Ciao– Ciao.
– Scusa?
– Ho detto: ciao.
– In che senso?
– In nessun senso. Ti ho visto da solo e…
– Hai pensato che fossi solo.
– Be’, sì.
– Ti sei sbagliata.
– Scusa, scusa. Volevo soltanto conoscerti.
– Ok. Non importa.
– Aspetti qualcuno?
– Sei ancora qui?
– Ho solo chiesto se stai aspettando qualcuno.
– Non aspetto nessuno. Soddisfatta?
– Mica tanto. Se non sei con qualcuno e non aspetti nessuno, mi sa proprio che allora sei solo.
– D’accordo. Adesso che hai dimostrato le tue capacità di ragionamento, sarai soddisfatta.
– Cioè, se tu stessi leggendo, o ascoltassi della musica… Ma sarà mezz’ora che stai lì a fissare il muro.
– Ho una frenetica attività interiore, va bene?
– Sì, l’ho pensato anch’io. Perciò volevo conoscerti.
– Be’, io no.
– Certo che sei un tipo deciso, tu.
– Abbastanza, sì. Ma anche tu non scherzi.
– No che non scherzo. Ti sto prendendo sul serio, io.
– Forse troppo.
– Forse sì, te lo concedo.
– Resta il fatto che io non voglio conoscerti.
– Ma noi non siamo più due sconosciuti, ormai.
– Ah no?
– No. Io so che ami stare da solo, che hai una frenetica attività interiore e che sei un tipo deciso. Tu sai che voglio conoscerti, che possiedo quella minima capacità di ragionamento richiesto a una persona e che, come te, sono una tipa decisa.
– So anche che parli molto.
– Vedi?
– Ok, mi arrendo. Vuoi sederti?
– Grazie. Sei molto gentile.
– Non c’è di che.
Li ritroviamo un mese dopo. Dove?
- Non si sa dove. Però parlano di cose importanti. (58%)
- A letto (42%)
- In chat (0%)

19/01/2014 at 11:50
L’idea dei dialoghi mi era piaciuta da subito, e ha funzionato benissimo. Perfetta la conclusione, con la citazione del titolo, ma soprattutto con il film di Arbore, mi hai fatto venir voglia di vederlo… 😀
Bravo!
03/01/2014 at 19:30
Il racconto del film mi è piaciuto moltissimo, sei molto bravo a descrivere scene che riguardano trame di racconti/romanzi, film, probabilmente anche canzoni. Una tua interessante caratteristica, se non se ne facesse un uso abusato ti direi che il meta è il tuo pane quotidiano 🙂
Aspettami eh, che poi bisogna parlare nel dettaglio.
Bravo Filippo, che te lo dico a fa 😉
S.
03/01/2014 at 23:12
La mia meta è il meta.
Questo mi è venuto in mente leggendo il tuo commento: potrei adottarlo come sottotitolo di qualcosa.
Ti aspetto sì Serena, per parlarne e straparlarne.
02/01/2014 at 17:23
Non so come tu possa essere riuscito a fare una storia intera di soli dialoghi (anche a più voci) rendendola comunque scorrevole, chiara e leggibile.
Questo ultimo capitolo è davvero bello, tutto torna.
Quando lui propone di spiegarle la battuta ho pensato che non ce l’avresti mai fatta a stare nel limite di caratteri dell’episodio. E invece sì. Ma del resto sei bravo 🙂
02/01/2014 at 23:34
Grazie ancora.
Sono molto legato a quella battuta, anche se non saprei dire esattamente perché. Così la uso spesso, e altrettanto spesso ho dovuto spiegarla. Forse per questo sono riuscito a raccontare la scena di quel film (che per me è memorabile) in poche parole. Insomma, questione d’abitudine.
02/01/2014 at 15:35
Ho appena finito di leggere gli ultimi due episodi che mi mancavano. Che dire…Bravo. Bel finale. I dialoghi che hanno caratterizzato il racconto sono stati davvero belli, ben costruiti e hanno saputo sapientemente colmare le parti narrate mancanti. Ancora bravo!
02/01/2014 at 23:24
Sono davvero contento che questi dialoghi abbiano convinto quasi tutti: io, da parte mia, mi sono divertito molto a scriverli.
E grazie.
02/01/2014 at 10:02
Beh, che sia finito un po’ mi dispiace. Anche se non ne potrai più della mia vena (re)censoria 🙂
Questo finale non mi ha fatto impazzire, è tremendamente “costruito”.
E’ molto bello il primo stacco, in verità, quello sui contorni che si sfumano.
Il secondo non è male, ma lui non è pienamente sé stesso, si piega troppo, e poi mi è troppo antipatico quel film perché io possa essere oggettiva.
Il terzo stacco proprio non è nelle mie corde, molto bella e adatta l’idea della resa al “noi”, ma i dialoghi sono tutto tranne che realistici. Tornando a qualcosa che dissi ai primi episodi, se fosse stato teatro, il realismo non sarebbe stato e forse neanche opportuno, ma nelle “intercettazioni ambientali” è doveroso.
Tutto, come sempre, solo nella mia modesta opinione (un tantinello critica, ma ahimé non posso fare a meno di esserlo quando leggo qualcosa che mi interessa).
Per il futuro? Ancora dialoghi o ci proporrai altro?
02/01/2014 at 23:22
Oh, eccoci. Ti aspettavo.
Devo dire che sono abbastanza d’accordo con te. Volevo arrivare al titolo, anche a scapito del realismo.
In conclusione però, ancora grazie per i tuoi commenti: mi sono serviti, dialogo dopo dialogo, per scrivere quelli successivi (anche se non sembra).
02/01/2014 at 23:29
Beh, invece secondo me sembra.
Ossia, ho pensato che tu in qualche modo ne tenessi conto, altrimenti non avrei continuato a metterli.
Quindi, prego, è stato un piacere leggerti e anche commentare.
Non mi hai risposto sui tuoi propositi per il futuro: ancora dialoghi o hai intenzione di sperimentare altro? (sono curiosa ^_^)
02/01/2014 at 23:38
A parte (ovviamente) essere cattivi, i propositi per il futuro saranno probabilmente ancora dialoghi, ma con una novità.
Che non so ancora bene, per cui non mi sbilancio.
02/01/2014 at 09:37
Bravo.
Peccato che sia finito.
🙂
Mi mancheranno i dialoghi tra lui e lei. Non poteva esserci epilogo migliore.
Non era facile scrivere dieci capitoli di soli dialoghi, esperimento super riuscito.
Bel racconto, mi è piaciuto proprio tanto e avrebbe meritato la Top 5.
Aspetto il prossimo.
02/01/2014 at 23:19
Grazie davvero Giulia: la top 5 non vale i commenti che ho ricevuto, cosa per cui – fra l’altro – mi piace questo posto.
Ecco, la ruffianata l’ho detta.
02/01/2014 at 09:01
Bravo.
E meno male che sei bravo. 🙂
02/01/2014 at 23:17
ahahah, grandiosa!
02/01/2014 at 07:51
Filippo, anche se non mi vedi in questo momento sto applaudendo 🙂
Davvero meraviglioso, tutto, dal primo all’ultimo episodio 😀
La frase che mi è piaciuta di più è stata: ” Ognuno unilateralmente, ma nello stesso istante”.
Hai perfettamente ragione sul concetto del “noi” 😀
Il tuo esperimento di scrivere solo dialoghi è riuscito alla perfezione, bravo…anzi no bravissimo 😀 😀 😀
Alla prossima 🙂
02/01/2014 at 23:17
Ti ringrazio Emma, i dialoghi sono un po’ la mia fissa, e qui mi sono potuto sfogare.
02/01/2014 at 01:20
B E L L I S S I M O
Questo finale agrodolce è meraviglioso, come tutto il resto.
La cosa più bella è che anche se lui è pesante, mi fa tenerezza.
02/01/2014 at 23:15
G R A Z I E
Su di lui, sono d’accordo con te.
01/01/2014 at 19:28
Magistrale il modo in cui ti sei destreggiato in questa scena, per niente facile. Non ci posso credere che il prossimo episodio sarà l’ultimo. Per questo, voto per la svolta. Si sa mai che apra spiragli a un seguito…
01/01/2014 at 23:59
Grazie Margherita, sono proprio contento che secondo te funzioni.
L’ultimo episodio? Ora lo posto.
29/12/2013 at 15:26
Anche e me piace vedere chi e come possa cambiare prospettiva.
Son sicuro che sarà un gran finale!
29/12/2013 at 16:42
Un gran finale? Speriamo! Grazie per la fiducia.
29/12/2013 at 13:39
Dite che lui è insopportabile?
A me sembrano terrificanti Isa e Sandro con la loro cucina a isola. (proprio lì, nelle due battute della cucina, in quella di Sandro in particolare, l’equilibrio del dialogo claudica).
Lui mi piace moltissimo, forse proprio perchè è insopportabile.
E’ profondo, sente l’urgenza di comunicare e se ne frega di essere impopolare o di farsi pressare dal convenzionale. Ed è stato trascinato al cenone controvoglia.
Bell’episodio.
29/12/2013 at 16:41
Lo sai, io tengo per lei.
Lui è insopportabilmente personaggio, questo sì.
E grazie.
29/12/2013 at 16:43
Mi spieghi cosa ti piace di lei?
29/12/2013 at 16:48
Che non ha tutte le certezze di lui, che vuole provarci, che è contradditoria.
Soprattutto, che è lei ad aver fatto nascere la storia; e, da questo punto di vista, le sono anche riconoscente.
29/12/2013 at 16:53
Pensa che proprio il modo di imporsi che ha avuto lei nell’incipit è proprio quello che me l’ha resa da subito un po’ invisa.
Contraddittoria lo è, ma è un’appiattitrice. Svuota sempre le tensioni di lui e cerca la banalizzazione di ogni cosa.
29/12/2013 at 17:22
Eh, sono due modi di vedere le cose molto diversi, i nostri. E questo è bello, secondo me, perché (anche se è vero che il lettore ha sempre ragione) sono tutti e due legittimi.
In ogni caso volevo dirti che sono onorato dell’attenzione che stai dimostrando per il mio racconto: le tue osservazioni e le tue obiezioni mi sono molto preziose.
30/12/2013 at 01:03
poi diciamo che i personaggi non andrebbero giudicati, il bello è che sono personaggi. Le persone, invece, quelle sì che ci viene da giudicarle. 😉
Mi sento un po’ un prezzemolo.
28/12/2013 at 14:44
Saresti bravissimo a raccontarci le loro divergenze perfino nei tentativi di salvataggio, ovviamente vani!
Dall’atmosfera creata, il finale non dovrebbe essere lieto e gioioso secondo me. Questo è un racconto consapevole, ironico, con gocce di cinismo che ce l’hanno fatto adorare 🙂
29/12/2013 at 16:39
Grazie Serena.
Nel finale cercherò di rispettare il clima dei vari episodi. E poi vorrei tornare al titolo, che ha bisogno di trovare una sua ragione d’essere.
E grazie per il sostegno!
28/12/2013 at 12:46
Una svolta, ovviamente.
🙂
29/12/2013 at 16:36
ça va sans dire
28/12/2013 at 10:27
Voglio essere molto positiva, quindi ho scelto una svolta 🙂
Io sono per il lieto fine, non si era capito vero?!! 😀
29/12/2013 at 16:35
Ma dai? Per il lieto fine? Ma no, non l’avrei mai detto!
28/12/2013 at 09:33
Mamma che stronzo insopportabile 🙂 Io l’avrei menato!
Vediamo l’ultima discussione su come lei affronta il distacco 🙂
29/12/2013 at 16:34
Vero? Anche secondo me è incagabile.
28/12/2013 at 08:33
Come sempre, bel capitolo.
Come sempre, bei dialoghi.
Come sempre, tre opzioni allettanti.
Voto per il cambio prospettiva, magari si riallaccia al discorso dell’egoismo..
29/12/2013 at 16:33
Come sempre, grazie.
28/12/2013 at 07:42
Beh, te la sei cavata davvero bene, Loro: nessunissimo problema a distinguere le voci (e non era affatto facile) e disagio e imbarazzo che pareva di sentirli.
(Mi aspetto, per chiudere, l’ennesima lezioncina di lui: dunque, reazioni del distacco).
29/12/2013 at 16:32
Temevo il tuo giudizio (il fatto che mi chiami per cognome, come a scuola e a militare, mi dà ragione) e sono contento che sia positivo.
29/12/2013 at 18:14
Sei bravissimo, non hai bisogno di miei giudizi.
(E poi chiamo tutti per cognome, anche i nick! :-D)
22/12/2013 at 14:29
Tempismo perfetto per un episodio con il mitico cenone… E poi in certe occasioni se ne incontra, di gente curiosa. Ottima occasione per osservare il loro rapporto con gli altri.
28/12/2013 at 00:05
Sì, gente curiosa, dici bene: che poi non è che loro due siano normali…
22/12/2013 at 08:29
Dico cenone perché trovo interessante che si rapportino con gli altri nella loro dimensione di coppia.
(E per metterti un poco in difficoltà con dialoghi multipli…)
28/12/2013 at 00:03
Speravo vincesse il cenone (prima di provare a scriverlo)
20/12/2013 at 00:04
Vorrei vederli ancora insieme, al cenone di Capodanno!
21/12/2013 at 22:49
E Capodanno sia. Ma, forse, non solo.
19/12/2013 at 18:35
Bello il momento per raccontare, un attimo prima di dormire, a luci spente, bello l’episodio che scorre come l’aneddoto.
Mi piacerebbe leggere di lei che viene ascoltata da un’amica.
Le nostre storie volano e già penso alla prossima!
S.
19/12/2013 at 22:31
Sì, si vola verso la fine: io spero di finire la mia prima del 2014.
E nel nuovo anno, si punta alla stereofonia d’intenti, che dici, sei pronta?
19/12/2013 at 14:05
L’aneddoto è bello, ben scelto, anche se molto esplicito come simbolismo.
I dialoghi non mi fanno impazzire, invece.
Troppa resistenza di lei, troppa ansia di lui di parlare, lei che alla fine dorme….non lo so, per quanto è bella l’idea narrativa di questo scritto, mi sembra che la prosa sia ogni votla migliorabile.
Ma è immancabilmente gradevole da leggere.
Voto lui. Lei non mi è mai stata molto simpatica e odio i cenoni di capodanno.
19/12/2013 at 22:29
Ah, sul fatto che la mia prosa sia migliorabile non ci piove…
Grazie per le tue notazione: sono sempre preziose.
Però però: lui è odioso, lei è adorabile, e i cenoni di capodanno sono memorabili proprio perché insopportabili.
19/12/2013 at 22:32
Non riesco a pensare a una prosa non migliorabile…
Comunque mi avete quasi convinto con questo cenone, possono nascere dialoghi ispiranti in effetti.
19/12/2013 at 22:32
Non riesco a pensare a una prosa non migliorabile…
Comunque mi avete quasi convinto con questo cenone, possono nascere dialoghi ispiranti in effetti.
19/12/2013 at 23:14
Ah meravigliosa varietà dei gusti 🙂
Per me lui è interessante, lei superficiale e non ho memoria di un solo cenone (solo noia e scarpe scomode).
19/12/2013 at 09:13
Al cenone di Capodanno, insieme. Queste due voci sono ancora più forti, quando si fanno eco a vicenda.
Bell’episodio, non ti smentisci. 🙂
19/12/2013 at 22:26
Bene, un’altro voto per capodanno. Non ci saranno botti, ma scintille sì.
19/12/2013 at 08:41
Episodio molto triste, bello ma triste 🙂
Vorrei ascoltare lei che parla con una sua amica, ma al momento è in netta minoranza 🙂
Ps: riesci sempre a trasmettere tantissime emozioni solo con il dialogo, io li vedo loro due che si parlano, mi sembra di vedere anche i loro volti, le loro espressioni mentre dicono quelle parole, ti faccio i miei complimenti, bravissimo 😀
19/12/2013 at 22:25
Grazie Emma.
Sì, l’episodio è triste, ma un fatto positivo c’è: lui ha ragione, ma lei non ha torto.
In aore spesso succede così (IMHO)
Un saluto.
19/12/2013 at 22:25
aore=amore
19/12/2013 at 08:30
La storia delle scene abortite che sono loro, è bellissima.
La meraviglia di questa storia è che sei riuscito a costruire così bene le due voci che si riesce a capire immediatamente se a parlare è lui o lei.
E…visto che sei così bravo. .io te la complico un po’ e li voglio vedere a Capodanno.. 🙂
19/12/2013 at 22:22
Sì, capodanno! spero che vinca.
Allora si capisce (chi è dei due che sta parlando, dico). Sono impazzito nel tentativo di inserire, a cadenze distanziate ma non troppo, aggettivi maschili o femminili a seconda dell’interlocutore…
19/12/2013 at 22:43
Si capisce benissimo.
E io sono molto pignola e anche un po’ stronza quando leggo. 🙂
19/12/2013 at 22:48
La lettrice ideale insomma.
18/12/2013 at 23:11
Voglio sentire lui in crisi con l’amico (povero amico)
In realtà vorrei sapere di tutte e tre le situazioni 😀
19/12/2013 at 22:20
Sai che mi hai dato un’idea? Potrei svilupparle tutte e tre.
18/12/2013 at 22:44
Le feste sono alle porte, quindi voto per il cenone di Capodanno.
Bell’aneddoto.. e bel capitolo! 🙂
19/12/2013 at 22:19
Grazie Giulia, anche per me il cenone sarebbe la scelta migliore
13/12/2013 at 19:28
Ciao Filippo! Scusa il ritardo.
In compenso questo è il mio episodio preferito e devo dire che arriva proprio a puntino. Mi è piaciuta molto questa riflessione sul dire e non dire, forma e contenuto, parlare e agire.
Ovviamente voto per l’aneddoto simbolico e, ti dirò di più, spero proprio che vinca. Lo aspetto, come una di quelle immagini fondamentali nei film, dove lui racconta un episodio di quando era piccolo, le sue estati, le parole di un parente. Un episodio bergmaniano, mostraci un posto delle fragole!
Bravissimo,
S.
14/12/2013 at 17:55
Ma che scusa, ci mancherebbe.
L’aneddoto simbolico per ora è in testa – un episodio bergmaniano dici, mah, non so se posso farcela – però il tuo accenno alla cinematografia mi ha fatto venire in mente un episodio di vita vissuta che potrebbe essere un buon aneddoto simbolico…
E grazie
Fil
PS: ancora auguri!
13/12/2013 at 13:04
Come sono fedeli a se stessi, Lui e Lei. Anche nel modo di litigare e mandarsi a quel paese… Lui è proprio Lui, Lei è proprio Lei. Li vedo qui davanti a me, come sempre.
Aspetto di sentire l’aneddoto simbolico, è un’altra cosa molto da Lui.
13/12/2013 at 14:09
Affidandosi soltanto ai dialoghi (l’ho scoperto scrivendoli), la scommessa è essere più rigorosi di quanto lo si sia in una narrazione, per così dire, “tradizionale”.
Se in parte ci sono riuscito ne sono felice.
PS: vorrei sentirlo anch’io, questo aneddoto.
12/12/2013 at 19:45
Se lui è lui non può che usare le sue amate parole per riconquistarla.
Vorrei proprio sentirlo questo aneddoto! 🙂
13/12/2013 at 14:05
eh, concordo al 100%
12/12/2013 at 12:17
Io dico che si sforzeranno entrambi… come è giusto che sia! 😛
Dopo una sana litigata la pace ci sta sempre…
13/12/2013 at 14:04
Mi ripeto:
Pace? Mmmmh
12/12/2013 at 10:31
Si sforzano di ricreare l’intimità perduta… E la ritrovano, eccome. Sembrano tanto diversi, ma come si dice: gli opposti si attraggono. Bravo. 😉
13/12/2013 at 13:53
addirittura la ritrovano? non ti sembra di esagerare con l’ottimismo?
13/12/2013 at 18:11
Stavolta vorrei un lieto fine 😀
12/12/2013 at 10:10
L’aggettivo “simbolico” funziona da esca per me.
Lo voterei, credo, in qualsiasi contesto.
13/12/2013 at 13:52
Ah, ecco, pensavo fosse “olistico” (vedi la votazione di qualche episodio fa) e invece il tuo aggettivo è “simbolico”.
Buono a sapersi…
13/12/2013 at 14:02
Stai sfiorando i miei punti deboli, i significati e i significanti delle parole.
Penso che sia questo il motivo per cui mi piace molto questo racconto (ossia che hai un lessico succulento e spregiudicato), nonostante, come già ti dissi, ci vedo delle imperfezioni e delle piacionerie un po’ troppo visibili che turbano la ricerca dell’equilibrio.
Olistico è una parola bellissima, un concetto profondo. Ma è una parola “colta”, una parola distante, sulle labbra sbagliate è una parola arrogante.
Simbolico, al contrario, ha il sapore gentile di una parola comune, senza pretese eccessive e senza diffidenze, senza snobismi. Una parola, però, con molti livelli e infinite accezioni, che nasconde più di quello che svela, che suggerisce più di quello che mostra, che è in potenza molto più che in atto.
Quindi, senza alcun dubbio “simbolico” è la mia esca 🙂
15/12/2013 at 18:18
Grazie per questo tuo commento: la disamina di “olistico” e “simbolico” mi ha colpito molto, e mi è piaciuta altrettanto.
12/12/2013 at 09:58
Per ora li ho immaginati sempre in una stanza. Quindi sì, “ascoltiamoli” da qualche parte insieme 🙂
13/12/2013 at 13:50
ok (e vediamo cosa combinano)
12/12/2013 at 09:46
Cioè, sei fantastico.
Ti seguo!
Ma mi prendo un attimo per pensare al voto, ché sono disorientata. xD
13/12/2013 at 13:49
Azz, addirittura! Grazie!
Pensa con calma, che è ancora presto per chiudere le votazioni…
12/12/2013 at 09:46
Vanno da qualche parte insieme..
E ho portato le tre opzioni in perfetta parità.. 😀
13/12/2013 at 13:48
Quello che ci voleva: mi piacciono i photofinish
12/12/2013 at 09:15
Mi è piaciuto moltissimo 🙂
Io dico che si sforzeranno entrambi per “ritrovarsi” 😀
13/12/2013 at 13:47
Bene! Grazie Emma
11/12/2013 at 23:56
questo è stato uno dei capitoli più belli 🙂 ma poi faranno pace, nevvero?
13/12/2013 at 13:47
davvero, uno dei più belli? allora ti piace la baruffa (scherzo).
Pace? Mmmmh
11/12/2013 at 23:54
– Sì? Allora mi adeguo subito: vaffanculo. Eccoti un bell’esempio di identità fra forma e contenuto.
Ah, come la capisco. Il potere liberatorio, simbolico e carico di significato di una parola come questa, è per me dirompente.
😀
Dai, facciamo che lui spiega l’aneddoto per farle capire 🙂
13/12/2013 at 13:46
Concordo, anche per me il vaffanculo è l’insulto più liberatorio.
09/12/2013 at 11:23
Bello, bellissimo episodio.
L’amore per i libri tanto totalizzante da sentirsi un uomo-libro è meraviglioso.
Voglio molto bene a questa storia e ai suoi personaggi, ed è a malincuore che li voglio vedere in piena crisi…
09/12/2013 at 22:48
Il fatto che tu voglia bene ai personaggi di questa storia è una cosa molto bella: grazie!
07/12/2013 at 15:04
Piena crisi! Stravolgiamo un po’ queste vite, 🙂 .
07/12/2013 at 22:58
quasi all’unanimità. dovrò stare attento alle prossime opzioni.
07/12/2013 at 11:08
Sono in piena crisi.
Sai che è vero. I libri sono come le persone. E viceversa.
07/12/2013 at 22:57
E viceversa, sì.
07/12/2013 at 11:05
Siamo a metà, quindi possiamo vedere la crisi nel suo pieno svolgimento 🙂 bravo!!
07/12/2013 at 22:57
E crisi sia. Grazie!
06/12/2013 at 19:05
Mi ripeto “Quando non c’è più spazio per essere scritti si muore” Bello!
07/12/2013 at 22:56
Grazie mille!
06/12/2013 at 10:53
..Dunque: se i due, qualche tempo dopo, sono ancora insieme… evidentemente la crisi “sembra” passata, anche se sono in minoranza…..I ragni di casa mia stanno facendo ancora oscillare le ragnatele, da quanto se la ridono !!! ;))) Bellissimo episodio ! Sottolineo … “quando non c’è più spazio per essere scritti si muore”…approvo e, cosa secondo me ben più triste, non necessariamente nel fisico ! ;))
06/12/2013 at 17:02
Eh sì, sei in minoranza (come me, ogni volta dall’inizio di questa storia).
Però il tuo ragionamento non fa una grinza, anzi, una ragnatela.
E grazie!
05/12/2013 at 23:51
Anche per me ora bisognerebbe andare nel mezzo della crisi 🙂
Bel capitolo e titoli sempre azzeccati.
Bravo, bravo.
Tra poco arriva il mio eh 😉
06/12/2013 at 16:59
E io lo aspetto con ansia eh
05/12/2013 at 23:17
Anche questo capitolo mi è piaciuto. Bravo 🙂
Voto per la piena crisi..
06/12/2013 at 16:58
Grazie Giulia. E crisi sia!
05/12/2013 at 20:38
Stupendo il paragone fatto il giovedì! 😉
Come al solito non hai deluso le aspettative della scelta fatta da noi lettori.
Adesso vediamo come te la cavi nel bel mezzo della crisi?
Bravo come sempre!
05/12/2013 at 21:47
Grazie Martina!
(il giovedì di solito si fanno i paragoni migliori)
05/12/2013 at 18:08
Caro Filippo, questo capitolo è fenomenale! Il paragone tra uomo e libro è bellissimo.
Ora però sono curioso di come possano essere i loro dialoghi nel mezzo di una crisi. Anche se come crisi non la vedo troppo profonda. Non ce li vedo proprio a far volare piatti e insulti. Speriamo lei non provi a lanciargli dietro il volume MAF-NAP, visto che tanto ha la copertina macchiata.
05/12/2013 at 21:46
Azz, speriamo, se no mi diventa un dialogo spatter…
E grazie!
05/12/2013 at 15:42
Forse il capitolo che ho apprezzato di più…mi ci ritrovo un po’ 😀
Spero che la crisi sia passata…
05/12/2013 at 21:45
Oh, finalmente un po’ di ottimismo (però ho scritto “sembra” passata)
05/12/2013 at 15:39
Concordo con 77: piena crisi.
(Il dialogo in forma di lite aperta mi incuriosisce).
05/12/2013 at 21:44
piena crisi non è per forza lite aperta – mah, vedremo.
05/12/2013 at 21:58
Je concorde: esprimevo un auspicio (dialogico-letterario).
05/12/2013 at 15:29
Bellissimo davvero il paragonare una persona ai libri…in modo cosi’ azzeccato poi…complimenti!!!
05/12/2013 at 21:44
Anche tu? Ma questa è una congiura…
05/12/2013 at 14:34
Ritroviamoli in piena crisi 😀
Bellissime parole 🙂 Che poi alla fine è vero, noi siamo come dei libri…”perché tutto ciò che sono è quello che ho scritto addosso…”
Bravissimo 😀
05/12/2013 at 21:43
ah, quindi tu sei d’accordo con lui? No, perché io tengo per lei.
02/12/2013 at 12:11
Non vorrei che una delle opzioni tenda ad essere autobiografica. O magari lo sono tutte o nessuna.
Bellissima l’idea di distribuire le fasi REM durante tutto il giorno. Potrebbe spiegarsi così l’espressione “sognare ad occhi aperti”, anche se loro preferiscono gli incubi. Io no, preferisco i sogni belli (che coi come si chiamano? qual’è il contrario di incubo, semplicemente sogno?)
“- Ecco, bravo perciò smettila di correggermi ogni volta con quel tuo italiano forbito e questa cosa di usare sempre parole nuove (che poi sono vecchissime)
– Desuete…
– Ecco appunto.” 😀
02/12/2013 at 22:34
Autobiografiche? Tutte e nessuna, direi.
Il contrario di incubo mi sa che è sogno. Non lo trovo giusto, ma non mi viene in mente altro.
E grazie per il commento a mo’ di dialogo!
02/12/2013 at 01:02
Lui non sopporta che lei tratti i sui libri con poche attenzioni.
Bravo, Filippo, altro bel capitolo (ormai sono diventata ripetitiva, lo so).
Alcune frasi sono piccole perle.
02/12/2013 at 22:31
Anche tu con questi libri? Ma cos’hanno i libri, che non si possono maltrattare?
(Grazie Giulia)
02/12/2013 at 22:43
Alcuni sono sacri 🙂
01/12/2013 at 21:03
Complimenti per questo altro capitolo, l’opzione che aveva vinto non era facilissima “da gestire” secondo me 🙂
Ho votato per i libri maltrattati… anche a me darebbe fastidissimo! 🙂
01/12/2013 at 21:53
grazie: diciamo che da quando ho iniziato a scrivere questa storia non ho ancora avuto l’onore di sviluppare l’opzione che preferivo (e per la quale avevo un’idea di svolgimento). Ma il bello di THe iNCIPIT è soprattutto questo.
01/12/2013 at 20:16
guai a toccarci i libri ! Adoroooo : ” Io non soffro d’insonnia. Sono insonne. È diverso: mi infilo sotto alle coperte e me ne sto lì, buono buono.
– A pensare?
– Già. Al buio tutto diventa più chiaro. “….. ;))) Si,Si…proprio così, bravoooo !
01/12/2013 at 21:51
grazie a te!
01/12/2013 at 19:46
Questi due li starei a sentire per ore… Mi piace il loro incastrarsi come in un tangram: basta un piccolo movimento e si scivola dal pungersi all’incastrarsi alla perfezione, o viceversa.
Il discorso sul sonno, l’insonnia e la fase REM costantemente in sordina, poi, è proprio affascinante!
Scelgo i libri! Anche se pure le velleità artistiche mi ispiravano molto…
01/12/2013 at 21:50
sono felice di avere reso l’idea: la crisi è in agguato, e le loro schermaglie volevano essere piccoli segnali.
Grazie!
01/12/2013 at 14:30
Argh argh, le velleità artistiche…
😀
01/12/2013 at 21:48
Triplo argh
01/12/2013 at 09:33
Vada per le velleità artistiche…mi sembrava confacente 🙂
01/12/2013 at 21:48
già, usando un parolone, si potrebbe parlare di metaletteratura…
01/12/2013 at 00:20
Lui non sopporta che lei tratti i suoi libri con poca attenzione (non la sopporterei nemmeno io, nel caso :D)
01/12/2013 at 21:47
Questa cosa dei libri che devono essere trattati con i guanti è molto diffusa: infatti sembra l’opzione vincente.
30/11/2013 at 21:58
Lui non sopporta che lei tratti i suoi libri con poca attenzione, perché a questo punto vorrei sapere di che genere di libri stiamo parlando.
Sono felice che abbia vinto quest’opzione, ti sei destreggiato alla grande. L’insonnia è un argomento molto interessante.
Aspetto il prossimo, come sempre.
S.
30/11/2013 at 22:54
Azz, dovrò prestare una suprema attenzione ai titoli allora.
Vero, l’insonnia è una miniera, come anche la narcolessia (ero in effetti indeciso fra le due).
Ho appena letto il tuo: abbiamo ritmi “scrittura/pausa” simili.
30/11/2013 at 20:14
Secondo me non sopporta le sue velleità artistiche. Bell’episodio, come sempre! 🙂
30/11/2013 at 22:50
Ahi, nota dolente le velleità artistiche.Vedremo.
Grazie mille!
30/11/2013 at 19:01
Dico che lei non lo sopporta quando la corregge quando parla 😀
Come sempre, parole bellissime 🙂
30/11/2013 at 22:49
Ti ringrazio del come sempre.
PS: “che la corregga” quando parla. (Scherzo, provocavo).
30/11/2013 at 23:36
Ops…hai ragione 😀
La stanchezza fa brutti scherzi…ma brutti brutti 🙂
29/11/2013 at 11:06
Altro bel capitolo, bravo!
Ho votato per la differenza caratteriale, ma sono in minoranza..
29/11/2013 at 18:10
grazie mille giulia!
sì, mi sa che non ce la fa.
Però le differenze caratteriali verranno fuori, prima o poi.
29/11/2013 at 10:29
Mi ero completamente persa questa storia (se storia la possiamo chiamare).
Bella, soprattutto l’idea.
Intendo, l’idea di affidare tutto ai dialoghi. sarebbe stato molto interessante se avesse avuto una forma esplicitamente teatrale.
Ed è ben scritto. Ora perdonami, io sono un critico incapace di limitarsi ai complimenti: potresti fare di meglio.
Voglio dire, alcune singole battute sono perfette. Incisive. Realistiche. Profonde. E ti parlano del mondo di gesti, di espressioni, di pensieri che c’è dietro.
Altre sono “confezionate”, come la chiusa di questo capitolo. Una bella, elegantissima scatola rosa e nera di profumo, quel tanto che serve a farla costare parecchio. Ma poi, quello che conta, è il profumo dentro, e niente è peggio che aprire la scatola pieni di aspettatiive e scoprire che in effetti, il profumo senza scatola sulla mensola sopra, ci piaceva di più.
Non volermene 🙂
29/11/2013 at 18:28
Grazie del commento critico, Angela, con il quale sono d’accordo a metà.
Sono d’accordo che non tutte le battute sono felici, e che alcune – specie quelle finali – sono un po’ facili. Forse ruffiane. L’intento era duplice: conquistare i lettori nello spazio di non molte righe e concludere i dialoghi nel migliore dei modi (che, come ho scritto in uno dei commenti qui sotto, credo sia quando uno dei due dialoganti lascia l’altro senza parole). Probabilmente questo duplice intento non è riuscito bene.
Non condivido invece la tua osservazione sulla forma esplicitamente teatrale, semplicemente perché non volevo una forma così, che presuppone ambientazioni e descrizioni (seppur minime) dei personaggi, oltre ad avere ritmi tutti suoi che – lo confesso – non ho mai praticato e non conosco bene.
La forma che ho pensato per questa storia non è quella teatrale, ma piuttosto (per dirla con una battuta, ma neanche troppo) quella dell’intercettazione ambientale.
In ogni caso un commento come il tuo presuppone una lettura critica degli episodi, della quale ti ringrazio davvero, dal momento che è il motivo principale per il quale sono qui.
29/11/2013 at 20:51
Scusa, probabilmente non mi sono espressa bene.
La tua formula “intercettazioni ambientali” (bella definizione, a proposito) mi piace ed è efficace.
Quanto dicevo sul teatro era solo l’espressione di una mia idea o desiderio. Ho detto infatti “sarebbe stato molto interessante se…” alludendo quindi ad un altro tipo di esperimento. Non intendevo minimamente contestare la scelta del genere, solo esprimere una potenziale altra “visione”.
Mi interessa molto invece l’idea che la chiusura sia tanto più perfetta quando l’altro è senza parole. Intendi proprio “spiazzato” o soltanto “silente”?
29/11/2013 at 23:59
scusa tu, sono io che non avevo capito.
Intendo “silente”, nel senso che può esserlo per vari motivi: spiazzato, stupito, ma anche colpito favorevolmente, oppure offeso, o – che so – arreso (che poi sarebbe dove mi piacerebbe arrivare)
30/11/2013 at 00:06
Ripeto, il concetto è secondo me molto interessante e molto profondo.
Anche la variazione di “qualità” dei silenzi.
Spero di vedere una conclusione silente “diversa” in ogni episodio, quella della resa soprattutto.
28/11/2013 at 14:15
Un capitolo sussurrato 🙂 .
Molti complimenti, io intanto mi immagino cosa comporteranno bioritmi divergenti…
29/11/2013 at 18:09
“sussurrato”: grazie, era l’intento.
28/11/2013 at 11:41
Bellissima frase conclusiva degna di tutto il capitolo!
Mi incuriosisce molto l’opzione sui bioritmi del sonno…
28/11/2013 at 13:35
ehi, questa opzione sta creando il vuoto dietro di sé: mi sa che dovrò iniziare a pensarci.
Grazie!
28/11/2013 at 10:44
Diversi bioritmi… Ma ormai so che da qualsiasi opzione sai tirare fuori il meglio! 🙂
28/11/2013 at 13:34
Troppo buona! Grazie!
27/11/2013 at 20:12
Origliare alla porta di due sconosciuti. Già mi piace tantissimo l’idea, poi l’atmosfera che sai creare è davvero suggestiva.
Secondo me divergono nei bioritmi, e sarà un casino.
Ti seguo
27/11/2013 at 22:41
Be’, che dire: grazie per l’apprezzamento e per aver deciso di seguire la mia storia (il titolo della tua m’ispira molto: ora ci vado)
27/11/2013 at 18:22
…e 100!
(Meritati!)
27/11/2013 at 22:39
yeah!
(E grazie)
27/11/2013 at 18:19
I bioritmi del sonno, ma sono tutte ipotesi molto interessanti.
Bravo, S.
27/11/2013 at 22:39
Ricevere i tuoi apprezzamenti mi ringalluzzisce tutto.
Forse perché so come scrivi.
27/11/2013 at 11:08
Sai cosa ti dico? Ora è tutto chiaro. Ora si spiega tutto cosa volesse dire quel Confidenzialmente rarefatto.
Capitolo bellissimo, i tuoi finali sono davvero stupendi.
Comunque sono i bioritmi del sonno a essere diversi!
27/11/2013 at 22:35
Ah, bene.
No, perché non è che fossi così sicuro nemmeno io. Di avere capito, dico.
I bioritmi del sonno. In effetti sono la chiave.
E, come sempre, grazie.
27/11/2013 at 09:48
Il regime alimentare e l’attività fisica 🙂
va bene il mio sospetto che non fossero umani è confermato. Solo che poi mi si aprono infinite possibilità 😀
27/11/2013 at 22:31
dai, come non sono umani? Non ci avevo pensato. Mo’ ci penso.
27/11/2013 at 01:28
Mi incantano i tuoi dialoghi, bravo! Allora io opterei per una differenza di bioritmi del sonno…non so, mi ispira! 😀
27/11/2013 at 22:30
sì, anche a me suona bene. Vedremo.
E grazie.
26/11/2013 at 23:48
Che bello… <3
27/11/2013 at 22:29
ma grazie!
26/11/2013 at 23:40
Mi spiazzi sempre con l’ultima frase 😀
Dico che scopriranno di avere due caratteri totalmente opposti 🙂
27/11/2013 at 22:29
eh, il fatto è che per finire un dialogo l’ideale è che uno dei due lasci l’altro senza parole…
25/11/2013 at 18:06
Mi piace questa idea di raccontare solo attraverso i dialoghi… E poi detto da una fissata con le descrizioni, vale doppio 🙂 . Però queste tre opzioni mi hanno messo in difficoltà! “Olisticamente” non suona tanto bene… Proviamo con “confidenzialmente rarefatto”, ha un che di delicato.
25/11/2013 at 22:36
Grazie, felice che questa idea piaccia!
In effetti è l’opzione più “delicata”, sono d’accordo.
25/11/2013 at 11:00
Non ho ben capito cosa significhi, ma voto per “confidenzialmente rarefatto”.
Mi piace sempre di più questo racconto. Bravo, Filippo.
25/11/2013 at 13:24
Grazie Giulia, sembra proprio che dovrò iniziare a pensare a questa opzione.
25/11/2013 at 10:58
Diamine le opzioni mi hanno messo in crisi!
Lui mi sembra più romantico e lei più razionale, quindi potrebbe essere la prima.
Ma mi pare anche un ossimoro, e a me gli ossimori piacciono sono ogni tanto.
Olisticamente estremo mi attira, ma non ce li vedo. Sull’estremo dico, a meno che possa essere un estremo mentale. Al che lui però impazzisce.
Confidenzialmente rarefatto. Beh il sesso è, insomma deve essere, confidenziale. Per loro poi è perfetto. Ma perché rarefatto?
Va beh, non ti dico cosa ho votato, comunque spettacolare questo dialogo-storia.
25/11/2013 at 13:21
In effetti tutte le opzioni volevano essere degli ossimori; in questo senso la rarefazione – in un rapporto sessuale – mi sembrava opposta alla confidenza. Forse avrei potuto scrivere “confidenzialmente distaccato” (ma sarebbe stato troppo chiaro…).
E grazie per l’apprezzamento!
24/11/2013 at 22:35
Spingo un po’ sull’olisticamente estremo ! Vai !!! 😉
25/11/2013 at 13:12
Mi sa che non hai saputo resistere a “olisticamente”.
Comunque l’avrei scelto anch’io.
01/12/2013 at 19:58
A dire il vero …non ho resistito all’estremo ;)))…
01/12/2013 at 21:45
ahahah, grande risposta!
24/11/2013 at 12:20
Tu sei un folle!
Stai costruendo una storia solo con i dialoghi! E io me l’ero quasi persa!
Confidenzialmente rarefatto, qualunque cosa significhi 🙂
24/11/2013 at 15:38
Un’idea che avevo da tempo, almeno da quando ho letto “Il signor Mani” di Abraham Yehoshua, una saga familiare in 5 dialoghi nei quali sono riportate soltanto le parole di uno dei due dialoganti. Assolutamente da leggere.
Confidenzialmente rarefatto sta rimontando: vedremo come va a finire.
PS: scoprirò cosa significano le varie opzioni quando mi metterò a scriverle.
24/11/2013 at 12:08
Vada per il romanticismo…! 😉
24/11/2013 at 15:31
razionale però… ok, sembra – per ora – il vincente
24/11/2013 at 11:18
Accidenti, sono tre alternative tutte interessanti! Tra l’altro Lui e Lei sono tipi da tutte e tre le cose…
Mi butto sul confidenzialmente rarefatto!
24/11/2013 at 15:30
oh, finalmente qualcuno che “osa”…
24/11/2013 at 00:42
Razionalmente romantico, come questa coppia 🙂
24/11/2013 at 15:30
in effetti hai ragione: quei due sono proprio così
23/11/2013 at 21:05
Io vado per il razionalmente romantico… Bravo! 🙂
24/11/2013 at 15:29
grazie!
23/11/2013 at 20:28
puro dialogo, molto interessante, razionalmente romantico
io amo i dialo ghi
24/11/2013 at 15:29
grazie (pure io li amo, incondizionatamente)
23/11/2013 at 20:08
Io non potevo che scegliere razionalmente romantico 😀
24/11/2013 at 15:28
noblesse oblige
23/11/2013 at 19:28
Sono curiosa di leggere come te la cavi con un olisticamente estremo 🙂
24/11/2013 at 15:27
eh, pure io. mi sa che non ce la fa però.
20/11/2013 at 13:59
Sempre bellissimo! Ora lei racconta un sogno… Non vedo l’ora di sentirli di nuovo chiacchierare!
21/11/2013 at 00:06
Grazie Margherita! Eh sì, sembra che tocchi proprio a lei.
19/11/2013 at 22:17
you’re talkin’ about me?
21/11/2013 at 00:06
I always talk about you
19/11/2013 at 14:47
facciamo parlare lei. Chissà che apra il suo precordio 🙂
19/11/2013 at 22:24
è un rischio da correre, anche secondo me.
19/11/2013 at 12:49
Bella idea originale e bel modo di scrivere… ti seguo! 😉
Opto per il sogno di lui… sono più curiosa di conoscerlo! 😛
19/11/2013 at 22:24
Grazie mille: però mi sa che nella coppia la tosta è lei…
19/11/2013 at 10:02
Voto per il sogno di lei.
Altro bel capitolo 🙂
19/11/2013 at 22:23
mersì!
19/11/2013 at 09:59
Lei racconta a lui un suo sogno: la ragazza è estrosa, secondo me . 🙂
Bravo, mi piace tanto; riesci a delineare i caratteri con i dialoghi, chapeau.
19/11/2013 at 22:22
Bene, ne sono contento: delineare i caratteri con i dialoghi era un po’ il mio obiettivo.
19/11/2013 at 08:07
Direi che si concendono il week end da sogno 😀
Bellissima l’ultima frase, parole che ti si stampano dentro, bravo 😀
19/11/2013 at 22:21
Grazie Emma, vediamo se li farete andare a Parigi…
18/11/2013 at 23:19
Dos Passos. Non so se mi piace di più il suo nome o come scrive. 🙂 Come si fa a non citarti?
Secondo episodio ancora più degno di nota del primo. Bravo!
S.
19/11/2013 at 00:09
Eh, lei è tosta.
Avrebbe dovuto saperlo fin da subito, lui, dove si andava a cacciare.
E grazie.
18/11/2013 at 23:08
Bello anche questo episodio! Mandiamoli a Parigi… Vediamo che succede. 🙂
19/11/2013 at 00:12
A Parigi succede sempre l’irreparabile (irreparabile fin che si è a Parigi, poi si torna)
17/11/2013 at 22:34
Ciao ! Curioso dialogo ;)) …vediamo di mandarli a letto a parlare di cose importanti? A te decidere se prima, dopo o durante! seguo, seguo…
17/11/2013 at 22:46
un’ottima soluzione in effetti, la tua. E prima, durante o dopo è un bel dilemma…
Grazie!
17/11/2013 at 00:29
Secondo me li ritroviamo a parlare di cose importanti… Mi incuriosisce molto questo inizio. Ti seguo. 🙂
17/11/2013 at 22:41
Le “cose importanti” stanno prendendo il sopravvento: bene!
Grazie mille: spero che il seguito sia all’altezza.
15/11/2013 at 15:46
non si sa dove, ma parlano di cose importanti 🙂 Complimenti, FIlippo, mi hai catturata già dalla descrizione!
15/11/2013 at 16:06
Grazie Laura (quando le cose importanti fagocitano tutto il resto)
15/11/2013 at 16:08
Sono una donna: abbiamo sempre qualcosa di importante di cui parlare. 😀
15/11/2013 at 16:09
O, quanto meno, ne siamo convinte 😀
15/11/2013 at 15:09
Fantastico questo inizio… direi molto deciso 🙂
e visto che son 2 tipi decisi, mandiamoli subito al dunque.
15/11/2013 at 15:32
Ehi, grazie.
Ne deduco che hai votato per la chat.
15/11/2013 at 15:34
esatto, per la chat live 🙂
15/11/2013 at 16:04
eheheh
15/11/2013 at 12:40
Bello, mi piace molto!
Anche a me piacerebbe scrivere un racconto di soli dialoghi.
Voto per ritrovarli a letto 🙂
15/11/2013 at 13:38
Grazie, sono felice che ti piacci. Dai, buttati nei dialoghi anche tu!
15/11/2013 at 11:12
Meraviglioso!
Da un lato voterei per ritrovarli a letto, dall’altro c’è ancora tanto che hanno da dirsi prima!
Quindi temporeggiamo ancora un po’ e vediamoli non si sa dove, a parlare di cose importanti!
🙂
Ti seguissimo…
15/11/2013 at 13:33
Grazie davvero!
Temporeggerei anch’io (tanto vuoi che non ci finiscano a letto, prima o poi?)
15/11/2013 at 10:51
A letto e la chat erano troppo scontate! Vediamo dove arrivi.
15/11/2013 at 13:31
Sai che preferisco anch’io la terza strada?
In effetti, sono curioso anch’io (di vedere dove arrivo, dico)
15/11/2013 at 08:39
Mi piace davvero l’idea di leggere solo dialoghi, anche perché sono il cuore di un racconto 😀
Ho scelto che si ritrovano a letto 🙂
Ti seguo , vediamo come procede 🙂
15/11/2013 at 13:29
sì, la penso come te: i dialoghi fanno spesso la differenza.
E grazie!
14/11/2013 at 23:32
Subito accontentata, fantastico! Mi hai agganciata subito e sono molto curiosa, anche del titolo.
Ma sì, mettiamoli a letto!
Ovviamente ti seguo.
S.
14/11/2013 at 23:39
Grazie, era un po’ che pensavo di tornarci. Poi, quando ho visto che c’eri anche tu…
So già che il titolo mi creerà molti grattacapi, ma suonava bene, e non ho saputo resistere.