Krav

Dove eravamo rimasti?

Nel prossimo capitolo torniamo a Leto. Secondo voi i due loschi figuri che l’hanno catturato: sono Krav. (50%)

La cella«Smettila! Smettila di parlare, mostro!» urla Leto, guardando l’alieno prigioniero nella cella accanto alla sua. Da quando si è risvegliato e si è accorto di non essere solo, quello ha continuato a sputare parole incomprensibili verso di lui. Leto, dal canto suo, non riesce nemmeno a guardarlo. È esattamente come l’aveva immaginato, forse peggio. Le leggende sui Krav che circolavano tra gli umani e che Leto aveva ascoltato fin da quando aveva memoria erano quindi tutte vere. Era per questo, d’altro canto, che si era offerto volontario per questa missione: avrebbe dovuto trovare la leggendaria città dei Krav, che nessuno era mai stato in grado di localizzare, e colpirla dal suo interno, così come il Movimento gli aveva ordinato di fare.
Leto era entrato a far parte del Movimento quando era ancora un bambino. Ce lo avevano portato i suoi genitori, poco prima di essere arrestati e uccisi. Per il Governo Centrale, sostenitore dell’isolamento di SottoTerra dal mondo esterno, le idee del Movimento, il quale invece sosteneva la necessità di riprendersi il pianeta anche combattendo, erano molto pericolose. Leto all’inizio non capiva: era il nostro pianeta, dannazione, per quale motivo non provare a riconquistarlo? Di che cosa avevano paura? Poi, crescendo, aveva capito. Si trattava di controllo, nient’altro. Il Presidente e i suoi Gerarchi esercitavano un potere pressoché totale e non erano assolutamente disposti a lasciare che la gente iniziasse a pensare che ci potesse essere un altro modo di vivere. Lo vedevano come un rischio troppo alto che non erano disposti a correre. Per questo motivo la missione di Leto era così importante.
Già, la missione. Leto non può fare a meno di pensare di essere stato uno stupido a non accorgersi di essere seguito, là fuori. Eppure, si rincuora, c’è ancora una speranza, seppur tenue. Gli alieni non hanno idea di chi sia e da dove venga. Anzi, probabilmente non hanno idea nemmeno di che cosa sia: se nessun umano vivente ha mai visto in faccia un Krav, è altresì possibile che nemmeno i Krav stessi sappiano com’è fatto un essere umano. Questo porta alla domanda successiva: cosa vogliono farne di lui? Perché lo hanno portato lì, in quella cella doppia, insieme a uno di loro? Perché non ucciderlo subito?
Finché Leto è in vita la speranza di riuscire a portare a termine la missione non è ancora definitivamente tramontata. Ma deve assolutamente uscire da lì. Si volta quindi verso l’alieno. Da quando si è risvegliato quello non fa che rivolgersi a lui, nonostante Leto non capisca una parola di quella lingua così diversa da quella che è abituato a usare con i suoi simili. Una cosa però è riuscito a capirla: il Krav non pare avere intenzioni ostili. È solo il suo istinto a suggerirglielo, però. Lo stesso che lo ha fatto catturare, appena fuori dalla città.
In ogni caso, Leto ora non ha altre alternative. Si avvicina alle sbarre d’acciaio che dividono le due celle. Deve stabilire un contatto con l’alieno, fargli capire che l’unico modo per andarsene è quello di lavorare insieme. Poi, per uccidersi a vicenda ci sarà tutto il tempo, una volta che saranno liberi.
In quell’istante, però, la porta che dà sul corridoio sul quale si affacciano le due celle si apre. Altri esseri mostruosi la varcano. Sono in due. Il loro aspetto è simile a quello di rettili, ma la pelle squamosa è lucida, come fosse umida di qualche tipo di liquido. Ogni tanto delle gocce di questo liquido si staccano e cadono a terra, lasciando una scia simile a quella delle lumache.
Uno degli alieni si avvicina alla cella di Leto, estrae le chiavi apre la porta. È un attimo: Leto gli si avventa contro con tutto il peso e con un pugno ben assestato lo manda ko. Quindi estrae l’arma che il Krav portava in una fondina appesa al fianco e da terra fa fuoco. Un raggio di luce lo acceca e per un secondo Leto non vede più niente. Quando riapre gli occhi del secondo Krav non è rimasto che un cumulo di cenere fumante.

Cosa farà Leto ora che è libero?

  • Prima di fuggire ucciderà sia l'alieno che ha stordito poco prima che il suo compagno di cella. In fondo sono solo sporchi Krav, dei mostri, e non meritano di vivere. (20%)
    20
  • Libererà l'alieno (60%)
    60
  • Lascerà l'alieno nella sua cella e cercherà di portare a termine la missione (20%)
    20
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56 Commenti

  • il buonismo di fondo che deriva dalle ambigue favole che ci hanno raccontato da bambini propenderebbe per mettere “il pallino” su libererà l’alieno… Ma l’idea di ucciderlo è troppo sadicamente accattivante per non essere votata !!!!

  • Sono Ravi e Deanna, ovviamente. Ma che fine avranno fatto? Saranno stati a loro volta rapiti dai Krav ?O dagli stessi umani? Si sa, il profitto non conosce etnia nè razza. Aspetto con ansia il prossimo capitolo !!!!

  • Bene, molto bene. Nutrivo considerazioni differenti sulle sorti della stazione di monitoraggio, invece mi hai spiazzato, positivamente s’intende.
    Ho votato istintivamente Krav, ma poi me ne sono pentito. La mazza d’acciaio ricorda uno strumento molto rudimentale per tramortire una vittima, considerato lo sviluppo tecnologico di cui si ammanta la storia, lo sarebbe anche un misero taser. Ormai è andata, ma se tornassi indietro voterei “altri umani”.

  • Per il momento trovo molto interessante l’ambientazione, per il resto aspetto di leggere i prossimi episodi.

    Piccola curiosità, il nome del personaggio, Leto, è legato in qualche modo ai romanzi del Ciclo di Dune di Frank Herbert?

  • Davide, questo incipit ha proprio intenzioni serie. Bravo, davvero molto bello.
    La terza opzione sembrava buttata lì come un palliativo narrativo, ma poi riflettendoci bene ho pensato che, dopo tutto ‘sto bailamme apocalittico, non sarebbe stata una cattiva idea andare a conoscere da vicino ‘sti disgraziati che ci hanno fatto un cu.lo tanto.
    Però, nonostante le premesse, ho votato per i sopravvissuti rintanati sotto terra.
    Però anche la stazione di monitoraggio non era male. Insomma, belle opzioni 😀

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