Stanza numero 17

Dove eravamo rimasti?

Cosa succede a Bryan? Si sveglia all'interno del suo appartamento. (59%)

La stanza delle anime perduteBryan si svegliò di soprassalto ancora con la voce della donna che rimbombava dentro le sue orecchie, un eco straziante che andava svanendo gradualmente come se stesse uscendo da una galleria.
– Cosa diavolo mi è successo? – pensò.
Strizzò gli occhi e mise a fuoco l’ombra del luogo in cui si trovava, vide una sedia, poi una finestra e infine un frigo.
Muovendosi sentì qualcosa di soffice vicino a lui, era un cuscino.
Bryan si trovava su un lettino all’interno di un appartamento, era piccolo, buio. La finestra era chiusa, l’unica luce proveniva da una candela posta sopra un tavolo.
– Dove sono?
Con fatica si alzò e barcollante si incamminò verso la candela cercando di non sbattere contro qualcosa.
Riuscì a vedere anche un divano a due piazze girato verso una televisione spenta.
Improvvisamente un vento fortissimo soffiò all’interno dell’appartamento, la candela si spense e Bryan non vide più nulla.
Da dove proveniva quel vento se la finestra e la porta erano chiuse?
Cominciò a tremare, il gelò si impossessò del suo corpo,la sensazione che provò era equivalente all’essere rinchiusi in un freezer o distesi su un manto di ghiaccio.
Delle strane voci risuonarono dentro la sua testa, erano dei lamenti provenienti da chissà dove, infine sentì una donna piangere, era disperata, soffriva.
Ma per cosa? Chi era quella donna Bryan non lo sapeva. Non sapeva neanche da dove provenissero quelle voci, non sapeva dove si trovasse, non sapeva cosa gli stesse succedendo, voleva solo che questo incubò volgesse al termine, voleva capire, dare un senso a ciò che stava passando.
Sentì qualcosa di freddo e viscido poggiarsi dolcemente sul suo braccio, immediatamente perse il controllo del suo corpo, era immobile, non riusciva a muoversi.
Qualcosa gli aveva toccato il braccio, non era solo. Voleva piangere, urlare, fuggire ma non potè far altro che ascoltare, ascoltare la voce di una donna.
– Aiutami. – disse.
Poi urlò. Lo stesso urlo che aveva sentito prima di cadere nell’oscurità e svegliarsi in quella stanza. Quella donna aveva bisogno di aiuto, ma Bryan non aveva intenzione ne di sapere chi fosse, ne tanto meno di aiutarla.
L’urlo diventò sempre più forte e Bryan sentì un dolore lacerante alle orecchie, qualcosa di caldo e liquido stava fuoriuscendo da esse. Era sangue. I timpani erano esplosi. Il dolore era tanto forte che Bryan era sicuro che nient’altra cosa avrebbe potuto fargli così tanto male.
Non poteva toccarsi, non poteva muoversi. Soffriva e basta.
Dagli occhi cominciarono a scendere delle lacrime e Bryan nella sua testa recitò ogni tipo di preghiera desiderando con tutto se stesso la morte.
Dopo un paio di minuti terribili Il dolore diminuì, le voci svanirono e l’urlo era solo una voce lontana.
Il corpo cominciò a scaldarsi e Bryan credette di essere morto.
– Finalmente. Era ora. – pensò.
Poi sentì un campanello suonare, una volta, due volte.
– Bryan!! –
Qualcuno stava chiamando il suo nome e Bryan rispose.
– Non ci sono. Ormai sono morto!
– E io sono diventato il presidente degli Stati Uniti d’America. Apri questa porta, stupido idiota!
Quella voce era molto familiare, Bryan la conosceva, l’aveva sentita un milione di volte.
– Jason?
– Si. Che bravo. Adesso devi andare a ritirare il premio. – rispose.
Bryan era felice, la voce del suo amico lo aveva fatto ritornare alla realtà.
Aprì gli occhi e vide un tetto, poi si voltò alla sua destra e capì dove si trovasse.
Era nuovamente nel lettino dell’appartamento, tutti gli oggetti, i mobili e il resto erano come nella visione precedente, solo un piccolo particolare cambiava tutto; la luce.
La stanza era illuminata, la finestra aperta, i rumori della città entravano riempiendo tutta l’atmosfera. Bryan sorrise.
– Era un incubo! – disse sorridendo.
Si alzò dal letto e si incamminò verso la porta.
– Un incubo… un incubo! –
– Mamma mia ma sei uno stronzo! Apri la porta prima che l’incubo te lo faccio passare io prendendoti a calci nel culo! – disse Jason.
– Arrivo!
– Era ora. – rispose.

Cosa fa Bryan?

  • Torna a letto. (5%)
    5
  • Guarda dallo spioncino per assicurarsi che Jason sia realmente dietro la porta. (45%)
    45
  • Apre la porta a Jason. (50%)
    50
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64 Commenti

  • La storia potrebbe essere interessante (anche se ancora non si capisce dove andrà a parare), però a livello linguistico c’è molto da lavorare: attento ai tempi verbali (nel primo episodio cominci col presente, e poco dopo usi il passato) e alla punteggiatura, che in certi casi è molto discutibile e ostacola la lettura.

    Apre la porta

  • Il plot non si può dire che sia originalissimo, ma la storia pare che regga molto bene (tutto dipenderà dagli sviluppi venturi). Insomma l’ho letto questa notte e mi ha messo un bel po’ in apprensione.
    In alcuni punti credo che salti la consecutio temporum (ma potrei sbagliare), tuttavia queste cose le ritengo poco importanti, come dice anche Van Damme, gli ammennicoli vari si possono sempre correggere, le idee, invece, se non ci sono, non ci sono. E qui di idee pare che ce ne siano, e anche buone.
    Bravo, sono ansioso di leggere il seguito.
    Spioncino.

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