Krav

Dove eravamo rimasti?

Lasciamo per un attimo da parte Leto e: Scendiamo sotto la crosta terrestre, a chilometri di distanza dalla città, dove alcuni umani vivono nascosti. (61%)

SottoTerra«Il Presidente la può ricevere. Prego, si accomodi.»
Gavino tira fuori un fazzoletto bianco stropicciato dalla tasca dei pantaloni e si asciuga le gocce di sudore su una fronte sempre più alta e povera di capelli. Ha passato le ultime due ore seduto, sempre nella stessa posizione, nella sala d’attesa del Palazzo, arrovellandosi su quale fosse il modo migliore – o forse il meno sbagliato – per comunicare al Presidente la brutta notizia. Non è riuscito a trovare niente che non sia la verità.
Gavino è da ventitré anni uno dei consiglieri personali del Presidente di SottoTerra. Una volta, tanto tempo prima, avrebbe addirittura potuto considerarlo un amico…ma poi si sa come vanno le cose, quando le differenze sociali si acuiscono e si viene caricati di sempre maggiori responsabilità, le amicizie devono lasciare il passo ad altre cose. Il rispetto, la deferenza, l’ubbidienza. Così era capitato fra loro, quando la carriera del Presidente era decollata, mentre quella di Gavino era rimasta ferma.
Quando l’usciere spalanca la porta in legno bianco del suo studio privato, il Presidente è in piedi, dietro la scrivania di mogano, intento a fissare un’enorme mappa che occupa tutta la parete. È ancora un uomo imponente, nonostante l’età che avanza: un bell’uomo, direbbero le signore. Il fascino dei potenti, senza dubbio. Ma non è solo quello. È un uomo che incute timore, col suo metro e novanta per novanta chili perfettamente distribuiti.
Gavino entra, il cappello in mano, e subito la porta si richiude alle sue spalle. Si sente davvero in trappola, ora. «Signor Presidente» balbetta, accennando un goffo inchino. Quello non si gira, rimane immobile, sempre fissando la mappa-parete. Poi le spalle possenti hanno un sottile fremito. «Lo sa che giorno è oggi, Gavino?» dice a voce bassa. Una voce baritonale, impostata. Vagamente minacciosa.
«C-come dice, Presidente?»
Il Presidente si gira verso di lui, di scatto. Gli occhi azzurri e la pelle diafana brillano di una luce inquietante, sinistra. Glieli pianta dritti nei suoi, e Gavino inizia di nuovo a sudare copiosamente.
«Domenica, mi sembra, signore.» deglutisce a fatica, le gambe sempre più molli.
«Bravo, Gavino. Domenica. È una bella giornata, la domenica, vero? Si sta a casa, con la propria famiglia. Ci si rilassa. Si mangia, tutti insieme. Si beve del buon vino…a lei piace il vino?»
Gavino accenna un sorriso. «Sì, ogni tanto mi…»
La manata che il Presidente abbatte all’improvviso sulla scrivania fa tremare persino i muri. Gavino ammutolisce e perde la presa sul cappello, che gli cade tra i piedi.
«Anche a me piace!» urla il Presidente, sputando goccioline di saliva tra una parola e l’altra. «Eppure sono qua! E lo sa perché, signor consigliere? Perché sono stato informato, da qualcuno che non è lei, che abbiamo avuto una defezione. Che un cittadino ha pensato bene di abbandonare questa casa che così amorevolmente abbiamo costruito, questo rifugio in cui siamo al sicuro, per andare chissà dove! Per andare in superficie!»
«Ma signor Presidente…è solo un ragazzo…sono certo che tornerà sano e salvo e…»
«Non me ne frega un cazzo, Gavino! Abbiamo delle regole, delle leggi, e queste leggi dicono che non è permesso lasciare SottoTerra, per nessun motivo! È chiaro?»
«C-chiarissimo, signor Presidente. C-cosa vuole che faccia?»
«Lei ha già fatto abbastanza, Gavino. Da qui ci penso io. Può andare.»
Gavino vorrebbe rispondere, ma il Presidente si è già voltato e ora gli dà ancora le spalle, la sua attenzione nuovamente catturata dalla mappa-parete. Così raccoglie il cappello ed esce dalla stanza, il capo chino.
Appena rimasto da solo il Presidente alza la cornetta del telefono e digita un numero sulla tastiera.
«Abbiamo un problema. Un Codice 42. Sì, un altro. Posso contare su di voi?»
Silenzio. Dall’altra parte qualcuno risponde. Lui ascolta, poi, con voce marziale: «Non c’è bisogno che le ricordi la posta in gioco. Questa volta il problema va risolto alla radice» e riattacca, senza attendere la replica.

Nel prossimo capitolo:

  • saliamo su una vecchia stazione di monitoraggio ai confini dell'atmosfera (sì quella del capitolo precedente, ve la ripropongo…) (53%)
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  • torniamo da Leto e scopriamo chi l’ha fatto prigioniero (47%)
    47
  • rimaniamo a SottoTerra e seguiamo ancora Gavino. (0%)
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56 Commenti

  • il buonismo di fondo che deriva dalle ambigue favole che ci hanno raccontato da bambini propenderebbe per mettere “il pallino” su libererà l’alieno… Ma l’idea di ucciderlo è troppo sadicamente accattivante per non essere votata !!!!

  • Sono Ravi e Deanna, ovviamente. Ma che fine avranno fatto? Saranno stati a loro volta rapiti dai Krav ?O dagli stessi umani? Si sa, il profitto non conosce etnia nè razza. Aspetto con ansia il prossimo capitolo !!!!

  • Bene, molto bene. Nutrivo considerazioni differenti sulle sorti della stazione di monitoraggio, invece mi hai spiazzato, positivamente s’intende.
    Ho votato istintivamente Krav, ma poi me ne sono pentito. La mazza d’acciaio ricorda uno strumento molto rudimentale per tramortire una vittima, considerato lo sviluppo tecnologico di cui si ammanta la storia, lo sarebbe anche un misero taser. Ormai è andata, ma se tornassi indietro voterei “altri umani”.

  • Per il momento trovo molto interessante l’ambientazione, per il resto aspetto di leggere i prossimi episodi.

    Piccola curiosità, il nome del personaggio, Leto, è legato in qualche modo ai romanzi del Ciclo di Dune di Frank Herbert?

  • Davide, questo incipit ha proprio intenzioni serie. Bravo, davvero molto bello.
    La terza opzione sembrava buttata lì come un palliativo narrativo, ma poi riflettendoci bene ho pensato che, dopo tutto ‘sto bailamme apocalittico, non sarebbe stata una cattiva idea andare a conoscere da vicino ‘sti disgraziati che ci hanno fatto un cu.lo tanto.
    Però, nonostante le premesse, ho votato per i sopravvissuti rintanati sotto terra.
    Però anche la stazione di monitoraggio non era male. Insomma, belle opzioni 😀

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