era sbagliato, lo vide tornare con un grosso coltello in mano.

” Cara Renata…lo sai che non mi devi raccontare cazzate, soprattutto quando si tratta di lavoro “, disse avvicinandosi agitando la lama. La sua espressione atterrita chiedeva pietà.

” A me non fotte un cazzo se ti fai scopare da tutti, ma se mi devi dire che sei malata e poi esci con un altro per andare a divertirti mi girano i coglioni. Devo lasciarti un segno che te lo ricordi? “. Il coltello si appoggiò ad uno dei grossi capezzoli scuri. Renata cercò di urlare senza ottenere alcun effetto se non quello di eccitarlo. ” Sai che se voglio le to taglio e te lo faccio mangiare…lo sai vero, brutta troia? “. Lei annuì sperando si fermasse.

” Anzi, le tette sono troppo importanti, però si può rimediare “. Lei vide un rivolo di pazzia nei suoi occhi prima che una sua mano calò sui suoi impedendole di vedere. Sentì prima il freddo della lama sulla sua pancia informe seguito da un piccolo dolore. Poi qualcosa di caldo le colò finendo sulla gamba. Abbassò la testa vedendo il suo stesso sangue che le imbrattava la coscia sinistra.

” Ecco vacca schifosa. ora quando ti specchierai ti ricorderai che non devi fare la scema con me “. Pianse Renata, pianse amaramente. Ma chi si credeva di essere? Una ragazza normale? No, non lo era. Lei era solo una cosa nelle mani di Nicola e dei suoi scagnozzi e questo sarebbe stata per sempre, almeno finchè  gli avrebbe fruttato dei soldi, poi magari l’avrebbe anche ammazzata. Prima di andarsene la minacciò di ucciderla se lo avesse rifatto, assestandole un altra razione di schiaffi in faccia e pugni sui reni. La liberò lasciandola per terra piangente. L’indomani mattina si recò in bagno guardandosi allo specchio. Grossi cerchi neri intorno agli occhi la facevano sembrare un orsetto lavatore ma a parte quelli non aveva segni visibili in faccia. Guardò più giù e vide la cicatrice sanguinolenta che ormai si era coagulata. Pianse ancora. Tornò sul divano accendendo il cellulare. Dopo aver fissato lo schermo per circa venti minuti andò sulla rubrica selezionando il nome di Maurizio. Tasto verde. Due squilli, tre, quattro.

” Pronto Renata, Ciao!!! “

” Maurizio, puoi venire? “.

Cosa risponde Maurizio?

  • Che è successo? (43%)
    43
  • Arrivo subito. (43%)
    43
  • Scusa Renata, ma non posso liberarmi oggi. (14%)
    14
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