Dove eravamo rimasti?
Marco
Avevo caldo, nonostante gli occhi chiusi percepivo la luce di un fuoco alla mia destra. Socchiusi gli occhi che si erano abituati all’oscurità e per lunghi attimi non distinsi nulla.
Mi sentivo scomodo. Provai a girarmi sul fianco, ma una fitta alla schiena bloccò il movimento. Era come se un corpo estraneo mi schiacciasse le vertebre. Strinsi i denti, mentre poche, calde lacrime mi annebbiavano la vista.
«Stai fermo, sei ferito.» Mi disse una voce maschile, vellutata «Non ti preoccupare, sei al sicuro.»
Passarono diversi secondi prima che le lacrime svanissero. La persona che mi aveva parlato era un uomo che dimostrava al massimo trent’anni. Stava chinato davanti al fuoco, situato al centro di una grossa tenda. Tra le mani aveva un violino, sembrava lo stesse accordando, o qualcosa di simile.
«Chi sei? Dove mi trovo?» gli chiesi con voce debole, quasi sussurrando.
L’uomo si alzò e mi si avvicinò. Riuscii a vedere meglio il suo volto, in quel momento. Aveva capelli corti castani e due occhi gentili, dello stesso identico colore. Prese un bicchiere pieno d’acqua e me lo avvicinò alla bocca.
«Tieni, bevi. Mi chiamo Marco, sono un musicante.»
Bevvi un lungo sorso, la mia gola si riprese abbastanza per parlare più chiaramente.
«Dove mi trovo?»
«Sei nella mia tenda. Appena a nord dal bosco in cui ti ho trovato. Sei di queste parti, vero?»
«Sì.» dissi laconico.
Provai ad alzarmi, ma il dolore alla schiena fu tale che caddi nuovamente sul letto, piangendo.
Marco mi disse qualcosa, ma io non capii. L’oscurità tornò su di me.
Non so quanto tempo passò prima che mi svegliassi, ma ricordo bene ciò che mi spinse a riaprire gli occhi. Fu il suono di corde sfiorate, una musica che come seta mi accarezzava le orecchie. Per qualche attimo la mia angoscia e il ricordo di tutto quello che era successo furono accantonati, nascosti dietro un paravento fatto dalle note di quel bellissimo strumento.
Marco distinse il mio movimento e si fermò.
«Come stai?» mi fece, la compassione traspariva dalle sue parole.
«Meglio, ma ho ancora molto male… Suoni davvero bene.»
«Grazie… come hai detto che ti chiami?»
Pensai un po’ prima di rispondere, avevo paura. Come se dirgli il mio nome significasse rivelargli tutte le atrocità da me compiute.
«Allora?» insisté.
«Mi chiamo Adam.»
Marco mi si avvicinò, violino alla mano, e si sedette su un angolo del mio giaciglio.
«Vedi Adam, io sono un musicante itinerante. Suono girando di villaggio in villaggio, di città in città e il mio sostentamento sono le offerte di chi assiste alle mie esibizioni. A volte mi piace rimanere un po’ da solo, circondato dalla natura. È così che ti ho trovato, a meno di un chilometro da qui, vicino a un burrone, mentre andavo a prendere dell’acqua. Non è che mi diresti cosa ci facevi lì?»
Guardai per terra, incapace di formulare una scusa credibile.
«Che mi dici dei tuoi genitori?»
«M-m-morti. Sono morti.»
Marco mi guardò perplesso, sapeva che gli stavo nascondendo molto. Nonostante tutto, però, fu gentile e comprensivo.
«Sai che facciamo? Puoi rimanere qui e rimetterti in sesto, finché non riuscirai a camminare. Questa tenda non è magari comoda come una casa vera, ma non è affatto male. Vedrai.»
Feci un breve cenno di assenso. Poco più tardi, caddi nuovamente addormentato, in un sonno senza sogni.
Rinvenni molto tempo dopo, nella tenda da solo.
Il fuoco, quasi esausto, scoppiettava dolcemente. Il violino di Marco era su un panno morbido, poco distante. Del proprietario, però, nessuna traccia, neanche un suono.
Troppo debole, e con il ricordo ancora fresco del dolore che avevo provato nel tentativo di muovermi, decisi di chiudere gli occhi e aspettare.
Il rumore di un cavallo al galoppo mi destò, dopo pochi istanti Marco entrò trafelato nella tenda.
«Dobbiamo fare le valigie. So che non sarà un viaggio comodo, ma sul carretto, con un bel po’ di coperte, non dovresti sentire troppo gli scossoni.»
«C-che succede?» chiesi, tremante, mentre brutti, recenti ricordi mi tornavano alla mente.
«Sono andato al villaggio qui vicino, la tua storia, Adam, non mi convinceva.»
Gli occhi mi si spalancarono, strinsi istintivamente i pugni.
«Ho scoperto chi sei, ma nel farlo ho forse attirato un po’ troppo l’attenzione di gente non raccomandabile.»
Provai a mettermi a sedere, spaventato, ma Marco mi fermò.
«No, no. Stai tranquillo, non permetterò a quella gente di prenderti. Ti porterò in salvo. Hai la mia parola d’onore.»
Fu così che fuggimmo, e che mi allontanai, per la prima volta nella mia breve vita, dalla mia terra natia.
Dove fuggono Marco e Adam?
- Rimangono in Transilvania, anche se molto lontano dal villaggio (30%)
- In Francia (60%)
- In Italia (10%)

01/08/2014 at 06:10
In Francia.
01/08/2014 at 19:45
e Francia sia 🙂
28/07/2014 at 09:50
Finalmente sei tornato!
Voto per la Francia 🙂
01/08/2014 at 19:44
Sì 🙂 tornai finalmente ^_^ Spero di non perdermi nuovamente lungo il tragitto!
27/07/2014 at 15:16
Ma guarda sto chiacchierone di Marco, non poteva farsi i fatti propri?
io voto per vedere ancora un po’ di transilvania, mi piace come ambientazione.
01/08/2014 at 19:44
eheh 🙂 direi che però la sua reazione è piuttosto comprensibile :Dd
27/07/2014 at 14:58
Molto ben scritto e atmosfera davvero conturbante.
Andiamo in Francia?
S.
27/07/2014 at 15:14
Mais oui Madame! Grazie, troppo buona 🙂
27/07/2014 at 14:56
Io non lascerei mai la Transilvania, se non per un buon motivo (Dracula) ^^
Scherzo, ma è la mia scelta.
27/07/2014 at 15:13
😀 Dracula non è nei piani, per ora…. chissà in futuro XD
27/07/2014 at 14:55
Letto dall’inizio, è una bella storia, ed attendo i suoi sviluppi! Ho votato per l’Italia!
27/07/2014 at 15:14
grazie mille! 😀
16/07/2014 at 22:47
LETTO TUTTO ORA!
(SI SENTE CHE HO IL FIATONE?) 🙂
VOTO SENZ’ALTRO PER MARCO, CON IL FASCINO INTRAMONTABILE CHE HANNO I MUSICANTI ITINERANTI!
27/07/2014 at 15:11
😀 ok Marco è stato!
24/02/2014 at 20:11
Naturalmente marco!
31/12/2013 at 14:40
In colpevole ritardo, ho recuperato i capitoli che m’ero perso. Voto per il nobile di origine francese… si sa che quelli lì nascondono sempre qualcosa e ne sanno una più del diavolo.
D.
29/12/2013 at 11:28
Un momento prima la vastità del cielo stellato, subito dopo lo spettacolo angosciante delle viscere. Un bell’incalzare.
Sembra quasi, però, che il protagonista non rimanga sconvolto dalla visione di sé tra le viscere, come se fosse la concretizzazione di una sorte cui si sapeva predestinato.
Ora diamogli una compagnia femminile!
28/12/2013 at 14:30
Voto per il musicista itinerante. Potrebbe essere un personaggio interessante.
Mi è piaciuta l’atmosfera di questo capitolo.
28/12/2013 at 13:56
Mi piace parecchio l’aria di violenza che si respira in questa storia! Ti seguo!
Voto per Armand, vecchio nobile di origine francese.
28/12/2013 at 10:02
Il bosco riserva sempre soprese… e io sono particolarmente legata a questo misterioso ambiente 😉 Ma nel tuo caso non si tratta di un’immagine paurosa, anzi il protagonista sembra ritrovare una sorta di serenità fino a quando la paura torna, come normale che sia, per un bambino che ha subito la visione di atrocità indimenticabili… Forse troverà una compagna che lo accompagnerà durante la sua fuga… una persona che come lui condivide un passato da dimenticare e che magari si prenderà cura di lui… Voto per Sofia. Bel capitolo!
27/12/2013 at 21:11
Mi intriga l’immagine suggerita da Armand, il nobile. Il compagno di viaggio forse più improbabile secondo me ci regalerebbe grandi emozioni 😉
27/12/2013 at 20:52
Un capitolo apparentemente distensivo che fa stare ancora di più in ansiosa attesa.
Mi piacciono molto quelle frasi in cui il narratore dice la sua e il tempo del racconto rimane sospeso per un attimo.
Adesso non posso fare a meno di far comparire donna Sofia, il nostro ha bisogno di una compagna di viaggio.
S.
27/12/2013 at 19:46
Mi sono addentrata tra le piante e sono rimasta anche io senza fiato. Un musicante itinerante
22/12/2013 at 02:00
Nonostante la tensione dell’episodio sia sempre molto alta, ci sono due momenti in particolare, in cui mi sono sentita lì completamente. La prima volta, a guardare dalla fessura il padre che prega una pietà distratta. Ci si sente impotenti, colpevoli, spauriti, insomma, si è dietro quella porta a sbirciare davvero. E poi, allo stesso modo, ci si ritrova catapultati nel nascondiglio, minacciati dallo sguardo che sembra trafiggere il buio. Molto bello.
Ora non so per cosa votare, sono combattuta… Il bosco mi attira perché ci si può pellegrinare, la città più vicina m’ispira perché si fanno nuovi incontri.
Ma sì, dai, voto la ricerca della città più vicina. Tanto, può sempre cambiare idea prima di raggiungerla, e latitare ancora un po’.
22/12/2013 at 13:00
wow che bel commento, se ci fosse un concorso avresti vinto – di nuovo – il primo premio. Grazie 🙂
20/12/2013 at 19:09
… foresta o bosco che sia, è sempre presente! Bello questo capitolo, la tensione è vivida e reale. Un futuro triste e violento attende il povero Adam…
21/12/2013 at 14:46
Grazie mille 🙂
20/12/2013 at 18:57
“Il bagliore che crea ombre spettrali” mi piace . Andiamo nella foresta . aspetto il prossimo episodio con ansia e terrore!
20/12/2013 at 17:41
Adam nella foresta, tanto prima o poi la città dovrà raggiungerla no? Hai descritto davvero bene l’uomo sudicio, l’orzaiolo poi è una delle cose che mi spaventano di più.
Ora non farci aspettare tantissimo per il quarto, mi raccomando 😉
S.
21/12/2013 at 14:46
Piano piano sto imparando l’ABC della scrittura, un giorno sarò un uomo adulto 😀
Spero di scrivere il prossimo entro una settimana 😉
20/12/2013 at 16:35
Come Laura, ho votato per la foresta.
Lugo abbastanza adatto per nascondersi ed, eventualmente, scappare. E in perfetta linea con l’ambientazione horror. 🙂
21/12/2013 at 14:45
la foresta parte verso la pole position!
C’è da dire che, almeno per ora, questo racconto non sia proprio horror al 100%, vedremo come andrà avanti. Eviterò di mettere calessi rosa, comunque.
20/12/2013 at 14:30
♫”non portarmi nel bosco di sera…” ♫
😛 ho scelto la foresta, perché mi immagino che lui resterà comunque nei paraggi per controllare che i suoi cari stiano bene, e poi l’ambiente mi piace 😉
21/12/2013 at 14:43
ok, anche se, non so se lo sai, le foreste sono piene di insetti. A volte ci puoi trovare anche dei gatti.
22/12/2013 at 00:44
I gatti. occazzo.
Ovviamente quando mi dicevo “mi piace”, non intendevo “dal vivo”
15/12/2013 at 14:16
“Quando la luna è alta nel cielo e mi fa notare quanto io sia solo” Mi piace come tutto l’episodio voto per la tragedia aspetto il prossimo
21/12/2013 at 14:42
molte grazie 🙂
02/12/2013 at 21:16
violenza, tanta, troppa
24/11/2013 at 11:24
Tanta violenza… Anche se ce n’è già tanta, nel modo in cui la famiglia è stata attaccata, ed è diventata una fucina di follia.
L’attesa è valsa la pena: episodio molto ben riuscito!
🙂
21/12/2013 at 14:41
Grazie, ora vedo se durante le vacanze riesco a fare un paio di episodi un po’ più serrati 🙂
24/11/2013 at 09:33
Esce di casa e coglie gli aggressori di spalle. Li spaventa trasformandosi…
Loro non sanno che la bestia è lui…
23/11/2013 at 16:16
Una tragedia; il che non esclude tanta violenza 😀
23/11/2013 at 16:16
Tanta violenza, come se non ce ne fosse stata già abbastanza 🙂
Mi è piaciuto immaginarlo addormentarsi tra le lacrime e immaginarlo sognare. Magari più avanti ci racconti proprio uno di questi incubi?
baci, S.
23/11/2013 at 16:10
Oh, bene! Tanta violenza, ovviamente 🙂
23/11/2013 at 11:04
Vogliamo proseguire? Ci sono ragazze che attendono e non è carino farle aspettare.
08/11/2013 at 16:43
Voto per l’abbandono da parte della famiglia.
Bentornato, Fede! Ti seguo molto volentieri!
09/11/2013 at 11:01
Grazie Giulia!! 🙂
07/11/2013 at 21:30
Per il lupo e la sua famiglia inizia un lungo viaggio a tappe…
07/11/2013 at 13:34
… dal titolo presumo che vivrà solitario in un bosco oscuro e uscirà di notte per catturare le sue prede… quindi sicuramente verrà abbandonato! Inizio a seguire questa interessante storia…
07/11/2013 at 12:33
La famiglia resta al villaggio, perché vogliamo vedere cosa ne sarà di loro adesso che tutti li considereranno sotto una luce diversa.
I malaticci ed emaciati quando si arrabbiano hanno proprio una forza animale… Bello andare a indagare cosa c’era prima di tutto, all’inizio. W i prequel!
09/11/2013 at 11:02
I prequel hanno un fascino tutto particolare, verissimo.
Tranne quando sono ideati dalla casa produttrice per cercare di vendere di più e cavalcare l’onda più a lungo 😀 (questo, per mia fortuna, non è il caso. O forse dovrei dire sfortuna perché non mi pagano?)
07/11/2013 at 09:40
La famiglia resterà al villaggio, ovviamente 😀
ps, ti seguo anche io con chiare intenzioni moleste
09/11/2013 at 10:58
basta che il tuo seguirmi non si concluda come in flesh 😀
09/11/2013 at 11:28
0:-)
06/11/2013 at 23:24
La famiglia rimarrà al villaggio, ma subirà le conseguenze del caso.
Bentornato urhere!
D.
09/11/2013 at 10:57
Grazie caro amico lbdc!
06/11/2013 at 21:28
Felice compleanno al protagonista, dunque.
(Ma bisogna aver letto il Vertice per leggere questo nuovo racconto?)
06/11/2013 at 22:05
No, non è necessario. Le due storie sono relativamente a sé stanti 🙂
06/11/2013 at 21:21
Il protagonista viene abbandonato, non puoi che partire così!
Ti seguo dall’inizio 🙂
Ciao Fede.
06/11/2013 at 22:03
Ciao 🙂 ottimo! Meno ottimo per il protagonista, forse.