Succubus

Dove eravamo rimasti?

Le cavalcature erano pronte e non c'era più nulla che mi trattenesse. Cosa dovevo fare con Lunos? Decisi di permettergli di accompagnarmi. (67%)

IL NERO COLOSSEO DEGLI SPETTRIEmisi un lungo e profondo sospiro. Ammisi a me stessa che nel mio intimo albergava un alito di timore per il viaggio che stavo intraprendere. Dopotutto stavo andando incontro all’ignoto per realizzare un mio sogno e Lunos era così pacato e sereno che la sua presenza mi infondeva sicurezza. Mi tranquillizzava. Scossi il capo.
“E va bene. Andiamo, Lunos,” sentenziai. Lui sorrise. Con un solo agile balzo fu in sella al corsiero. La creatura rispose con un contraccolpo di groppa ondeggiando la schiena sinuosa. I suoi zoccoli artigliati incisero il terreno, quasi impazienti di divorarlo. Salii anch’io in groppa alla mia cavalcatura dal nero manto striato di rosso, che emise uno sbuffo dalle grandi narici. Incitai la creatura al galoppo seguita da Lunos e ci lanciammo verso nord-est.
La luce dei nostri due soli, Astars e Teaturn, riverberava accecante sul sentiero di terra battuta incorniciato dalla Brughiera, mentre batteva cocente sulle nostre pelli chiare. Le nostre cavalcature grondavano di sudore. Anch’io cominciavo a risentire dell’eccessivo calore del sole.
“Lunos, sto morendo di caldo. Fermiamoci da qualche parte. Riprenderemo il cammino quando i soli inizieranno a tramontare,” dissi con voce stanca.
“Come vuoi, mia adorata,” rispose. L’appellativo che usò mi infastidì un poco, tuttavia lasciai perdere.
Davanti a noi si stagliò un’enorme costruzione in rovina. Protessi gli occhi con una mano mentre cercavo di capire di cosa si trattava.
“Questo è il Nero Colosseo degli Spettri,” m’informò Lunos, come se mi avesse letto nel pensiero.
“Il nome non promette bene,” ribattei.
“Però, se vogliamo trovare un riparo fresco che non sia la boscaglia, ci dovremo fermare qui,” disse Lunos. “Se ti può far sentire meglio, ci accamperemo il più possibile vicino all’entrata. Nel caso di sia qualche spettro a darci noia, ce ne andiamo,” propose sorridente.
“E va bene,” acconsentii.
Ci accampammo sotto una delle volte più esterne dove l’ombra offriva un riparo fresco sia a noi sia alle cavalcature. Sedetti con la schiena appoggiata al muro e non ci volle molto prima che il sonno mi prendesse.
Mi risvegliai con il cuore a mille, consapevole che qualcosa non andava. I soli avevano lasciato il cielo da un pezzo e sopra il Colosseo si era stesa la notte. Le cavalcature e Lunos erano scomparsi. Anzi, la sensazione che provavo è che non fossero mai stati lì con me. Mi guardai in giro in cerca di punti di riferimento, sforzando la mente a cercare una linea d’azione da intraprendere, ma mi ritrovai paralizzata dalla paura. Un’ombra guizzò sulle pareti. Ne cercai la fonte, ma non vidi nulla. Udii il gemito di un vecchio portone che si chiude sbattendo. Una risata folle.
Scattai, le mani premute sulla pietra del muro. Tastai il perimetro della stanza in cui mi trovavo finché non trovai il vuoto. Avanzai lentamente, una mano tesa davanti a me, l’altra a contatto con la parete. Nel buio pesto, mi sembrava di essere fitina in un lungo e interminabile corridoio, pur sapendo che il Colosseo non era costruito in quel modo.
Improvvisamente si accese una forte luce che illuminò il centro dell’arena. Mi accorsi di trovarmi al piano più alto dell’edificio. Al centro sembrava svolgersi una rappresentazione teatrale. Acuì la vista.
Un uomo indossava una veste rossa e parlava rivolto a un pubblico che non riuscivo a vedere. Riconobbi Connor.
“Quale altra prova vuole il consiglio?” tuonava la sua voce, solenne e ardita. “In quale altro modo possiamo dimostrare ai nostri anziani che questa donna è un demone?”
In un angolo notai una giovane donna seduta su una seggiola. Di fronte a lei, un lungo tavolo al quale sedevano cinque uomini dalla pelle rugosa e i capelli bianchi e radi.
“Ve lo giuro! Io sono umana!” gemette la giovane, disperata. Riconobbi la mia voce.
“Blasfema! Bugiarda!” inveì Connor sputando saliva in faccia alla fanciulla. Lei sussultò ed io con lei. Alzai la testa. Ero seduta e guardavo Connor, e poi gli anziani. Nei loro occhi solo odio. Fuggii via.

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27 Commenti

  • Finalmente la protagonista è riuscita a trovare quel benedetto stregone che fortunatamente è illeso e di buon umore. E’ ora di partire per il lungo viaggio di ricerca dell’unica strega in grado di trasformare la nostra succubus in un essere umano. Nessun viaggio passa su un tappeto rosso asperso di petali di rosa, quindi allacciatevi le cinture, accendete i proiettori e godetevi il seguito.

  • Non sapevo bene come conciliare il 50/50 dei voti, poi mi è venuta l’idea di rivangare un ricordo dal passato della protagonista, all’epoca di quand’era bambina, per poi ritornare al presente. Spero che vi piaccia. ^_^

    P.S. Grazie di seguirmi!

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