Krav

Dove eravamo rimasti?

Nel prossimo capitolo: saliamo su una vecchia stazione di monitoraggio ai confini dell'atmosfera (sì quella del capitolo precedente, ve la ripropongo…) (53%)

Alfa001La stazione atmosferica di monitoraggio Alfa001 avrebbe dovuto essere solo la prima di una lunga serie di avamposti posizionati a circa trenta clic di distanza dalla superficie. Una volta connessi tra loro, questi avamposti avrebbero dovuto formare una rete di sicurezza in grado di riprendere e registrare ogni movimento e attività sul pianeta. Un progetto imponente e per certi versi inquietante, che era però tramontato per mancanza di fondi subito dopo la messa in servizio di Alfa001, la quale era stata quindi abbandonata dal suo equipaggio ancor prima di aver potuto svolgere il lavoro per il quale era stata costruita.
La stazione era così rimasta in balìa del tempo ed era così, semidistrutta e quasi alla deriva, che Alex, Deanna e Ravi l’avevano trovata, dieci anni prima, quando non erano altro che tre criminali in fuga a bordo di una navetta scassata. La situazione era di quelle complesse: non potevano tornare sulla superficie, e a breve carburante e ossigeno sarebbero terminati. Dopo sei interminabili giorni, quando ormai la mancanza d’aria e gli stenti avevano quasi avuto la meglio, come un miraggio era apparsa sullo schermo lei, la stazione Alfa001. Una volta a bordo avevano fatto una scoperta incredibile: nonostante la struttura fosse in pessimo stato, le scorte d’ossigeno e cibo che avrebbero dovuto servire all’equipaggio erano miracolosamente intatte. E anche il computer centrale lo era. In poco tempo avevano quindi rimesso in funzione la maggior parte dei sistemi della stazione: all’inizio il supporto vitale, ovviamente, quindi i sensori, i monitor, la comunicazione e, per ultima, l’enorme banca dati digitale.
Questa si era rivelata un tesoro dal valore inestimabile che aveva cambiato per sempre le loro vite. Informazione è potere, aveva letto da qualche parte Alex, il leader del gruppo. Chiunque l’avesse scritta non aveva idea di quanto questa frase potesse essere vera.
Il controllo delle informazioni li aveva resi intoccabili. Da lassù avevano una visione pressoché totale di tutto ciò che succedeva sotto di loro. Milioni di yottabytes di dati, sempre in vendita al miglior offerente. Informazioni che persone molto potenti, laggiù, avevano tutto l’interesse a tenere nascoste o a volere per sé. A qualsiasi costo.
Per questo Alex non è rimasto per niente sorpreso dalla chiamata ricevuta appena qualche istante prima. Visi pallidi, come sono prevedibili, pensa. Quindi apre un nuovo canale di comunicazione con la superficie.
«Come procede laggiù? Avete ritirato il pacco?»
«Affermativo» gli risponde Ravi. «Cosa ne vogliamo fare?»
«Portatelo su. Poi decideremo se è il caso di restituirlo al nostro amico. Capito?»
Silenzio.
«Avete capito quello che ho appena detto, sì o no?» ripete stizzito Alex. Maledette interferenze, pensa.
«Pronto? Pronto, mi ricevete? Deanna, Ravi, siete lì?»
Nessuna risposta. Poi un colpo, in lontananza, quindi un rumore strano che Alex non riesce a decifrare. Un altro tonfo, stavolta più forte del precedente. Quindi di nuovo silenzio.
Alex attiva il monitor principale e inserisce le ultime coordinate conosciute dei due amici. Niente. Avrebbero dovuto essere lì, e invece non c’è niente di niente, a parte desolazione, roccia e deserto. Nessuna traccia di forme di vita conosciute nel raggio di diversi clic, secondo il radar termico.
Mentre s’infila la tuta e si cala all’interno della navetta, Alex ripensa ai vecchi tempi in cui tutto era più semplice. Quante avventure, quanti colpi insieme a Ravi e Deanna. Erano liberi, liberi davvero. Per una strana associazione di pensieri gli torna in mente una vecchia leggenda sentita chissà dove. Parlava di una città immensa, perduta nelle pieghe del tempo e dello spazio, abitata da esseri malvagi, il cui solo nome metteva i brividi. Una sciocca favola per bambini, sicuramente. Eppure quel nome, chissà perché, ora non riesce più ad abbandonare la sua mente. Rimbomba nelle tempie, sempre più forte, mentre la navetta si avvicina alla superficie.
Krav…Krav…Krav…

Nel prossimo capitolo torniamo a Leto. Secondo voi i due loschi figuri che l’hanno catturato:

  • sono altri umani. (17%)
    17
  • sono Ravi e Deanna. (33%)
    33
  • sono Krav. (50%)
    50
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56 Commenti

  • il buonismo di fondo che deriva dalle ambigue favole che ci hanno raccontato da bambini propenderebbe per mettere “il pallino” su libererà l’alieno… Ma l’idea di ucciderlo è troppo sadicamente accattivante per non essere votata !!!!

  • Sono Ravi e Deanna, ovviamente. Ma che fine avranno fatto? Saranno stati a loro volta rapiti dai Krav ?O dagli stessi umani? Si sa, il profitto non conosce etnia nè razza. Aspetto con ansia il prossimo capitolo !!!!

  • Bene, molto bene. Nutrivo considerazioni differenti sulle sorti della stazione di monitoraggio, invece mi hai spiazzato, positivamente s’intende.
    Ho votato istintivamente Krav, ma poi me ne sono pentito. La mazza d’acciaio ricorda uno strumento molto rudimentale per tramortire una vittima, considerato lo sviluppo tecnologico di cui si ammanta la storia, lo sarebbe anche un misero taser. Ormai è andata, ma se tornassi indietro voterei “altri umani”.

  • Per il momento trovo molto interessante l’ambientazione, per il resto aspetto di leggere i prossimi episodi.

    Piccola curiosità, il nome del personaggio, Leto, è legato in qualche modo ai romanzi del Ciclo di Dune di Frank Herbert?

  • Davide, questo incipit ha proprio intenzioni serie. Bravo, davvero molto bello.
    La terza opzione sembrava buttata lì come un palliativo narrativo, ma poi riflettendoci bene ho pensato che, dopo tutto ‘sto bailamme apocalittico, non sarebbe stata una cattiva idea andare a conoscere da vicino ‘sti disgraziati che ci hanno fatto un cu.lo tanto.
    Però, nonostante le premesse, ho votato per i sopravvissuti rintanati sotto terra.
    Però anche la stazione di monitoraggio non era male. Insomma, belle opzioni 😀

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