Mia

Dove eravamo rimasti?

Valentina accetterà l'ulteriore proposta o... No, ma chiede spiegazioni sugli attrezzi che vede in giro. (44%)

Sfoggio sadomaso“Conosco la croce. Mi piacerebbe capire invece a che cosa servono questi.” Risposi avvicinandomi a una parete con un mobile basso.
Facevano sfoggio dei loro colori e dimensioni vari plugs anali, falli più o meno grandi, cock ring di metallo e pelle, pesi da applicare agli stessi, manette in metallo, polsiere e cavigliere in pelle, un gatto a nove code appeso ad un gancio, maschere e morsi e, dulcis in fundo, un paio di cinture di castità e un chastitycage in plastica. Conoscevo alla perfezione l’attrezzatura, sembrava una mostra-mercato sadomaso, ma dovevo prender tempo, tirarmi fuori da quel sotterraneo. Mi intrigava il tutto, ma Piero era un perfetto sconosciuto, mettermi nelle sua mani, anche solo per gioco, poteva essere pericoloso.
“Non dirmi che non conosci questi!” disse prendendo in mano un paio di falli in lattice. La smorfia di un sorriso sornione gli si stampò in volto.
“Non sono un’educanda, signor Piero. Volevo solo capire perché ci sono anche oggetti di costrizione maschile.” Abbozzai un sorriso.
“Sottomettere un uomo, che non sia gay, è cosa assai difficile. Mi piacciono le sfide.”
“Quindi lei è un… master?”
“Non amo le definizioni. Sono un uomo che pratica sadomaso, bondage e quasi tutte le pratiche che ne conseguono. Mi piacerebbe mostrarti qualcosa.” Incalzò.
Prese una sedia da un angolo e la posizionò al centro della stanza. “Siediti!”
Il tono era diventato duro, aggressivo e l’espressione del viso quasi fredda, distaccata.
“Non voglio sedermi. Anzi, ho visto fin troppo e gradirei uscire all’aria aperta.” Intendevo andarmene al più presto di lì. Mi diressi verso la porta per rafforzare il pensiero che avevo appena espresso.
Piero arrivò alla porta istantaneamente e si posizionò tra me e l’uscita.
“Hai paura…”
“Vorrei andarmene. Ho qualcosa da fare fuori di qui. Non ho capito bene che cosa voleva dimostrarmi portandomi qui.”
Lui tornò a sorridere: “Voglio solo farti capire che quello che stai leggendo è spazzatura. La sottomissione è altro.”
“So bene di cosa parla.” Piero non sapeva che avevo già avuto un paio di uomini che avevo chiamato padrone. E non sapeva che ne ero venuta fuori distrutta.
“No che non lo sai… Inutile dirti di rimanere ancora.” Aprì la porta con un click, estraendo dalla tasca della giacca un telecomando. “Sei libera di andare dove vuoi. Solo… mi farebbe piacere invitarti a cena.” Mi porse un biglietto da visita in ascensore. “Se decidi di accettare, chiamami nel pomeriggio. Questa sera sono libero. Adesso se permetti e se hai ancora un po’di tempo, vorrei farti vedere il resto dell’edificio.”
Mi sembrò una proposta fattibile e lo seguii per il piano degli uffici, dove c’erano alcuni impiegati al lavoro, fino ad arrivare al suo appartamento. Anche questa una dimostrazione? Forse voleva allettarmi facendomi vedere il lusso e la modernità dell’abitazione. Non era da meno del Grey del romanzo che stavo leggendo, pensai.

Tento di farmi sentire, un mugolio sommesso esce dalle labbra chiuse dalla ball-gag. Ho freddo, vorrei che mi guardasse. Invece lui è li che sorseggia un drink, indifferente di quello che mi passa attraverso. Brividi. Ascolto il silenzio. Ascolto il mio respiro. Ascolto il mio ventre.
Muovo le mani, continuo a muovere i piedi sul pavimento, il mio contorcermi entro le corde amplifica il dolore dell’immobilità e della costrizione. Mi calmo, prendo un respiro e poi un altro.
Lo guardo ancora. Si sta alzando. Forse verrà da me, penso, slegherà questi nodi che mi segano la carne. Forse mi libererà.
Invece lo vedo allontanarsi, aprire la porta con un click, uscire e poi chiudersi la porta alle spalle.
Mi ha lasciata sola. Gli occhi si annebbiano, non voglio piangere. Caccio indietro le lacrime pensando che mi sono piegata al suo volere di spontanea volontà.
Ma è quello che mi merito? Ho sbagliato qualcosa? Perché costringermi per tante ore all’immobilità? Mi gira la testa, i pensieri si affollano.
Torno al giorno in cui ci siamo incontrati. E’ come se vivessi di nuovo l’appartamento…

Che cosa era successo nell'appartamento?

  • Vista la mattinata che volgeva all'ora di pranzo, Piero le aveva offerto un aperitivo e... (35%)
    35
  • Piero l'aveva lasciata sola per rispondere a una telefonata di lavoro (55%)
    55
  • Piero aveva tentato delle avances (10%)
    10
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124 Commenti

  • Seguendo il consiglio di un paio di labbra rosse… mi sto gustando i racconti di questo intrigante genere.
    Complimenti Allie ti destreggi tra le parole facendo percepire ogni singola “emozione” di chi conosce queste arti! Seguirti sarà un piacere.
    È interessante vedere come ognuno di voi sente e vive l’eros!

    • Dovevo scegliere tra un paio di incipit che avevo improntati. Mi sono buttata sulla sottomissione (BDSM) per una sorta di scommessa con un mio amico. So che è un argomento multigettonato di questi tempi e quindi potrebbe risultare banale e scontato. Vediamo se riesco a discostarmi un po’ dalla massa. 😉

  • Non mi sembra il tipo da povarci una seconda volta… tanto meno “tentarla” con il pranzo e poi la cena!
    Lasciarla curiosare, mentre è convinta di non essere vista rende la situazione più intrigante, non si sa mai cosa può nascondersi in un appartamento di un uomo!
    Forse cose ben più “forti” di quelle appena viste. Dopo tutto li dungeon è solo passione e trasgressione, invece l’appartamento è intimità!

  • Uno degli aspetti più affascinanti di un racconto del genere è senz’altro l’inaspettato. Storie con varie tipologie di varianti di dominazione se ne leggono molto. È una trama accattivante e sorprendente che può cambiare le regole del gioco. In questo caso, mi aspetto che le fantastiche premesse sfocino in qualcosa di inatteso per i lettori. Primo step… sicuramente Valentina che prende in mano le regole del gioco!

    • Storie di dominazione se ne leggono tante, infatti ero indecisa se scriverne ancora un’altra. Ma avevo un’idea troppo intrigante che mi frullava per la testa e dovevo in qualche modo farla uscire. Gli sviluppi imprevisti? mah…vedremo 🙂

  • Un puzzle si compone di tanti tasselli. nel secondo capitolo scopriamo i personaggi, lei decisa sicura di sé ma inguaribilmente attratta dalle novità più o meno complicate: vuole esplorare e provare piacere. lui belloccio, maturo, affascinate sicuro di sé che lancia la sfida tesse la tela del ragno. Lei è troppo desiderosa di esplorare e sondare la propria psiche anche nei lati più oscuri e profondi accetta di visitare il locale adibito anche a bdsm: tappa importante per affermare se stessa!!!

    • Legami d’amore

      Gioca con me.
      Prendimi, avvolgimi, tendimi, accarezzami, sfregami, stringimi.
      Spingimi più alto,
      il mio corpo in un arco: appendimi, attaccami, affiggimi, agganciami,
      coperto di sudore freddo: tremante, agitato, affannato, eccitato,
      stretto con una corda,
      pronto a cantare
      qualunque aria e nessuna
      e poi… solo un piccolo tocco,
      E io: “Per favore…”
      “Danza per me…”, hai detto.
      E sono volata
      in alto più di quanto avessi mai volato.
      In alto come un aquilone,
      ubriaca… e poi alla deriva, stretta da corde,
      ho ballato, vagato, librato, volteggiato,
      in nodi infrangibili,
      in legami saldi, e poi…
      corde da sciogliere e seguire.
      Legami d’amore.

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