LA SOFFITTA

Dove eravamo rimasti?

a questo punto? Voglio sapere chi è la nuova arrivata (38%)

SAMANTA

Per tutta la sera non feci altro che seguirla come un cagnolino. Ero ipnotizzato. Più volte il Pastore mi fece richiamare. Era scoppiata una rissa, causata da una delle ragazze, e manco me ne accorsi. Due clienti erano usciti senza pagare le bottiglie di champagne e neanche li rincorsi. Mi chiese di avere occhi solo per lei… e così feci.  Quanto durò quella serata? Offuscato. Il conto alla rovescia della mezzanotte? Offuscato! Il buffet del cenone? Offuscato! Chi era questa donna, apparsa come per incanto, che si comportava come una diva e che aveva soggiogato il mio volere senza che io potessi faci qualcosa? Di quella sera ricordo solo poche cose e il suo nome Samanta.

– Anno nuovo, vita nuova! – esclamò il Pastore entrando rapido, nella sala deserta, il primo giorno dell’anno. Aveva nella mano una bottiglia di champagne, nell’altra un ventaglio di banconote di grosso taglio. Indubbiamente aveva tirato le somme dell’anno appena trascorso ed era particolarmente gioioso. Mi misi lentamente a sedere sul divanetto dove avevo dormito. La solita coppia di amici, emicrania e nausea, era li al mio fianco. Samanta non c’era più. Le ragazze non c’erano più. Stavo per alzarmi quando una mano mi rimise a sedere. Il faccione del Pastore fece capolino tra le nebbie dell’alcool. Mi versò un calice di nettare e brindando si mise a sedere vicino a me.                                                                                                      – Caro Fabio – mi disse – ho notato che ieri sera una giovane e avvenente fanciulla ti ha distratto completamene dal tuo compito –

Provai a bofonchiare qualche scusa, mi zittì immediatamente.

– Ti comprendo, chi non si farebbe irretire da una tipa del genere –

Mi guardò con accondiscendenza

– Cercala e portamela. Mi piace –

Non ebbi tempo di pensare, mi diede una pacca sulle spalle e si dileguò. Passai il resto della giornata cercando di ricostruire i fatti della serata precedente e di ristabilire una connessione tra la mia mente e il mio corpo devastato da alcool e chissà cos’altro.

Le due settimane successive le impiegai a cercare Sammy in tutta la città. Palestre, scuole di danza, supermercati, uffici, ovunque. Un fantasma. Nessuno l’aveva mai vista, nessuno la conosceva. Eppure… era arrivata sola alla festa, questo è vero, ma tutti l’avevano salutata come se la conoscessero da tempo immemore. Il Pastore stava iniziando ad essere insistente. La voleva. Anche io. Avevo chiesto alle ragazze. I loro sguardi di disapprovazione, quando apparve alla festa, non mi erano sfuggiti. Niente, era come interrogare un muro.

Ero seduto al tavolino di un bar, sconfortato, godendomi qualche raggio di sole, rimuginando su come fare per trovare quella donna quando sentii una voce, alle mie spalle, dolce, calda.

– Hai gettato la spugna? Non mi cerchi più? –

Il mio cuore sobbalzò. Rimasi pietrificato, non riuscii a girarmi. Lei continuò dolcemente:

– So che sei venuto sia al lavoro che in palestra, ho visto che mi hai cercato in tutta la città. Ti sei dato per vinto? Non mi vuoi più? –

Mise la sua mano sulla mia guancia

– Sono qui, girati e prendimi –

Lo feci. A volte la vita, il destino, il Karma o semplicemente la fortuna, ti fanno un regalo… sarebbe stupido non accettarlo.

Per tre mesi vissi in paradiso. Ogni momento libero, nella giornata, era tutto per noi. Se non ci vedevamo ci scrivevamo. Si parlava tanto e di tutto, ci si prendeva tanto e ovunque. Eravamo entrati in simbiosi, perfetta. Avevo capito che non le piaceva parlare del suo passato, qualcosa l’aveva travolta, forse durante l’infanzia.

– quello che mi è successo – mi disse una volta – mi ha fatto diventare quella che sono, la donna di cui ti sei innamorato, e lo stesso vale per te. Quindi partiamo da questo e costruiamo. –

Non era un problema, anzi, questo evitava a me spiacevoli bugie. Il Pastore aveva smesso da tempo di informarsi sulle mie ricerche. Ero riuscito a convincerlo che fosse arrivata da fuori, solo per il capodanno, e poi ripartita, per chissà dove.

Furono tre mesi intensi. Affittai una villa in collina, perfettamente isolata, fuori città. C’erano tutti i confort: palestra, piscina e perfino un bosco privato. Il suo lavoro, fortunatamente, le permetteva di prendersi lunghe pause. Io andavo al locale la sera. Impiegavo più di un’ora per andare e altrettanto per tornare. La tenevo lontana dalle grinfie del Pastore ma soprattutto stavo ricostruendo la mia umanità… stava tornando il vecchio Fabio, quello di prima… prima di Roberta. Una sera, ero appena arrivato al locale, il Pastore mi convocò nel suo ufficio.

– Fabio! Finalmente! Ho trovato la bionda sexy. Guarda! –

Mi mostrò una foto. Sammy, la mia Sammy, mentre prendeva il sole nel giardino della nostra casa.

– Mi è arrivata oggi. – era eccitato come un ragazzino – Mando subito i ragazzi a prenderla. La voglio –

Quale Fabio reagirà?

  • Fabio cerca di fargli cambiare idea (100%)
    100
  • Fabio si offre di andare a prenderla (0%)
    0
  • il Pastore ordina di andare a prenderla (0%)
    0
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60 Commenti

  • Sono contenta che ci siano anche i vestiti a bruciare, perché è un’immagine davvero molto suggestiva!
    Tra l’altro così hai evocato cose interessanti, dandoci un quadro più completo del protagonista e degli eventi.
    Voto per il cambiamento di Fabio, dopo questa notte fin troppo piena di cose importanti!

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