Dimenticarti è poco..

1. Solo tanto freddoFaccio trascorrere qualche minuto prima di riavvicinare la sigaretta alla bocca e aspirarne nuovamente l’essenza.
E’ una serata fredda questa, come solo una serata di fine novembre può essere.
I lampioni illuminano le strade deserte di Parigi, gli alberi che l’autunno ha quasi del tutto spogliato. Sono poche le persone ancora sveglie, le vedo stringersi al meglio nei cappotti e camminare spedite verso la propria auto, forse per tornare a casa.
La creperie di fronte è chiusa ormai da anni, il nome del locale risalta ancora sul rosso sbiadito dell’insegna. Riesco a ricordare lo zucchero a velo, il sapore di quel cioccolato e poi.. poi il profumo di quei dolci mi sembra quasi di sentirlo ancora.
L’orologio della piazza batte l’una, i suoi rintocchi spezzano momentaneamente il silenzio.
Mi concedo un’altra boccata dalla sigaretta prima di buttarne il mozzicone.
Annie è fuori casa, fortunatamente devo dire, so già che odia vedermi ridotta in questo stato, al punto da non curarmi del gelo che mi invade le membra attraverso il pavimento del balcone sul quale sono distesa.
Forse non ci crederete, ma sento che faccia meno male rispetto a quel pensiero che mi attanaglia le viscere, che si nutre delle mie speranze; è parte di me ormai, come un parassita, però, mi consuma.
Mi metto a sedere contro il muro per accendermi una nuova sigaretta, l’accendino è pronto a bruciarne l’estremità quando la fiamma di colpo scompare.
Sbuffo, so che è tornato.
«Matieau, vattene» gli dico seccamente. Poi ci riprovo, ma si spegne una seconda volta. «Vattene Matieau, non voglio più, vattene» ripeto con tono meno risoluto questa volta. Mi lascio andare nuovamente giù distesa.
Il freddo, ora, sembra quasi essere un toccasana al dolore che mi brucia dentro.
Si distende accanto a me, mi abbraccia. E’ un abbraccio muto il nostro, come quello di tre anni fa.
Una lacrima discende il percorso delineato dalla mia gota, istintivamente la cancello via con le dita; la rabbia è troppo forte, voglio solo che se ne vada.
Prendo a pugni il pavimento sotto di me, fa male ma non conta, mi trattiene ma continuo, continuo a colpire nonostante i miei occhi siano offuscati dalle lacrime.
«Non è giusto» farfuglio piangendo. Ormai non posso fare nulla per fermarmi, so che non è colpa sua, lo so ma.. è troppo difficile convivere con uno spirito, fa ancora troppo male il suo ricordo.

Matieau se ne è andato tempo fa, e quando dico che se ne è andato intendo dire per sempre, intendo dire che se ne è andato davvero. Matieau è morto.
Ed io continuo a cacciarlo, lo faccio perché lo voglio, perché non posso averlo, perché ciò che ci è successo è inaccettabile.
«Margot ti prego, ti prego non farmi questo piccola, non cacciarmi via da te»
Sono troppo stanca, troppo affranta anche solo per rispondergli attraverso il pensiero.
Continuo a combatterlo fin quando nel suo abbraccio inconcreto finisco per addormentarmi, dimentica di tutto, o quasi…

E adesso? Margot...

  • come sempre, nella notte, rimane vittima di un incubo (39%)
    39
  • si sveglia ma è già giorno, vediamo la sua giornata (22%)
    22
  • si sveglia di colpo, sente sbattere la porta e imprecare la sua coinquilina (39%)
    39
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325 Commenti

  • Grazie a te perchè mi hai fatto commuovere come non mai. Non ci sono parole per descrivere questo finale…Grazie per le emozioni che mi hai donato e spero proprio in una continuazione…in fondo Margot ha bisogno ora come non mai di un’ottima consolazione…A presto con un altro incredibile (sicuramente) racconto!!!!! 🙂

    • Emma, grazie, lieta di averti emozionata.. è vero insegna molto, del resto parte del racconto è vita vera e la vita insegna più di qualunque altra cosa!
      per il nuovo racconto mi occorre ancora qualche altro momento ancora, ho qualcosa in testa, devo solo dargli la giusta forma, guardarlo dalla giusta angolazione..
      ma sai benissimo che saresti una delle prime a saperlo!

  • spero di aver soddisfatto le aspettative, non so se scriverò il sequel, ho paura di non riuscire a riempire lo spazio di dieci capitoli
    sicuramente proporrò un nuovo racconto a breve, ho bisogno di colmare il vuoto che ha lasciato questo
    se ti va puoi sempre provare a leggere il primo che ho scritto, se vuoi emozioni (finali) forti..

      • Rieccomi. Sempre coi miei tempi, ormai ci sarai abituata.
        Che dire, sul racconto… è chiaro che mi piaccia, altrimenti non lo seguirei. Il genere, la tematica e gli spazi in cui si muove la tua storia non sono propriamente quelli cui mi adatto più facilmente, ma d’altronde sono un figlio degli anni ’90 (vissuti, non perché ci sia nato, purtroppo) cresciuto guardando l’A-Team e leggendo Bukowski, l’introspezione non è il mio campo. Il racconto è scritto in maniera sentita, partecipe, e questo è secondo me il miglior pregio che si possa avere. Ora stiamo a vedere come lo chiudi.

        • ci sono abituata tranquillo! solo non mi aspettavo ti piacesse tanto come dici! grazie Bricoleur, davvero.
          Per quanto riguarda la tematica penso che tu lo abbia capito: io scrivo solo racconti drammatici, anche il precedente lo era, non so se hai letto l’epilogo.
          Comunque spero di farti cadere la lacrimuccia con il finale, che io ricordi anche quello grosso e forte dell’A-team era capace di commozione!

    • Il tempo non guarisce… il tempo cicatrizza.
      Non è medicina, ma anestetico.
      Il tempo non guarisce, no…
      Lo fa chi quel tempo lo vive, chi quel tempo lo morde e si prende il buono ed il brutto dalla vita.
      Le cicatrici che il tempo ti lascia sono quelle più dolorose, che basta un po’ d’aria o qualcosa che ti ricorda lui, e tutto torna fuori.
      è una guarigione effimera. fidati…
      Vivere il tempo, la vita le sfide. Pensare di meritarsi di più di lacrime e dolore… QUELLO fa guarire.
      Scusa se mi sono permessa di risponderti, davvero… ma la tua risposta mi ha portata indietro di almeno quindici anni, quando il mio primo fidanzato ha lasciato la terra dei vivi….

  • Io ho un grosso difetto, sai?
    Se alla ventesima riga uno scritto non mi prende, o mi fa saltare interi paragrafi, io mollo.
    Non m’importa chi è lo scrittore.
    Ho letto di tutto come ho scritto di tutto.
    Ma credo che emozioni così intense le ho provate ben poche volte.
    Mi sono immedesimato da subito, forse perché anche io ho una storia simile a questa ragazza… ma lei non è Mattieu. Lei mi ha lasciato appena ha scoperto di sapere della malattia. Una di quelle subdole, bastarde… che ti mangia dentro. La vedevo spegnersi da lontano e per lei non ho potuto fare niente. Una lenta, inesorabile e triste agonia.
    Per lei e per me.
    A me ha dedicato le ultime volontà, però. Mi ha lasciato una lettera e degli oggetti.
    Non so neppure perché te le sto dicendo queste cose ma, soprattutto quest’ultimo episodio, mi ha commosso fino alle lacrime.
    Chi mi ha consigliato di leggerti non sbagliava: uno stile inconfondibile, una stesura del testo senza sbavature, senza refusi o altro. Solo la storia in tutta l’immensa tragicità.
    Spero che “qualcuno”, infine, possa dare a questa ragazza la pace che si merita. Che lui possa riposare in pace. Che tutto possa, per una volta almeno, finire bene.
    Non so ( e credo sia superfluo) leggere altro.
    Questo è, sicuramente, tra i tre racconti migliori letti qui. (due della stessa autrice, ma sono di parte, perché lei è stata il mio “qualcuno”. Un’Amica vera.) Grazie Fra, davvero.
    Anche se non ti conosco, (e mi rifiuto a pensarti adolescente: secondo me sei più grande) ti abbraccio.

    • Antonio, ti confesso di aver aspettato molto appositamente prima di dare risposta a questo tuo lungo e prezioso commento.
      ricambio l’abbraccio con affetto, nonostante neanche io abbia avuto opportunità di conoscerti, spero però di esserti così vicina.
      grazie per avermi raccontato tutto ciò, sono onorata, davvero

  • Lo spettro che insegue Margot xke voglio proprio sapere chi sia 🙂 .. Cavolo fra questo capitolo è bellissimo, ricco di dolore e emozioni, davvero intenso. Hai saputo riprendere alla grande e con rinnovato entusiasmo si sente. Quando lo leggevo sembrava davvero che Margot fosse qui a parlarmi. Davvero bello.

  • Ti seguo Francesca … e’ tutto bellissimo e sì probabilmente ha perso un po’ di intensita’ rispetto ai primi due capitoli … e no … non e’ noioso affatto … espandi le tue emozioni … lo sai fare e bene … ti seguo … un abbraccio … e grazie sempre per quello che mi scrivi … mi hai colpito … davvero … grazie

  • Un incontro che potrebbe avere dei risvolti in un prossimo futuro… 🙂
    Mi è piaciuto Matieau che interviene un po’ infastidito dopo il saluto di Dorian! Però ti prego, non la scena con la tomba: troppo triste, anche se forse solo dopo questo passo Margot riuscirà ad andare avanti. Io ho votato per i sentieri di Marina di Maratea… Un’ottima occasione per rilassarsi, svuotare la mente, riflettere…

  • Mi sa che abbiamo votato quasi tutti per la tomba… 😀 Fra mi fai un favore? Non farmi aspettare così tanto per il prossimo episodio perché io voglio sapere se Margot riuscirà ad andare avanti! 🙂

    Ps: sei davvero sicura di avere 17 anni? Bravissima >3

  • I ricordi, graditi o meno, aiutano la ricerca…
    Quindi voto per l’ opzione mnemonica…

    Aereoporti e stazioni sono sempre posti che mettono lo spirito a dura prova…metterci il protagonista a confronto con il passato (quello più recente e quello meno), con il presente ed il futuro.. è una scelta senza dubbio efficace…
    Gran capitolo… avanti così Fra 🙂

    (e non farci aspettare troppo per il prossimo 😉 )

  • Speravo ci fosse una terza opzione tra “ok andiamo” e “non ci penso nemmeno”. E partire, ma prima fare i conti con qualcuno del proprio passato, è esattamente quel che speravo di trovare 🙂

    Altro bel capitolo, con l’ ottica finale dello “spostamento drastico”, che mi piace sempre 🙂

    Brava Fra 🙂 ( e bentornata 🙂 )

  • Il primo capitolo è veramente bello, soprattutto per l’attenzione dedicata ai dettagli. Secondo me il terzo non è poi così male (ho letto che non ti soddisfa): mette le basi per il ritorno in Italia (che ho votato!), sulle tracce del passato, magari l’occasione per scoprire qualcosa di nuovo su Matieu, qualcosa che neanche Margot sospetti…

    😀

    • Grazie mille Aspasia, anch’io spero in un ritorno in Italia, ti prometto che, se non in questo capitolo, ci sarà entro il decimo 😉
      per quanto riguarda il terzo è vero, non mi soddisfa affatto, vorrei che ogni capitolo vi coinvolgesse almeno quanto il primo, ci devo pensare.. :-/
      probabilmente troverò la pazienza di riscriverlo

  • disfarsi delle scatole!!! No per dimenticare ma per superare il dolore, che non se ne va, ma si traforma. Ma Matieau avrà lasciato qualche “indizio” di quell’estate a Margot? :D….complimenti, mi piace molto 🙂 continuaaaaaa 🙂

      • Allora il racconto è bellissimo l’idea di fondo è davvero bella.. Ma ho notato che la “tensione” mano a mano è scesa .. Non so è una mia impressione ma ho notato che il primo capitolo era bellissimo anche come era scritto ma il terzo nn mi ha preso come il primo 🙂 nn voglio sembrare saccente :/ 🙂

          • Guarda io ho il tuo stesso problema XD una cosa che ho imparato dall’altro racconto che ho scritto è di non pubblicare un episodio se nn siamo convinte. Magari scriverlo aspettare un giorno e rileggerlo e magari riscriverlo daccapo 🙂 e scrivere solo se hai l’ispirazione giusta 🙂 questo ho imparato io e mi sento di dirti 🙂

              • Lo so ti capisco.. Ti senti con le mani legate però magari ogni tanto fa bene avere queste cose cosi il racconto poi dopo può spiccare il volo 🙂

              • sinceramente ne dubito, più che con le mani legate mi sento come se volessi parlare senza voce, davvero bruttissima sensazione :-/
                credo mi prenderò un po’ di tempo prima di leggere il tuo primo racconto, al momento mi manca ma sono curiosa!

      • Cara Fra, non devi crucciarti.
        Mi sono fatta questa idea: che tu non sia soddisfatta dell’episodio perché lo metti in paragone agli altri e ti sembra che, al confronto, ne esca perdente.

        Il punto, a mio parere, è che si tratta di episodi fatti di sostanze diverse.

        Il primo è più rarefatto, alla voce narrante si aggiunge la presenza sussurrante di Matieau.
        Il secondo è più spasmodico, perturbante, ha l’incalzare dell’incubo e annaspiamo insieme a Margot.
        Questo terzo episodio, invece, è più intimo, fatto dell’intreccio tra i ricordi del passato e gli oggetti superstiti – unici a conservare una presenza fisica di Matieau.

        Se avessi esplorato troppo a fondo e troppo in fretta questo rapporto delicato e ambivalente, l’avresti bruciato.
        Hai aperto uno spiraglio e nel racconto c’è tutto il tempo per sondarlo più in profondità, in modo via via più toccante ed emotivo.

        Non concentrarti solo sul singolo episodio, ma anche sull’insieme: se ci fossero solo picchi, i momenti più alti emotivamente scomparirebbero. Paradossalmente, otterresti la piattezza.
        La modulazione è fisiologica e sana: è il respiro del racconto, che si dilata e si concentra.

        Non fermarti qui a rimuginare, stai tranquilla e continua a raccontare. 🙂

  • Qui sono chiamati in ballo concetti forti. Fortissimi. Sbilanciarsi in un commento positivo abbozzato “tanto per” sarebbe come sputare su un Monet. Per il momento ti seguo in silenzio e con grande attenzione.
    Accumulando parole (positive).

    • mi fa molto piacere riuscire a toccare i cuori dei miei lettori, sono felice tu mi segua
      purtroppo sì, Matieau è morto, i miei personaggi con me non hanno vita facile!
      per quanto riguarda il tuo desiderio credo tu ci riesca bene, ho letto il tuo racconto e sei bravo, non hai nulla da invidiarmi!
      vengo a commentarlo 😉

  • Mi permetto di aggiungere qui, visto che di là pare ci sia un limite…

    Ti avviserò di certo allora in qualche modo… onorato delle tue attenzioni… 🙂

    Fase di blocco…? E’ normale..capita a tutti.. 🙂
    Poi va da persona a persona…io vedo che a me giova tantissimo quando mi incaglio…una qualche ora a “non far nulla” (passeggiare…meglio se nella natura) e a depurare l’ anima… meglio ancora poi se in “posti nuovi” …anche a 4 minuti da casa..ma mai visti prima…
    Il posto nuovo rimette in moto gli ingranaggi solitamente… 🙂
    Fammi sapere <3

  • Abbracciare qualcuno con calore, con amore, se non è soltanto un gesto formale, se è un gesto caldo, espressivo, vero, se cuore fluisce in quell’abbraccio, immediatamente si entra in contatto con il bambino che è dentro di noi. Questo bimbo, affiorando anche per un solo momento, provoca un cambiamento profondo, perché l’innocenza dei bimbi è sempre sana e integra: è priva di qualsiasi corruzione. Si raggiunge il punto più intimo dalla persona, là dove nessuna corruzione è mai entrata ed è sufficiente tornare a far vibrare di vita questa terra vergine, per viverne una nuova, appagante, ricca. Tra due anime affini a volte basta un abbraccio per toccare la pienezza dell’essere. Bello Fra …. parlaci di loro … un abbraccio 😉

  • Io vorrei sapere di più di questo profondo legame. L’amicizia è un sentimento affine all’amore, ci si prende cura dell’altro, si desidera il suo benessere… infatti è proprio nel momento del bisogno che questo legame si rafforza. Sai descrivere molto bene gli stati d’animo, farci penetrare nel cuore di questo personaggio dalla psicologia complessa. Complimenti!

  • Piccola Fra, non mi sono dimenticata di te…sono un po’ assente ultimamente, è vero, ma come vedi ho recuperato 🙂
    Belli i nomi dei personaggi e bello l’incipit…visto l’inizio non vorrei che diventasse troppo triste, quindi ho scelto di sentire imprecare la coinquilina 😉

    • ti dirò Roberto, quelle sono oscure anche a me
      questo racconto è una prova che mi sono posta, sto incanalando la mia inspiegabile malinconia in una storia che non è la mia..
      e purtroppo è una storia vera

      comunque grazie
      p.s. anche io amo scrivere di notte, è l’unico momento in cui la parte irrazionale di me scivola furtivamente sulle pagine bianche

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