La città dei KravIl sole di mezzogiorno brucia la terra. La asciuga e la inaridisce mentre il vento, sibilando, solleva nuvole di polvere insanguinata.
Leto cammina, un passo pesante dopo l’altro, la testa china per proteggersi dalla polvere. A un tratto si arresta, coprendosi gli occhi col dorso della mano per ripararsi dal sole cocente. Di fronte a lui, appena oltre la collina rocciosa, c’è la sua destinazione finale. La città dei Krav spezza la monotonia del deserto con i suoi grattacieli di vetro e cemento armato, circondati da altissime ciminiere che innalzano al cielo pennacchi di fumo nero e denso, diluendo il blu dell’orizzonte in una melma grigiastra.
Nella città vivono cinquanta milioni di Krav. Abitano le case, guidano le auto degli esseri umani. Si sono sostituiti in tutto e per tutto a loro. Quegli stessi esseri umani, ridotti ormai a poche unità, ora sono costretti a nascondersi. La maggior parte di loro è morta, uccisa dai cambiamenti climatici che i Krav hanno imposto grazie alla loro tecnologia superiore. Hanno reso l’aria irrespirabile e modificato in modo irreversibile il clima e l’ecosistema, trasformando il globo in uno sterminato deserto di rocce e terra rossastra. Le stagioni, così come esistevano una volta, sono solo un ricordo. Anzi, nemmeno quello ormai, perché nessun umano è così vecchio da ricordarsi com’era la vita prima dell’arrivo dei Krav.
Quello che Leto sa l’ha imparato dai suoi genitori, i quali a loro volta l’avevano imparato dai loro genitori, e così via a ritroso per chissà quante generazioni. Vite e avvenimenti che si perdono in un tempo talmente lontano che si fa fatica a immaginare che possa esserci davvero stata un’epoca in cui gli uomini erano padroni delle proprie vite.
Ricorda perfettamente le loro storie, quelle che gli raccontavano la sera, prima di andare a dormire. La storia di come i Krav, dopo il massacro, avevano costretto i pochi umani superstiti a rifugiarsi nel sottosuolo. La storia di come alcuni scienziati scampati per miracolo al genocidio avessero inventato il Keriol, il farmaco che gli sta permettendo di non morire asfissiato, lassù, sotto la luce di quel sole che molti suoi simili non avevano mai nemmeno visto.
È anche per loro che ora lui è qui, pronto per la missione più importante. Pronto per compiere il suo destino, quello per cui è nato.
Una cosa è certa: a casa non ci tornerà. Mai più.
Ora però Leto non può rischiare di essere visto. Non è ancora tempo. Decide così di accamparsi sotto uno dei rari spuntoni di roccia per godere dell’unico spicchio d’ombra nel raggio di chilometri. Con la mano destra si tasta un punto appena sopra il cuore: nella tasca interna della giacca, in quello stesso punto, ci sono tre fiale di Keriol. Finite quelle tre fiale, smetterà di respirare in pochi minuti e ogni sforzo, ogni sacrificio fatto per arrivare fino a qui sarà stato vano. Ciascuna ricarica dura ventiquattr’ore e tra poco sarà già tempo della nuova dose quotidiana.
La mazza d’acciaio lo coglie di sorpresa. Lo colpisce alla nuca e gli fa perdere i sensi. Due figure si avvicinano e lo adagiano su una barella di fortuna. Lo caricano su un pick-up fermo a qualche centinaio di metri di distanza, dietro le rocce, e si dirigono verso il mostro di vetro, metallo e cemento armato. La porta che segna l’inizio della metropoli si apre e inghiotte il veicolo, richiudendosi poco dopo in uno stridore assordante di lamiere e ingranaggi. Dopodiché il deserto ripiomba nel silenzio irreale di poco prima, ed è come se Leto non fosse mai nemmeno esistito.
È un silenzio assordante e alieno, questo. Impensabile nei pressi di una città le cui dimensioni incalcolabili si perdono a vista d’occhio.
Il sole, intanto, continua a inondare di luce la terra. Esausta, avrebbe bisogno d’acqua. Avrebbe bisogno dell’arrivo della notte per rifiatare. Ma la notte, qui, non arriverà.
I Krav hanno ucciso anche quella.
Lasciamo per un attimo da parte Leto e:
- Andiamo a conoscere una tranquilla famiglia Krav. (17%)
- Scendiamo sotto la crosta terrestre, a chilometri di distanza dalla città, dove alcuni umani vivono nascosti. (61%)
- Saliamo su, fino alla stratosfera, ed entriamo in una vecchia stazione di monitoraggio e sorveglianza. (22%)

18/04/2014 at 19:57
Io sarei per la morte dell’alieno, ma sono in netto svantaggio…
24/02/2014 at 12:54
Per me lo libera..
19/02/2014 at 08:46
Nuova storia eh? Ho letto tutto e scelto che libera l’alieno *-* sentimentale io, potrebbero diventar soci!
13/02/2014 at 19:16
Ho recuperato, ho letto la tua storia fino ad ora. Sei il numero uno 😉
13/02/2014 at 22:37
Grazie mikael, prometto di finirla questa storia, anche se sono fermo da un po’…
18/12/2013 at 23:43
Libererà l’alieno. Potrebbe rivelarsi un alleato dato che, a quanto pare, i suoi simili lo hanno imprigionato. Magari si alleerà con Leto anche solo per vendicarsi. Oppure no. 😛
17/12/2013 at 09:33
il buonismo di fondo che deriva dalle ambigue favole che ci hanno raccontato da bambini propenderebbe per mettere “il pallino” su libererà l’alieno… Ma l’idea di ucciderlo è troppo sadicamente accattivante per non essere votata !!!!
16/12/2013 at 13:54
Secondo me lascerà l’alieno nella sua cella e cercherà di portare a termine la missione 🙂
15/12/2013 at 19:54
Mi ero persa un capitolo, ma l’ho recuperato. 🙂
Voto per la liberazione dell’alieno.
15/12/2013 at 16:06
Ciao, ho scoperto la storia solo ora e mi ha subito catturato… ti seguo 😉
ps. Secondo me, libera l’alieno… chissà, magari non tutti i Krav sono cattivi, o no?
15/12/2013 at 11:20
Libera l’alieno
15/12/2013 at 00:22
Secondo me libererà l’alieno. Forse sarà un grosso errore, ma mi sento così 🙂
01/12/2013 at 18:35
Sono Ravi e Deanna, ovviamente. Ma che fine avranno fatto? Saranno stati a loro volta rapiti dai Krav ?O dagli stessi umani? Si sa, il profitto non conosce etnia nè razza. Aspetto con ansia il prossimo capitolo !!!!
30/11/2013 at 22:16
Credo che siano altri umani… proprio bella questa ambientazione! Complimeti Davide.
30/11/2013 at 16:25
E vai coi Krav.
30/11/2013 at 11:59
Istintivamente ho pensato che fossero i Krav.
30/11/2013 at 09:22
Stazione in abbandono, rimasti intatti solo ossigeno e viveri. Come direbbe Martellone (Boris): bucio de…
😉 Ma meno male che ne hanno avuto, che così abbiamo sostato un po’ in questa inquietante postazione che tutto vede, non vista.
30/11/2013 at 15:24
Grande Martellone!!
29/11/2013 at 20:01
Bene, molto bene. Nutrivo considerazioni differenti sulle sorti della stazione di monitoraggio, invece mi hai spiazzato, positivamente s’intende.
Ho votato istintivamente Krav, ma poi me ne sono pentito. La mazza d’acciaio ricorda uno strumento molto rudimentale per tramortire una vittima, considerato lo sviluppo tecnologico di cui si ammanta la storia, lo sarebbe anche un misero taser. Ormai è andata, ma se tornassi indietro voterei “altri umani”.
30/11/2013 at 12:00
Bel ragionamento. Anch’io ho votato Krav per istinto. Accipicchia…
29/11/2013 at 19:08
Secondo me sono altri umani 🙂
29/11/2013 at 18:44
Io dico che sono Krav 😀
29/11/2013 at 17:54
E quanto ci hai fatto aspettare per questo terzo capitolo?
(Voto Krav).
29/11/2013 at 19:01
Impegni di lavoro e altre scritture mi hanno distratto! 😀
30/11/2013 at 12:00
Ti capisco bene. Chi più scrive… 😀
26/11/2013 at 15:18
Scrittura scorrevole e coinvolgente, leggendo il secondo episodio sembra di vedere la scena di un film… 🙂 Bravo!
Io direi di tornare da Leto, scopriamo che fine ha fatto.
26/11/2013 at 11:58
E io ri-voto la vecchia stazione di monitoraggio. 😀 Sono recidiva. 😛
23/11/2013 at 09:57
La stazione di monitoraggio, in questo modo abbiamo una presentazione completa delle tre ambientazioni del racconto. Mi raccomando, continua presto!
22/11/2013 at 14:21
Per il momento trovo molto interessante l’ambientazione, per il resto aspetto di leggere i prossimi episodi.
Piccola curiosità, il nome del personaggio, Leto, è legato in qualche modo ai romanzi del Ciclo di Dune di Frank Herbert?
22/11/2013 at 22:49
Grazie!
Uhm, veramente no, mai letto…me lo sono inventato. C’è un Leto anche lì?
23/11/2013 at 07:21
Si, è uno dei personaggi principali del ciclo.
21/11/2013 at 13:59
mi piace l’idea che si alternino i due personaggi…quindi voto per tornare a Leto!
21/11/2013 at 02:57
Bene, bene, molto bene. Be’ direi di completare il trittico.
Stazione di monitoraggio.
20/11/2013 at 08:17
Io torno da Leto, mi piace l’alternanza dei capitoli. La fantascienza non è però il mio genere preferito, però son curioso di vedere come vai avanti con la trama.
Però ora ci avrei ripensato, se hai proposto la stazione.. ma quel che è fatto è fatto…
19/11/2013 at 12:52
… e va bene, andiamo a vedere questa stazione! ci deve essere per forza qualcosa di interessante lassù! 😉
19/11/2013 at 12:30
Torniamo da Leto e scopriamo che succede 🙂
19/11/2013 at 11:43
Siamo stati sottoterra, ora direi di sposarci nella stratosfera 🙂
19/11/2013 at 11:24
Voglio tornare da Leto e vedere cosa succede adesso 😀
19/11/2013 at 11:06
E andiamoci, su questa stazione di monitoraggio! 😀
17/11/2013 at 02:22
Davide, questo incipit ha proprio intenzioni serie. Bravo, davvero molto bello.
La terza opzione sembrava buttata lì come un palliativo narrativo, ma poi riflettendoci bene ho pensato che, dopo tutto ‘sto bailamme apocalittico, non sarebbe stata una cattiva idea andare a conoscere da vicino ‘sti disgraziati che ci hanno fatto un cu.lo tanto.
Però, nonostante le premesse, ho votato per i sopravvissuti rintanati sotto terra.
Però anche la stazione di monitoraggio non era male. Insomma, belle opzioni 😀
15/11/2013 at 16:02
Inizi un nuovo racconto e non mi dici nulla? CATTIVO.
😉 ho votato per andare sotto terra 🙂
15/11/2013 at 13:26
Ciò che avviene sotto la crosta terrestre affascina sempre…
15/11/2013 at 00:03
Tutte le opzioni erano davvero invitanti, alla fine ho votato per la crosta terrestre. Sono felice di seguirti dall’inizio, caro incipiter classe 1983.
🙂
S.
14/11/2013 at 15:51
Bell’inizio, io vorrei scendere sotto la crosta terrestre, e conoscere come vivono gli umani nascosti 😀
14/11/2013 at 08:42
Stratosfera. 🙂
Bello, Davide, davvero! Complimenti. E poi mi piacciono le storie di SF. 😉
14/11/2013 at 04:23
Andiamo a vedere gli umani, ti seguo!!!
Io non amo assolutamente la fantascienza, però mi piace il tuo stile e voglio vedere che storia inventerai!!
13/11/2013 at 16:42
Ho sbagliato a cliccare, volevo andare sottoterra, ma ho scelto una tranquilla famiglia Krav.
Poco male. Sono comunque curiosa.
Ti seguo!
13/11/2013 at 11:43
Voglio andare nella stratosfera!!
12/11/2013 at 21:52
… per analogia al mio racconto direi che i superstiti si sono rifugiati nel posto più recondito possibile…. Bell’incipit, bravo Davide!
13/11/2013 at 01:25
Grazie Nunzia!
12/11/2013 at 20:22
Anche tu scrittore compulsivo? spegni un racconto e ne accendi un altro.
12/11/2013 at 20:24
Già!! 🙂
12/11/2013 at 19:22
Wow, una storia davvero ispirata. Sono curiosa di vedere cosa potrebbe svelare una vecchia stazione di monitoraggio e sorveglianza sospesa nel vuoto.
12/11/2013 at 20:25
E chi lo sa? Vedremo!! 🙂
12/11/2013 at 19:06
Visionario, futuristico, allegorico. Inizio promettente.
(Indeciso tra la seconda e la terza, alla fine scelgo di vedere un po’ più da vicino una famiglia Krav).
12/11/2013 at 20:26
Grazie! Spero di essere in grado di mantenere le promesse!