Dove eravamo rimasti?
LUNOSAttesi Lunos per dieci minuti, in cui la campagna rimase in completo silenzio. Di Lunos non v’era nemmeno l’ombra.
L’atmosfera mi pareva innaturale, come se ogni cosa intorno a me si fosse improvvisamente fermata. Infine iniziai a innervosirmi. Mentre camminavo su e giù per la stalla dal pavimento disseminato di erba marcia, udii un fruscio inaspettato, che risuonò forte e chiaro nella quiete.
M’immobilizzai, l’orecchio teso. Ampliai il raggio dei miei sensi oltre la normale sfera di percezione dei cinque metri e abbracciai l’ambiente intorno a me con la mia energia.
Percepii delle presenze all’esterno della stalla. Mi sfiorò un pensiero. Fatuus aveva mandato qualcuno a tendermi un’imboscata. Non era molto lontano dal suo stile. Confidavo che avesse lasciato perdere la sua meschina vendetta. Speravo di sbagliarmi.
Prima che avessero la possibilità di bloccarmi ogni via d’uscita, corsi rapida verso la porta d’entrata.
Mi sentii afferrare e le mie gambe si sollevarono in aria.
“Eccoti qua, mia bella principessa!” esclamò una voce familiare.
Il giovane incubus mi lasciò andare, ancora ansimante per lo spavento.
“Lunos!” esclamai.
“In carne e ossa, bambina,” ribatté lui spavaldo. Quel suo atteggiamento sfrontato mi aveva sempre irritato e insieme attratto.
“Mi hai fatto prendere un colpo!” protestai.
“Mi dispiace, tesoro,” replicò lui mettendosi una mano sul cuore. “Permettimi di riparare al torto,” e così dicendo mise un braccio intorno alla mia vita, mi strinse a se e mi baciò.
Mi colse una vertigine inattesa, lo stesso capogiro che mi prendeva quando amoreggiavamo tempo prima.
“Ora dimmi, mia amata. Qual è la faccenda importante per cui hai bisogno del mio aiuto?”
Incrociai le braccia sul petto e lo guardai piegando la testa di lato. “Prima di cominciare, dimmi, com’è il tuo rapporto con Fatuus?”
“Sono il suo servo, ma questo lo sai.”
“Sei una delle sue spie,” precisai.
“Esatto.”
“Quindi lui avrebbe potuto mandarti qui per spiarmi.”
“Stai dicendo che non ti fidi di me?”
“Diciamo così.”
“Va bene. Facciamo quello che dobbiamo fare e poi me ne torno a palazzo,” replicò Lunos, senza più alcuna traccia di impudenza.
Estrassi la pergamena codificata dalla sacca e gliela porsi.
Lui la prese con le sue mani dalla pelle liscia e la esaminò.
“Lo sciamano è nelle nostre mani. Se volete rivederlo, presentatevi presso la Grotta del Selvaggio. Se lo vorrete riportare a casa sano e salvo dovrete pagare duemila keokhaise.”
Lo keokhaise è la nostra moneta corrente. La domanda che mi sorgeva spontanea era: come facevano un gruppo di semplici mercenari a sapere come si codificava un messaggio? Come facevano a conoscere il metodo di codifica delle spie di Fatuus? Questo mi sembrava un errore piuttosto grossolano da parte di un incubus astuto come lui. Se avesse progettato una trappola per me, non avrebbe usato il codice delle spie per scrivere la richiesta di riscatto. Avrebbe lasciato fare ai mercenari.
“Lunos, hai tu qualcosa a che fare con questo?” domandai.
“Cosa te lo fa pensare?”
“Oh, nulla. Soltanto il fatto che la pergamena del riscatto è scritta nel codice delle spie, noto soltanto a voi e a Fatuus.”
Lunos alzò le mani in segno di resa. “Va bene, mi hai scoperto. Sono stato io a scrivere il messaggio.”
“E lo sciamano? Sta bene?”
“Sta benissimo,” fece lui con un gesto della mano. “Probabilmente starà cantando canzoni intorno al fuoco con un gruppo di mercenari.”
“Probabilmente? Con i mercenari?” mi alterai. Avrei voluto prenderlo a sberle.
“L’ho fatto solo perché così ero sicuro che mi avresti contattato. Mi sembrava che ultimamente avessi preso le distanze da me e non ne so il motivo. In seguito ho saputo della tua pazza idea di diventare umana e mi sono preoccupato. Volevo parlare con te.”
Le sue parole mi toccarono il cuore. Suonavano così sincere.
“Tu non approvi la mia scelta?” domandai.
“Io non posso impedirti di essere felice,” rispose lui.
“Devo parlare con lo sciamano.”
“Vieni con me. Ti accompagno.”
Giungemmo alla Grotta del Selvaggio, nel bosco di Faymere, dove...
- ...trovammo il fuoco spento, ma in giro non c'era nessuno. (100%)
- ...i mercenari avevano legato lo sciamano ad un albero e lo sorvegliavano armati. (0%)
- ...trovai lo sciamano seduto accanto al fuoco con i mercenari. (0%)

23/12/2013 at 21:19
Bel finale mi è piaciuto 🙂
Allora aspetto il seguito, brava Tammy 🙂
25/12/2013 at 20:16
Ti ringrazio, che gentile! Pensa che non mi ero nemmeno accorta di essere arrivata al decimo capitolo, perciò non avevo nemmeno pianificato un finale. 😀
23/12/2013 at 19:50
Ed eccoci arrivati all’ultimo capitolo.
Come? Non vi è piaciuto il finale?
Per forza! La storia non è ancora finita.
Prossimamente, Succubus 2.