Succubus

Dove eravamo rimasti?

Quando mi risvegliai... mi ritrovai ancora nella cella, appesa come un animale da macello e Fatuus che mi guardava torvo. Nonostante la tortura non avevo confessato. (100%)

Il risveglioUn intenso fruscio nelle orecchie e un ronzio alla testa mi fecero riprendere coscienza. Trovai faticoso sollevare le palpebre, come se ci fosse sopra un macigno.
Mi ritrovai ancora nella cella, appesa come un animale da macello e Fatuus che mi guardava torvo. Nonostante la tortura non avevo confessato.
“Questo è inaudito!” ululava con voce squillante il capo della Sala delle Torture. “Mai, e dico mai! si è vista una cosa del genere! La Tortura della Confessione funziona sempre! SEMPRE!”
Camminava avanti e indietro alle spalle del padrone a passi piccoli e spediti. Il suo corpo deforme ondeggiava come una pila di mattoni scossa da un terremoto.
Gli occhi di Fatuus mi trapassavano colmi d’ira trattenuta a stento. A braccia conserte, digrignava i denti. Potevo sentire la sua mente lavorare vorticosamente dietro di essi alla ricerca di una soluzione.
In effetti, il demone deforme aveva ragione. Nella nostra storia non si era mai sentito di qualcuno che avesse resistito alla Tortura della Confessione. Alla fine confessavano tutti, sempre.
“Riportatela in camera sua,” berciò Fatuus con un gesto di disprezzo della mano. Si voltò e lasciò la cella.
Due guardiani mi issarono sulle loro spalle e mi trascinarono fino in camera mia, le gambe che scivolavano sul pavimento. Fui deposta sul mio letto e mi contorsi in una smorfia di dolore. Ovunque il mio corpo poggiasse faceva un male d’inferno.
Crollai in un sonno profondo. In sogno, vidi Connor che andava nei campi a lavorare. La sua pelle luccicava al sole come la prima volta che l’avevo visto. Si fermava, appoggiava le mani al bastone della vanga e mi sorrideva.
Quando mi risvegliai, i miei occhi fissavano il verde scuro del cielo notturno. A pochi metri da terra fluttuavano miriadi di fuochi fatui argentati. Avevo perso la cognizione del tempo. Cercai la nostra luna rossa nel cielo. Non la trovai. Avevo la sensazione di stare sospesa a pochi centimetri sopra il mio corpo, ora del tutto insensibile a qualsiasi sensazione fisica.
Ebbi la subitanea folle idea di fuggire. Lasciare quel posto desolato e freddo che era la mia dimensione per allontanarmi da quello stile di vita che ormai non sentivo più appartenermi.
Se fossi fuggita, però, Fatuus mi avrebbe sguinzagliato dietro i cercatori e quelli non si sarebbero fermati fino a che non mi avrebbero trovata o fossero morti. Non volevo vivere come una fuggiasca, come una preda, a guardarmi le spalle ogni attimo della mia esistenza.
Se fossi tornata a casa, mio padre mi avrebbe messa ai lavori forzati o, ancora peggio, mi avrebbe riconsegnata a Fatuus perché ricevessi la punizione decretata per chi fugge. Chi diserta dal servizio agli ordini del padrone, nel mio mondo, viene consegnato alla Sala delle Torture, dove passerà il resto dei suoi giorni ad essere torturato un poco alla volta, subendo una morte lentissima e dolorosa finché non fosse giunta la sua ora.
Non potevo nemmeno scappare da Connor. La mia forma fisica attuale non mi permetteva di vivere in altre dimensioni. Qualsiasi clima diverso da quello che regna da noi mi avrebbe indebolita fino a uccidermi. Tuttavia, esisteva una scappatoia. Una soluzione che avrebbe potuto permettermi di sottrarmi a questo girone dei dannati e, contemporaneamente, di vivere in un’altra dimensione, da me scelta. Diventare umana.
Esistevano delle streghe, le quali con un elaborato incantesimo, che impiegava una grande quantità di energia psichica ed elementi naturali, potevano sradicare l’anima di un succubus e incarnarla in un corpo umano. Non sapevo bene quali sarebbero state le conseguenze negative dell’incantesimo, ma ero disposta a rischiare.
Quel pensiero ridiede forza alla mia anima inaridita e percepii il mio cuore accelerare il suo battito. Mi sollevai a sedere, gli abiti ridotti a brandelli che aderivano al corpo nelle ferite coagulate.
Dopo essermi lavata, mi presentai al cospetto di Fatuus.
“Padrone, ho una richiesta.”
“Parla,” ringhiò lui.
“Voglio diventare umana.” Nei suoi occhi un guizzo.

Fatuus mi guardava con occhi furenti, desideroso di squartare la mia carne con le sue stesse mani.

  • Accetterà la mia richiesta e mi congederà. (0%)
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  • Pur sapendo di essere obbligato a lasciarmi andare, rifiuterà la mia richiesta e ordinerà alle guardie di chiudermi in una cella. (50%)
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  • Mi lascerà partire, ma una volta fuori del palazzo, userà ogni espediente per impedirmi di realizzare la mia missione di diventare umana. (50%)
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