Dove eravamo rimasti?
SottoTerra«Il Presidente la può ricevere. Prego, si accomodi.»
Gavino tira fuori un fazzoletto bianco stropicciato dalla tasca dei pantaloni e si asciuga le gocce di sudore su una fronte sempre più alta e povera di capelli. Ha passato le ultime due ore seduto, sempre nella stessa posizione, nella sala d’attesa del Palazzo, arrovellandosi su quale fosse il modo migliore – o forse il meno sbagliato – per comunicare al Presidente la brutta notizia. Non è riuscito a trovare niente che non sia la verità.
Gavino è da ventitré anni uno dei consiglieri personali del Presidente di SottoTerra. Una volta, tanto tempo prima, avrebbe addirittura potuto considerarlo un amico…ma poi si sa come vanno le cose, quando le differenze sociali si acuiscono e si viene caricati di sempre maggiori responsabilità, le amicizie devono lasciare il passo ad altre cose. Il rispetto, la deferenza, l’ubbidienza. Così era capitato fra loro, quando la carriera del Presidente era decollata, mentre quella di Gavino era rimasta ferma.
Quando l’usciere spalanca la porta in legno bianco del suo studio privato, il Presidente è in piedi, dietro la scrivania di mogano, intento a fissare un’enorme mappa che occupa tutta la parete. È ancora un uomo imponente, nonostante l’età che avanza: un bell’uomo, direbbero le signore. Il fascino dei potenti, senza dubbio. Ma non è solo quello. È un uomo che incute timore, col suo metro e novanta per novanta chili perfettamente distribuiti.
Gavino entra, il cappello in mano, e subito la porta si richiude alle sue spalle. Si sente davvero in trappola, ora. «Signor Presidente» balbetta, accennando un goffo inchino. Quello non si gira, rimane immobile, sempre fissando la mappa-parete. Poi le spalle possenti hanno un sottile fremito. «Lo sa che giorno è oggi, Gavino?» dice a voce bassa. Una voce baritonale, impostata. Vagamente minacciosa.
«C-come dice, Presidente?»
Il Presidente si gira verso di lui, di scatto. Gli occhi azzurri e la pelle diafana brillano di una luce inquietante, sinistra. Glieli pianta dritti nei suoi, e Gavino inizia di nuovo a sudare copiosamente.
«Domenica, mi sembra, signore.» deglutisce a fatica, le gambe sempre più molli.
«Bravo, Gavino. Domenica. È una bella giornata, la domenica, vero? Si sta a casa, con la propria famiglia. Ci si rilassa. Si mangia, tutti insieme. Si beve del buon vino…a lei piace il vino?»
Gavino accenna un sorriso. «Sì, ogni tanto mi…»
La manata che il Presidente abbatte all’improvviso sulla scrivania fa tremare persino i muri. Gavino ammutolisce e perde la presa sul cappello, che gli cade tra i piedi.
«Anche a me piace!» urla il Presidente, sputando goccioline di saliva tra una parola e l’altra. «Eppure sono qua! E lo sa perché, signor consigliere? Perché sono stato informato, da qualcuno che non è lei, che abbiamo avuto una defezione. Che un cittadino ha pensato bene di abbandonare questa casa che così amorevolmente abbiamo costruito, questo rifugio in cui siamo al sicuro, per andare chissà dove! Per andare in superficie!»
«Ma signor Presidente…è solo un ragazzo…sono certo che tornerà sano e salvo e…»
«Non me ne frega un cazzo, Gavino! Abbiamo delle regole, delle leggi, e queste leggi dicono che non è permesso lasciare SottoTerra, per nessun motivo! È chiaro?»
«C-chiarissimo, signor Presidente. C-cosa vuole che faccia?»
«Lei ha già fatto abbastanza, Gavino. Da qui ci penso io. Può andare.»
Gavino vorrebbe rispondere, ma il Presidente si è già voltato e ora gli dà ancora le spalle, la sua attenzione nuovamente catturata dalla mappa-parete. Così raccoglie il cappello ed esce dalla stanza, il capo chino.
Appena rimasto da solo il Presidente alza la cornetta del telefono e digita un numero sulla tastiera.
«Abbiamo un problema. Un Codice 42. Sì, un altro. Posso contare su di voi?»
Silenzio. Dall’altra parte qualcuno risponde. Lui ascolta, poi, con voce marziale: «Non c’è bisogno che le ricordi la posta in gioco. Questa volta il problema va risolto alla radice» e riattacca, senza attendere la replica.
Nel prossimo capitolo:
- saliamo su una vecchia stazione di monitoraggio ai confini dell'atmosfera (sì quella del capitolo precedente, ve la ripropongo…) (53%)
- torniamo da Leto e scopriamo chi l’ha fatto prigioniero (47%)
- rimaniamo a SottoTerra e seguiamo ancora Gavino. (0%)

18/04/2014 at 19:57
Io sarei per la morte dell’alieno, ma sono in netto svantaggio…
24/02/2014 at 12:54
Per me lo libera..
19/02/2014 at 08:46
Nuova storia eh? Ho letto tutto e scelto che libera l’alieno *-* sentimentale io, potrebbero diventar soci!
13/02/2014 at 19:16
Ho recuperato, ho letto la tua storia fino ad ora. Sei il numero uno 😉
13/02/2014 at 22:37
Grazie mikael, prometto di finirla questa storia, anche se sono fermo da un po’…
18/12/2013 at 23:43
Libererà l’alieno. Potrebbe rivelarsi un alleato dato che, a quanto pare, i suoi simili lo hanno imprigionato. Magari si alleerà con Leto anche solo per vendicarsi. Oppure no. 😛
17/12/2013 at 09:33
il buonismo di fondo che deriva dalle ambigue favole che ci hanno raccontato da bambini propenderebbe per mettere “il pallino” su libererà l’alieno… Ma l’idea di ucciderlo è troppo sadicamente accattivante per non essere votata !!!!
16/12/2013 at 13:54
Secondo me lascerà l’alieno nella sua cella e cercherà di portare a termine la missione 🙂
15/12/2013 at 19:54
Mi ero persa un capitolo, ma l’ho recuperato. 🙂
Voto per la liberazione dell’alieno.
15/12/2013 at 16:06
Ciao, ho scoperto la storia solo ora e mi ha subito catturato… ti seguo 😉
ps. Secondo me, libera l’alieno… chissà, magari non tutti i Krav sono cattivi, o no?
15/12/2013 at 11:20
Libera l’alieno
15/12/2013 at 00:22
Secondo me libererà l’alieno. Forse sarà un grosso errore, ma mi sento così 🙂
01/12/2013 at 18:35
Sono Ravi e Deanna, ovviamente. Ma che fine avranno fatto? Saranno stati a loro volta rapiti dai Krav ?O dagli stessi umani? Si sa, il profitto non conosce etnia nè razza. Aspetto con ansia il prossimo capitolo !!!!
30/11/2013 at 22:16
Credo che siano altri umani… proprio bella questa ambientazione! Complimeti Davide.
30/11/2013 at 16:25
E vai coi Krav.
30/11/2013 at 11:59
Istintivamente ho pensato che fossero i Krav.
30/11/2013 at 09:22
Stazione in abbandono, rimasti intatti solo ossigeno e viveri. Come direbbe Martellone (Boris): bucio de…
😉 Ma meno male che ne hanno avuto, che così abbiamo sostato un po’ in questa inquietante postazione che tutto vede, non vista.
30/11/2013 at 15:24
Grande Martellone!!
29/11/2013 at 20:01
Bene, molto bene. Nutrivo considerazioni differenti sulle sorti della stazione di monitoraggio, invece mi hai spiazzato, positivamente s’intende.
Ho votato istintivamente Krav, ma poi me ne sono pentito. La mazza d’acciaio ricorda uno strumento molto rudimentale per tramortire una vittima, considerato lo sviluppo tecnologico di cui si ammanta la storia, lo sarebbe anche un misero taser. Ormai è andata, ma se tornassi indietro voterei “altri umani”.
30/11/2013 at 12:00
Bel ragionamento. Anch’io ho votato Krav per istinto. Accipicchia…
29/11/2013 at 19:08
Secondo me sono altri umani 🙂
29/11/2013 at 18:44
Io dico che sono Krav 😀
29/11/2013 at 17:54
E quanto ci hai fatto aspettare per questo terzo capitolo?
(Voto Krav).
29/11/2013 at 19:01
Impegni di lavoro e altre scritture mi hanno distratto! 😀
30/11/2013 at 12:00
Ti capisco bene. Chi più scrive… 😀
26/11/2013 at 15:18
Scrittura scorrevole e coinvolgente, leggendo il secondo episodio sembra di vedere la scena di un film… 🙂 Bravo!
Io direi di tornare da Leto, scopriamo che fine ha fatto.
26/11/2013 at 11:58
E io ri-voto la vecchia stazione di monitoraggio. 😀 Sono recidiva. 😛
23/11/2013 at 09:57
La stazione di monitoraggio, in questo modo abbiamo una presentazione completa delle tre ambientazioni del racconto. Mi raccomando, continua presto!
22/11/2013 at 14:21
Per il momento trovo molto interessante l’ambientazione, per il resto aspetto di leggere i prossimi episodi.
Piccola curiosità, il nome del personaggio, Leto, è legato in qualche modo ai romanzi del Ciclo di Dune di Frank Herbert?
22/11/2013 at 22:49
Grazie!
Uhm, veramente no, mai letto…me lo sono inventato. C’è un Leto anche lì?
23/11/2013 at 07:21
Si, è uno dei personaggi principali del ciclo.
21/11/2013 at 13:59
mi piace l’idea che si alternino i due personaggi…quindi voto per tornare a Leto!
21/11/2013 at 02:57
Bene, bene, molto bene. Be’ direi di completare il trittico.
Stazione di monitoraggio.
20/11/2013 at 08:17
Io torno da Leto, mi piace l’alternanza dei capitoli. La fantascienza non è però il mio genere preferito, però son curioso di vedere come vai avanti con la trama.
Però ora ci avrei ripensato, se hai proposto la stazione.. ma quel che è fatto è fatto…
19/11/2013 at 12:52
… e va bene, andiamo a vedere questa stazione! ci deve essere per forza qualcosa di interessante lassù! 😉
19/11/2013 at 12:30
Torniamo da Leto e scopriamo che succede 🙂
19/11/2013 at 11:43
Siamo stati sottoterra, ora direi di sposarci nella stratosfera 🙂
19/11/2013 at 11:24
Voglio tornare da Leto e vedere cosa succede adesso 😀
19/11/2013 at 11:06
E andiamoci, su questa stazione di monitoraggio! 😀
17/11/2013 at 02:22
Davide, questo incipit ha proprio intenzioni serie. Bravo, davvero molto bello.
La terza opzione sembrava buttata lì come un palliativo narrativo, ma poi riflettendoci bene ho pensato che, dopo tutto ‘sto bailamme apocalittico, non sarebbe stata una cattiva idea andare a conoscere da vicino ‘sti disgraziati che ci hanno fatto un cu.lo tanto.
Però, nonostante le premesse, ho votato per i sopravvissuti rintanati sotto terra.
Però anche la stazione di monitoraggio non era male. Insomma, belle opzioni 😀
15/11/2013 at 16:02
Inizi un nuovo racconto e non mi dici nulla? CATTIVO.
😉 ho votato per andare sotto terra 🙂
15/11/2013 at 13:26
Ciò che avviene sotto la crosta terrestre affascina sempre…
15/11/2013 at 00:03
Tutte le opzioni erano davvero invitanti, alla fine ho votato per la crosta terrestre. Sono felice di seguirti dall’inizio, caro incipiter classe 1983.
🙂
S.
14/11/2013 at 15:51
Bell’inizio, io vorrei scendere sotto la crosta terrestre, e conoscere come vivono gli umani nascosti 😀
14/11/2013 at 08:42
Stratosfera. 🙂
Bello, Davide, davvero! Complimenti. E poi mi piacciono le storie di SF. 😉
14/11/2013 at 04:23
Andiamo a vedere gli umani, ti seguo!!!
Io non amo assolutamente la fantascienza, però mi piace il tuo stile e voglio vedere che storia inventerai!!
13/11/2013 at 16:42
Ho sbagliato a cliccare, volevo andare sottoterra, ma ho scelto una tranquilla famiglia Krav.
Poco male. Sono comunque curiosa.
Ti seguo!
13/11/2013 at 11:43
Voglio andare nella stratosfera!!
12/11/2013 at 21:52
… per analogia al mio racconto direi che i superstiti si sono rifugiati nel posto più recondito possibile…. Bell’incipit, bravo Davide!
13/11/2013 at 01:25
Grazie Nunzia!
12/11/2013 at 20:22
Anche tu scrittore compulsivo? spegni un racconto e ne accendi un altro.
12/11/2013 at 20:24
Già!! 🙂
12/11/2013 at 19:22
Wow, una storia davvero ispirata. Sono curiosa di vedere cosa potrebbe svelare una vecchia stazione di monitoraggio e sorveglianza sospesa nel vuoto.
12/11/2013 at 20:25
E chi lo sa? Vedremo!! 🙂
12/11/2013 at 19:06
Visionario, futuristico, allegorico. Inizio promettente.
(Indeciso tra la seconda e la terza, alla fine scelgo di vedere un po’ più da vicino una famiglia Krav).
12/11/2013 at 20:26
Grazie! Spero di essere in grado di mantenere le promesse!