Mia

Sulla sediaSono nuda davanti a lui, quasi disfatta, sono passate un paio di ore da quando mi ha lasciato così. Le corde che ha usato, rosse, mi stanno segando la carne. Quasi non sento le mani da quanto ha stretto i miei polsi dietro la sedia. E le mie caviglie sembrano cucite alla zampe. Mi osservo. Ha fatto un lavoro d’artista con i suoi nodi. Il seno mi sta scoppiando, respiro a fatica. Una tortura ulteriore la ball-gag che mi ha infilato in bocca e stretto sulla nuca. Il cuoio del cinturino si appiccica al viso sudato, la fibbia sul retro mi graffia il collo.
E’ vero che ne abbiamo parlato molto e desideravo questo gioco di preparazione prima di iniziare il suo predatorio consumo della mia carne e della mia essenza. Lo avevo provato diverse volte, come modella in qualche serata nei privè a tema, ma adesso è completamente diverso. Mi piace, solo mi chiedo se oggi non sia tropo anche per me. Lo guardo, intensamente. E’ seduto sulla sua poltrona, le mani appoggiate ai braccioli, solide, grandi. Giocherella con due palline argentate legate insieme. Sento la saliva colarmi dal mento, sul seno. Tento di capire la sua prossima mossa.
Ho i capezzoli indolenziti e induriti, provo a muovermi sulla sedia. Impossibile. Barcollo leggermente, fino a quando riesco a muovere un po’ le gambe entro le corde e toccare il pavimento con le dita dei piedi. Sento un calore intenso che si irradia e sale dalle caviglie alle cosce, oscenamente spalancate, il pavimento fresco potrebbe essermi di conforto. Lo raggiungo con le dita, i piedi cigolano al contatto con il pavimento, li struscio sul legno indurito, cerco di attirare la sua attenzione.
Tutto inutile, non guarda verso di me. E’ lì seduto, con la sua flemmatica calma, le gambe accavallate. E’ splendido, affascinante. Intrigante la sua candida camicia, apparentemente fresca di bucato, completamente sbottonata sotto la giacca nera.
Mi concentro sul mio corpo, recito mentalmente una poesia che ho scritto in passato. E’ il mio segreto: riempio pagine bianche di emozioni, presto ne farò un libro. Sono eccitata, sento il mio odore. Intenso mi arriva alle narici e scivola tra le mie gambe incontenibile. Riesco a mascherare il potere che ha su di me, ma quando si accorgerà che tra le labbra è scivolato via il mio primo orgasmo, verrò punita. Anche di questo abbiamo parlato molto, non mi è permesso godere senza un suo ordine. Sembra stupido, ma è lui che comanda, a lui ho ceduto il potere e non per questo sono meno forte. E non ho paura, il dolore non mi fa paura. Soffro quando non mi guarda, quando non si interessa delle mie condizioni, quando non mi sfiora la pelle. Le sofferenze dell’anima sono ben più forti delle sofferenze fisiche, ti piegano più della frusta.
Lo guardo ancora. E’ irresistibile, capace e degno di avermi legata e imbavagliata, ma non obbligata. Io sono sua e nella testa sono colma del suo possesso. Mi sono emozionata quando mi ha detto che voleva sottomettermi. Accettai per il puro piacere di disegnare nella mente la parola “mia”. Quella parola che ha scritto sul mio ventre prima di legarmi. Mai nessuno mi aveva intrigato ancor prima di conoscerlo realmente.
Il giorno che lo conobbi, in quel bar, non pensavo a tutto questo. Avevo in mano uno dei libri della famosa trilogia delle “Cinquanta sfumature”, facevo fatica a proseguire nella lettura. Non mi entusiasmava per nulla, la consideravo una storiella per adulti e nemmeno tanto. Quando si avvicinò a me e si sedette di fronte, allo stesso tavolo, il suo sorriso sornione ebbe il potere di immobilizzarmi. Il sorriso diventò una risata. Non capivo.
“Lascia quel libro e vieni con me.” Mi disse quel giorno, sempre ridendo. Non sapevo se mi stava prendendo in giro o diceva sul serio. Un approccio strano il suo, mai nessuno si era proposto in quella maniera. Uno sconosciuto al mio tavolo che rideva di quello che leggevo.
“Scusi?” fu la sola parola che uscì dalla mia bocca in quel momento.
“Stai leggendo puttanate! Ti faccio una proposta…”

Che proposta le ha fatto lo sconosciuto?

  • Bruciare il libro assieme (6%)
    6
  • Andare con lui nel suo dungeon, senza impegno alcuno (76%)
    76
  • Una cena per parlare (24%)
    24
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