I vivi e i morti

Dove eravamo rimasti?

Paula ha delle novità... Norman ha fatto emettere un mandato di cattura per lei. La madre è definitivamente defunta. (57%)

Uno strano esercitoUna volta in giardino, Paula scoppiò in lacrime. Lauren la abbracciò, e mentre la stringeva guardò verso casa sua: sembrava uno stupido sacco dell’immondizia rovesciato. Non è più casa tua, meglio che ti abitui all’idea, disse piano.
«Come farò senza di te?» frignò Paula.
Tacquero entrambe.
«Lauren, c’è un mandato di cattura nei tuoi confronti. Norman dice che hai sabotato “il passaggio” di tua madre» riattaccò Paula.
«In realtà è così, ma non come crede lui. Solo con le idee.»
«Lo so, ma ora che farai? Ti troveranno.»
«Non lo so. Tu cosa mi consigli?»
«Di scappare, ma dove?»
«E se restassi un paio di giorni qui da te, Paula?»
«E le teche?»
«Starei qui, dentro il capanno.»
«Ma morirai congelata!»
«Mi procurerai una stufetta o qualcosa del genere. Dormirò in un sacco a pelo.»
«Per me va bene. Per fortuna che quella volta mio padre costruì quel bagno!»
«Così ti rendo mia complice.»
«Non ti preoccupare. Devi decidere che fare però, non puoi stare qui a vita.»
«Solo un giorno o due.»
«Lauren, posso parlare francamente? Stai rimandando continuamente la tua scelta. Cosa vuoi fare? Devi decidere adesso. Secondo me è sbagliato stare qui a pensare. Cosa c’è da pensare? Perché vuoi stare due giorni qui? Tua madre è morta. C’è una taglia sulla tua testa grossa come una nazione. Non ti vuoi separare da tua madre? Se sei una vera ribelle, devi esserlo fino in fondo.»
«Lasciamo in pace, lasciatemi tutti in pace!» gridò Lauren e d’impeto uscì dal capanno e fuggì.
Prese a correre nei campi, senza pensieri. Una disperazione la stava divorando dall’interno facendola precipitare in uno strano stato come di distacco da se stessa. Ciò che vedeva attorno a lei non era reale. Stava forse impazzendo?
A un certo punto vide sua madre, che le veniva incontro dalle colline. Arruolati, figlia mia, è l’unico modo per salvarti le disse.
Lauren non capì. Si stese all’ombra di una quercia e perse i sensi.
Passarono diverse ore e quando si svegliò era buio e non c’erano poliziotti o delle sbarre attorno a lei. Era ancora sotto l’albero, non l’avevano trovata. Faceva un freddo del diavolo ed era sola. Si allacciò il giubbotto e vi sparì dentro con la testa.
Cos’aveva voluto dire sua madre nel sogno? “Arruolati”. Qualche anno prima, all’università aveva sentito parlare di una questione assai bizzarra. Un’amica le aveva parlato dell’esistenza di un esercito, se così lo si poteva chiamare, visto che armi e divise non c’entravano affatto, fatto di persone che vivevano almeno dieci metri sotto la superficie. Avevano dei motivi per scomparire, motivi gravi quali omicidi, violenze e una volta “sotterrati” era come se venissero cancellati dalla faccia della terra. Fino a quel momento Lauren non aveva mai creduto a quella storia assurda. E se esistessero veramente? Cercò il telefono. Non l’aveva. Si ricordò che l’aveva lasciato in macchina per evitare che riuscissero a rintracciarla. Voleva parlare con Ronald, discutere con lui della questione e chiedergli se sapesse niente di quella strana storia. Era pronta a rinunciare per sempre alla sua vita, agli amici e andare a finire in un buco sottoterra circondata da malviventi? Prima di decidere voleva saperne di più.

Cosa accade ora?

  • Torna da Paula e si nasconde nel capanno, senza dire nulla a nessuno. (20%)
    20
  • Fugge lontano, in una città che non conosce e in una biblioteca, mentre sta facendo delle ricerche, fa uno strano incontro... (40%)
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  • Lauren chiama da un telefono pubblico il suo amico Ronald, gli dice di fare delle ricerche sulla storia dell'esercito. Si incontrano. (40%)
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51 Commenti

  • mi è piaciuto molto questo concetto di “vita eterna”, una vita che, in questo caso, non credo valga la pena di vivere… me lo immagino già: “Un cervello in salotto”, comunque ho votato la morte violenta della madre, vediamo se Lauren la pensa ancora così sulla “vita nel barattolo” dopo che ha saputo che non potrà mai più interagire con la madre…
    stavo per scrivere vedere la madre, ma dato che si dovrebbe trattare di un cervello credo abbia più senso il termine “interagire”. avrai capito che ti seguo e molto volentieri…
    se vuoi puoi dare un’occhiata alla mia storia 😉
    ps: non amo molto la fantascienza ma questa storia mi ha incuriosita parecchio, se vincesse l’opzione che ho votato si trasformerebbe in una specie di giallo-fantascientifico…?

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